In due più una a distanza

di
genere
bisex

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Qualche anno fa, a Milano, abitavo in un loft carinissimo, all’interno del cortile di un vecchio palazzo, circondato da altri simili appartamenti, tutti abitati da gente piacevole e simpatica.

Tra gli altri, proprio di fronte al mio, una copia gay, entrambi poco meno che quarantenni.

Venivo dalla dolorosissima chiusura di rapporto con la donna per la quale era andato a monte il mio matrimonio tre anni prima.

Una sera, annoiato, per la prima volta in vita mia, mi collegai ad una chat online, una di quelle normali, senza nessuna connotazione erotica e cominciai a seguire una divertente conversazione tra quattro o cinque persone, una delle quali estremamente spiritosa, ironica, pungente. Fui attratto da lei, era una donna, e l’agganciai per scriverci in una cosiddetta stanza privata.

Lei è un’italiana trasferita negli USA, sposata con uno statunitense; da quella sera cominciammo a frequentarci quasi ogni sera, in orari per me non proprio ideali, essendoci tra Italia e costa orientale degli USA 6 ore di differenza fuso orario; quindi dopo un po’ diventarono le 11 di sera per lei, le 5 del mattino per me; fummo costretti a organizzare questi orari perché le nostre conversazioni diventarono via via sempre più bollenti e lei doveva quindi assicurarsi di aver messo tranquillamente a riposo il suo maritino.

Non entro nei dettagli di quelle conversazioni, dico solo che a un certo punto, giusto perché le avevo parlato dei miei vicini di casa, lei riferendosi alla coppia gay mi confessò di essere eroticamente molto attratta da due maschi che fanno l’amore tra loro.

A quel punto, brava, sensuale e perfida, pianino pianino, mi coinvolse in fantasie di quel tipo, immaginando rapporto a tre tra lei, me e uno dei due miei due vicini gay, o meglio ancora entrambi. La situazione inizialmente non mi vide per niente eccitato, ma con il gran piacere di accontentare lei, mi lasciai trascinare, finché non cominciai a sentire un leggero fremito giusto nel sentirmi partecipe di toccamenti, contatti, carezze con un maschio.

Finché non ne parlai con Marco, uno dei due vicini gay. Gli dissi della mia amica negli Usa, Patrizia era il suo nome, delle nostre conversazioni, delle sue curiosità erotiche. Lui si divertì a sentire e allora decidemmo che una mattina ci saremmo collegati insieme giusto per divertirci un po’.

Così fu che un giorno, molto presto perché il fuso orario ci consentisse di comunicare con calma, lo facemmo.

Per Patrizia fu una graditissima sorpresa, parlammo a tre divertendoci molto, scherzando e scambiandoci informazioni sulla vita negli Usa, sulle abitudini e tante altre amenità, sfiorando solo argomenti di carattere erotico, sempre accenni, risatine e stop. Sondavamo tutti il terreno. Fu piacevole e venne quindi naturale ridarci appuntamento.

Il giorno dopo ci sentimmo solo Patrizia ed io e lei diventò subito intrigante e provocante: mi chiese se mi sarebbe piaciuto scambiare qualche effusione con Marco con lei collegata, che questo l’avrebbe eccitata moltissimo, che avremmo anche potuto sentirci in viva voce e cose così. Io deviavo, mi scansavo ma sotto sotto quel prurito diventò sempre più forte e capii che comunque lei avrebbe tentato di portarci a qual punto, dubitando però che alla fine lo avrei fatto.

Dopo qualche giorno eccoci ancora lì, Marco ed io ad aspettare il collegamento. Passò poco che lei andò diritto a parlare della sua fantasia e noi stemmo al gioco più ascoltando che partecipando. A un certo punto, prima volta che accadeva, Patrizia ci chiese di collegarci in video. Finalmente, pensai io, era tanto che aspettavo.

Fino ad allora ci eravamo scambiati solo alcune foto, tutte innocenti, quindi visivamente ci conoscevamo, ma in video chiamata mai.

Lei apparve non in piena luce, ma sufficiente a mostrare una camicetta molto generosamente scollata sui suoi procaci seni. ogni tanto maliziosamente si chinava e apparivano i grossi capezzoli. Magnifico. Io mi eccitai subito e sbirciai Marco per vedere quale fosse la sua reazione. Non mi sembrò che la cosa gli facesse granché effetto e questo mi deluse abbastanza. Sbirciai sul suo leggero pantaloncino (era estate), ma niente di che. Capii in quell’istante che ero curioso di vedere la sua eccitazione, poi mi concentrai su Patrizia.

Lei diventò sempre più perfida parlando a Marco, chiedendogli cosa facesse col suo compagno, se l’avessero mai fatto insieme ad una donna e cose simili. Marco ne fu via via sempre più coinvolto fino a che, finalmente, vidi che il suo sesso era partito imperioso a spingere la stoffa del pantaloncino.

Patrizia lo capì e, sbottonandosi completamente la camicetta, chiese a noi due di mostrarle in nostri cazzi belli duri.

Io pensavo principalmente al suo seno, seppure da qualche parte una attrazione per il maschio accanto a me la sentivo e cercavo di allontanarla concentrandomi su di lei.

Non ebbi alcun indugio e mi spogliai completamente; visto me Marco fece lo stesso girandosi verso di me, seduto, praticamente sbattendo il suo cazzo a 20 centimetri dal mio viso, poi si sedette anche lui.

Patrizia applaudì felice e mi provocò: se tocchi Marco mi metto tutta nuda per voi. Oh, non so quale fu la spinta, il desiderio di vedere Patrizia tutta nuda o il prurito di provare qualcosa di nuovo che mi girai verso di lui e senza indugio……gli ficcai la mia lingua in bocca; lui sembrava pronto e ricambiò immediatamente; sentii una lingua grossa come mai prima, carnosa, ruvida e liscia nello stesso tempo, prepotente e dolce; mi piacque subito e la mia mano scese dal suo petto giù finchè non trovai il suo cazzo, durissimo e grosso più del mio. Glielo strinsi senza muovere la mano, poi piano scesi a toccare le sue palle, calde.

Patrizia intanto mugolava estasiata ed entusiasta, dicendomi: guarda anche me, mi tocco per te, per voi. Era vero, stava a gambe larghe a sfiorarsi la fica. Il mio cazzo era allo stremo, Patrizia incitava Marco a godere, anzi a mettermelo in bocca e lui lo fece. A me sembrò di aspettarlo da sempre e con l’idea che lei potesse godere per quello che avrei fatto non mi fece avere la minima esitazione, succhiai e leccai come se lo avessi sempre fatto. Mi piaceva avere un cazzo nella bocca e mi piaceva ancora di più pensare che Patrizia potesse per questo godere. Non durò tanto, a un certo punto mi sembrò che la sua cappella, se possibile, si fosse ancora di più ingrossata sul mio palato e subito dopo un getto caldo mi inondò la bocca. Ebbi l’istinto immediato di non ingoiare, ma stetti ancora lì a ricevere il seme caldo che fortunatamente smise presto; lasciai il suo cazzo, mi stesi sul divano e….godetti senza neanche toccarmi, un fiume in piena sulla mia pancia. Sentii Patrizia chiedere a Marco di leccarmi e lui lo fece.

Tutto magnifico. Ero intontito e incredulo, ma non pentito. Ci ribaciammo e le nostre bocche sapevano entrambe di cazzo.


Dall’altra parte anche Patrizia aveva goduto o, almeno, così si mostrò. Eravamo tutti contenti. Pensavo di dovere essere imbarazzato e invece no,

Quel giorno, oltre alla novità assoluta del sesso con un maschio, ebbi la conferma che il massimo delle mie fantasie era comunque quello di fare innanzitutto godere la mia partner!

Che altro avrei potuto fare?
scritto il
2023-06-29
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