Il peggior compleanno
di
Mick
genere
pulp
Si dice che 18 anni si compiono una volta sola. E che quel giorno sarà indimenticabile. Da quello che mi sta accadendo temo lo sarà per davvero. Poche ore fa ero nella mia taverna a festeggiare l'avvenimento con le mie amiche e il mio fidanzato, quando tre uomini incappucciati avevano fatto irruzione. Gelo totale. Non volevano soldi, volevano proprio...me. Uno di loro armato di pistola, gli altri due mi hanno preso per le ascelle e mi trascinata fuori. Il terzo uomo intimava agli altri di non muoversi. Mentre intravedevo un furgone, qualcuno mi ha dato una botta sulla nuca cosi forte da farmi svenire. Ora mi sono ripresa, ma mi gira la testa e non so dove mi trovo, dove mi hanno portata. Mi ritrovo davanti, presumibilmente, i tre uomini di prima, ma stavolta nudi. Capisco al volo le loro intenzioni. Cerco vanamente di allontanarmi, ma in un attimo mi stendono a terra. Uno si mette sopra di me, mentre sento delle mani che mi slacciano le stringhe delle scarpe. Me le tolgono, quindi mi sfilano anche le calze. Quello sopra di me, mi strappa la maglietta con un colpo secco e poi mi abbassa i jeans. Comincio a piangere e implorare di fermarsi, ma due mani sulle caviglie e due sui polsi mi sollevano di peso e mi portano in una stanza con una sedia ginecologica. Il mio peggior incubo si è avverato. Mi ammanettano i polsi dietro la testa, mi allargano le gambe bloccandomi le caviglie con dei cinturini, una cintura più grande sotto il seno. Forbice in mano, vengo spogliata dal reggiseno e dalle mutandine. Sono completamente nuda, indifesa e in balia di tre balordi. Il primo si sputa nella mano e infila un paio di dita nella mia intimità. Comincia a masturbarmi. Istintivamente urlo, visto che lo fa in maniera secca e decisa. Ma, mio malgrado, poi il trattamento comincia quasi a piacermi. Ma quando, addirittura inizio a bagnarmi, si ferma di colpo, si massaggia il suo arnese e lo infila proprio li. Comincia a scoparmi, in maniera decisa. Piango a dirotto ma non serve a niente, anzi si eccita ancora di più. Purtroppo il bastardo conclude dentro di me. Viene il turno del secondo. Inizia a palparmi il seno e a tirare e strizzare i capezzoli, facendomi gridare. "Grida pure quanto vuoi, tanto solo noi sappiamo che sei qui" mi dice. Pur essendone consapevole, la frase mi getta comunque nello sconforto. A differenza degli altri, pretende pure un pompino. Il suo arnese puzza in maniera disgustosa, ma non posso fare altro che accontentarlo. Comincio a succhiarlo, mentre il terzo uomo infila a sorpresa il cazzo nella mia vagina e comincia a spingere con foga. Il mio pianto aumenta. Concludono entrambi nello stesso istante. Tossisco e per poco lo sperma non mi va di traverso. "Brava, puttana" dice il secondo uomo "ci sai fare. Come ricompensa non abuserò di te, sarò più soft. Si inginocchia e inizia a leccarmi l'intimità. Va avanti per qualche minuto e, che sia maledetta io, raggiungo il primo orgasmo, da quando sono li. Quello si rialza, si avvicina e mi bacia in bocca, con una passione indecente. Dio, che schifo. E' troppo: quando finalmente si stacca, vomito. "Bleah, ma non ti vergogni, puttana"! esclamano "ti meriti una bella punizione". Una benda mi cala sugli occhi, cominciano a spalmare qualcosa sulle piante dei miei piedini nudi. No, il solletico no! Cominciano, due spazzole a torturarmi i piedi e due mani a massacrarmi i fianchi. Tranne che per qualche pausa, vanno avanti per ore. Sono esausta, ho riso, pianto e urlato per tutto il tempo e puzzo del sudore mio e del loro. Solo poche ore prima ero al settimo cielo, sembrano passati anni. Finalmente si stufano. Mi levano la benda e il primo uomo esordisce: "Ora comincia il secondo round, sei pronta puttana"? Finalmente prendo la parola io: "Dovreste vergognarvi, brutti bastardi che non siete altro! Rovinare cosi una ragazza, potrei essere vostra figlia, meritate di essere castrati e di ingoiare i vostri uccelli di merda, vergognatevi ancora schifosi!" concludo urlando. Il cuore mi batte forte, non piango più. Restano attoniti per qualche istante, devo averli colpiti. "Molto bene" riprende il primo "volevamo farci ancora una scopata ciascuno e poi liberarti. Ma per essere stata scortese con noi, inizieremo a fare sul serio" Forse ho davvero esagerato. Vengo nuovamente violentata da tutti e tre, in maniera ancora più decisa. E non contenti mi prendono pure a schiaffi sul viso. Uno di loro, non ancora soddisfatto, mi mette due mollette ai capezzoli e inizia a tirare, come se volesse strapparli. Probabilmente sto esaurendo le lacrime e voce dal dolore. Neanche nei miei peggiori incubi potevo immaginare un "compleanno" del genere. Dopodichè mi slegano dalla sedia e mi spingono per terra. Sono molto debole e non ho la forza di muovermi. Mi prendono in braccio di malagrazia e mi conducono in uno scantinato. "Non eravamo davvero al sicuro su di sopra, qui davvero nessuno sentirà le tue urla" Mi vengono i brividi. Mi fanno sedere su una sedia vecchissima e sfondata, mi immobilizzano le caviglie e i polsi dietro la schiena. Il primo prende una scure. "N-no, ti prego" lo supplico. Sto sudando freddo. Mira al mio ginocchio sinistro. Indietreggia, pronto a sferrare il colpo...chiudo gli occhi, preparandomi al dolore. Che, però non arriva. Arriva un quarto uomo, anche lui incappucciato. E, che mi venga un colpo, è accompagnato da un poliziotto. I tre sono sotto shock. "Il divertimento è finito" dice il poliziotto "in galera passerete brutti guai per quello che avete combinato" Mi guarda e mi dice: "Sei libera, è tutto finito, buon compleanno". Non ce la faccio, mi sciolgo in un pianto liberatorio. Arrivano altri poliziotti, mettono le manette ai tre aguzzini e li portano via. Mi slegano, mi danno dei vestiti puliti e mi portano all'ospedale. Continuo a piangere a dirotto ma stavolta anche per la contentezza di essere di nuovo libera. Dopo le visite di rito vengo accompagnata in reparto. Per fortuna non ho riportato danni permanenti. A turno vengono a farmi visita i miei genitori, le mie amiche, il mio ragazzo. Non troviamo parole, solo lacrime amare. Promettono di starmi vicina e di non farmi mancare nulla. Sarà davvero dura tornare alla mia vita normale.
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