Un trans gentile

di
genere
trans

Ero sul bordo del molo respiravo a pieni polmoni la brezza marina, assaporavo il sapore del mare che rendeva meno dura la mia solitudine. Sentì l’arrivo di un auto alle mie spalle, mi voltai e vidi scendere una figura alta, che si risistemava i capelli per poi salutare con un mano il conducente. I fanali accesi non mi permisero di vedere chi guidava l’auto che se ne andò velocemente.
Passarono alcuni minuti, la donna, passeggiava nervosamente, forse aveva timore di me, di quel luogo poco illuminato; mi stancai di sentirla passeggiare, mi voltai dirigendomi verso la mia auto, e passando a pochi metri, tenendo lo sguardo basso, la salutai gentilmente con un buonasera.
Apri l’auto con il telecomando e appena aperta la portiera, sentì i passi veloci di colei che avevo salutato qualche istante prima che venivano verso di me: “Un momento – mi disse – posso chiederle un favore?”
Dall’altra parte dell’auto potevo scorgere un viso di colore con una chioma fluente nera, su un corpo massiccio. “Prego” risposi.
“Mi può accompagnare a casa, o altrimenti chiamo un taxi ma mi fa il piacere di non lasciarmi qui sola finchè non arriva a prendermi?”
Riconobbi che era un trans, aveva un sedere poderoso che non stonava però sul corpo; e quasi sospirando gli risposi: “Se ti fidi ti accompagno io.”
Il trans salì chiuse la portiera e con un sorriso mi disse che si chiama Luciana. Partimmo per casa sua, durante il tragitto l’imbarazzo era palpabile, così fu lei a rompere il silenzio dicendo che mi ringraziava per la gentilezza. Non avevo molta voglia di parlare ma mi sforzai e ne nacque una conversazione abbastanza piacevole. Arrivai sotto casa sua, e Luciana mi invitò a salire, mi avrebbe offerto da bere. Sorrisi e risposi che sarei salito.
“Seguimi.” Salimmo le scale, io dietro di lei potevo ammirare il suo bel culo che ondeggiava, arrivammo al quarto piano di un condominio, entrammo e davanti agli occhi comparve un bilocale ben arredato. La cucina era piccola ma funzionale, più grande il tinello con annesso un balcone; un piccolo bagno e la camera. “Mi attendi cinque minuti – disse – faccio una doccia.”
“Un’altra volta le risposi non ti disturbare”
“Senti visto l’ora ti offro colazione e poi ce ne andiamo a letto.” Guardai l’orologio, erano le quattro del mattino, “Va bene”, risposi sospirando. Mi sedetti sul divano mentre ascoltavo l’acqua della doccia scendere, poco dopo Luciana si presentò con corto accappatoio sorridendo. Si diresse verso il mobile dove teneva da bere si chinò e l’accappatoio salì facendo intravedere il suo culo.
La visione mi provocò un sobbalzo all’inguine che Luciana notò, si tolse l’accappatoio riamanedo completamente nuda con il suo cazzo che svettò verso di me. Io mi alzai dal divano togliendomi le scarpe, mi slacciai i pantaloni e gli slip presentadogli il mio cazzo in tiro. Luciana si abbassò e cominciò un pompino: era una grande esperta. Togliendomi il resto dei vestiti mi misi a sedere sul divano, Luciana da sotto iniziò a leccarmi le palle e il buco del culo. Ero in estasi non potevo immaginare quanto bravo fosse un trans. Luciana si accorse di questo e sempre con il sorriso sulle labbra, me fece di mettermi in ginocchio sul divano, così feci e Luciana continuò nella sua lunga esplorazione linguistica del mio culo. La lingua mi lavora interno all’orifizio anale con maestria e prendendomi il cazzo tirandolo da dietro mi spompinava. “Fottimi”. Questa fu la parola che mi usci, Luciana staccò la lingua dal mio culo, e in ginocchio appoggiò il suo cazzo sul mio sedere. “Non ti farò male - mi disse – e cominciò a far entrare la cappella nel mio orifizio. Il mio culo si allargò facendo entrare il cazzo di Luciana non molto grosso per essere sinceri, che inizio a scoparmi prima piano poi sempre più veloce. Ma non era finita. Luciana tolse il suo membro dal mio culo, mi fece giare mettendomi con la schiena sul divano e il sedere appoggiato al bracciolo; mi prese per le caviglie allargandomi le gambe; in questa posizione aveva tutto il culo a sua disposizione. Riposizionò il suo cazzo nel mio sfintere e mi penetrò per la seconda volta. Il suo cazzo entrò dentro di me senza fatica, ormai abituato dalla montata precedente e iniziò a scoparmi il culo. Vedevo il mio cazzo sobbalzare sotto le continue spinte; poi lasciò una caviglia mi prese con la destra il mio pene e senza smettere di stantuffare cominciò a segarmi. Un brivido mi percorse la schiena seguito da un flotto del mio sperma che fini sul mio torace. Luciana sorrise poi poche pompate dopo sentì contrarsi il suo cazzo dentro il mio sfintere e un liquido caldo invadermi l’intestino: era venuta.
di
scritto il
2012-12-18
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