Mi accompagnò mio marito
di
Klimt 14
genere
trio
Silvia, 54 anni, Luca, 62 anni. Moglie e marito da 32 anni, genitori con due figli, insospettabile coppia con tanta voglia di giocare. Ho deciso io, Silvia, di raccontare in prima persona quanto accadde a bordo di quella nave durante una crociera invernale. Scegliemmo quella crociera un po’ per il costo ed un po’ perché volevamo lasciarci alle spalle una Milano uggiosa. Partenza da Genova e giro del Mediterraneo orientale, Grecia e Turchia. Vi premetto, come già scritto in altri racconti con pseudonimo Klimt, che negli ultimi anni mio marito fu capace di farmi fare il grande passo e cioè di giocare con un altro uomo senza nessun legame sentimentale. All’inizio mi rifiutai decisamente a quella sua richiesta chiedendomi e chiedendo a lui se non gli bastavo più come donna, se era stanco di me. Luca si indignò a queste mie affermazioni e mi disse che mi amava più di prima ma che negli ultimi mesi lo tormentava questo desiderio di vedermi tra le braccia di un altro uomo. Voi capite che una donna, molto più di un uomo, ha bisogno di un coinvolgimento sentimentale, necessita di essere corteggiata, adulata anche, non solo presa ed usata. Mio marito però non mollò un attimo la presa e mostrandomi video, chat e commenti su coppie che hanno iniziato e si sono aperte a questo gioco mi lavorò ai fianchi finché non lo feci contento realizzando la sua fantasia che poi divenne anche mia. La prima volta fu molto rapida ma mi lasciò una eccitazione dentro che rimase latente in me per più giorni. Le volte seguenti, le poche volte seguenti, invece riuscirono a sbloccarmi e ne trassi grande piacere fisico. Mio marito Luca le prime volte giocò con me e l’altro ma poi preferì astenersi e guardare, a volte segandosi da solo. Quanto a me pur avendo passato i cinquanta sono ancora, a detta di molti e con invidia da molte, una bella donna con le curve al loro posto, morbide, che accompagnano un seno florido ma non grosso e cadente e un paio di gambe toniche al punto giusto. Dicevo della crociera che parti da Genova. Subito in serata dovetti vestirmi elegante pe la cena che era servita al tavolo al contrario del pranzo che era self-service. Indossavo un abito crema appena sopra il ginocchio, scarpe décolleté cipria e borsetta abbinata. Solo un piccolo string quale intimo. Mio marito mi riempi di complimenti quella sera. Al tavolo conoscemmo gli altri tre commensali, una coppia di oltre settanta anni e un signore solo di circa cinquanta. Il signore solo disse di chiamarsi Pietro e si giustificò per la sua presenza in quanto necessitava di qualche giorno di distacco da tutto causa problemi in famiglia. Poi seppi che stava per separarsi dalla moglie. Pietro era un gran bell’uomo e mi chiesi per quale motivo dovesse separarsi in quanto era anche una persona molto a modo, affabile ed intelligente ed anche fermo caratterialmente. Sta di fatto che la prima sera scorresse nel migliore dei modi chiacchierando e poi, in seguito, ad un bar più tranquillo, gustando un buon whisky prima di lasciarci e di tornare alla nostra cabina. Durante quei momenti mi accorsi che Pietro non disdegnava di guardarmi le gambe così come sentii il suo sguardo su di me mentre mi allontanai per andare ai servizi. Avevo come la sensazione che mi spogliasse con gli occhi. Nel salutarci per la notte Pietro accennò ad un leggero bacio sulla guancia ed io ne colsi il suo odore, l’odore della sua pelle. Mi bagnai immediatamente!!! In cabina spinsi Luca sul letto e mi spogliai nuda. “Montami, amore, fai godere tua moglie che ha la figa fradicia!”. Per ore quella notte fui tua e mi facesti godere più e più volte (ho la fortuna, come poche altre donne, di essere pluriorgasmica e di godere a ripetizione senza sosta). Al mattino, a colazione, parlando della notte trascorsa mio marito mi chiese per quale motivo o meglio cosa avesse scatenato in ne quella voglia di godere. Fu così che gli raccontai delle mie sensazioni e di Pietro. Luca mi chiese se avessi piacere di portarlo a letto ma io risposi con un “vedremo” che lasciava molto all’immaginazione. Nel pomeriggio per il nostro piacere avevamo prenotato da subito un massaggio e, per me, trattamenti vari alla Spa della nave. Avevamo prenotato da subito e quindi ci avviammo vestiti con i soli accappatoi verso la Spa. Una bellissima signora bionda si occupi di me facendomi sciogliere dal piacere in quell’ora di massaggio. Non lascio che un solo muscolo non fosse interessato dalle sue abili mani. Non sto a dirvi di quando iniziò a massaggiarmi l’interno cosce. Dovetti concentrarmi per non prenderle la mano e portarla sulla figa che era gonfia e fradicia di desiderio. Credo che lei se ne accorse perché in una occasione mi sfiorò le labbra con la mano ed io non trattenni un sospiro. Al termine del massaggio mi disse di non alzarmi subito dal lettino causa giramenti di testa ma di rilassarmi per almeno altri 10/15 minuti. Ero girata a pancia in giù e la mia mano corse alla figa che bramava di essere accarezzata. Aprii le labbra con le dita e subito presi a toccarmi il clitoride duro e gonfio. Venni in un istante godendomi sulle dita, reprimendo un urlo liberatorio. Mi alzai seduta sul lettino e presi l’accappatoio pronta per il bagno turco. Fu allora che lo vidi. Pietro era lì, nel corridoio e mi stava guardando dallo spiraglio lasciato aperto dalla massaggiatrice. Mi aveva vista godere? Lo guardai negli occhi e con fare naturale mi alzai in piedi ed indossai l’accappatoio avendo l’accortezza di chiuderlo ben dopo che mi girai verso di lui offrendogli la vista del mio corpo nudo. Lo guardai mentre lui scendeva con gli occhi verso il ventre dove si soffermò a lungo sul ciuffo di peli che lascio sempre sopra la figa. Fu un attimo ma mi accorsi che con la mano destra stringeva il cazzo da sopra l’asciugamano. Poi si allontanò senza dire nulla. Nel bagno turco raggiunsi mio marito che già era lì da oltre venti minuti e quindi mi disse che sarebbe tornato in cabina se per me non era un problema. Restai sola nel bagno turco per pochi minuti. Ecco che Pietro entrò e chiese se non disturbava. Al mio cenno di restare si posizionò di fronte a me che mi godevo il calore e il vapore della stanza. La mia mente corse ai momenti precedenti e decisi di essere quella donna esibizionista e libertina che mio marito aveva plasmato. Alzai una gamba in un gesto innocente fatto per comodità pur sapendo che così avrei dato modo a chiunque fosse davanti a me di guardarmi nell’intimo. Pietro infatti non perde un solo attimo e, anzi, si perse con gli occhi nella visione della figa che scommetto brillasse rorida del mio piacere. Decisi di provocarlo maggiormente e feci dondolare la gamba verso destra e sinistra in modo di permettergli di vedere ancor di più il mio sesso. Non avevo tenuto conto però della sua intraprendenza. Spostò l’asciugamano che aveva in vita e ne trasse una verga dura, circoncisa e nodosa che teneva nella mano con fatica. Mi guardava mentre la mano la segava. Un gran bel cazzo, mi dissi. Per non essere da meno la mia mano corse tra le gambe e con le dita aprii le labbra mostrandogli bene il luogo del mio piacere. L’incantesimo fu rotto dall’arrivo di due persone e ricomposti velocemente uscimmo dalla Spa con direzione verso le nostre cabine. Ma la femmina che era in me non voleva che finisse così. Chiamai l’ascensore e subito Pietro fu dietro di me. Salimmo lui ed io soli. Premetti il pulsante con la corsa più lunga e attesi. Attesi ma non per molto! Pietro mi spinse contro la parete e mi baciò profondamente. Si scostò subito da me e andò ad appoggiarsi alla parete più lontana. L’ascensore correva. Apri l’accappatoio e mi mostrò il cazzo ancora una volta, duro!!!! Dio come lo volevo!!! “Ti piace, vero?” mi disse. Io ormai ero fuori di me e con le dita mi torturavo il grilletto non senza avere ormai sborrato un paio di volte. Facemmo fare all’ascensore un paio di salute e discese ma per timore ci fermammo ognuno al nostro piano. Ancora una volta mi saluti con un lieve bacio sulla guancia ma prima di allontanarsi mi posò la mano che prima stringeva il suo cazzo sul viso. Sentii subito l’odore del suo cazzo e sborrai senza toccarmi! Scappai in cabina dove non trovai nessuno e benedicendo quella intimità mi sdraiai sul letto e divaricate le gambe mi sditalinai la figa sborrando più volte come una liberazione. Mio marito mi trovò nuda addormentata a letto al suo rientro. Mi chiese se andava tutto bene ed alla mia risposta affermativa feci seguire il racconto dell’accaduto. Mi accorsi che mentre raccontavo Luca si toccava tra le gambe e che gli era venuto duro. “Luca, voglio quel cazzo!!! Lo voglio dentro la mia pancia, voglio farlo sborrare dentro di me!” “Quello che vuoi, amore mio, stasera organizziamo e giocheremo con lui” “No, amore, ricordi che ne abbiamo parlato, di un gioco da sola con un uomo? Quale migliore occasione di questa? Sicurezza e discrezione! Voglio farlo da sola, da sola con lui, poi ti racconterò tutto e risponderò a tutto ciò che sono certa vorrai domandarmi.” “Non posso negarti nulla, decidi tu, io ti aspetterò”. Fu così che arrivò l’ora di cena e dopo esserci fatta una doccia rilassante, cosa che a me non fece alcun effetto, anzi mi toccai più volte tra le gambe, ci si preparo alla vestizione. Mio marito Luca era nudo come me e mi vide rovistare tra i bagagli. Una volta trovato ciò che cercavo mi rivolsi verso di lui e gli dissi “Luca, stasera vorrei che tu indossassi questa!” “Di cosa si tratta, Silvia? Cos’è?” “Si chiama CB3000 ed è una sorta di cintura di castità per uomini. La indossi e ti impedisce che ti venga duro e quindi di provare piacere e men che meno di sborrare. Ma manterrai il desiderio mentale al massimo. Dopo, al mio rientro, ti farò godere! Fallo per me” Non attesi un attimo e subito fui tra le gambe di mio marito. Infilai i testicoli nell’anello e il cazzo. Dopo presi il fodero e con dolcezza feci in modo di infilare il cazzo di Luca al suo interno attenta a fare in modo che la sonda uterina facesse il suo lavoro nell’uretra. Per ultimo chiusi il tutto con un piccolo lucchetto. “Queste chiavi le tengo io! Come ti senti?” “Mi farai morire stasera, lo so!” “È ciò che desidero, amore, poi vedrai come ti farò sborrare!!!”. Tocco’ a me vestirmi. Abito blu, intero, cerniera laterale, scollatura sulla schiena profonda, un Cstring per intimo e, per essere più femmina, autoreggenti 6 denari color carne indossate su sandali aperti tacco 12. Avrei fatto impazzire qualunque uomo! Mio marito era basito nel guardarmi ma sorrideva sornione. “Sei un porco!!!” gli dissi. “Tua moglie stasera farà la troia e si godrà un gran bel cazzo e tu ti beati nel guardarmi ora, prima che vada!” “Sei stupenda!!!”. La cena passò per me lentamente, troppo, volevo godermi il cazzo di Pietro ed il tempo non passava. Lui mi guardava e sembrava sapesse cosa sarebbe accaduto. Da parte mia gli sorridevo e sostenevo il suo sguardo come a ribadire che volevo la mia parte, che ero lì per quello. Se ciò non bastasse il rito dell’amaro dopo cena, le chiacchiere che si protraggono a lungo sino a che dissi che avevo un forte mal di testa e che sarei andata in cabina. Mi allontanai sperando che mio marito mi seguisse e con lui Pietro ma non lo fecero. Ero furiosa!!! Avevo la figa in fiamme, colava dal piacere, lo volevo, volevo essere chiavata!!! Dopo oltre 45 minuti entrò in cabina mio marito. Ero furiosa e stavo per rifarmi su di lui che ritenevo colpevole di tutto. “Aspetta un attimo, ho il numero di cabina ed il ponte di Pietro. Gli ho chiesto se potevo accompagnarti.” “Amore, sto morendo dalla voglia, mi farei chiavare da te o da chiunque in questo momento da tanta voglia ho!!! Portami da lui!!!”. Uscimmo e prendemmo l’ascensore per il ponte indicato. Usciti ci incamminammo verso la cabina. Nel fare ciò incrociammo altre persone ed io fantasticavo pensando che queste persone non sapevano cosa stava accadendo, dove stava portandomi mio marito. Arrivati davanti alla cabina Luca mi prese la mano e mi disse: “Ecco, ti ho portata alla monta!!! Vai!!!”. Bussò e si allontanò veloce. Lo guardai mentre mi dava le spalle e per un attimo fui tentata di richiamarlo. La porta si aprì. Pietro era nudo!!!! Nudo con il cazzo duro in bella vista. Era talmente sorpresa che non mi accorsi di una coppia che passando ci colse così. La lei sorrise e sorrise a me! Pietro mi prese la mano e mi fece entrare. La sua cabina era tra le più belle della nave. Era davvero un bell’uomo Pietro. Alto circa 180 cm, leggermente abbronzato, un leggero vello bianco sul petto, ma ciò che più vi faceva uscire di testa era il cazzo! Il totem di pelle, duro e nodoso. Grosso il giusto tanto che nel valutarlo pensavo al mio buchetto ed al piacere che avrebbe potuto e saputo darmi. Pietro chiuse la porta dietro di lui e mi disse che mio marito lo aveva reso edotto delle mie intenzioni. Alle sue parole io risposi abbassando la cerniera e lasciando scivolare il vestito a terra. Sfilai anche il Cstring. Ora ero nuda vestita con le sole autoreggenti. Lui mi abbracciò e iniziò a baciarmi. Risposi al suo bacio stringendolo a me. La sua lingua esplorava la mia bocca, la suggeva, poi si staccava e mi respirava. Beveva quasi il mio alito. Intanto le sue mani non si fermavano ed esploravano la schiena, stendavano giù, verso i glutei sino ad impossessarmene spingendomi verso di lui che mi faceva sentire il desiderio contro la pancia. Lasciata la bocca esplorò il collo, baciandone ogni centimetro, poi fu la volta delle orecchie ed io non fui da meno cercando di impadronirmi del cazzo. Lo volevo sentire nella mia mano, lo volevo stringere. Fu così che lo spinsi sul letto. Poi salii, mi misi a quattro zampe accanto a lui, con una mano gli presi il cazzo e glielo presi in bocca! Dio com’era duro!!! La mia figa pensavo potesse liquefarsi tanto colava. Sentivo il piacere bagnarmi l’interno delle cosce. Ma non lo lasciavo. La lingua girava intorno al glande, con l’altra mano gli stringevo i testicoli. Poi tolsi la bocca e mi dedicai ai capezzoli mentre gli segavo il cazzo. “Mmmmm, ci sai proprio fare, ti piace il cazzo, si vede” “Si, mi piace, e il tuo mi piace tanto, lo voglio, lo voglio dentro!” “Sai Silvia non pensavo tu fossi questo tipo di donna, mi parevi insospettabile, irraggiungibile, ma quando ho avuto modo di vederti alla Spa ho capito” “Cosa hai capito?” Nel contempo non smettevo di segare quel meraviglioso cazzo che avevo tra le mani. Sentivo che ogni tanto alzavi il bacino. Ti piaceva. “Ho capito che sei una donna che sa cosa vuole, che vuole il suo piacere come è giusto che sia” “Cioè una troia!!!” “Non ho detto questo ma sei vuoi sentirti troia o puttana non ha che dirlo e stanotte lo sarai per me” “Sono venuta qui, sono qui, perché voglio essere la tua troia stasera, voglio farti godere e voglio godere del tuo cazzo che bramo da ore e poi, domattina, voglio farmi montare da mio marito mentre gli racconto di te” “È stato lui a farti diventare così?” “Si, è stato lui, circa un anno fa, ma mi ha fatto scoprire il piacere del cazzo duro, di un cazzo duro, non il suo, e stanotte è la prima volta da sola con uomo che non sia lui. Ma ora fammi godere, taci e fammi godere!” Ripresi il cazzo di Pietro in bocca e continuai il pompino mentre lui era arrivato con la mano tra le gambe che io avevo leggermente aperto mentre ero in ginocchio accanto è stava torturandomi il grilletto che era diventato sensibilissimo alle carezze ed infatti cominciai a sborrare!!! “Sei proprio una troia, stai colandomi sulla mano, sembra tu stia pisciando” “Porco!!! Non fermarti, fammi godere ancora”. Non so quante volte ho sborrato sulla sua mano mentre sentivo il cazzo gonfiarsi sempre più nella bocca e tremare dal piacere. Godevo del fatto che lo vedevo resistere e non godere, arrivavi al limite e poi rallentavo. Dopo, però, fui io che fui costretta a smettere. Non ce la facevo più. Lo volevo dentro. Mi misi cavalcioni su di lui e gli presi il cazzo con una mano. “La vuoi, porco, la vuoi la mia figa?” “La voglio, mettitelo dentro e lasciati montare”. Con la cappella spostai prima una e poi l’altra delle labbra della figa e la feci scorrere su e giù sino ad imboccarne l’entrata. Mi fermai un attimo. Guardai Pietro negli occhi e poi mi calai impalandomi su quel pezzo di carne dura! Lo spinsi sino in fondo e mi fermai godendo nel sentirmi piena. Pulsava dentro di me il cazzo di Pietro. Me lo godevo con gli occhi chiusi mentre lui mi baciava le tette e mi succhiava i capezzoli dopo avermeli tormentati con le dita. “Sentila, sentila la sborra come ti cola sul cazzo, sto colandoti sul cazzo!! Sborro, monta la troia e falla godere, chiavami! Domani voglio mostrarla a mio marito tutta aperta!”. Mi ha preso per i fianchi e mi ha girata con la schiena sul letto. “Ora apri bene le gambe che ti monto come si deve”. Mi è venuto sopra e aperte bene le gambe mi è entrato dentro in un colpo quasi aprendomi. Ha cominciato a montarmi senza sosta intervallando colpi forti alla dolcezza della rotazione. Ogni tanto lo tirava fuori di colpo temendo di sborrare ma io gli urlavo di non uscire da me “Monta la troia, non fermarti, continua, fammi godere, porco, fammi sborrare, mandami via da qui con la figa in fiamme!”. Però non demordeva, continuava imperterrito a montarmi ed a farmi godere come non mai. Cosa ero diventata? Da moglie e madre modello a troia, a femmina da montare per svuotarsi i coglioni. “Aspetta,” dissi a Pietro. Presi il telefono e chiamai mio marito che rispose al primo squillo. “Mi sta montando” dissi “mi sta montando da un’ora ed io continuo a sborrare. Anche ora ce l’ho dentro e non si ferma! E tu resisti con il giochino?” “Amore, mi fai morire così, mi fa male, non può raddrizzarsi e non può venire duro e se tu mi provochi così mi distruggi!” “Tieni duro e vedrai che domani mi ringrazierai! Ora vado, ho voglia di cazzo!”. “Non dirmi che hai messo a tuo marito una cintura di castità? Una di quelle CB che impediscono che il cazzo diventi duro?” “Proprio così! Gliela ho messa prima di venire da te, non voglio che goda, devo essere io a farlo godere!” “Cazzo, sei proprio una vera troia da monta! Ora ti faccio vedere io quanto sei troia!”. Detto questo sei uscito da me e mi hai presa per mano portandomi in bagno dove mi hai fatta entrare nella doccia. Mi hai girata e me lo hai messo dentro, in figa. “Cosa vuoi fare?” mi hai chiesto. “Ora vedrai, aspetta, stai ferma e non muoverti”. Dopo circa una decina di secondi ho sentito un getto caldo in figa. Mi stavi pisciando dentro, in figa. Mi sentivo sempre più piena. Non smettevo. “Necessitavo di fare una pisciata e ho pensato di fartela in figa, ti spiace?” “Porco, no, non mi dispiace ma se solo ti muovi un attimo godo sul tuo cazzo!!! Ecco, bastardo, sento che la piscia esce ed io sborro, sborrooooo, che troia che sono, sborroooooo!” “Dio mio, non so quante volte mi hai fatta sborrare ed hai ancora il cazzo duro! Voglio che godi, voglio sentirti godere!”. Mi riportò in camera e mi chiese di mettermi a pecora. “Mettiti a pecora perché ora voglio il culo!” “Noooo, il culo no, non sono riuscita a farmi un clistere, non ne avevo i mezzi, non posso prenderlo dietro, ti prego, non farlo!” “Ma io lo voglio, e lo vuoi anche tu anche se mi chiedi di non farlo. Mi sbaglio?” “Non sbagli, lo voglio anche io ma mi vergogno!! Non voglio sporcarti!” “Non preoccuparti, tu pensa a godere ed ora dammi il culo che voglio montarlo come ho montato la tua figa!”. Mi sono messa sull’angolo del letto a pecora ed ho atteso che Pietro venisse dietro. L’ho sentito appoggiare il cazzo sul buco del culo e poi spingere piano. Era lubrificato dalle continue e sborrate e il cazzo in poco tempo è entrato tutto fino alla base. “Lo sentì? È tutto dentro. Ce l’hai tutto nel culo, maiala!” “Lo sento, porco, mi hai sfondata, anche il culo hai voluto, non ti è bastato avermi montata tutta sera! Sei un porco bastardo, uno stronzo!”. Nel frattempo aveva cominciato a muoversi dentro di me. Usciva ed entrava nel culo dilatandomi lo sfintere. Mi faceva godere. Anche questa pratica l’avevo imparata da poco ed era stato quel porco di mio mio marito ad avviarmici dicendo che serviva per fare la doppia. Pietro mi stava inculando come un dio, forse meglio di come mi aveva montata. Mi martellava il culo tirando fuori il cazzo sino alla cappella per poi farlo entrare tutto sino ai coglioni. Lo sentivo scorrere lungo lo sfintere. Mi vergognavo dei rumori che mi faceva fare ma ogni volta godevo. Mi toccava la figa con le dita ed io colavo a più non posso. Mai avrei immaginato una cosa del genere. Una chiazza sul lenzuolo testimoniava quanto stessi colando dalla figa. “Fermati un momento, per favore”. Tu ti fermasti con il cazzo ben piantato nel culo. Presi il telefono e chiamai mio marito. “Ce l’ho nel culo, Luca, mi sta inculando, è un porco!” e riattaccai. “Silvia, ho voglia di sborrare, dove vuoi che lo faccia?” “Ti voglio bere! In bocca, voglio sentire il tuo sapore d poi lo farò sentire a mio marito!”. Mi montasti il culo ancora per un po’ facendomi godere ancora, senza ritegno, gridando il mio piacere. Poi ti sentii uscire. Mi toccai dietro e mi accorsi di quanto era dilatato il culo. “Guarda, Silvia, me lo hai sporcato tutto, ora vado a lavarmi poi ti sborro in bocca!” “Te lo avevo detto, ma mi hai fatta morire, se vuoi il culo te lo do ancora!”. Non ho fatto in tempo a dirlo che ti ho vista arrivare dietro di me. Mi hai spinta sul letto ed in un attimo lo avevo ancora nel culo. “Godi troia, goditi questo cazzo che ti sta inculando!” “Cosa mi hai fatta diventare, mai avrei pensato di potere dire cose del genere, mai!!! Ma non smettere, inculami, usami come una troia, come uno sborratoio, dio come godo, godooooo, sborroooooo, sborrooooo!!!”. Mi ha inculata ancora per una buona mezz’ora dopodiché lo ha sfilato dal culo e dopo avermelo fatto vedere ed odorare è andato in bagno a lavarlo. Una volta tornato si è sdraiato a letto e il suo cazzo si ergeva maestoso attendendo le mie labbra. “Prendilo in bocca e fallo godere!” mi ordinasti. Lo presi in bocca e non vi volle molto che lo sentii pulsare e tendersi mentre il primo fiotto raggiungeva la mia gola. Ho bevuto tutto, tutto. Avevo il sapore di Pietro in bocca. Non collo fare una doccia perché volevo che mio marito sentisse l’odore del sesso, il sapore. E mi vestii alla meglio. Ormai erano le tre di mattina e non pensavo di incontrare qualcuno. Invece uscita in corridoio incontrai una coppia nostra vicina di tavolo. Ero sfatta, il trucco sbavato, il rossetto, il vestito. Raggiunsi la cabina e bussai. Luca mi apri ed una volta entrata non mi lascio tempo e mi baciò profondamente. “Voglio sapere tutto” disse. Mi spoglia nuda, lui odoro’ la mia pelle, mi misi sul letto a gambe larghe e gli dissi di spogliarsi. “Ora vieni da me! Vieni qui”. Luca mi guardò interrogativo ma gli presi la mano e lo accompagnai tra le mie gambe. Gli presi il cazzo costretto dentro la CB3000 e lo appoggiai alle labbra della figa. Poi spinsi leggermente e lui entrò per un pezzo. “Senti com’è bollente? La senti! Ho goduto come non mai! Mi hai fatta diventare una troia. Forse un giorno potrò farlo per soldi. Ora vieni qui che ti libero e ti faccio sborrare!”
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