La domestica di fuoco

di
genere
etero

Mi chiamo Edoardo, ho 23 anni, sono uno studente universitario e condividerò da qui in poi con voi, vicissitudini etero e gay della mia vita.
Inizio dall’esperienza con una domestica rumena di 58 anni, non bella ma tonica e in carne, simpatica e alla mano ed estremamente passionale. Si chiama Lena e da quando è arrivata a lavorare qui a casa mia, mi ha subito colpito per il suo corpo dalle forme giunoniche. Lena si veste praticamente sempre uguale, magliette bianche, pantalone corto e infradito senza calze anche l’inverno. Sicuramente non è una bella donna ma mi ha comunque attirato dall’inizio, nonostante la differenza d’età e la quasi impossibile probabilità di farci l’amore. Una mattina decido di approcciarmi a lei, scegliendo la via della provocazione. Inizio dunque a prenderla in giro, a cercare un minimo di contatto fisico, difatti lo ottengo: lei molto permalosa ma comunque giocando mi risponde a tono, mi prende in giro di conseguenza e mi minaccia di suonarmele a suon di scappellotti. Iniziamo a giocare letteralmente: lei mi insegue per casa, mi tira certi schiaffi sulla schiena che non potevo aspettarmi e mi difendo cercando di bloccarla. Con le mani le prendo le braccia e la spingo verso il divano, così da non farle male ma lei mi oppone resistenza. Scappo di nuovo continuando a provocarla e mi insegue fino a che non arrivo in un punto senza scampo, lì alzo le mani in alto come per farle cenno di arresa, ma intreccia le sue mani alle mie e inizia a spingermi verso il muro, al che inizia una vera e propria lotta, come nel wrestling con la prova di forza. Ha delle braccia davvero forti, dato il lavoro, e ammetto di aver un po’ faticato. Madidi di sudore ci fermiamo senza comunque staccarci e chi sediamo sul divano, sempre mano nella mano, ma senza spingerci. Questa situazione si ripete varie volte ma comunque non riesco ad andare oltre e opto per la seduzione: una mattina la accolgo in canotta e pantaloncini cortissimi, a i piedi un paio di infradito nere. Mi siedo sul divano, mi sfilo le ciabatte e Poggio sul tavolino, nella sua direzione, i miei piedoni numero 45, le piante in bella vista. Lei mi guarda i piedi e dice che sono davvero giganti, tanto che si leva le sue infradito e confronta le sue piante con le mie. La provoco dicendole che non pensavo fosse feticista e lì lei mi fa un sorriso malizioso, si alza e mi viene contro cercando un nuovo confronto fisico che chiaramente avviene senza alcuna mia resistenza. Ci spingiamo, tra di noi c’è una sfida davvero intensa, peccato che ancora non riesco ad assaggiarla sessualmente, se non con incroci di mani e vari contatti tra i nostri piedi nudi. Continua…
scritto il
2023-06-17
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