Proprio come una puttana

di
genere
prime esperienze

Avviso subito: il racconto tratta la storia di un incontro tra me e un uomo molto più grande. Come chiunque, non amo gli insulti. Perciò, se si è sensibili nei confronti di questi argomenti, evitare di leggere e di lasciarmi offese gratuite.
Mi presento, mi chiamo Alice, ho 19 anni. Non sono molto alta, ma sono in gran forma, magra e con una terza abbondante di seno. Era da un po' che cercavo qualcosa di diverso: il sesso con i miei coetanei era sempre uguale, noioso, senza emozioni, e l'occasione di cambiare le cose non è tardata ad arrivare. Qualche sera fa ho ricevuto una notifica di WhatsApp da parte di un uomo molto noto incontrato il mese precedente in un locale. Circa 50 anni, ben 30 in più di me, ma ancora di bella presenza, molto colto, raffinato e conosciuto. L'anello al dito lo avevo notato, ma questo tipo di problema morale non riguardava certamente me. Non rivelerò altro per privacy. Ricordavo di avergli lasciato il numero a fine serata, molto ubriaca, ma pensavo che la cosa sarebbe finita lì. Invece il messaggio, per quanto educato, risultava molto esplicito: chiedeva un incontro per del sesso orale, ben pagato. Lì per lì, ho pensato che non lo avrei mai fatto, così non ho risposto subito. La sera però, mentre ero nel letto a rigirarmi non riuscendo a prendere sonno, pensavo che in fondo la proposta sarebbe potuta essere interessante. Tutti quanti abbiamo un prezzo, e quei soldi mi sarebbero tornati utili. Inoltre quell'uomo era dotato di un certo fascino, che in pochi riescono a mantenere a quell'età. Ero diffidente, ma il mattino seguente ho accettato e ci siamo accordati per la sera successiva. Mi sentivo in dovere di soddisfarlo, per tutto il denaro offerto. Così, ci ho impiegato due ore a prepararmi. Mi sono lavata con cura e ho indossato un completo intimo nero. Per un attimo ho creduto di aver cambiato idea, pensando a come un uomo maturo me lo avrebbe sfilato nel giro di poco per poter toccare la mia intimità, proprio dove non avrei voluto. E avrei dovuto dargli il mio consenso senza lamentarmi. Ma faceva parte del gioco. Ho scacciato quei pensieri dalla mia testa, ho indossato un paio di jeans aderenti, sopra una maglia nera decisamente scollata, eyeliner per uno sguardo più intenso, rossetto nude e sono uscita di casa. Ci siamo dati appuntamento nel parcheggio accanto a un parco nella mia città: mi avrebbe recuperata al volo in auto e saremmo andati a casa sua. Mi ha fatto uno squillo e senza nemmeno guardarlo sono salita in auto. Come promesso, mi ha subito ricompensata. Mi sono sentita per la prima volta in vita mia davvero troia. Imbarazzata, e forse un po' pentita, sono rimasta in silenzio. Così, ha deciso di ripetermi le regole del gioco, e ha iniziato a parlarmi. A bassa voce, ha sussurrato: "sono felice che tu abbia accettato. Mi avevi colpito quella sera per la tua femminilità, non vedevo una ragazza così da tempo, e speravo di poterti avere per me per una sera. Ti ricordo le regole del gioco: "no" significa "no" per tutti. Non farò nulla contro la tua volontà e potrai interrompere tutto quando vorrai. Comunque, hai l'obbligo solo per il rapporto orale...il resto sta a te. D'altra parte, devi collaborare: dovrai lasciarti togliere i vestiti e farti toccare ovunque. Non vado a puttane, quindi ti voglio passionale, pronta a baci e carezze. Sono sicuro che saprai essere un'amante meravigliosa!". Ha sorriso, e senza chiedere nulla, ha spostato lateralmente la mia borsa e ha iniziato ad accarezzarmi le cosce, sempre più vicino alla mia femminilità. L'ho lasciato fare con grande fatica. Ero solita scacciare le mani inopportune di bellissimi coetanei nelle discoteche, mentre ora dovevo lasciarmi toccare sensualmente e in modo esplicito da un uomo maturo e senza lamentarmi. Arrivati a casa sua, mi ha offerto un po' d'acqua e mi ha chiesto se fossi pronta; ho annuito. Stavo mentendo. Mi ha accompagnata in una stanza piena di specchi attorno, con un grande letto e illuminata solo da una lampadina che emetteva una flebile luce rossa. Ha socchiuso la porta, ho sospirato, mi ha tirata a sé e ha cominciato a baciarmi. Ero a disagio mentre intrecciava la sua lingua con la mia. Non aveva la barba, e potevo sentire chiaramente il contatto delle le sue labbra secche con le mie più carnose. È stato peggio quando ha iniziato a scendere, e ben presto ha spostato le mani dai miei capelli al mio seno. Insisteva a massaggiarlo con movimenti circolari, e in quel momento mi sono sentita più pentita che mai. Mi ha sfilato maglia e reggiseno insieme, e ha iniziato a leccare e succhiare i miei capezzoli. In piedi, ero bloccata contro la porta, come paralizzata, nelle mani di un uomo molto più grande di me. Mi sarei dovuta mostrare divertita ed eccitata, i patti erano questi, non voleva una prostituta nel suo appartamento ma una giovane amante. Invece non era così. Ma qualcosa mi impediva di fermarlo. Così come non ho interrotto l'amplesso quando mi ha invitata a inginocchiarmi davanti a lui, su un tappeto. Mi sono fatta coraggio e, improvvisando un sorriso, ho iniziato a slacciare la sua cintura. Poi il bottone dei pantaloni. Infine, la zip. Ho abbassato tutto quanto in un colpo solo. Ero sorpresa di vederlo già eccitato, quasi completamente eretto e ben dotato. Ho accennato una sega con le mani, poi ho baciato e leccato la sua cappella più volte. Era pulito, profumava. Il tempo stava passando e con sé stava portando via l'ansia e l'imbarazzo precedenti. Ho inumidito le labbra e ho infilato in bocca tutta la cappella. Muovevo la lingua per stimolarlo e pian piano lasciavo che scivolasse sempre più dentro. Ricordandomi di dovermi mostrare sottomessa, ho iniziato a guardarlo negli occhi mentre cominciavo a pomparlo. Succhiavo forte e intanto lo sentivo gemere in modo mascolino sotto le carezze della mia lingua. Ho succhiato piano i suoi testicoli e sono risalita. Qualcosa stava cambiando: iniziavo a divertirmi, mi sentivo sempre più puttana e al suo completo servizio. Ciucciavo con entusiasmo, non ero più timida. Mi ha fatta alzare, ha finito di spogliare sé stesso e me. Ho sentito un piccolo brivido percorrere il mio corpo mentre sfilava le mie mutandine, non so tutt'ora se di disgusto o di piacere. Mi ha dolcemente spinta sul letto e mi ha nuovamente parlato dopo molti minuti di silenzio: "forza, mettiti a pecorina sul letto, sei uno spettacolo. Lascia che ricambi il favore". Ho accettato, mi sono posizionata con il culetto rialzato e ho inarcato la schiena. Completamente sottomessa, ho lasciato che toccasse tutto il mio corpo. Percorreva con le dita le spalle, i seni, il ventre....mi ha chiesto di divaricare un po' le cosce per mostrarmi meglio. Non mi dispiaceva più di tanto essere posizionata con la figa completamente esposta e indifesa. Si trattava di mani esperte e sapienti che accarezzavano la mia fighetta completamente depilata. Ha introdotto un dito nella mia vagina stretta e accogliente, e, con grande sorpresa, ha esclamato: "ma sei tutta bagnata!! Che piccola troia, non credevo che saresti arrivata a tanto! Adesso il tuo daddy ti accontenta". Ero stupita anche io. La mia testa ancora non era convinta, ma il mio corpo parlava chiaro. Mi stavo eccitando. Ho lasciato che mettesse la sua lingua a contatto con la mia vagina umida. La passava delicatamente sul clitoride e io iniziavo a mugolare, sempre più forte. "Che brava la mia gattina, come sta godendo per bene...!". Credo di aver perso la testa nel momento in cui ha infilato dentro anche l'indice, e ha iniziato a stimolarmi internamente. Ho completamente perso la ragione, urlando "ti prego papino fotti la tua puttana!!". Cosa mi stava succedendo? Avrei dovuto solo succhiarlo un po'. E invece lo stavo implorando di scoparmi senza aumentare i prezzi. La verità è che volevo sentire la sua esperienza anche dentro di me. L'ho sentito infilare al volo il preservativo, separare delicatamente con due dita le grandi labbra, e introdurre di colpo il suo pene ormai durissimo nella mia cavità. È entrato liscio e senza fatica. Non mi sono sorpresa, ero molto lubrificata. Morivo dalla voglia di farmi scopare da lui. Ha iniziato lentamente, per poi salire per gradi. Mi teneva per i fianchi mentre mi sbatteva a 90. "Guarda lo specchio, puttana, guardati come godi mentre daddy ti sfonda questa fighetta stretta che hai! Non sarà mai più come prima, te la apro bene". Aveva ragione, godevo come una troia e gemevo con il suo cazzone infilato dentro. Preso dalla foga, è salito sul letto, si è accovacciato su di me e ha iniziato a montarmi. Le sue palle sbattevano sui miei glutei e si appiccicavano leggermente grazie ai miei umori che continuavano a colare. Era così grosso e la penetrazione così profonda che faceva male. Mi sono lamentata, ma la risposta è stata rude: "certo che fa male, ma sei pagata e lo prendi bene tutto. Lamentati pure, ma sono qui per trapanarti e rovinartela". Intanto, mi sculacciava insistentemente come punizione per essere stata timida all'inizio. "Dai troia cavalcami adesso, fammi vedere cosa sai fare". Non lo avevo mai fatto prima, ma mi sono seduta sopra di lui, ho infilato il cazzo nella mia figa ormai allargata e ho iniziato prima a strusciarmi, poi a saltarci sopra, apprezzando l'attrito procurato dallo scorrere del suo pene tra le pareti della mia vagina. Intanto guardavo la mia immagine allo specchio...da timida liceale, ero diventata una vera professionista dipendente dal cazzo. Entrava e usciva velocemente, provocandomi un lieve fastidio quando toccava il fondo della mia fighetta ormai non più stretta. Ma non mi importava, e mi sentivo tutta piena di quel cazzo enorme. Mi ha fatto provare ogni posizione. Mi ha penetrata persino a missionario, posizione che concedevo solo ai miei ex fidanzati. Sotto i suoi colpi sono anche venuta rumorosamente, credo abbia gradito molto. "Non resisto, vieni qui, fammi sborrare". Si è sfilato il preservativo, e senza preoccuparsi di farmi male, mi ha sbattuta sul pavimento, si è seduto sul letto e ha spinto la mia testa verso il suo cazzone tenendomi per i capelli. "Dai troia succhia bene, e vedi di mandare giù tutto!". Mi ha dato uno schiaffo, d'impatto ma non eccessivamente forte. "Più forte, puttana, ingoia la mia sborra!". Ho insistito sulla cappella continuando a guardarlo negli occhi divertita. Mi ha spinta di nuovo e ha sborrato con il cazzo infilato nella mia gola, quasi strozzandomi. Ho sentito i fiotti di sperma abbondanti riversarsi dentro di me insieme alle contrazioni dovute al suo piacere, e, come promesso, ho mandato giù fino all'ultima goccia. Mi sono staccata con un filo di saliva che pendeva dalla mia bocca, sentendolo ammosciarsi. Mi sono leccata le labbra, ho aperto la bocca e sogghignando gli ho mostrato di aver svolto un buon lavoro bevendo tutto il suo succo. Mi ha allungato un'altra banconota, complimentandosi. "Per le troie come te, questo e altro". Il post non lo descriverò nel dettaglio. Siamo rimasti per due ore a parlare delle nostre vite, raccontandoci tutto e niente. Ho realizzato solamente di non avere nulla in comune con lui. Tutto sommato, mi sono divertita. E non penso che attenderò molto prima di ripetere l'esperienza...mi ha già ricontatta.
Il racconto è reale; per contattarmi, unforgivablesinner19@gmail.com
Ps: evitare insulti e offese varie. Se non si gradisce, basta non leggere e passare oltre. Il rispetto prima di tutto
di
scritto il
2023-06-09
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