In camera con Rhea

di
genere
dominazione

Il cuore mi batteva all'impazzata. Rhea Ripley, star della WWE ma prima di tutto uno dei miei sogni erotici più stimolanti, soggiornava nel mio stesso hotel. E non in una suite all'ottavo piano, no, proprio nella camera accanto alla mia. I miei occhi stavano lacrimando per l'incredulità quando la vidi prendere la chiave della 303 nella hall dell'hotel. Per quanto sia una persona che abbia sempre tutelato la privacy dell'altrui persona, non potevo esimermi dal fermarla per salutarla e chiederle un autografo... Non un selfie, non una foto in primo piano di quello splendore di creatura, un autografo. Cazzo, che deficiente. Preso dal panico optai per la scelta più classica, ma già un secondo dopo averla salutata me ne pentii. Avrei utilizzato quella foto come cum tribute da qui all'eternità, e invece niente. Era chiaro che, però, per quella notte la mia immaginazione avrebbe vagato ugualmente, sognando di avere i raggi X per andare oltre la banale parete che stava impedendo che fantastica e realtà coincidessero.

Erano le 23 ed ero immobile sul mio letto, cercando di captare un qualsiasi rumore. A Roma ero stato tante volte, potevo evitare di godermi l'ennesima serata ripetitiva. Rhea, lei non mi sarebbe ricapitata mai più. Ok, ma come fare? Qualsiasi mio pensiero era utopia. Inoltre, ero stato così goffo prima nella hall, chissà cosa aveva pensato di me. Sicuramente niente che includesse il sesso. Però, pur di passare un solo istante con lei, sarei stato disposto a tutto. Ogni cosa.

Male che va mi manda a quel Paese, ma tanto non la rivedrei comunque - mi dissi per farmi coraggio. In cuor mio sapevo che mi sarei sentito umiliato se avesse risposto sgarbatamente, per questo avevo bisogno di una bella doccia rinfrescante... Beh, per quello ma anche perché il mio cazzo stava già colando. Mi lavai un quarto d'ora e presi i miei vestiti più a tema, una t-shirt degli Halestorm, jeans corti strappati, un paio di Jordan. Ovviamente non poteva mancare il mio anello dorato a forma di teschio: se non lo avessi sfoggiato quel giorno, allora quando?
Così, quasi senza che me ne accorgessi, bussai alla 303. Rhea, non chiese nulla, aprì la porta e basta. E rimasi ancora più sbigottito di prima. Una ragazza giunonica, con due spalle enormi e una canottiera nera che metteva in mostra un décolleté sodissimo, e dei leggings che... Ispiravano. Non avevo ancora notato il lato b, ma quelle cosce così voluminose erano già solo quelle da orgasmo.
- Tell me guy - mi disse, con quel suo sorrisino da stronzetta. Solo allora mi resi conto di quanto fosse perfetto il suo mascara e il suo trucco. E di quanto avrei voluto renderlo sbavoso e colante.
- Hi gorgeus, I ask myself if... yeah, if you have to dò something or if you want to do something for not feeling alone. I wanna help you -. Ma cosa cazzo stavo dicendo? Stavo dimenticando anche l'inglese di fronte a lei. E diventavo rosso. Tant'è che mentre parlavo mi guardava divertita, come fossi un cane che stava provando a parlare la lingua umana. Avrei voluto essere il suo cane però.
Mi disse che non aveva niente da fare in serata, e che era troppo stanca per via del viaggio per uscire, ma che avrebbe volentieri scambiato quattro chiacchiere con uno del posto per conoscere dettagli e luoghi che avrebbe potuto visitare il giorno seguente. E così mi fece accomodare, e mentre si voltò riuscii ad ammirare quei glutei enormi che tanto mi avevano stimolato i pensieri.
Parlammo un quarto d'ora della storia della città e della cultura, tutti discorsi per me noiosi ma che la stavano elettrizzando. Gente strana, gli americani. Finché non commisi quello che, credevo, un errore madornale. Mentre mi spiegava come la sua ultima pausa in Francia si era rivelata un disastro, mi soffermo a osservare i suoi stivali. Neri, con le borchie, così affascinantemente dark. Chissà che bei piedi potevano nascondere. Se ne accorse. Appena rialzai lo sguardo, mi stava fissando. Cazzo.
- What are you looking at? - mi domandò con aria mista tra stupore e compiacimento.
- nnn... Nothing - risposi imbarazzato.
- Come oooon, what are you looking at?" - ora il suo sguardo iniziava ad essere malizioso, come il suo tono della voce. Anche le sue sopracciglia si erano arruffate, come a dirmi "dillo".
-Your...feet - ecco, lo avevo detto. Ora o mi avrebbe cacciato a calci in culo oppure...
- My feet? My boots! - e nel dirlo, allungò i suoi stivali davanti a me. E me li mise sulle gambe. Ero seduto, di fronte a lei, con i suoi stivali sopra di me.
- Take them off. - non me lo feci ripetere due volte. Con una foga mai avuta mi stavo accingendo a toglier...
- SLOWLY - la sua voce divenne autoritaria, e il suo sguardo tremendamente serio. Eseguii, lentamente, finché non riuscii ad avere in mano i suoi piedi. E che piedi. Smaltati di nero, perfetti in ogni centimetro. Esattamente come lo era lei.
Poi alzò all'improvviso un piede dalle mie mani e disse: - Lick It -.
Oh cazzo. Stava accadendo. Era giunto il momento. Lo presi in bocca. Incominciai a leccarle un dito alla volta, con particolare attenzione allo spazio tra un dito e l'altro. Era sudata, ma paradossalmente tutto questo mi eccitava ancora di più. Il mio cazzo voleva saltare fuori dai jeans. Ma ora avevo un compito, dimostrarmi un bravo sottomesso. Così, mentre con la mano massaggiavo la pianta, la mia bocca spompinò per bene il suo alluce. Succhiavo e succhiavo, finché non mi accorsi che Rhea si era messa comoda sulla sedia e con gli occhi semisocchiusi: le stava piacendo? Un motivo in più per non fermarmi. Leccai poi tutta la sua pianta, dal tallone alle dita, tre o quattro volte, e ripresi infine in bocca con avidità il suo alluce.


Di colpo, si tirò indietro. Si alzò in piedi, si avvicinò verso la mia sedia e si inginocchiò. Senza dire una parola abbassò la cerniera dei miei jeans e con la sua mano sinistra avvicinò il mio cazzo duro alla sua bocca. Non mi degnò di uno sguardo. Si concentrò solo su un pompino fatto con velocità e forza. Il che mi fece pensare di osare. Avvicinai le mie mani ai suoi capelli e spinsi la sua testa sul mio cazzo ancora più profondamente. Lei senza battere ciglio ingurgitò agevolmente i miei 17 cm, e continuò mentre inarcai il bacino per scoparle la bocca. Non mi avevano mai fatto un pompino con il piercing alla lingua. Era una sensazione unica, indescrivibile. Mi veniva un brivido ogni qual volta il piercing toccava la mia cappella.
- Do you like It? - le chiesi
- I love It -. Finalmente mi rivolse lo sguardo, in modo così provocante che per un attimo pensai di stare per venire. Per precauzione le tirai fuori il cazzo dalla bocca e glielo sbattei in faccia. La sua saliva mista al mio sempre copioso precum iniziarono presto a farle colare il mascara. Cazzo quanto era bella così. Per velocizzare il processo mi alzai, la preso per mano e, mentre era ancora un po' disorientata, le sputai in faccia, spalmandole il tutto con la mano. Lei emise un gemito, e ne approfittai per baciarla. Ricambiò, e il bacio divenne una limonata, mentre con la mano mi proseguiva la sega. Era la prima volta che stringevo tra le mie braccia una donna così imponente, eppure non volevo sottomettermi completamente. Dentro di me avevo i soliti sentimenti e voglie contrastanti, amplificati all'ennesima potenza. Leccarle i piedi e affogarle la bocca col mio cazzo, è abbastanza emblematico in tal senso.


Durante il limone, durato minuti, esplorai con le dita ogni zona del suo corpo. Appena le mie unghie sfiorarono le sua spina dorsale, quasi come a graffiarla, la lingua di Rhea si irrigidì nella mia bocca. Passai a stringere le sue chiappe a manciate, così provocanti racchiuse nei suoi leggings neri. Chissà quanto cazzo doveva sentire caldo con quelli indosso. Allontanai per un attimo le mie labbra dalle sue, e Rhea capì immediatamente dove volevo arrivare. Si tolse da sola la maglietta ed espose i suoi seni nudi. Una terza abbondante, con i capezzoli di dimensione normale, rosei e turgidi. Le strinsi il culo e mi sdraiai sul letto per farla stendere su di me ed avere quei capezzoli in bocca. Ci giocai con la lingua, succhiandone uno mentre con la mano ruotavo l'altra tetta. Rhea lentamente strisciava il suo bacino contro di me. Con una torsione la ribalta e ci trovammo esattamente nella posizione opposta. Avevo voglia di andare oltre. Le tolsi i leggings e gli slip in un colpo solo, portando alla luce la sua figa luccicante. Aveva un paio di labbra strette e solo un po' più scure rispetto alla sua carnagione. Ma certamente ciò che si notava subito era la ricrescita dei peli sopra il pube. Così sexy. Certo, l'avrei adorata un ogni caso, amo la figa completamente depilata così come la foresta. Però quella visione mi fece andare ancora più fuori di testa. Strinsi le mie dita delle mani intorno alle sue dita dei piedi per sollevarle le gambe, più in alto che potevo, e affondai la bocca sulla figa. Rhea passò dai sussurri agli squittii, godendosi la scena che le si prospettava davanti. Trovai il suo clitoride e lo succhiai veracemente. Le sue mani si strinsero intorno alla mia nuca.
- Nice, babyyyy -
- You are nice. So tasty -
- Mmmmmm -
Le infilai prima uno, poi due dita dentro senza mai staccarmi con la lingua. Mi accorsi che era spaziosa. Chissà quanti cazzi avrà preso prima di me. E con quante fighe ha sforbiciato. Una volta dentro, mossi le dita verso la superficie superiore della figa, toccando una zona spugnosa. Feci movimenti sempre più veloci volti a stimolarla. Rhea si dimenò e cominciò ora ad urlare ininterrottamente. La sua totale mancanza di pudore verso gli altri alloggiatori riscaldò ancora più i miei testicoli. Tolsi le dita, le bloccai i polsi e mi sedetti sul suo viso. Rhea era sveglia e pratica, capì al volo le mie intenzioni. Mi leccò le palle mentre io mi stavo segando velocissimo sopra di lei. Quanto avrei voluto venire in quel momento... ma non potevo. Volevo fotterla, come nei miei sogni. Entrai dentro di lei, a missionario. Ci fissammo, e vidi la sua espressione di dolore mista a piacere. Iniziai a spingere piano, godendomi ogni colpo nella sua figa larga.

- Oh baby I feel goooood -
Non poteva esserci combinazione di parole migliori. Aumentai pian piano la velocità, Fino a quando non si distinsero più le sue urla dal suono delle mie palle che sbattevano sul suo booty. Rhea divaricò le gambe il più possibile per facilitare una penetrazione ancora più profonda.
Cambiammo poi posizione, e si mise di sua volontà a pecora. Il primo piano sul suo culo era meraviglioso. Le chiappe più sode sulla faccia della testa. Non potevo esimermi a quel punto dal mangiarmi quel culo, finendo inevitabilmente a leccarle il buco del culo.
- What are you doing?? - non se lo aspettava. Ma io proseguii, fino a quando non glielo misi nella figa a pecora, tenendola un po' per i fianchi, un po' per i capelli, un po' per le braccia. Continuammo così per diversi minuti, fino a quando non sentii che ero arrivato al culmine. Ma ancora non volevo, quindi uscii.

- Don't cum, asshole - disse una Rhea delusa dallo stop. - Put It inside again or I put inside you -.
In quel momento ignorai la frase, ero troppo impegnato a non ingravidarla, anche perché nessuno dei due aveva considerato di usare i preservativi. Fu un grave errore non ascoltarla. Rhea mi scagliò con rabbia sul letto, poi aprì un cassetto e tirò fuori un lungo strap-on nero. Lo indossò immobilizzandomi con i piedi sul mio collo.
- Now I fuck you - mi disse con disprezzo.
Non avevo la forza ne la voglia di ribellarmi. Se questa era una sua fantasia, l'avrei realizzata. Mi sputò sul culo e con violenza si accanì dentro di me.
- It's so tight. It's your First Time? -
- No... I'm not virgin -
Mi stantuffò con una forza tale che urlai dal dolore, più di lei prima. Osservai il sadismo nei suoi occhi mentre mi rendeva suo
- Who's your mami? -
- You, goddess -
- You're right, bitch -. E nel dirlo, iniziò a sputarmi a raffica, forse per vendicarsi di prima. Quanto devo essere perverso per eccitarmi con i suoi sputi?
- Open your mouth - mi ordinò mentre continuava a scoparmi. E mi sputò in bocca.
Dopo, forse conscia di avermi fatto soffrire abbastanza, si tolse lo strap-on e si mise a smorzacandela sopra di me. Le sue cosce possenti avevano una capacità di spinta fuori dal comune, al punto che il mio cazzo era quasi insofferente. Rhea aumentò la frequenza e la profondità dei colpi.
- I'm coming - proferì, lasciandosi a un urlo liberatorio. Il suo viso divenne rossastro, il suo respiro affannoso. E mi guardò soddisfatta, ma ancora provocante.
Io neanche resistevo più. Lei era venuta, e potevo ora farlo anche io. Mi alzai e si mise subito in ginocchio. Con mio stupore, Rhea mi leccò cazzo palle e culo senza distogliere mai la lingua dal mio corpo. Avrei voluto venirle in 100 punti differenti. Ma alla fine glielo infilai di prepotenza in bocca e le sborrai copiosamente in gola. 7-8 schizzi di cui almeno due le allagarono la faccia, come mio solito, ma decisamente più appaganti.
- Too much baby - provò a dire con la bocca piena. Stava quasi per mandare giù quando la avvicinai a me e la limonai. Era più forte di me, non potevo resistere a quella visione. Ormai il trucco era completamente colato e la faccia era un miscuglio nero e bianco fatto di saliva e sborra. E lei, completamente nuda, scambiava i miei liquidi con un bacio. Esiste qualcosa di più perfetto?
In modo molto dolce ci abbracciamo e poi mi invitò a farci una doccia insieme...

scritto il
2023-03-14
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