Donna in carriera
di
Mela-mangio
genere
dominazione
Stamattina mi trovo al lavoro, come tutti i giorni. Lavoro in una multinazionale che si occupa di investimenti, sono la capo area insieme ad un mio collega. Io sono l’unica donna in tutta l’azienda ad avere un ruolo apicale e un buon stipendio.
Stamattina ci sarà una riunione con i soci anziani per le promozioni e aumenti di stipendio, mi sono impegnata molto in questi anni, sacrificando molto, quindi mi aspetto come minimo un aumento. Mi dirigo nella sala e prendo posto al grande tavolo di cristallo. Appena sono arrivati i soci più anziani hanno iniziato a farmi le ordinazioni dei caffè, ho cercato di spiegare che io sono una dirigente, ma non parevano di aver capito. Essendo donna si aspettano che io sia al loro servizio, come le poche donne che lavorano qui, quasi tutte segretarie o addette alle pulizie. Cerco con lo sguardo i miei capi, ma essendo uomini non capiscono la maleducazione del compito che mi è stato chiesto. Con le spalle al muro mi alzo e scendo alla caffetteria a prendere i caffè per tutti (circa 20 persone) faccio tre strade. Alla fine quando torno la sala si è riempita e tutti i posti sono occupati, non ne rimane nessuno. Rimarrò in piedi, i soci anziani prendono i caffè e nemmeno mi ringraziano.
Il mio capo inizia a spiegare che miglioramenti abbiamo fatto quest’anno dal punto di vista finanziario, grazie ai dipendenti. Si gira verso il mio collega e me che sono dietro in piedi. Inizia ora a elencare le mie statistiche e quelle del collega, le mie sono nettamente superiori. I capi anziani chiedono come sia possibile che una donna abbia battuto un uomo e se non mi vergogno a far fare questa brutta figura al collega uomo. Come minimo dovrei chiedere scusa per il fatto di averlo messo in imbarazzo, una donna non potrà mai battere un uomo, sono gli uomini che “battono” le donne e mi fa un occhiolino leccandosi le labbra. Mi dice anche che verrò demansionata e che il mio stipendio sarà ridotto almeno del 30% rispetto ai colleghi uomini. Mi lasciano la parola, io sono allibita, dopo tutto quello che ho sacrificato devo anche chiedere scusa perché per il mio impegno ho ottenuto risultati migliori di un uomo. Non voglio fare scenate pubbliche, rischierei di mettere in difficoltà la mia posizione facendo la figura della “donna isterica” allora chino il capo e mi scuso, accetto e ringrazio per il demansionamento e riduzione di stipendio. Ovviamente il mio orario lavorativo rimarrà lo stesso, lavorerò di più per meno soldi.
Uno dei soci anziani, mi mette la mano sul culo e mi consiglia anche di venire al lavoro vestita in modo più appropriato, con gonne più corte e camicie più attillate, magari senza intimo. La tenuta riservata alle segretarie. Mi prende da parte e mi dice che se voglio arrotondare lo stipendio con attività adatte a me, lui è disponibile. Ovviamente la somma totale sarà comunque più bassa di qualunque stipendio di un collega maschio. Perché le donne non valgono come gli uomini.
Torno a casa dopo una lunga giornata e dopo le rivelazioni di oggi.
Appena tornata, mi spoglio dei vestiti da lavoro e mi metto qualcosa di più comodo per stare a casa, carico la lavatrice, mio marito è già arrivato, faccio fatica a fargli capire che le faccende domestiche devono essere divise, di solito mi liquida dicendo che essendo donna questi compiti mi riescono naturali e li lascia a me. Appena arrivo in salone lo trovo a rilassarsi sul divano, non ha nemmeno apparecchiato la tavola, lo saluto e mi precipito a preparare la cena. Appena siamo a tavola gli chiedo della sua giornata, lui non mi chiede mai della mia, di solito la racconto lo stesso. Gli dico del demansionamento e riduzione di stipendio e lui annuisce, non dice nulla, poi al mio sguardo confuso, mi dice che è normale che avvenga. Anzi lui pensava già che io prendessi meno dei miei colleghi uomini, commenta che dovrei essere grata di aver guadagnato di più fin ora. Mi spiega come gli piace tanto fare, che anche nella sua azienda le poche donne che lavorano hanno ruoli di contorno e di cura, come segretarie e addette alle pulizie, mestieri più adatti a loro. I loro stipendi sono del 40% più bassi degli uomini.
Lui mi vede confusa e mi spiega che se non me ne fossi accorta viviamo in una società patriarcale e misogina. Dopo aver finito mi ordina di sparecchiare e sistemare, lui è stanco. In quel momento capisco il mio ruolo anche in casa.
Sistemo tutto, sto per mettermi sul divano ma mio marito mi dice di stendere la lavatrice. Io eseguo, sono stremata. Appena torno in salotto lo trovo a guardare un porno in tv, vedo in mezzo alle sue gambe, la patta dei pantaloni rigonfia, lui mi guarda e struscia le mani sul tessuto. Mi dice di spogliarmi e gattonare nuda verso di lui. Mi spoglio ed eseguo gli ordini, appena mi trovo con la bocca in mezzo alle gambe, inizio a strusciare le faccia sul pacco. Lui apprezza ma mi redarguisce dicendomi che non devo condurre il gioco, io devo solo eseguire. Allora aspetto, lo guardo e mi lecco le labbra, lui apre la patta e fa uscire il membro duro, mi prende la testa e me lo infila in gola, mi da colpi decisi e violenti, mi sta scopando la bocca come se fosse una figa. Mi chiama troia, puttana e vacca. Alla fine mi spinge soffocandomi e sento il suo latte caldo inondarmi la gola, ingoio tutto e ringrazio. Lui è soddisfatto, non si preoccupa minimamente del mio piacere come al solito.
Quando siamo a letto abbracciati gli dico che il socio anziano mi ha proposto delle avance sessuali per integrare lo stipendio. Lui dice che se si tratta di pompini ho il suo permesso, ma se preferissi potrei lasciare il lavoro e stare a casa a fare la mogliettina, lui sarebbe più contento.
Il giorno dopo, preparo la colazione e gliela porto a letto.
Poi mi preparo, metto le calze a rete è una minigonna, la camicetta bianca slacciata di tre bottoni, mio marito mi vede e mi fischia dietro ridendo.
Mi intima di piegarmi sul tavolo, lo tira fuori e mi incula a secco con colpi rapidi e decisi, grugnisce come un animale. Io gemo e lo invito a continuare, lui mi afferra e mi sodomizza per bene, alla fine mi viene in culo. Mi schiaffeggia e mi ordina di andare a lavoro. Io mi tiro giù la gonna ed esco di casa.
Stamattina ci sarà una riunione con i soci anziani per le promozioni e aumenti di stipendio, mi sono impegnata molto in questi anni, sacrificando molto, quindi mi aspetto come minimo un aumento. Mi dirigo nella sala e prendo posto al grande tavolo di cristallo. Appena sono arrivati i soci più anziani hanno iniziato a farmi le ordinazioni dei caffè, ho cercato di spiegare che io sono una dirigente, ma non parevano di aver capito. Essendo donna si aspettano che io sia al loro servizio, come le poche donne che lavorano qui, quasi tutte segretarie o addette alle pulizie. Cerco con lo sguardo i miei capi, ma essendo uomini non capiscono la maleducazione del compito che mi è stato chiesto. Con le spalle al muro mi alzo e scendo alla caffetteria a prendere i caffè per tutti (circa 20 persone) faccio tre strade. Alla fine quando torno la sala si è riempita e tutti i posti sono occupati, non ne rimane nessuno. Rimarrò in piedi, i soci anziani prendono i caffè e nemmeno mi ringraziano.
Il mio capo inizia a spiegare che miglioramenti abbiamo fatto quest’anno dal punto di vista finanziario, grazie ai dipendenti. Si gira verso il mio collega e me che sono dietro in piedi. Inizia ora a elencare le mie statistiche e quelle del collega, le mie sono nettamente superiori. I capi anziani chiedono come sia possibile che una donna abbia battuto un uomo e se non mi vergogno a far fare questa brutta figura al collega uomo. Come minimo dovrei chiedere scusa per il fatto di averlo messo in imbarazzo, una donna non potrà mai battere un uomo, sono gli uomini che “battono” le donne e mi fa un occhiolino leccandosi le labbra. Mi dice anche che verrò demansionata e che il mio stipendio sarà ridotto almeno del 30% rispetto ai colleghi uomini. Mi lasciano la parola, io sono allibita, dopo tutto quello che ho sacrificato devo anche chiedere scusa perché per il mio impegno ho ottenuto risultati migliori di un uomo. Non voglio fare scenate pubbliche, rischierei di mettere in difficoltà la mia posizione facendo la figura della “donna isterica” allora chino il capo e mi scuso, accetto e ringrazio per il demansionamento e riduzione di stipendio. Ovviamente il mio orario lavorativo rimarrà lo stesso, lavorerò di più per meno soldi.
Uno dei soci anziani, mi mette la mano sul culo e mi consiglia anche di venire al lavoro vestita in modo più appropriato, con gonne più corte e camicie più attillate, magari senza intimo. La tenuta riservata alle segretarie. Mi prende da parte e mi dice che se voglio arrotondare lo stipendio con attività adatte a me, lui è disponibile. Ovviamente la somma totale sarà comunque più bassa di qualunque stipendio di un collega maschio. Perché le donne non valgono come gli uomini.
Torno a casa dopo una lunga giornata e dopo le rivelazioni di oggi.
Appena tornata, mi spoglio dei vestiti da lavoro e mi metto qualcosa di più comodo per stare a casa, carico la lavatrice, mio marito è già arrivato, faccio fatica a fargli capire che le faccende domestiche devono essere divise, di solito mi liquida dicendo che essendo donna questi compiti mi riescono naturali e li lascia a me. Appena arrivo in salone lo trovo a rilassarsi sul divano, non ha nemmeno apparecchiato la tavola, lo saluto e mi precipito a preparare la cena. Appena siamo a tavola gli chiedo della sua giornata, lui non mi chiede mai della mia, di solito la racconto lo stesso. Gli dico del demansionamento e riduzione di stipendio e lui annuisce, non dice nulla, poi al mio sguardo confuso, mi dice che è normale che avvenga. Anzi lui pensava già che io prendessi meno dei miei colleghi uomini, commenta che dovrei essere grata di aver guadagnato di più fin ora. Mi spiega come gli piace tanto fare, che anche nella sua azienda le poche donne che lavorano hanno ruoli di contorno e di cura, come segretarie e addette alle pulizie, mestieri più adatti a loro. I loro stipendi sono del 40% più bassi degli uomini.
Lui mi vede confusa e mi spiega che se non me ne fossi accorta viviamo in una società patriarcale e misogina. Dopo aver finito mi ordina di sparecchiare e sistemare, lui è stanco. In quel momento capisco il mio ruolo anche in casa.
Sistemo tutto, sto per mettermi sul divano ma mio marito mi dice di stendere la lavatrice. Io eseguo, sono stremata. Appena torno in salotto lo trovo a guardare un porno in tv, vedo in mezzo alle sue gambe, la patta dei pantaloni rigonfia, lui mi guarda e struscia le mani sul tessuto. Mi dice di spogliarmi e gattonare nuda verso di lui. Mi spoglio ed eseguo gli ordini, appena mi trovo con la bocca in mezzo alle gambe, inizio a strusciare le faccia sul pacco. Lui apprezza ma mi redarguisce dicendomi che non devo condurre il gioco, io devo solo eseguire. Allora aspetto, lo guardo e mi lecco le labbra, lui apre la patta e fa uscire il membro duro, mi prende la testa e me lo infila in gola, mi da colpi decisi e violenti, mi sta scopando la bocca come se fosse una figa. Mi chiama troia, puttana e vacca. Alla fine mi spinge soffocandomi e sento il suo latte caldo inondarmi la gola, ingoio tutto e ringrazio. Lui è soddisfatto, non si preoccupa minimamente del mio piacere come al solito.
Quando siamo a letto abbracciati gli dico che il socio anziano mi ha proposto delle avance sessuali per integrare lo stipendio. Lui dice che se si tratta di pompini ho il suo permesso, ma se preferissi potrei lasciare il lavoro e stare a casa a fare la mogliettina, lui sarebbe più contento.
Il giorno dopo, preparo la colazione e gliela porto a letto.
Poi mi preparo, metto le calze a rete è una minigonna, la camicetta bianca slacciata di tre bottoni, mio marito mi vede e mi fischia dietro ridendo.
Mi intima di piegarmi sul tavolo, lo tira fuori e mi incula a secco con colpi rapidi e decisi, grugnisce come un animale. Io gemo e lo invito a continuare, lui mi afferra e mi sodomizza per bene, alla fine mi viene in culo. Mi schiaffeggia e mi ordina di andare a lavoro. Io mi tiro giù la gonna ed esco di casa.
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