Le telline ed il cefalo
di
gaspo
genere
trio
Qualche anno fa era consentita la pesca delle telline, solitamente sulla prima secca. In diversi si prestavano a questa attività che dava diversi vantaggi, abbronzarsi, fare attività fisica, e procurare un quantitativo di telline con cui fare un sugo speciale per condire un ottimo piatto di spaghetti. Bastava munirsi di un attrezzo chiamato "rastrello" il quale andava trascinato facendolo penetrare in profondità. Io mi dilettavo invece nella pesca dei cannolicchi, munito di maschera boccaglio e pinne riuscivo ad estrarne dalla sabbia un discreto numero. Questi erano speciali dopo averli puliti,
ricoperti di pane grattugiato con aglio e prezzemolo. C'era un posto dalle nostre parti
abbastanza scomodo da raggiungere, proprio per questo motivo poco frequentato, dove questa pesca dava ottimi risultati.
Dalla sera prima io e Cristina, mia moglie abbiamo deciso per la mattina successiva di
dedicarlo alla pesca. Partiti abbastanza presto, in mezz'ora siamo arrivati sul posto.
Trovammo una persona che già trascinava l'attrezzo, aveva un piccolo canotto dove riversava il pescato. Lo raggiungemmo un ragazzo sui trent'anni, era appena arrivato.
Cristina gli propose che alla fine ci saremmo divisi il pescato e che lo avrebbe aiutato
a tirare il rastrello. Era immerso fino alla pancia Adelmo, questo il suo nome, era nudo, non aveva il costume. Togliemmo i costumi anche noi mettendoli sul canotto. Era un bel pescare, sentirsi liberi, apprezzare la nostra condizione di nudisti. Io mi immersi
lasciando loro da soli. Immersi si perde la cognizione del tempo, mi resi conto che la
rete era quasi piena pertanto decisi di avvicinarmi al canotto per scaricarla.
Nascosto dal canotto, ed in immersione loro non mi hanno visto arrivare. Trascinavano il
rastrello insieme Cristina davanti ed Adelmo dietro, il cazzo eretto di Adelmo appoggiato sul culo di Cristina. Quando riemersi non mostrarono sorpresa continuando nella loro
attività, scaricai i cannolicchi sul canotto, mi immersi di nuovo con una discreta
eccitazione. Mi era piaciuto quello spettacolo, non attesi tanto tempo prima di tornare
al canotto ancora una volta, loro ancora intenti a trascinare con una differenza, il cazzo di Adelmo era nella figa di Cristina. Quando emersi si accorsero che avevo il cazzo dritto, comunque li lasciai fare immergendomi di nuovo. Resistetti pochissimo, l'eccitazione mi aveva sopraffatto, tornai da loro presi Cristina l'appoggiai al canotto
e la penetrai. Purtroppo data l'eccitazione sborrai subito, Cristina risentita disse
"Ho la figa farcita di sborra ma io non ancora godo, usciamo mettiamoci al sole perché
ho freddo". Era la metà di maggio, l'acqua non era caldissima, uscimmo nudi, sulla spiaggia non c'era anima viva. Lasciammo in acqua il pescato, ci distendemmo sui teli,
Cristina prese l'iniziativa di prendere in bocca il cazzo di Adelmo e mi indicò di
scoparla. Riuscì a godere anche lei in poco tempo con i due cazzi. Ormai scarichi,
Adelmo doveva andar via, dividemmo il pescato e tornammo a casa. Con lui ci demmo
solo l'arrivederci magari nello stesso posto. Quella fu una mattinata veramente fruttuosa
per la pesca perché tra telline e vongole lei stessa rimarcò di aver preso due pesci.
ricoperti di pane grattugiato con aglio e prezzemolo. C'era un posto dalle nostre parti
abbastanza scomodo da raggiungere, proprio per questo motivo poco frequentato, dove questa pesca dava ottimi risultati.
Dalla sera prima io e Cristina, mia moglie abbiamo deciso per la mattina successiva di
dedicarlo alla pesca. Partiti abbastanza presto, in mezz'ora siamo arrivati sul posto.
Trovammo una persona che già trascinava l'attrezzo, aveva un piccolo canotto dove riversava il pescato. Lo raggiungemmo un ragazzo sui trent'anni, era appena arrivato.
Cristina gli propose che alla fine ci saremmo divisi il pescato e che lo avrebbe aiutato
a tirare il rastrello. Era immerso fino alla pancia Adelmo, questo il suo nome, era nudo, non aveva il costume. Togliemmo i costumi anche noi mettendoli sul canotto. Era un bel pescare, sentirsi liberi, apprezzare la nostra condizione di nudisti. Io mi immersi
lasciando loro da soli. Immersi si perde la cognizione del tempo, mi resi conto che la
rete era quasi piena pertanto decisi di avvicinarmi al canotto per scaricarla.
Nascosto dal canotto, ed in immersione loro non mi hanno visto arrivare. Trascinavano il
rastrello insieme Cristina davanti ed Adelmo dietro, il cazzo eretto di Adelmo appoggiato sul culo di Cristina. Quando riemersi non mostrarono sorpresa continuando nella loro
attività, scaricai i cannolicchi sul canotto, mi immersi di nuovo con una discreta
eccitazione. Mi era piaciuto quello spettacolo, non attesi tanto tempo prima di tornare
al canotto ancora una volta, loro ancora intenti a trascinare con una differenza, il cazzo di Adelmo era nella figa di Cristina. Quando emersi si accorsero che avevo il cazzo dritto, comunque li lasciai fare immergendomi di nuovo. Resistetti pochissimo, l'eccitazione mi aveva sopraffatto, tornai da loro presi Cristina l'appoggiai al canotto
e la penetrai. Purtroppo data l'eccitazione sborrai subito, Cristina risentita disse
"Ho la figa farcita di sborra ma io non ancora godo, usciamo mettiamoci al sole perché
ho freddo". Era la metà di maggio, l'acqua non era caldissima, uscimmo nudi, sulla spiaggia non c'era anima viva. Lasciammo in acqua il pescato, ci distendemmo sui teli,
Cristina prese l'iniziativa di prendere in bocca il cazzo di Adelmo e mi indicò di
scoparla. Riuscì a godere anche lei in poco tempo con i due cazzi. Ormai scarichi,
Adelmo doveva andar via, dividemmo il pescato e tornammo a casa. Con lui ci demmo
solo l'arrivederci magari nello stesso posto. Quella fu una mattinata veramente fruttuosa
per la pesca perché tra telline e vongole lei stessa rimarcò di aver preso due pesci.
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