La collega di lavoro

di
genere
etero

Era un caldissimo giorno di luglio, il tempo trascorreva lentamente e la giornata sembrava non avere fine, ma di lì a poco tutto sarebbe cambiato in maniera piacevolmente inattesa.



Lavoro in un piccola azienda di una decina di persone e fra queste vi è una giovane ragazza di nome Giusy, sulla trentina, capelli rossi, ricci, un fisico non perfetto ma con le forme come piacciono a me oltre a numerosi tatuaggi lungo tutto il corpo. Insomma il tipo di ragazza per cui potrei perdere tranquillamente la testa.

Dal canto mio al contrario non sono di certo il classico tipo piacente, anzi. Con diversi chili di troppo, un carattere timido ed un filo impacciato non a tutte piaccio, ma ho i miei momenti.

Tornando a noi, quel giorno era davvero caldo, i miei colleghi erano tutti fuori per lavoro, fra consegne, riparazioni ed altro, ed io ero sicuro di essere da solo in ditta.

Così decido di prendermi 10 minuti di pausa, mi vado a rinfrescare in bagno e una volta finito decido di passare per gli uffici dove l’aria condizionata è sempre attiva, al contrario del laboratorio in cui lavoro io.

Arrivato in ufficio, trovo Giusy che si sta godendo beata l’aria condizionata mentre discute al telefono con un cliente. Entrando le faccio cenno che mi sarei fermato 5 minuti a godermi l’aria fresca, lei annuisce sorridendo mentre continua a parlare al telefono.

Spesso passo dall’ufficio per poterla vedere anche solo di sfuggita, dato che ogni giorno sfoggia dei leggins da capogiro e troppe volte non sono riuscito a trattenere l’erezione ammirando quel suo culo così perfetto da fare invidia allo scultore più abile.

Anche quel giorno, come ogni giorno in cui dopo il lavoro va in palestra, indossava dei meravigliosi leggins neri che le cingevano in maniera perfetta quel culo meraviglioso, ma il meglio doveva ancora venire.

Finita la telefonata si alza e viene da me, iniziamo a scambiare due chiacchiere quando i miei occhi cadono di nuovo sui suoi leggins, ma questa volta mi sta di fronte e noto quanto quegli illegali pantaloni non nascondono proprio niente delle stupende forme di Giusy.

E’ praticamente come averla nuda davanti, vedo distintamente le sue grandi labbra e la linea che le separa oltre a tutto il monte di venere. Salendo con lo sguardo il suo top lascia scoperto il ventre mostrando parte del tatuaggio che ha sotto una seconda di seno stipata dentro quel piccolo ritaglio di stoffa.

Il cazzo, ovviamente mi va subito in tiro per quello spettacolo, ma cerco di ignorarlo e continuo a godermi la vista mentre chiacchieriamo amichevolmente.

«Che caldo oggi, riesco a stento a stare concentrata sul lavoro, e non ti dico a discutere con i clienti quanto fatico a non mandarli a quel paese. Me ne andrei a casa, mi strapperei i vestiti di dosso e mi butterei in piscina con una bella birra ghiacciata» mi dice mentre si raccoglie i bellissimi capelli ricci con una penna.
« Beh ma tu qui sei anche fortunata, hai l’aria condizionata. In confronto a me sei UN paradiso».

Quell’articolo sbagliato mi scappa quasi senza accorgermene, dato che il mio cervello in quel momento sta pensando a tutto di quella situazione tranne che al caldo, ma lei se ne accorge perchè si volta di scatto lanciandomi un’occhiata fra l’imbarazzo e la sorpresa.

“Cazzo” penso fra me e me, ma decido di non lasciarmi sfuggire l’occasione e di provare a forzare un pochino la mano, così le dico scherzando « comunque, con quei leggins e quel top, sei davvero qualcosa di illegale! In palestra sono sicuro che fai strage ed hai sempre gli occhi addosso, dico bene?»

«A quanto pare anche qui ho le mie attenzioni, dico bene?» mi risponde con un certo tono di malizia e facendomi il verso.

“Devo giocarmela bene” penso “non voglio fare la figura del volgarone malato di fica”

«Beh, che ci vuoi fare, sono single, è da un po’ che non ho una ragazza e l’occhio cade»

«Non parlo degli sguardi, ma del…» e qui mi lancia uno sguardo al cazzo in tiro sotto i pantaloni che me lo fa indurire ancora di più «…bozzo che hai nei pantaloni…»

Quest’ultima frase mi coglie di sorpresa, ma quello che mi mette ancora più eccitazione è il tono con cui lo dice, non lasciando molto spazio ad interpretazioni.

Prendo completamente la palla al balzo e le rispondo « Come ti ho detto, è da un po’ che non frequento una ragazza ed anche il mio amico laggiù ne sente la mancanza». Mentre lo dico bado bene di stringerlo in mano come a dimostrare quanto si sente solo e quanto è in tiro.

Fatalità vuole che proprio in quel momento arrivi un cliente e sono costretto a tornare in laboratorio per servirlo. Lancio un miliardo di imprecazioni fra me e me per quella che è un'occasione d’oro che mi sta sfuggendo di mano e mi avvio a fare il mio lavoro.

Oltre alla sfiga anche la beffa, il tizio mi tiene impegnato per un'ora buona e appena finito con lui devo correre subito a controllare uno dei macchinari che sta dando problemi, facendo sfumare tutti i miei intenti con Giusy, o almeno così credo.

Infatti non appena finito di mettere a posto il macchinario, controllo il telefono e vedo che Giusy mi ha mandato un messaggio «appena puoi, vieni…» quei tre puntini attirano la mia attenzione, ma penso che sia solo la mia immaginazione così mi avvio verso l’ufficio.

Appena arrivato in ufficio la trovo in piedi davanti la porta ad aspettarmi, gambe incrociate, le mani in mezzo alle cosce « ti prego, devo andare in bagno, non resisto più, ma c’è un enorme ragno peloso proprio sopra la tavoletta del water. Potresti scacciarlo? Mi fa tremendamente schifo!»
«Il nobile cavaliere salverà la bella principessa in pericolo dal tremendo mostro peloso!» le rispondo in tono canzonatorio.
«Dai non fare lo stupido, mi sto pisciando sotto, ti prego»

Ci avviamo verso il bagno ed una volta entrato vedo la piccola creatura indifesa di cui parla Giusy. Un minuscolo ragno peloso che prendo con un foglio di carta e getto fuori dalla finestra in pochi istanti.

Nel momento in cui il bagno viene “epurato dal tremendo mostro” non faccio in tempo a girarmi per andarmene e lasciarla fare le sue cose che la vedo togliersi pantaloni e mutandine fiondandosi sulla tazza ormai libera.

«Scusa ma non ce la facevo più, non potevo aspettare che uscissi o l’avrei fatta sul pavimento!» mi dice con la voce rotta di chi si sta liberando dopo una lunga attesa «spero non ti crei imbarazzo»

Non riesco a rispondere, tanto sono incredulo da quanto sta succedendo, ma il mio cazzo decide di rispondere per me, mostrando che sono tutto fuorchè in imbarazzo e lei lo nota subito

«Tu non rispondi, ma credo che il tuo amico stia rispondendo per te, la sotto» mi dice con un tono malizioso che lascia intendere molto…

Finito di fare pipì, si alza e nel farlo fa in modo di mettermi in bella vista la sua fichetta ed il suo meraviglioso culo entrambi al naturale.

Ho il cazzo così duro che inizia a far male, lei è davanti a me e mi guarda alternando lo sguardo fra il cazzo duro sotto i pantaloni e i miei occhi che già la stanno scopando con violenza.

«Allora, che fai, resti lì a guardare?»

Quelle parole cancellano ogni mio imbarazzo e perplessità, l’eccitazione prende il sopravvento, mi avvicino, la prendo per il collo e lei risponde con un gemito «dai, vediamo cosa sai fare».

Non me lo faccio ripetere due volte, le do un bacio e le nostre lingue cominciano a vorticare, ormai abbiamo perso ogni freno. Scendo poi lungo il collo, mordicchiando e baciando ogni centimetro della sua pelle e godendo del suo meraviglioso profumo.

Scendo ancora, le tolgo il top e rimango un istante ad ammirare quello che mi si para davanti. Nonostante non siano grandi come piacciono a me, ha due tette stupende, una seconda abbondante, tonde e sode.

Mi ci avvento subito cominciando a titillarle i capezzoli con la lingua, a baciarli, morderli e a mordere quelle piccole tette meravigliose, mentre lei continua a gemere di piacere. Ad un certo punto sento la sua mano che comincia a fare su e giù sul cazzo da fuori i pantaloni «tiralo fuori» mi dice senza mezzi termini ed io non posso fare altro che ubbidire.

Mi tolgo in un colpo pantaloni e mutande, rimanendo col cazzo duro e fiero davanti a lei.
«Wow, ti avevo sottovalutato!» mi dice mentre lo prende in mano iniziando a segarlo ed io le infilo di nuovo la lingua in bocca.

Non resisto a lungo, la voglia è troppa, così dopo averle ripassato un altro po’ le tette, la prendo di peso, la adagio a terra e scendo tra le sue gambe, dove uno spettacolo della natura mi attende.

Quelle labbra che troppe volte avevo visto solo attraverso uno strato di stoffa ora sono lì davanti a me in tutto il loro splendore, fradice di umori che non attendono altro che di accogliere il mio cazzo, ma la parte migliore è subito sopra: un minuscolo e ben curato boschetto di peli rossi che fa da cornice a quel meraviglioso frutto che non vedo l’ora di assaggiare.

Così inizio a baciarle l’interno coscia, pian piano salendo verso le grandi labbra ma stando bene attento ad evitarle per dedicarmi un po’ al suo boschetto, poi scendo di nuovo nell’interno coscia facendo attenzione ad avvicinarmi sempre di più al clitoride e alle labbra ma senza mai toccarle davvero.

La mia tecnica sta funzionando, Giusy ha la fica sempre più bagnata, geme ad ogni mio avvicinarmi e rimane senza fiato quando mi allontano. Le sue mani iniziano ad affondare le unghie sulla mia testa tentando di portarmi lì dove vuole lei, mai io resisto: voglio farla impazzire.

Dopo alcuni minuti di sofferenza, decido che non posso più aspettare ed affondo la mia lingua fra quelle labbra ormai grondanti di umori ed il suo sapore mi riempie la bocca, bagnandomi le labbra e la barba, mentre lei si lascia finalmente andare a gemiti e urla di piacere sempre più forti, mentre mi affonda sempre di più le unghie in testa e mi blocca con le gambe per non farmi allontanare.

Le passo la lingua in ogni millimetro, leccando, mordicchiando e succhiando, soprattutto il clitoride, mandandola in estasi ad ogni movimento, fino a quando non la sento irrigidirsi, le gambe le tremano ed il clitoride mi pulsa in bocca. Sta venendo.

Continuo ad accarezzarla con la lingua ancora un po’ cercando di essere delicato e di farle passare i primi istanti dopo l’orgasmo. Quando capisco di poter ricominciare torno all’attacco più carico di prima.

Lei ormai è in mio pieno controllo, gode come una forsennata, trattenendo a stento le grida di piacere e gemendo ad ogni mio movimento di lingua.

Decido di infilarle un dito, poi due, salendo con la bocca verso il ventre, poi la pancia, le tette ed infine tornando a baciarla così da farle assaporare i suoi stessi fluidi mentre continuo a sgrillettarla ed essendomi disteso di fianco a lei, le metto il cazzo in mano facendole iniziare una meravigliosa sega.

Anche questa volta faccio estrema attenzione a non farla venire fino a quando non lo decido io.

Dopo diversi minuti che la tengo sul filo dell’orgasmo senza mai farla esplodere, mentre ci stiamo baciando e masturbando a vicenda, lei smette di baciarmi ed ormai sul punto di venire, mi stringe forte il cazzo e mi dice «se ti fermi ancora, te lo stacco! Fammi venire, voglio venire, ADESSO!» con uno sguardo intriso di lussuria.

Non me lo faccio ripetere due volte, scendo di nuovo in quel paradiso rosso fuoco ed inizio a leccarle il clitoride mentre con due dita le massaggio il monte di venere dall’interno.

Nel giro di pochi secondi la sento di nuovo trattenere il fiato, irrigidirsi e questa volta mi spara in faccia lo squirt più abbondante che abbia mai ricevuto da una ragazza.

Mi prendo in faccia tutti i suoi fluidi mentre continuo a massaggiarle il clit con le dita fradice e il suo corpo in preda a convulsioni di piacere.

Mi distendo di fianco a lei, fiero del mio operato e estasiato dagli umori che mi bagnano il volto ma soprattutto la barba.

Dopo alcuni secondi, lei si gira ancora in estasi per lo squirt di poco prima e mi fa «bene, a leccarla sei bravo, ora vediamo come te la cavi a scopare!» e mentre lo dice mi riprende in mano il cazzo continuando la sega di poco prima e pian piano scende fino a prenderlo in bocca.

In quel momento inizio a temere di non farcela, ho il cazzo così in tiro che sta per esplodere e lei me lo sta succhiando in maniera così divina che potrei sborrarle in bocca nel giro di pochi secondi, ma non posso finire così. Cerco di concentrarmi, di pensare ad altro e pian piano la situazione si placa, rimanendo sempre con il cazzo duro che scompare dentro quella bocca meravigliosa, sotto a quella folta chioma di capelli rossi.

Mi spompina per qualche minuto, ma poi in preda alla voglia di infilarselo tutto dentro si stacca, si mette in piedi sopra di me e scende in ginocchio fino ad impalarsi con la mia verga.

In quel momento non capisco più nulla, sono disteso nel bagno dove lavoro con quelle meravigliosa fighetta rossa che mi sta scopando con una foga mai vista. Si tocca le tette, le strizza torcendo i capezzoli con una mano mentre con l’altra accarezza il mio cazzo che la sta sbattendo e di tanto in tanto si sgrilletta il clitoride. Tutto questo in una sinfonia di gemiti e urla di piacere che entrambi riusciamo a stento a trattenere rischiando di farci sentire.

«Cazzo quanto ne avevo voglia, si sbattimi, fottimi fa quello che vuoi ma non smettere di darmi il cazzo. Fottimi, fottimi, fottimi!»

A quelle parole mi sale ancora di più l’eccitazione e la prendo un altra volta per il collo mentre si impala sul mio cazzo, causando in lei un gemito.

Non ci vedo più.

La sollevo di peso, sfilo il laccio dei pantaloni, le lego i polsi all'appendiabiti, la giro di spalle e comincio a scoparla da dietro con tutta la forza che ho.

Lei si lascia scopare, continuando ad incitarmi di scoparla più forte, di farle sentire il cazzo sempre più a fondo ed io do il meglio di me facendola squirtare un altro paio di volte.

Ormai è sfinita, le gambe non la reggono più, così la stacco dall’appendiabiti, mi metto seduto sul water e la faccio inginocchiare davanti a me mettendole il cazzo in bocca.

Inizia un pompino meraviglioso, lento. Assapora ogni millimetro della mia verga, leccando e pulendo ogni suo umore e godendo estasiata.

Quando sto per venire glielo faccio capire prendendola per i capelli e lei mi fa «dai, sborrami in faccia, dammela tutta, ti prego» e a quelle parole un fiotto di sborra calda le colpisce il viso sulla guancia, subito seguito da un altro più potente che le finisce fra i capelli e poi ancora e ancora fin quando buona parte del suo bel viso non è ricoperto dalla mia sborra.

Mi accascio sul water sfinito anche io, mentre la osservo pulire bene il cazzo per poi iniziare a pulirsi la faccia badando bene di non sprecare neanche una goccia del denso nettare.

«Mi piace come scopi, di solito faccio tutto io, ma con te è diverso. Mi sono sentita usata, e cazzo se mi è piaciuto…» mi dice con ancora la lussuria negli occhi e alcune gocce di sborra sulle labbra «e mi piace anche la tua sborra, dobbiamo farlo più spesso»

Inutile dire che da quel giorno ogni occasione è buona per farci una sana scopata, ovunque ci capiti, anche fuori dal lavoro.


scritto il
2023-07-18
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