L’estate dai miei cugini (2° parte).

di
genere
gay

I giorni successivi al mio primo rapporto orale fatto a mio cugino Giorgio (leggi “L’estate dai miei cugini”) scorrevano tranquilli. Si giocava e lavorava tutti insieme come sempre, io continuavo ad ammirare e cercare contatti fortuiti con i grossi pacchi dei miei cugini e Giorgio faceva finta di niente, anzi sembrava evitarmi un po’. Io continuavo imperterrito le mie capatine al bagno, almeno 5 al giorno, per tirarmi le seghe pensando ai miei muscolosi e macci cugini, come sempre, con la differenza ora che nella mia mente avevo l’immagine di quel gran pezzo di cazzo che mio cugino giorni prima mi aveva sbattuto in bocca. Ogni tanto solo a pensarci mi sembrava di assaporare ancora la sua sborra, sentire il sapore acre e muschiato di quel liquido biancastro che mi aveva invaso la gola, percepire ancora la mia contentezza ed eccitazione nel sentirmi il suo giocatolo. In questi momenti il mio piccolo cazzetto si erigeva e chiedeva aiuto e la mia rosellina ancora priva di peli ricordava nostalgica le dita profanatrici di Giorgio. In qualunque posto mi trovassi correvo al bagno, cercando di passare il più vicino possibile al mio cugino preferito, sperando di destarlo dalla sua indifferenza nei miei confronti e sperando di essere di nuovo seguito da lui per poter rivivere quella bellissima esperienza fatta qualche giorno prima. Invece niente, non c’era verso, non si faceva avvicinare neppure per scambiare due parole, ed i giorni passavano e la mia voglia di essere di nuovo suo cresceva con la delusione però di non veder risposta. Passata una settimana io mi sentivo uno straccio usato una sola volta e poi buttato via, avevo ormai perso le speranze di una qualsivoglia nuova esperienza quando una notte mentre dormivo, saranno state le 2 di notte, vengo svegliato da una grossa mano che mi tappava la bocca e nel buio dello stanzone da letto vengo trascinato di peso verso l’esterno. Lo spavento di quell’attimo e l’assopimento iniziale mi hanno confuso cosi tanto da non capire chi era l’assalitore e dove mi stava portando. Ben presto lo capii, era Giorgio che in compagnia di Salvatore, il secondo dei figli di mio zio, mi avevano portato nel frutteto. Di notte tra gli alberi al chiarore della luna piena poggiandomi con forza le mani sulle spalle mi avevano obbligato ad inginocchiarmi per terra su una vecchia coperta, poggiata tra due siepi pochi momenti prima. Giorgio guardandomi, con quel suo ghigno da porco perverso che gli avevo visto solo dentro il bagno, disse: “ Ciao mia bella puttanella, erano giorni che mi ronzavi attorno vogliosa e civettuole in cerca di cazzo e ora ti accontento subito, anzi, ti accontentiamo subito. Salvatore ha saputo delle tue dotti innate
da lurido frocetto succhiacazzi e ora ti vuole testare anche lui.”. Io allora un po’ incazzato e cercando di rialzarmi gli ho risposto:” Mi avevi promesso che tenevi il segreto e che non l’avresti mai detto a nessuno e poi io non sono la vostra mignotta”. Subito mi arrivò uno schiaffo ed un pugno nello stomaco che mi fecero ripiegare in ginocchio davanti a loro. Giorgio mi afferro per i capelli e con aria violenta e minacciosa mi disse: “forse non hai capito bene, tu dall’altro giorno, sei mio, anzi sei mia e con te ci faccio quello che voglio. Sei la mia cagnetta e come tale devi ubbidire, con le buone oppure …” e guardando il fratello aggiunse: “questa troietta pensava che non l’avessi condivisa con nessuno, ma tu sei mio fratello e suo cugino e giusto che sappia quanto e zoccola e con un po’ d’insegnamento ed un cazzo ficcato in gola quanto diventa remissiva”. Salvatore poi ridendo rivolgendosi a me disse” Credi che mio fratello tenga alle promesse fatte, quando c’è di mezzo il divertimento di mostrarti come il suo schiavetto personale, devi crescere e fare ancora esperienza per capire il mondo. A proposito di esperienze ora inizia da questo.” e dopo essersi abbassato i pantaloni del pigiama e gli slip rigonfi mi mostra un cazzone di tutto rispetto, non del tutto dritto che però gia aveva eguagliato quello del fratello. Io cerco di tenere serrate le labbra ma salvatore e Giorgio mi tengono la mandibola aperta e mi forzane la bocca inserendo prima uno poi l’altro i due loro cazzoni. Per cinque minuti annaspavo assalito dalla veemenza dei miei cugini, assalito dai loro cazzi che si turnavano nella mia gola. “Hei frocetto superchecca allora ti piace anche il mio cazzo?! Guarda come ti sta diventando duro il tuo pisellino.”. Mi disse Salvatore mentre mi stava letteralmente scopando in bocca e suo fratello aveva iniziato a torturarmi il buco del culo con le sue dita. “Dai che ti piace porco”. Non potevo certo nasconderlo, essere preso di forza da due dei più bei cugini mai avuti e portato nel cuore della notte in campagna per essere violentato come la più vacca delle troie. Poi Forzato com’ero a succhiare il cazzo di Salvatore ed inalare il suo profumo selvatico ed assecondare i vai e vieni delle dita di Giorgio dietro il mio vergine sfintere mi aveva eccitato al massimo ed il mio corpo né era la conferma. La mia bocca avvolgeva vogliosa la cappella lucida di uno dei due fratelli mentre i muscoli del mio fiorellino inviolato si rilassavano sempre più desiderosi di avvolgere diametri sempre più robusti. Mi decisi e lo ingoiai subito tutto, stavo per soffocare, ma Salvatore prese bene i tempi e cominciò a muovermi la testa. Mi lasciai andare, il suo cazzo mi sbatteva in gola, la salivazione cresceva e la libidine pure. Giorgio ormai con l’aiuto della sua saliva e della mia voglia di cazzo aveva 4 ditta dentro me. Sentivo le gambe molli, ormai potevano fare di me quello che voleva, e le frasi che mi dicevano non facevano altro che eccitarmi di più.: “ Dai bella puttanella succhialo tutto, leccami le palle cagna in calore, facci vedere che sei un lurido schiavetto del cazzo pronto ad essere inondato di sperma in tutti tuoi buchi” e l’altro dietro : “Apri le gambe bagascia che non sei altro, lo sappiamo che non vedi l’ora d’essere inculato, il tuo culetto vergine e pronto ad avere cazzo, dai chiedimelo, supplica il tuo padrone di sverginarti.”.
Io stavo impazzendo , Giorgio mi aveva aperto il buco del culo con le sue grosse dita ed ora dovevo umiliarmi e chiedergli di continuare. Uno schiaffo secco sulle chiappe “Allora? Sei indeciso. Senti un po’” Avvicinò il suo bel bastone al buco del culo, ma si limitò a strusciarlo. Per timore del dolore spostai un po’ indietro il culo “Frocetto ti piace il cazzo? Lo vuoi sentire dentro di te? Me lo devi chiedere” Mi decisi e lasciando la presa del cazzo del fratello dissi “Si dai continua, sverginami il culo mio padrone, avete ragione voi, sono solo una troietta affamata di cazzi che vuole imparare ad obbedire ai vostri ordini. Dai allora prendimi la verginità, scopami il culo ma ti prego non farmi male”. Lui pero entrò dentro di me con forza. Un dolore fortissimo, mi stringeva le manone ai fianchi e spingeva. Sentivo la cappella entrare. Mi stava violentando ma il mio cazzo era duro e avevo la saliva che mi colava dalla bocca piena del cazzo di Salvatore. Un altro colpo secco ed era entrato. “Ahhiii” Un dolore fortissimo. Non riuscivo neppure a lamentarmi perché dalla spinta il cazzo che mi riempiva la bocca si conficcò ancor di più nella mia gola, provocandomi anche un conato. Ormai era dentro. Si faceva strada piano “Sei stretto, ma vedrai che presto non lo sarai più” Iniziò a pompare lentamente. mi prese le spalle e cominciò ad alternare a colpi decisi ad altri più lenti. Mi sentivo rotto, aperto indolenzito, le gambe perse ma stavo lì a pecorina con il culo all’aria a ricevere quel bel pezzo di carne ed a succhiare come una troia navigata l’altro. Ormai il culo era fatto ed il dolore si stava attenuando sempre più. Sentivo una goduria infinita che mi attraversava il corpo con forti scosse d’adrenalina. Mi piaceva essere in mezzo ai cugini così usato, eccome se mi piaceva. Giorgio spinse ancora “Eccolo ora sei la mia puttana, anzi la nostra… vero Salvatore”. “Certo fratellone, guarda che porco, così piccolo e già così puttana. Così inesperto e già pronto ad essere il nostro giocatolo.”.
Tra una pompata e l’altra mi arrivava qualche sberla di cazzo in faccia e qualche sculacciata nelle chiappette lattee che io ormai succube schiavetto sessuale dei miei cugini accogliendo mugolando “Pure queste ti piacciono. Che gran frocio sei!” Dissero in coro. Poi solo Il cugino che mi stava dietro disse“Se vuoi che continuo dimmi che sei la mia puttana” Stavolta mi decisi subito “Si. Sono la tua puttana. Si dai dai dai . Montami ancora…. Siiiiiiii … mmmm spingi dai, fammi sentire la tua cappella che mi sfonda” Me lo infilò dentro ancora con più violenza e mi strinse e mi risculacciò. Il fratello continuava imperterrito a scoparmi in bocca e per umiliarmi di più, o per farmi sentire ancor di più una lurida mignatta, mi sputava in faccia. Il mio cazzo ormai teso all’inverosimile con tutta quell’eccitazione non resistete più e senza neanche toccarmi venni vergognosamente godendo come non avevo mai fatto. Ero sfinito, ma per fortuna dopo un’ora e mezzo di violenze su di me anche i mie cugini lo erano. Così, dopo uno scambio veloce di ruoli dei due, passata un’altra mezz’ora dovettero cedere alla goduria, che il mio corpicino da troietta e la mia nuova vocazione di vacca, gli davano e messomi in ginocchio di fronte a loro ricevetti una doppia sborrata in faccia. MI ricoprirono il volto dai capelli al collo e nello stesso tempo mi inondarono la gola del loro denso piacere. Ero colmo a tal punto che dovetti ingoiarne un po’ e il mio viso colava sperma sul resto del corpo. Un istante dopo i miei cugini si risistemarono e se ne andarono lasciandomi lì solo. Mio cugino Giorgio, incamminandosi verso la casa, si volto e con il suo sorriso beffardo mi salutò dicendomi :“Sei la più gran troia che abbiamo mai trombato, ci divertiremo molto quest’estate… io e tutti i miei fratelli.”. Non capivo se era una promessa o una minaccia. Ma ormai mi sentivo suo e lui poteva far di me quello che voleva.
scritto il
2013-01-19
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