Io inculo Pietro, sua mamma e la sua ragazza / In casa con Pietro

di
genere
bisex

Divenne una routine: io inculavo Sara e Anna faceva venire Pietro con le mani, a volte in bocca. Con qualche modifica: una volta Pietro volle vedere come scopavo Anna, poi volle vedere il buco rotondo che le avevo allargato, "il mio sigillo" lo chiamavo, poi il mio sperma che colava fuori. Infine su incitamento di Sara prese l'abitudine di apporre la crema sul mio cazzo e guidarlo verso il buco.
Un giorno che non era tornato subito duro come al solito (avevo 18 anni!) mi toccò le palle e mi baciò l'orecchio con dolcezza. "Dai, Sara ti aspetta", mi sussurrò. "E non solo lei, mi pare" risposi pronto. Divenne rosso e mi lasciò andare. Inculando Anna con più forza del solito questa volta guardavo fisso lui che venne due volte.
Quel giorno Anna chiese a Sara di restare con lei e io uscii insieme a Pietro. Camminando appena dietro a lui. "Hai visto come faccio godere la tua donna scopandola nel culo?". Pietro assenti, "ma sei innamorato di lei?". "No, Sara non è il mio tipo. Tu lo sei. Tu hai un corpo stupendo, un bel sesso e un culo che qualunque donna vorrebbe avere e che io vorrei avere". Era arrossito fino alla nuca. "Beh ciao", interruppi la coversazione deviando bruscamente.
La sera squillò il telefono era Pietro. "Sai io... credo di". Lo interruppi "credi di volerlo fare, vero?". Non era questo che Pietro intendeva dire ma non avevo voglia di sentire dichiarazioni d'amore. "Beh, si, vedi..." stava per riprendere. "Vuoi venire da me ora?". Avevo casa libera. "Si mi preparo, Sara mi ha spiegato tutto, e arrivo".
Fu tutto dolcissimo. Pietro era come creta nelle mie mani. Si scioglieva a ogni tocco e pianse di gioia quando gli tirai giù i pantaloni e le mutande. Quel culo stupendo era mio! Con fatica enorme resistetti, e passammo la serata facendo tutto il resto. Pietro mi leccava l'ano e le palle, ingoiò ridendo il mio sperma. Lo masturbai più volte con la scusa di misurare fino a che distanza poteva schizzare. Ci baciammo molto. Era entrato un ragazzo pieno di dubbi sulla sua sessualità, uscì da casa mia una femmina innamorata.
Il giorno dopo ci ritrovammo ancora a casa mia la mattina, saltando scuola, nel pomeriggio ero atteso da Anna. Pietro si fece sverginare con una gioia superiore alla mia. L'accordo era che l'avrei detto io a Sara. E così feci. A casa di Anna c'era anche lei che aspettava Pietro, invano. Le raccontai tutto e dissi "E ora dopo aver sverginato il tuo ragazzo ho diritto a scoparti". Sara aprì le gambe e si fece scopare con apparenza passiva ordinandomi di venire dentro (con Pietro usava il preservativo). Poi fece il numero di Pietro e me lo passò "Ti ho sverginato il culo e mi sono appena scopato la tua donna. Ti voglio bene". Sara riprese il telefono "Sai l'ho fatto venire dentro, mi sembrava giusto" poi ascoltò un poco e disse "ne parleremo insieme, amore" ma era già un tono materno il suo. Poi Sara guardò pensosa mentre mi accostavo ad Anna e uscì.

Di cosa parlarono Sara e Pietro non lo so. So che Pietro non venne più con Sara da noi. Lei invece continuava a presentarsi più o meno alle tre quando sapeva che io e Anna avevamo finito, mi toccava un po' per farlo tornare duro (deve essere proprio duro per sodomizzare) e sapendo che mi eccitava, mi chiedeva di raccontarle quel che facevo con Pietro o mi riferiva le telefonate entusiaste che Pietro le faceva.

Io e Pietro ci vedemmo un giorno a casa sua. Mi aprì nudo con una vestaglietta che aveva rubato alla mamma. Mettendomi in piedi dando le spalle alla finestra mi fece qualcosa più di un pompino, era una vera adorazione del cazzo e delle palle "che fra poco metteranno incinta anche me" diceva. "Fammi male, se ti piace di più, fammi piangere" implorava mentre spalmava la crema (che aveva comprato) sul sesso. Piangeva, gridava e mi incitava: "più dentro, fino in fondo!" e alla fine della cavalcata "vieni amore mio". Mi chiese di fotografare il buchino allargato, "anche in me hai lasciato il tuo sigillo". Finito, telefonò a Sara e fingendo che io fossi uscito, si lanciò in un racconto di quel che gli avevo fatto chiedendo a Sara se anche lei questo e quello. Ero talmente eccitato che gli feci segno di tagliar corto e lo presi subito lì sul letto di fianco senza crema né niente.

Il giorno dopo ancora a casa sua Pietro piangeva di piacere, era riuscito a venire senza toccarsi mentre lo scopavo "come una vera femmina, come una vera troia, la tua troia" continuava a dire. Quando andai in bagno per pulirmi e pisciare mi seguì, entrò nella vasca e mi disse. Non sprecare quello che hai dentro: fallo bere a me. Si mise in bocca il mio cazzo e mi spremette le palle bevendo parte del fiotto di piscio che usciva. il resto lo asperse sul suo corpo. "Ti adoro, adoro tutto quello che esce da te", sussurrava. Non mi acompagnò alla porta, rimase sul letto a masturbarsi. Continua
scritto il
2023-05-09
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