Vorrei essere chiamata puttana
di
donnadipicche
genere
tradimenti
Luca mio marito annoiato sulla sdraio intento a compilare cruciverba, la sua passione.
Riparati da un ombrellone ormai datato, ero alle sue spalle, le quattordici, il sole non
dava tregua, nel raggio di cento metri eravamo in tre, il sudore aveva reso trasparente
il mio bikini, datato anche quello stinto e slabbrato. L'altra persona mentre leggeva
dava un'occhiata ogni tanto al mia figa, si è passato la mano sul cazzo, una, due volte,
passo la mano sulla figa, se ne accorge, impugna il cazzo attraverso il costume, mi sembra esageratamente grosso, allargo le gambe tiro su lo slip facendolo entrare tra le
labbra della figa, scopre appena la cappella, sembra un ginocchio, vorrei ed ingoiarlo,
ho le vertigini, lui capisce si alza e va in acqua, guardo Luca ha gli occhi chiusi la
rivista sulla pancia, la penne gli è caduta. Non so cosa fare, se lo sveglio mi castro
da sola, se lo lascio magari si sveglia, decido quel cazzo non me lo lascio scappare,
succeda quello che deve succedere non mi interessa, mi alzo senza far rumore, vado verso la riva, a qualche metro c'è un relitto di barca, mi dirigo da quella parte, lui mi vede, mi segue, mi invita ad entrare in acqua, seminascosta dal relitto lo seguo, entro in acqua, mi accorgo che ha lo slip in mano, tolgo anche il mio, mi accompagna dove l'acqua è alta, ci copre fino al collo, vedo Luca è come l'ho lasciato, lui mi aggrappa
come fossi un fuscello "Troia ti piace il cazzo? ora ti accontento" "Mettilo piano non
farmi male" "Piano? ti devo sfondare, altro che piano" Con la figa piena d'acqua di
mare ne avrei sopportato anche un altro di cazzo, è entrato facilmente. La figa piena di
cazzo mai avevo avuto quella sensazione, la sborra galleggiava "Che cazzo hai sborrato"?
"Nella tua figa ci sborro mille volte puttana" Aveva detto mille volte, non è stato così
per lui, per me si, non so quanti orgasmi ho avuto. Mezz'ora siamo stati assieme, abbiamo infilato gli slip, io sono tornata vicino a Luca mentre l'altro si è diretto in
direzione opposta. I pensieri si affollavano nella testa, questo stronzo mi chiama amore, stellina, gioia mia quello puttana, troia. Meglio lui mille volte.
Riparati da un ombrellone ormai datato, ero alle sue spalle, le quattordici, il sole non
dava tregua, nel raggio di cento metri eravamo in tre, il sudore aveva reso trasparente
il mio bikini, datato anche quello stinto e slabbrato. L'altra persona mentre leggeva
dava un'occhiata ogni tanto al mia figa, si è passato la mano sul cazzo, una, due volte,
passo la mano sulla figa, se ne accorge, impugna il cazzo attraverso il costume, mi sembra esageratamente grosso, allargo le gambe tiro su lo slip facendolo entrare tra le
labbra della figa, scopre appena la cappella, sembra un ginocchio, vorrei ed ingoiarlo,
ho le vertigini, lui capisce si alza e va in acqua, guardo Luca ha gli occhi chiusi la
rivista sulla pancia, la penne gli è caduta. Non so cosa fare, se lo sveglio mi castro
da sola, se lo lascio magari si sveglia, decido quel cazzo non me lo lascio scappare,
succeda quello che deve succedere non mi interessa, mi alzo senza far rumore, vado verso la riva, a qualche metro c'è un relitto di barca, mi dirigo da quella parte, lui mi vede, mi segue, mi invita ad entrare in acqua, seminascosta dal relitto lo seguo, entro in acqua, mi accorgo che ha lo slip in mano, tolgo anche il mio, mi accompagna dove l'acqua è alta, ci copre fino al collo, vedo Luca è come l'ho lasciato, lui mi aggrappa
come fossi un fuscello "Troia ti piace il cazzo? ora ti accontento" "Mettilo piano non
farmi male" "Piano? ti devo sfondare, altro che piano" Con la figa piena d'acqua di
mare ne avrei sopportato anche un altro di cazzo, è entrato facilmente. La figa piena di
cazzo mai avevo avuto quella sensazione, la sborra galleggiava "Che cazzo hai sborrato"?
"Nella tua figa ci sborro mille volte puttana" Aveva detto mille volte, non è stato così
per lui, per me si, non so quanti orgasmi ho avuto. Mezz'ora siamo stati assieme, abbiamo infilato gli slip, io sono tornata vicino a Luca mentre l'altro si è diretto in
direzione opposta. I pensieri si affollavano nella testa, questo stronzo mi chiama amore, stellina, gioia mia quello puttana, troia. Meglio lui mille volte.
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