Weekend da troia (parte 1)
di
Gieffe99
genere
dominazione
Sono single da poco.
L’ultima relazione con Sara, la mia ragazza, è terminata.
Non in malo modo, ma è terminata.
D’altronde era una relazione aperta.
Io con il mio cazzettino da 12cm non la soddisfavo, come darle torto.
A questo si aggiungeva il mio bisogno di essere inculato quasi quotidianamente e il desiderio sempre più frequente di girare con indumenti femminili.
Eravamo diventate due troie.
Finché lei si è stufata.
“Ho bisogno di un maschio vero”.
Ed era tornata con il suo ex.
Che in più di un’occasione avevo spompinato nei boschetti.
Per iniziare una nuova fase avevo prenotato un volo per Madrid.
Per conoscere qualcuno.
Ma soprattutto per trovare me stesso.
Nel trolley avevo anche la lingerie, nuova di zecca, rossa fiammante, e un dildo di 18cm.
Avevo prenotato una camera in un ostello, la soluzione più comoda ed economica.
Erano 4 letti, un dormitorio misto, ma mi aveva assicurato il gestore che ci sarei stato solo io.
Era un momento che non attirava molti turisti, d’altronde.
Dopo una visita alla città e aver controllato se ci fosse qualche bocconcino libero in giro sulle app, me ne sono tornato in camera.
Avevo bisogno di usare il mio dildo e manifestare la mia femminilità.
Mi doccio, indosso la lingerie, mi metto il rossetto e sono pronta a diventare Gaia.
Il mio alter-ego femminile.
Ho il culo sfondato e il dildo entra piacevolmente.
Sono talmente in estasi, che non sento nessun rumore.
Sono in un’altra dimensione.
Mentre a occhi socchiusi, mi godo il dildo che mi penetra, vedo la porta aprirsi per lasciare entrare una persona, un compagno di camera per questa notte.
Ma come?
Non dovevo essere da solo?
È una donna imponente.
Indossa una maglietta fuxia aderente che lascia vedere alcuni chili in più.
È esterrefatta.
Ha aperto la porta e si è trovata davanti una persona che si stava autoinculando con un dildo, con lingerie e trucco.
Sono imbarazzato.
Ma il mio cazzettino rimane duro.
Cerco di rimettermi in ordine.
Mi scuso cercando le parole in inglese e mi presento.
Lei ride.
Dai pensavo una reazione peggiore.
Anche se non in modo corretto, parla italiano: ha 46 anni, è belga, ma ha vissuto in Italia e in Portogallo.
È qui per turismo, mi spiega.
“Sei una Troia?”, mi chiede poi all’improvviso.
E io annuisco.
“Sì sono una troia!”.
“Stai lì fermo”.
Si alza, va in bagno, sento che fa la pipì e intanto parla al telefono.
Ride e scherza con qualcuno.
Poi torna.
È in reggiseno e mutande
Non è molto femminile.
Sono io la femmina tra i due.
Prende il dildo e mi ordina di mettermi a pecora.
Obbedisco.
Non posso fare altrimenti!
Mi infila il dildo senza lubrificare e io lancio un urletto.
Si ferma.
Sento che prende il cellulare e fa una foto.
O è un video?
“Troia italiana” dice e si mette a ridere.
Poi inizia a penetrami.
Lo fa con foga.
Sempre più forte…
E mi manca il respiro!
Con Sara ero abituato ma non a questi ritmi.
Mi sta sfondando!
“Ti prego fai piano”, la imploro.
“Zitta troia”.
Va avanti per quindici minuti…
Fa male ma sto godendo come non mai, ma mi piace!
Soffro ma mi piace!
A un tratto si ferma…
“Voglio godere!” mi ordina.
Si toglie il reggiseno e le mutandine e rimane nuda.
Io mi riprendo dall’inculata e non so cosa voglia fare.
“Succhiami le tette”
E mi avvicina questo seno enorme, sarà una quinta.
E io inizio ad essere allattato.
Con la mano intanto cerca di farmi una sega per fare rivitalizzare il mio cazzetto.
“Cazzo piccolo”.
“Sono una troia, lo uso poco”.
“Inculami puttana!”.
Ora le parti si sono ribaltate.
Sono io che devo incularla.
Ma va male.
Non sono in grado.
Il mio cazzetto è moscio.
E in più risento del dolore al culo per prima.
Lei inizia a ridere. mentre io cerco di infilare il pisellino in quelle chiappone enormi.
Dopo cinque minuti di vani tentativi mi fermo.
Mi sento umiliato.
“Che uomo sei?”
Mi chiede in modo cinico.
Io sono inginocchiato al pavimento.
Lei si è alzata in piedi ed è delusa perché non ha potuto godere.
Sembra quasi arrabbiata.
E infatti mi arriva un calcione nei genitali.
Forte, dato per fare male!
Crollo.
E intanto lei riprende il dildo.
Per incularmi nuovamente.
Lo fa a ritmi ancora più elevati.
E il dolore svanisce.
Sto godendo.
Lancio degli urletti che sentiranno anche nelle altre stanze.
Nel frattempo il pisellino ha ripreso vigore.
Se ne accorge anche lei.
“Questo piace anche a lui”.
Mi scopa per 2/3 minuti a velocità elevata.
Poi me lo prende in mano e inizia a segarmi.
Vengo subito!
Degli schizzi di sborra che finiscono un po’ sulle sue tette, un po’ sul pavimento.
È pura estasi!
“Pulisci frocio” mi dice.
E io lo faccio.
Lecco la mia sborra e la mando giù.
Come mi piace fare.
Lei mi osserva mentre ormai ho perso tutta la dignità.
Va in bagno, esce rivestita, prende le valige e se ne va.
“Non voglio stare in stanza con una troia”.
Io resto allibito!
Ho il culo in fiamme.
Ho appena ingoiato la mia sborra.
E sono sul pavimento di un ostello in lingerie.
La vedo andare via e sbattere la porta.
Non saluta.
Resto a terra ancora un po’.
Sento di nuovo la necessità di usare il dildo.
Voglio godere ancora!
Chi si sarebbe aspettato un inizio simile a Madrid?
L’ultima relazione con Sara, la mia ragazza, è terminata.
Non in malo modo, ma è terminata.
D’altronde era una relazione aperta.
Io con il mio cazzettino da 12cm non la soddisfavo, come darle torto.
A questo si aggiungeva il mio bisogno di essere inculato quasi quotidianamente e il desiderio sempre più frequente di girare con indumenti femminili.
Eravamo diventate due troie.
Finché lei si è stufata.
“Ho bisogno di un maschio vero”.
Ed era tornata con il suo ex.
Che in più di un’occasione avevo spompinato nei boschetti.
Per iniziare una nuova fase avevo prenotato un volo per Madrid.
Per conoscere qualcuno.
Ma soprattutto per trovare me stesso.
Nel trolley avevo anche la lingerie, nuova di zecca, rossa fiammante, e un dildo di 18cm.
Avevo prenotato una camera in un ostello, la soluzione più comoda ed economica.
Erano 4 letti, un dormitorio misto, ma mi aveva assicurato il gestore che ci sarei stato solo io.
Era un momento che non attirava molti turisti, d’altronde.
Dopo una visita alla città e aver controllato se ci fosse qualche bocconcino libero in giro sulle app, me ne sono tornato in camera.
Avevo bisogno di usare il mio dildo e manifestare la mia femminilità.
Mi doccio, indosso la lingerie, mi metto il rossetto e sono pronta a diventare Gaia.
Il mio alter-ego femminile.
Ho il culo sfondato e il dildo entra piacevolmente.
Sono talmente in estasi, che non sento nessun rumore.
Sono in un’altra dimensione.
Mentre a occhi socchiusi, mi godo il dildo che mi penetra, vedo la porta aprirsi per lasciare entrare una persona, un compagno di camera per questa notte.
Ma come?
Non dovevo essere da solo?
È una donna imponente.
Indossa una maglietta fuxia aderente che lascia vedere alcuni chili in più.
È esterrefatta.
Ha aperto la porta e si è trovata davanti una persona che si stava autoinculando con un dildo, con lingerie e trucco.
Sono imbarazzato.
Ma il mio cazzettino rimane duro.
Cerco di rimettermi in ordine.
Mi scuso cercando le parole in inglese e mi presento.
Lei ride.
Dai pensavo una reazione peggiore.
Anche se non in modo corretto, parla italiano: ha 46 anni, è belga, ma ha vissuto in Italia e in Portogallo.
È qui per turismo, mi spiega.
“Sei una Troia?”, mi chiede poi all’improvviso.
E io annuisco.
“Sì sono una troia!”.
“Stai lì fermo”.
Si alza, va in bagno, sento che fa la pipì e intanto parla al telefono.
Ride e scherza con qualcuno.
Poi torna.
È in reggiseno e mutande
Non è molto femminile.
Sono io la femmina tra i due.
Prende il dildo e mi ordina di mettermi a pecora.
Obbedisco.
Non posso fare altrimenti!
Mi infila il dildo senza lubrificare e io lancio un urletto.
Si ferma.
Sento che prende il cellulare e fa una foto.
O è un video?
“Troia italiana” dice e si mette a ridere.
Poi inizia a penetrami.
Lo fa con foga.
Sempre più forte…
E mi manca il respiro!
Con Sara ero abituato ma non a questi ritmi.
Mi sta sfondando!
“Ti prego fai piano”, la imploro.
“Zitta troia”.
Va avanti per quindici minuti…
Fa male ma sto godendo come non mai, ma mi piace!
Soffro ma mi piace!
A un tratto si ferma…
“Voglio godere!” mi ordina.
Si toglie il reggiseno e le mutandine e rimane nuda.
Io mi riprendo dall’inculata e non so cosa voglia fare.
“Succhiami le tette”
E mi avvicina questo seno enorme, sarà una quinta.
E io inizio ad essere allattato.
Con la mano intanto cerca di farmi una sega per fare rivitalizzare il mio cazzetto.
“Cazzo piccolo”.
“Sono una troia, lo uso poco”.
“Inculami puttana!”.
Ora le parti si sono ribaltate.
Sono io che devo incularla.
Ma va male.
Non sono in grado.
Il mio cazzetto è moscio.
E in più risento del dolore al culo per prima.
Lei inizia a ridere. mentre io cerco di infilare il pisellino in quelle chiappone enormi.
Dopo cinque minuti di vani tentativi mi fermo.
Mi sento umiliato.
“Che uomo sei?”
Mi chiede in modo cinico.
Io sono inginocchiato al pavimento.
Lei si è alzata in piedi ed è delusa perché non ha potuto godere.
Sembra quasi arrabbiata.
E infatti mi arriva un calcione nei genitali.
Forte, dato per fare male!
Crollo.
E intanto lei riprende il dildo.
Per incularmi nuovamente.
Lo fa a ritmi ancora più elevati.
E il dolore svanisce.
Sto godendo.
Lancio degli urletti che sentiranno anche nelle altre stanze.
Nel frattempo il pisellino ha ripreso vigore.
Se ne accorge anche lei.
“Questo piace anche a lui”.
Mi scopa per 2/3 minuti a velocità elevata.
Poi me lo prende in mano e inizia a segarmi.
Vengo subito!
Degli schizzi di sborra che finiscono un po’ sulle sue tette, un po’ sul pavimento.
È pura estasi!
“Pulisci frocio” mi dice.
E io lo faccio.
Lecco la mia sborra e la mando giù.
Come mi piace fare.
Lei mi osserva mentre ormai ho perso tutta la dignità.
Va in bagno, esce rivestita, prende le valige e se ne va.
“Non voglio stare in stanza con una troia”.
Io resto allibito!
Ho il culo in fiamme.
Ho appena ingoiato la mia sborra.
E sono sul pavimento di un ostello in lingerie.
La vedo andare via e sbattere la porta.
Non saluta.
Resto a terra ancora un po’.
Sento di nuovo la necessità di usare il dildo.
Voglio godere ancora!
Chi si sarebbe aspettato un inizio simile a Madrid?
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