La mucca Sofia 1
di
Giulio
genere
etero
Ciao a tutti i contributori di questo magnifico sito, anche io mi sono finalmente deciso a buttare giù
la mia storia e a pubblicarla.
Sono Giulio 42 anni e faccio il responsabile informatico della mia azienda.
Parto subito con una premessa per introdurre la fanciulla in questione e spiegare il titolo, anche se
ho cambiato i nomi chi la conosce si renderà subito conto di chi sto parlando, ma lei è
consapevole della pubblicazione della nostra storia.
Tutto è cominciato un paio di anni fa con l'assunzione in azienda da noi di Sofia ragazzetta appena
diciottenne figlia di amici di una nostra responsabile.
In un periodo non particolarmente felice a livello lavorativo vedere la classica assunzione
all'italiana aveva imbestialito parecchie persone visto che molti lavoravano lì da anni con contratti a
tempo determinato e non sapevano mai se sarebbero stati riconfermati.
Sul mio reparto di cui al tempo ero l'unico esponente la cosa non gravava particolarmente, visto
che seguivo l'assistenza informatica interna, l'avevo incontrata solo un paio di volte per fornirle il
computer e per darle qualche dritta sui sistemi aziendali.
A dire il vero per essere una ragazzina di 18 anni mi sembrava particolarmente poco sveglia,
soprattutto per ciò che erano le nuove tecnologie di cui di solito i ragazzini sono parecchio
esperti.
Sofia era una ragazza strana altra circa 1.50/1.55 minuta in vita ma con un culo enorme da brasiliana
cicciotta con la pancetta e un seno veramente spropositato ovviamente cadentissimo.
Il viso era tondo e paffuto con due occhi grandi e vacui, non capivi mai se ti stava ascoltando o era
persa nel suo mondo.
Teneva i lunghi capelli neri legati a coda e si vestiva sempre con panta tute e maglie e maglioni
super larghi.
Insomma dopo nemmeno tre giorni che lavorava da noi era già soprannominata la mucca.
Lenta e indolente era la disperazione delle colleghe ma per via dell'amicizia dei suoi con la
responsabile era intoccabile.
Quindi si faceva buon viso e cattivo gioco e i pettegolezzi sui suoi pasticci e la sua disattenzione
erano continui per i primi tempi e tendenzialmente non aveva legato molto con nessuno.
Io dal canto mio la consideravo ben poco, non era proprio una ragazza che ci si volta a guardare
anzi se la si incontra ci si volta dalla parte opposta.
Pur non avendo un brutto visetto non curava per nulla l'aspetto e ogni occasione era buona per
mangiare dolcetti o merendine.
Per qualche mese tutto proseguì senza troppi scossoni, finito l'effetto novità non era nemmeno più
al centro del pettegolezzo anche perchè da quanto si sentiva dire in giro la sua vita non era
particolarmente interessante.
Poi esplose la bomba, la responsabile che le faceva da nume tutelare senza preavviso diede le
dimissioni per andare a alvorare in un'altra azienda e creò da noi un certo movimento.
La cosa come al solito non mi toccava particolarmente nel mio reparto c'era troppo lavoro e troppo
malpagato perchè la mia posizione potesse subire variazioni anzi era un sacco che chiedevo un
aiuto per portare avanti un sacco di progetti che altrimenti erano fermi.
Dopo un paio di settimane di caos e guerre intestine la responsabile di prima venne sostituita da
una sua ex sottoposta che vedeva Sofia la mucca come fumo negli occhi.
Già aveva tentato di tutto per spostarla di reparto quando lavoravano assieme e adesso che
poteva essere lei a decidere del suo destino non le pareva vero.
Il problema è che nessun reparto voleva la mucca e contemporanemente non la si poteva
cacciare, quindi dopo qualche consultazione ad alto livello venne assegnata al mio reparto.
Io ero fuori da ogni grazia mettere in una posizione così tecnica e delicata una persona che al
meglio era un'incompetente totale non mi sembrava il caso.
Ovviamente non avevo voce in capitolo e dopo qualche protesta iniziale ho dovuto fare uno
spazio nel mio loculo, ufficio nei sotterranei vicino alla sala server, per la mucca.
L'inizio della nostra collaborazione non è stato dei più facili non capiva mai niente, concentrazione
zero e il suo sguardo vacuo appunto da mucca mi faceva imbestialire.
Con molta pazienza sono riuscito a renderla un membro produttivo dell'ufficio, se non altro per tutta
quella parte burocratico noiosa che mal reggo e a fare da filtro alle telefonate più sciocche e
perditempo.
E così dopo qualche mese eravamo amiconi, mi raccontava della sua vita si parlava di tutto ecc,
non era particolarmente sveglia ma non era una cattiva ragazza.
Rimaneva sempre però una mucca culona, non c'era verso che riuscisse a trattenersi su nulla
patatine merendine cioccolatini e chi più ne ha più ne metta.
In più si lamentava perchè i ragazzi la snobbavano e sin dai tempi della scuola tutti la prendevano
in giro, è vero che la gente è cattiva ma anche lei amor proprio zero.
Sta di fatto che un giovedì sera dopo una settimana piuttosto intensa dove a qualcuno era venuta la
malsana idea di un lavoro allucinate pronto per subito mi capitò di stare come spesso succedeva
oltre l'orario.
Visti i tempi ristretti uniti al fatto che Sofia insisteva per restare a dare una mano ho accettato che
restasse oltre l'orario per aiutarmi.
Le diedi da fare la parte più semplice e meccanica della cosa doveva recuperare le anagrafiche
che dovevamo accorpare da varie fonti e segnarsi tutti i campi in comune per poi importare tutto
assieme e ripulire il tutto una volta accorpato mentre io preparavo la parte centrale del programma
che avrebbe dovuto poi elaborare tutto.
Procedemmo a lavorare ancora un paio di ore dopo la chiusura finchè sollevando la testa notai
che aveva lo sguardo preoccupato e cliccava agitata.
C'è qualche problema chiesi?
No no tranquillo tutto ok guardavo una cosa.
Inutile dire che mi aveva ancor più insospettito con un guizzo ero alla sua scrivania per vedere
cosa combinava.
Rimasi senza parole, l'inetta aveva per errore cancellato delle anagrafiche e non sapeva più dove
le aveva messe, oltretutto cercando di recuperarle di nascosto aveva fatto ancora più casino.
In un istante mi è balenata davanti la giornata successiva cazziatoni lamentele e problemi con i
grandi capi che mi facevano il culo, per non parlare di giorni di lavoro persi a cazzo.
Stanchezza e stress hanno fatto il resto sono esploso.
Ho cominciato a inveirle contro in modo piuttosto brusco e la cosa che mi faceva più incazzare era
che se ne stava davanti a mè a ciondolare con lo sguardo perso e l'espressione contrita.
Non ci ho più visto l'ho presa per una spalla e l'ho spinta sulla scrivania cominciando a darle una
raffica di sculacciate su quel culone immenso che si ritrovava.
Non riuscivo a fermarmi tanta la rabbia che avevo in corpo, una chiappa l'altra tutte e due avevo
male alla mano a forza di colpire quel culone.
Nel frattempo ne dicevo di ogni ovviamente stavo tirando fuori di tutto.
Lei inizialmente piangeva e implorava di smettere poi la sentivo solo singhiozzare
sommessamente.
Smisi che avevo la mano dolorante, mi lasciai cadere sfinito sulla sedia adesso mi stava
prendendo veramente male.
Lei rimase ferma in quella posizione sentivo il suo respiro ansimante e la vedevo muoversi
leggermente.
Ad un tratto nella follia del momento non sò cosa mi prese, istintivamente guardando quel culone
mi feci uno scatto mi misi dietro lei e con un gesto secco presi ai lati le sue panta e le sfilai con
prepotenza fino alle sue caviglie.
A pensarci adesso ero come impazzito, solo la sculacciata mi sarebbe costata una denuncia a
nulla sarebbero valsi i mesi di esasperazione a cui ero stato sottoposto con lei come un
gocciolina che quotidianamente ti cade in testa pling pling.
Lei restava immobile prona sulla scrivania il silenzio si poteva tagliare e si sentiva solo il suo
respiro affannato, il suo culo era rosso fuoco un disastro l'avevo scualcciata a sangue.
Come un'automa seguendo una percezione che a livello conscio non mi ancora era chiara le misi
la mano in mezzo alle coscione da dietro e già da lì percepivo caldo e umido.
Fece un minimo movimento lasciandomi lo spazio che da quella posizione mi consentiva di
metterle la mano tra le cosce e lambirle con le dita le labbra e il primo interno della micia.
La troiona stava godendo, a livello istintivo evidentemente me ne ero accorto adesso me ne
rendevo conto anche a livello pratico era un lago.
La sculacciata l'aveva eccitata ecco perchè ansimava, cominciai a massaggiarle quella passerona
fradicia senza nemmeno rendermene conto e mentre lei ansimava rumorosamente la insultavo
pesantemente dandole della troia della zoccola e della vaccona.
Lei sembrava impazzita mugolava come una cagna in calore e raggiunse prestissimo un orgasmo
devastante.
Io ero in una specie di nebbia guardavo quella montagna prona sulla scrivania goduta e pronta per
essere sbattuta ansimante, il mio uccello era duro come il marmo.
Mi chinai prontamente le sfilai una delle gambe della panta e le mutande poi la presi da dietro la
sollevai girandola seduta a gambe larghe sulla scrivania.
Fece una smorfia di dolore quando la appoggiai seduta ma aveva uno sguardo vogliosissimo e
sveglio come mai avevo visto in lei.
Era lì ferma seduta sulla scrivania mezza nuda a gambe larghe con la fighetta lucida di umori che
mi fissava vogliosa, non pensavo mai nemmeno lontanamente che lei potesse essere così
eccitante, faceva odore di sesso e lo sprizzava da tutti i pori.
Mi slacciai e pantaloni e finalmente liberai il mio uccello da quella costrizione, mi avvicinai lubrico
e lo strusciai sulla sua micetta, era bagnatissima raramente mi era capitata una donna così
lubrificata.
Non ne potevo più lo appoggiai all'ingresso della sua micetta con l'intento di entrare quando lei
con voce rotta dal piacere mi sussurò fai piano che sono vergine.
Questa frase mi fece risvegliare di colpo dalla mia follia, vergine non ci avevo nemmeno pensato
ma tutto aveva un senso, non poteva essere così la prima volta.
Lei vedendomi bloccato è stata molto dolce, mi ha detto non ti preoccupare lo voglio anche io ma
ormai il momento era passato.
Ho farfugliato delle scuse che non avrebbe dovuto succedere nulla di tutto questo che ero
un'animale.
Lei è diventata triste mi ha detto che ne aveva voglia che nessuno l'aveva mai toccata ne fatta
sentire in quel modo che era un sacco che mi desiderava e si toccava.
Ormai ero preso male mi sono scusato ancora e le ho detto che era tardi di andare a casa che io
dovevo sistemare i suoi pasticci e mentre lo dicevo le sorridevo.
Lei mi ha fatto un sorrisetto un pò triste capendo che alla fine per il lavoro era tutto ok strippi a
parte ma per il resto nada.
Si è rivestita lentamente ha indugiato un pò sulla porta chiedendo se ero sicuro di fare da solo il
lavoro e altre credo scuse.
E' andata via con aria triste lasciandomi solo con i miei pensieri e turbamenti, ma nonostante fossi
a pezzi e ancora eccitato dovevo lavorare.
la mia storia e a pubblicarla.
Sono Giulio 42 anni e faccio il responsabile informatico della mia azienda.
Parto subito con una premessa per introdurre la fanciulla in questione e spiegare il titolo, anche se
ho cambiato i nomi chi la conosce si renderà subito conto di chi sto parlando, ma lei è
consapevole della pubblicazione della nostra storia.
Tutto è cominciato un paio di anni fa con l'assunzione in azienda da noi di Sofia ragazzetta appena
diciottenne figlia di amici di una nostra responsabile.
In un periodo non particolarmente felice a livello lavorativo vedere la classica assunzione
all'italiana aveva imbestialito parecchie persone visto che molti lavoravano lì da anni con contratti a
tempo determinato e non sapevano mai se sarebbero stati riconfermati.
Sul mio reparto di cui al tempo ero l'unico esponente la cosa non gravava particolarmente, visto
che seguivo l'assistenza informatica interna, l'avevo incontrata solo un paio di volte per fornirle il
computer e per darle qualche dritta sui sistemi aziendali.
A dire il vero per essere una ragazzina di 18 anni mi sembrava particolarmente poco sveglia,
soprattutto per ciò che erano le nuove tecnologie di cui di solito i ragazzini sono parecchio
esperti.
Sofia era una ragazza strana altra circa 1.50/1.55 minuta in vita ma con un culo enorme da brasiliana
cicciotta con la pancetta e un seno veramente spropositato ovviamente cadentissimo.
Il viso era tondo e paffuto con due occhi grandi e vacui, non capivi mai se ti stava ascoltando o era
persa nel suo mondo.
Teneva i lunghi capelli neri legati a coda e si vestiva sempre con panta tute e maglie e maglioni
super larghi.
Insomma dopo nemmeno tre giorni che lavorava da noi era già soprannominata la mucca.
Lenta e indolente era la disperazione delle colleghe ma per via dell'amicizia dei suoi con la
responsabile era intoccabile.
Quindi si faceva buon viso e cattivo gioco e i pettegolezzi sui suoi pasticci e la sua disattenzione
erano continui per i primi tempi e tendenzialmente non aveva legato molto con nessuno.
Io dal canto mio la consideravo ben poco, non era proprio una ragazza che ci si volta a guardare
anzi se la si incontra ci si volta dalla parte opposta.
Pur non avendo un brutto visetto non curava per nulla l'aspetto e ogni occasione era buona per
mangiare dolcetti o merendine.
Per qualche mese tutto proseguì senza troppi scossoni, finito l'effetto novità non era nemmeno più
al centro del pettegolezzo anche perchè da quanto si sentiva dire in giro la sua vita non era
particolarmente interessante.
Poi esplose la bomba, la responsabile che le faceva da nume tutelare senza preavviso diede le
dimissioni per andare a alvorare in un'altra azienda e creò da noi un certo movimento.
La cosa come al solito non mi toccava particolarmente nel mio reparto c'era troppo lavoro e troppo
malpagato perchè la mia posizione potesse subire variazioni anzi era un sacco che chiedevo un
aiuto per portare avanti un sacco di progetti che altrimenti erano fermi.
Dopo un paio di settimane di caos e guerre intestine la responsabile di prima venne sostituita da
una sua ex sottoposta che vedeva Sofia la mucca come fumo negli occhi.
Già aveva tentato di tutto per spostarla di reparto quando lavoravano assieme e adesso che
poteva essere lei a decidere del suo destino non le pareva vero.
Il problema è che nessun reparto voleva la mucca e contemporanemente non la si poteva
cacciare, quindi dopo qualche consultazione ad alto livello venne assegnata al mio reparto.
Io ero fuori da ogni grazia mettere in una posizione così tecnica e delicata una persona che al
meglio era un'incompetente totale non mi sembrava il caso.
Ovviamente non avevo voce in capitolo e dopo qualche protesta iniziale ho dovuto fare uno
spazio nel mio loculo, ufficio nei sotterranei vicino alla sala server, per la mucca.
L'inizio della nostra collaborazione non è stato dei più facili non capiva mai niente, concentrazione
zero e il suo sguardo vacuo appunto da mucca mi faceva imbestialire.
Con molta pazienza sono riuscito a renderla un membro produttivo dell'ufficio, se non altro per tutta
quella parte burocratico noiosa che mal reggo e a fare da filtro alle telefonate più sciocche e
perditempo.
E così dopo qualche mese eravamo amiconi, mi raccontava della sua vita si parlava di tutto ecc,
non era particolarmente sveglia ma non era una cattiva ragazza.
Rimaneva sempre però una mucca culona, non c'era verso che riuscisse a trattenersi su nulla
patatine merendine cioccolatini e chi più ne ha più ne metta.
In più si lamentava perchè i ragazzi la snobbavano e sin dai tempi della scuola tutti la prendevano
in giro, è vero che la gente è cattiva ma anche lei amor proprio zero.
Sta di fatto che un giovedì sera dopo una settimana piuttosto intensa dove a qualcuno era venuta la
malsana idea di un lavoro allucinate pronto per subito mi capitò di stare come spesso succedeva
oltre l'orario.
Visti i tempi ristretti uniti al fatto che Sofia insisteva per restare a dare una mano ho accettato che
restasse oltre l'orario per aiutarmi.
Le diedi da fare la parte più semplice e meccanica della cosa doveva recuperare le anagrafiche
che dovevamo accorpare da varie fonti e segnarsi tutti i campi in comune per poi importare tutto
assieme e ripulire il tutto una volta accorpato mentre io preparavo la parte centrale del programma
che avrebbe dovuto poi elaborare tutto.
Procedemmo a lavorare ancora un paio di ore dopo la chiusura finchè sollevando la testa notai
che aveva lo sguardo preoccupato e cliccava agitata.
C'è qualche problema chiesi?
No no tranquillo tutto ok guardavo una cosa.
Inutile dire che mi aveva ancor più insospettito con un guizzo ero alla sua scrivania per vedere
cosa combinava.
Rimasi senza parole, l'inetta aveva per errore cancellato delle anagrafiche e non sapeva più dove
le aveva messe, oltretutto cercando di recuperarle di nascosto aveva fatto ancora più casino.
In un istante mi è balenata davanti la giornata successiva cazziatoni lamentele e problemi con i
grandi capi che mi facevano il culo, per non parlare di giorni di lavoro persi a cazzo.
Stanchezza e stress hanno fatto il resto sono esploso.
Ho cominciato a inveirle contro in modo piuttosto brusco e la cosa che mi faceva più incazzare era
che se ne stava davanti a mè a ciondolare con lo sguardo perso e l'espressione contrita.
Non ci ho più visto l'ho presa per una spalla e l'ho spinta sulla scrivania cominciando a darle una
raffica di sculacciate su quel culone immenso che si ritrovava.
Non riuscivo a fermarmi tanta la rabbia che avevo in corpo, una chiappa l'altra tutte e due avevo
male alla mano a forza di colpire quel culone.
Nel frattempo ne dicevo di ogni ovviamente stavo tirando fuori di tutto.
Lei inizialmente piangeva e implorava di smettere poi la sentivo solo singhiozzare
sommessamente.
Smisi che avevo la mano dolorante, mi lasciai cadere sfinito sulla sedia adesso mi stava
prendendo veramente male.
Lei rimase ferma in quella posizione sentivo il suo respiro ansimante e la vedevo muoversi
leggermente.
Ad un tratto nella follia del momento non sò cosa mi prese, istintivamente guardando quel culone
mi feci uno scatto mi misi dietro lei e con un gesto secco presi ai lati le sue panta e le sfilai con
prepotenza fino alle sue caviglie.
A pensarci adesso ero come impazzito, solo la sculacciata mi sarebbe costata una denuncia a
nulla sarebbero valsi i mesi di esasperazione a cui ero stato sottoposto con lei come un
gocciolina che quotidianamente ti cade in testa pling pling.
Lei restava immobile prona sulla scrivania il silenzio si poteva tagliare e si sentiva solo il suo
respiro affannato, il suo culo era rosso fuoco un disastro l'avevo scualcciata a sangue.
Come un'automa seguendo una percezione che a livello conscio non mi ancora era chiara le misi
la mano in mezzo alle coscione da dietro e già da lì percepivo caldo e umido.
Fece un minimo movimento lasciandomi lo spazio che da quella posizione mi consentiva di
metterle la mano tra le cosce e lambirle con le dita le labbra e il primo interno della micia.
La troiona stava godendo, a livello istintivo evidentemente me ne ero accorto adesso me ne
rendevo conto anche a livello pratico era un lago.
La sculacciata l'aveva eccitata ecco perchè ansimava, cominciai a massaggiarle quella passerona
fradicia senza nemmeno rendermene conto e mentre lei ansimava rumorosamente la insultavo
pesantemente dandole della troia della zoccola e della vaccona.
Lei sembrava impazzita mugolava come una cagna in calore e raggiunse prestissimo un orgasmo
devastante.
Io ero in una specie di nebbia guardavo quella montagna prona sulla scrivania goduta e pronta per
essere sbattuta ansimante, il mio uccello era duro come il marmo.
Mi chinai prontamente le sfilai una delle gambe della panta e le mutande poi la presi da dietro la
sollevai girandola seduta a gambe larghe sulla scrivania.
Fece una smorfia di dolore quando la appoggiai seduta ma aveva uno sguardo vogliosissimo e
sveglio come mai avevo visto in lei.
Era lì ferma seduta sulla scrivania mezza nuda a gambe larghe con la fighetta lucida di umori che
mi fissava vogliosa, non pensavo mai nemmeno lontanamente che lei potesse essere così
eccitante, faceva odore di sesso e lo sprizzava da tutti i pori.
Mi slacciai e pantaloni e finalmente liberai il mio uccello da quella costrizione, mi avvicinai lubrico
e lo strusciai sulla sua micetta, era bagnatissima raramente mi era capitata una donna così
lubrificata.
Non ne potevo più lo appoggiai all'ingresso della sua micetta con l'intento di entrare quando lei
con voce rotta dal piacere mi sussurò fai piano che sono vergine.
Questa frase mi fece risvegliare di colpo dalla mia follia, vergine non ci avevo nemmeno pensato
ma tutto aveva un senso, non poteva essere così la prima volta.
Lei vedendomi bloccato è stata molto dolce, mi ha detto non ti preoccupare lo voglio anche io ma
ormai il momento era passato.
Ho farfugliato delle scuse che non avrebbe dovuto succedere nulla di tutto questo che ero
un'animale.
Lei è diventata triste mi ha detto che ne aveva voglia che nessuno l'aveva mai toccata ne fatta
sentire in quel modo che era un sacco che mi desiderava e si toccava.
Ormai ero preso male mi sono scusato ancora e le ho detto che era tardi di andare a casa che io
dovevo sistemare i suoi pasticci e mentre lo dicevo le sorridevo.
Lei mi ha fatto un sorrisetto un pò triste capendo che alla fine per il lavoro era tutto ok strippi a
parte ma per il resto nada.
Si è rivestita lentamente ha indugiato un pò sulla porta chiedendo se ero sicuro di fare da solo il
lavoro e altre credo scuse.
E' andata via con aria triste lasciandomi solo con i miei pensieri e turbamenti, ma nonostante fossi
a pezzi e ancora eccitato dovevo lavorare.
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