Gelosia di moglie
di
gaucho
genere
bisex
Successe che in età adolescenziale, Mirella mia cugina, mi diede la possibilità di farmi leccare la figa. Lei ne aveva diciotto, era sempre arrapata, neanche una settimana dopo volle che la scopassi. Eravamo in casa sua, cercava di aiutarmi in matematica, si era diplomata a luglio di quell’anno. Ogni volta voleva succhiarmi il cazzo. Un giorno la zia Lidia, sorella di mamma, ci trovò in piena azione, entrò nel momento che stava assaporando la mia sborra, non disse nulla chiuse la porta mentre Mirella si gustava il mio nettare. Insomma la famiglia era sana, zio Renato il marito di zia Lidia era cornuto consapevole. Dalla prima scopata non si saltava un giorno. Non era affezionata solo al mio cazzo, ne lavorava diversi contemporaneamente, seppi poi che a volte agivano in coppia lei e la zia Lidia. Quando papà venne a conoscenza della cosa s’incazzò come una belva e mi impedì di frequentare quella casa. Ormai la frittata era fatta , non riuscivo a stare senza figa, Mirella si negava, fui costretto ad un turbinio di seghe fino a quando cercai di contattare Eva.
Eva forse era più troia di Mirella, mi offese subito “Moccioso che vuoi” “Vorrei scoparti” “Non farmi ridere col pisellino che ti ritrovi mi fai il solletico” “Lo vuoi vedere”? “Fammelo toccare” “Cazzo che sberla, dai che ne riparliamo”. Da quel momento ero sulla bocca di tutti, diverse ragazze mi cercavano, insomma raramente avevo qualche giorno di astinenza per ricaricare le batterie.
All’età di ventidue anni finalmente conobbi una ragazza Barbara, che dava tutte le garanzie per costruirci la vita insieme. Nel periodo dedicato all’approfondimento dei nostri caratteri, non uscì mai fuori dal seminato, sempre amorevole, rispettosa della mia esigenza di figa (ed anche alla sua di cazzo) mai una discussione nonostante molte ragazze non mi perdevano di vista. Il matrimonio suggellò la nostra unione. Al ritorno del viaggio di nozze mise subito in chiaro la sua richiesta “Se mi accorgo che mi tradisci ti taglio il cazzo mentre dormi” “Che dici, perché ti esprimi con tanta volgarità” “Sei un puttaniere qualificato, lo sanno tutti, il tuo cazzo lo metti solo nella mia figa” Se da un lato mi faceva piacere, dall’altro mi preoccupavo ed infatti da quel giorno la mia vita subì un contraccolpo micidiale. Viveva sempre attaccata a me, quella sua gelosia latente piano piano stava diventando asfissiante. Neanche sul lavoro ero tranquillo, per lei le colleghe erano tutte puttane in cerca del mio cazzo. Voleva scopare davanti alla gente per far vedere che ero solo suo, a volte mentre camminavamo mi prendeva per il cazzo e mi trascinava. Al mare era una tortura, avevo spesso il cazzo fuori dal costume ed a volte me lo succhiava, fino a farmi sborrare, poi si calmava, ma durava poco. Insomma ero solo suo, sicuramente non ero in grado di andare con altre, mi dissanguava. Mi consigliavo con un amico, Marco che mi aprì la testa “Falla scopare con un altro” “Magari, come faccio”? “Fai come me con Rosanna, facciamo lo scambio di coppia, se vuoi ti metto nel giro” “Immagino già di essere evirato nel sonno” “Dai che il cazzo piace a tutte, sarà lo stesso anche per lei” “Si lei vuole solo il mio cazzo” “Dai prova che resterai sorpreso”.
L’avvicinamento al solo discorso fu traumatico, la tenacia mi venne in aiuto, tanto che avvertii i primi cedimenti da parte sua. Nel giro di sei mesi scopava con Emilio. Questo un egiziano che aveva italianizzato il suo nome, bello come il sole, superdotato. Fece tutto lei Barbara . Lo circuì lo portò a casa e la sera al rientro dal lavoro li trovai a scopare sul letto. Invece di incazzarmi mi eccitai anch’io e la scopammo in due. Successe quello che mai avrei immaginato di fare, su invito di Barbara cominciai a succhiare il cazzo di Emilio. Una sensazione inebriante, avere quel cazzo in bocca mi dava un piacere che nessuna figa mi aveva mai dato. Emilio era diventato il nostro giocattolo, instancabile giocattolo, appena arrivava mi sborrava in bocca e poi scopava con Barbara tutta la notte col mio aiuto. Le era in continua estasi, io di più.
Eva forse era più troia di Mirella, mi offese subito “Moccioso che vuoi” “Vorrei scoparti” “Non farmi ridere col pisellino che ti ritrovi mi fai il solletico” “Lo vuoi vedere”? “Fammelo toccare” “Cazzo che sberla, dai che ne riparliamo”. Da quel momento ero sulla bocca di tutti, diverse ragazze mi cercavano, insomma raramente avevo qualche giorno di astinenza per ricaricare le batterie.
All’età di ventidue anni finalmente conobbi una ragazza Barbara, che dava tutte le garanzie per costruirci la vita insieme. Nel periodo dedicato all’approfondimento dei nostri caratteri, non uscì mai fuori dal seminato, sempre amorevole, rispettosa della mia esigenza di figa (ed anche alla sua di cazzo) mai una discussione nonostante molte ragazze non mi perdevano di vista. Il matrimonio suggellò la nostra unione. Al ritorno del viaggio di nozze mise subito in chiaro la sua richiesta “Se mi accorgo che mi tradisci ti taglio il cazzo mentre dormi” “Che dici, perché ti esprimi con tanta volgarità” “Sei un puttaniere qualificato, lo sanno tutti, il tuo cazzo lo metti solo nella mia figa” Se da un lato mi faceva piacere, dall’altro mi preoccupavo ed infatti da quel giorno la mia vita subì un contraccolpo micidiale. Viveva sempre attaccata a me, quella sua gelosia latente piano piano stava diventando asfissiante. Neanche sul lavoro ero tranquillo, per lei le colleghe erano tutte puttane in cerca del mio cazzo. Voleva scopare davanti alla gente per far vedere che ero solo suo, a volte mentre camminavamo mi prendeva per il cazzo e mi trascinava. Al mare era una tortura, avevo spesso il cazzo fuori dal costume ed a volte me lo succhiava, fino a farmi sborrare, poi si calmava, ma durava poco. Insomma ero solo suo, sicuramente non ero in grado di andare con altre, mi dissanguava. Mi consigliavo con un amico, Marco che mi aprì la testa “Falla scopare con un altro” “Magari, come faccio”? “Fai come me con Rosanna, facciamo lo scambio di coppia, se vuoi ti metto nel giro” “Immagino già di essere evirato nel sonno” “Dai che il cazzo piace a tutte, sarà lo stesso anche per lei” “Si lei vuole solo il mio cazzo” “Dai prova che resterai sorpreso”.
L’avvicinamento al solo discorso fu traumatico, la tenacia mi venne in aiuto, tanto che avvertii i primi cedimenti da parte sua. Nel giro di sei mesi scopava con Emilio. Questo un egiziano che aveva italianizzato il suo nome, bello come il sole, superdotato. Fece tutto lei Barbara . Lo circuì lo portò a casa e la sera al rientro dal lavoro li trovai a scopare sul letto. Invece di incazzarmi mi eccitai anch’io e la scopammo in due. Successe quello che mai avrei immaginato di fare, su invito di Barbara cominciai a succhiare il cazzo di Emilio. Una sensazione inebriante, avere quel cazzo in bocca mi dava un piacere che nessuna figa mi aveva mai dato. Emilio era diventato il nostro giocattolo, instancabile giocattolo, appena arrivava mi sborrava in bocca e poi scopava con Barbara tutta la notte col mio aiuto. Le era in continua estasi, io di più.
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Commenti dei lettori al racconto erotico