I quindici minuti di Chiara (Prima parte)
di
Sinfonia
genere
esibizionismo
Chiara era una ragazza che frequentava spesso il circolo. Ci capitava di allenarci allo stesso orario ma, nonostante vedessi che chiacchierava con molti ragazzi, non le avevo mai rivolto parola per via della mia timidezza.
Quella mattina ero in piscina. Sdraiato sul lettino mi stavo godendo il sole. La vidi arrivare e posizionarsi all'ombrellone accanto al mio. Era più bella del solito: si era tinta i capelli di un rosso rame molto chiaro e li portava con un'elegante frangetta. Sposavano bene i suoi occhi verdi, brillanti per il sole e le labbra carnose e rosse. Il septum completava il suo look magnetico. Non fece caso a me. Poggiò sul ripiano la sua borsa, stese l'asciugamano sul lettino, mi diede le spalle e si tolse i vestiti restando in costume. Il costume aveva un colore arancione simile a quello dei suoi capelli. Dio se era stretto. Appese maglietta e pantaloncini all'ombrellone e si sfilò i sandali. Le unghie dei piedi erano tinte di uno smalto rosso molto acceso. Prese una rivista dalla borsa e si stese sul lettino a pancia in sotto. Cominciò a leggere la rivista. Io finsi di leggere un libro e sbirciai con la coda dell'occhio: muoveva le caviglie su e giù come una scolaretta e lo slip stava venendo risucchiato dal culo tondo e pieno. Sul fianco destro, appena sopra il laccio dello slip, aveva dei piccoli ideogrammi giapponesi tatuati. Con i talloni scendeva piano fino a sfiorarsi il sedere e poi ritornava su. Dopo qualche minuto si girò sul fianco, rivolta verso di me e continuò a leggere. Un altro tatuaggio svettava tra i suoi seni, coperti a malapena dal pezzo di sopra del costume. Era un punto di domanda che sembrava mi invitasse ad esplorare il suo corpo. Si portò la mano alla pancia e giocò con il piercing sull'ombellico per qualche istante. Poi passò a giocare con il laccio degli slip, facendolo roteare in un movimento ipnotico. Appena sotto il laccio aveva ancora un altro tatuaggio, quello di un serpente che sembrava addentrarsi nell'inguine. Adesso mi ero accorto che avevo abbassato il libro e la stavo fissando completamente esposto.
Lei alzò lo sguardo e incrociò il mio. Arrossii e lo distolsi. Poi la guardai di nuovo e aveva ripreso a leggere.
Quella mattina ero in piscina. Sdraiato sul lettino mi stavo godendo il sole. La vidi arrivare e posizionarsi all'ombrellone accanto al mio. Era più bella del solito: si era tinta i capelli di un rosso rame molto chiaro e li portava con un'elegante frangetta. Sposavano bene i suoi occhi verdi, brillanti per il sole e le labbra carnose e rosse. Il septum completava il suo look magnetico. Non fece caso a me. Poggiò sul ripiano la sua borsa, stese l'asciugamano sul lettino, mi diede le spalle e si tolse i vestiti restando in costume. Il costume aveva un colore arancione simile a quello dei suoi capelli. Dio se era stretto. Appese maglietta e pantaloncini all'ombrellone e si sfilò i sandali. Le unghie dei piedi erano tinte di uno smalto rosso molto acceso. Prese una rivista dalla borsa e si stese sul lettino a pancia in sotto. Cominciò a leggere la rivista. Io finsi di leggere un libro e sbirciai con la coda dell'occhio: muoveva le caviglie su e giù come una scolaretta e lo slip stava venendo risucchiato dal culo tondo e pieno. Sul fianco destro, appena sopra il laccio dello slip, aveva dei piccoli ideogrammi giapponesi tatuati. Con i talloni scendeva piano fino a sfiorarsi il sedere e poi ritornava su. Dopo qualche minuto si girò sul fianco, rivolta verso di me e continuò a leggere. Un altro tatuaggio svettava tra i suoi seni, coperti a malapena dal pezzo di sopra del costume. Era un punto di domanda che sembrava mi invitasse ad esplorare il suo corpo. Si portò la mano alla pancia e giocò con il piercing sull'ombellico per qualche istante. Poi passò a giocare con il laccio degli slip, facendolo roteare in un movimento ipnotico. Appena sotto il laccio aveva ancora un altro tatuaggio, quello di un serpente che sembrava addentrarsi nell'inguine. Adesso mi ero accorto che avevo abbassato il libro e la stavo fissando completamente esposto.
Lei alzò lo sguardo e incrociò il mio. Arrossii e lo distolsi. Poi la guardai di nuovo e aveva ripreso a leggere.
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