Schiacciami

di
genere
pissing

Erano due settimane che ero via per lavoro ed ero stato talmente impegnato che non avevo avuto nemmeno il tempo di farmi una sega.
Non vedevo l’ora di tornare a casa e svuotarmi le palle piene con una bella scopata liberatoria.
Nel viaggio di ritorno verso casa ero oramai super arrapato, col cazzo duro che mi spingeva quasi continuamente contro le mutande, che si stavano bagnando di quella piccola quantità di sperma che esce dalla cappella durante la fase di eccitazione.
Non riuscivo a pensare ad altro che a quelle scopate quando entrambi avevamo goduto tantissimo, come quella volta che ti ho fatta venire massaggiandoti il clitoride con la cappella del mio cazzo in tiro.
Ti continuavo a sfregare la cappella su tutta la figa tenendo bene il cazzo in mano, su e giù, su e giù, cercando di indirizzarlo sul tuo clitoride.
Ti sentivo ansimare sempre più velocemente, mi ripetevi “Scopami ti prego, scopami”.
Ma per il momento volevo solo massaggiarti con la mia cappella, che oramai era intrisa degli umori della tua figa, e continuavo a fartela sentire ed a strusciartela in superficie.
Devo ammettere che anche io stavo godendo tantissimo e che non sarei resistito a lungo; Ma ad un certo punto hai aumento il ritmo dei tuoi ansimi, fino a quando con la voce rotta mi hai semplicemente detto:
“ Oddio cazzo, vengo”.
In quel momento non ho resistito e con un colpo secco ti ho infilato il cazzo dentro, talmente in profondità che le mie palle strusciavano sulle labbra della tua figa; ogni volta che il cazzo ti entrava dentro, lo sentivi sbattare e risbattere sulla tua figa completamente fradicia.

Ti sei messa ad urlare da quanto stavi godendo, mentre io continuavo a darti dei colpi secchi, sempre più profondi, fino a quando anche io ho iniziato a tremare, ho capito che non sarei riuscito ad uscire e ti avrei sborrato dentro.
“Sto per sborrare” ti ho detto.
E tu stavi ancora godendo dell’orgasmo di prima e senza capire niente mi ha detto:
“Sborrami dentro”.
Non hai nemmeno finito la frase che ti stavo già versando tutta lo sperma che avevo nelle palle dentro di te, godendo ed urlando mentre tu con le mani mi palpavi avidamente il mio culo e continuavi a ripetere “dentro, si ti prego dentro”

Pensare a tutto questo mi eccitava tremendamente e non passava un secondo che pensavo al momento di quando sarei tornato a casa a mi avresti fatto venire in qualsiasi modo.
Ti avevo scritto per WhatsApp che ero super-arrapato e avevamo incominciato a scambiarci qualche foto porca e commento spinto, anche se tu eri in ufficio e non potevi darmi tanto retta.
Per farmi ancora più eccitare, ad un certo punto eri andata in bagno e mi avevi mandato una foto delle tue mutande umide dei tuoi umori, per farmi capire quanto anche tu fossi arrapata e vogliosa di farti una gran scopata e di ricevere una bella sborrata, in figa o magari in faccia

Ti avevo chiesto di non cambiarti le mutande e che quando sarei arrivato a casa te le avrei leccata mentre ancora indossavi gli stessi slip, così per farli diventare ancora più inzuppati di quanto già fossero.
Qual è la prima cosa che vorresti che ti faccia quando arrivo a casa? Ti avevo scritto su WhatsApp. La tua risposta arrivò dopo qualche minuto:
“Ti aspetto in mutande. Incominciamo a baciarci, forte, scoparci la bocca con la lingua e poi tu metti delicatamente la mano fuori dalle mie mutande e mentre continuiamo a limonare duro, comincio a pisciarmi addosso. Senti la tua mano che prima si bagna e poi si inzuppa come le mie mutande, la pipi calda mi riempie la figa e scende giù tra le gambe. Quando ho finito, con la tua mano completamente inzuppata, mi sposti le mutande inizi a sditalinarmi la figa fradicia con forza, fino a farmi venire sulle tue dita come una vera troia.”

Quando sono arrivato a casa mi hai aperto che eri in mutande, le stesse mutande nere della foto.
Ti sei avvicinata per un bacio e hai subito cercato di appoggiare il bacino sul mio pacco. Io con una mano ti ho palpato il culo; poi da davanti ti ho infilato una mano in mezzo alle gambe toccandoti la figa da fuori le mutande: erano fradice, bagnate e inzuppate fino a non mai. E questo mi ha ulteriormente eccitato avevo già il cazzo duro.

Ogni tanto facevamo il gioco di tirare a sorte chi doveva venire per primo dei due: chi vinceva aveva il diritto di godere per prima e l’altro doveva far venire il partner e resistere a non venire prima dell’altro.

Avevamo tirato a sorte ed eri uscita tu: avrei dovuto farti venire prima che io sborrassi.
Mi ero tolto i pantaloni e si vedeva oramai il cazzo dritto con la cappella oramai fuori dalle mutande. Continuando a limonare e a strusciarci come forsennati e andiamo in camera da letto:
“Me la lecchi mentre ti faccio una pompa”.

Ho infilato la testa in mezzo alle gambe e con la lingua fuori ho incominciato prima a leccarti la parte interna delle cosce e poi sono passato velocemente a leccarti la tua figa, già completamente fradicia. Spingevi il bacino verso la mia faccia e mi chiudevi la testa fra le gambe in modo tale da sentire sempre di più la mia lingua scoparti quella figa vogliosa di cazzo. Poi ti ho messo due dita dentro e mentre ti succhiavo il clitoride ti sbattevo e scopavo la figa con due dita, mentre tu urlavi di farti venire il prima possibile che volevi godere come una troia in calore.
“ Si fammi godere che sono la tua troia, scopami la figa cosi”
Ti continuavo a scopare con due dita tanto che si sentiva il rumore della mia mano che sbatteva forsennatamente contro la trafigga fradicia, che sta per venire da un momento all’altro..

Quando hai capito che non ce la facevi più e stavi venendo mi hai chiesto di sbattertelo dentro. Ti ho messo a pecora e ho incominciato a sbatterti il cazzo sulla figa come non mai, si sentiva il rumore dei colpi delle mie palle che ti sbattevano sul culo e il mio cazzo che ti entrava dentro tutto, con la cappella che si ingrossava sempre di più perché, mentre continuavi ad urlare di scoparti come una troia, anche io stavo quasi per sborrare. Ti sentivo ansimare ritmicamente e mentre te lo sbattevo dentro godevo del contatto tra la mia cappella e la tua figa fradicia.

Ad un certo punto mentre avevi il cazzo che ti trapanava dentro continuamente, hai capito che stavi per venire. Hai incominciato ad urlare e a dirmi "Cazzo sto venendo ancora, si sto venendo". Quando ho sentito quella frase non ho capito più niente, ho incominciato a darti colpi di cazzo sempre più forti, e sempre più in profondità.
Non avevo più il controllo, ho cominciato ad ansimare con la voce rauca, a dirti le peggior cose “Sei una troia, ti riempio, ti riempio” e mentre anche tu godevi come una cagna non ho più resistito e ho capito che ti avrei sborrato dentro un’altra volta.
Tu continuavi ad urlare come una troia in calore e io continuavo a sbattertelo dentro a pecora, poi ti ho dato un ultimo colpo, forte, secco e quando oramai sentivo lo sperma che mi saliva dentro la cappella ti ho detto:
“Ti sborro dentro”.
Hai iniziato a tremare come una zoccola, e spingevo il culo all’indietro per continuare a farti sbattere e risbattere dal mio cazzo che ti stava riempiendo tutta, continuavi ad ansimare copiosamente fino a quando non ti sei allontanata dal mio cazzo e con la sborra che ancora ti colava dalla figa, mi hai baciato e mi hai detto:
“Mi devi scopare così tutti i giorni.”
scritto il
2023-08-22
6 . 2 K
visite
5
voti
valutazione
6.2
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto sucessivo

Orgasmi al cinema
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.