Sms – sotto mentite spoglie

di
genere
incesti

Ebbene si, tanti di voi avranno visto l’omonimo film dove il protagonista invia per errore un sms ad un’altra persona, beh, non ci crederete ma è proprio quello che è capitato a me.
Mi chiamo Franco, sono sigle (felicemente separato), e a breve festeggerò il mio …antatreesimo compleanno e durante un pomeriggio di inizio settembre, mentre sto tornando da Roma in macchina, passo mentalmente in rassegna alcune mie scopamiche con l’intento di scegliere quella giusta con la quale festeggiare. Dopo quasi un’ora di meditazione la scelta ricade su Camilla, 42 anni portati benissimo, un fisico da modella, farebbe invidia persino ad una ventenne ma, purtroppo, è un tipo un po’ nervosetta e questa è la ragione per la quale non la prendo come fidanzata, anche se lei non perde occasione per proporsi, ma solo per queste occasioni vi garantisco che è il tipo giusto. Trovandomi in macchina, incarico google di inviarle un messaggio watsapp, allora chiedo e google mi risponde in sequenza: “Hei Google, invia un whatsapp” - “con chi vuoi chattare?” - “con Camilla” - “qual è il messaggio?” – “lunedì è il mio compleanno, ti piacerebbe festeggiare facendo porcate con me?” – “vuoi modificare o inviare?” – “inviare” – “OK, messaggio inviato”. Bene anche questa è fatta, nel frattempo sono giunto a casa e, devo essere sincero, la cosa mi è anche un po’ passata di mente.
In serata mi arriva un messaggio WA da parte di mia nipote Milena, figlia di mia cugina, una ragazzetta sulla trentina, due figli piccoli e un marito coglione, lei è carina ma ha i poteri speciali, riesce a romperti il cazzo senza neanche toccarlo. Come avrete ben capito non è che andiamo molto d’accordo. Nel mentre penso a cosa diavolo vuole questa quest’ora, apro il WA nella speranza che non mi rovini la serata, trovandomi davanti un papiro egizio, che per ovvie ragioni di seguito sintetizzo: “…che sono uno stronzo, che aveva ragione la sua povera mamma quando diceva che ero un vecchio porco, perchè da ragazzini ci avevo provato anche con lei, che era meglio cancellare subito la chat per evitare che lo venga a sapere il marito altrimenti…”. Sono basito, cerco di capire cosa sia successo anche se la risposta è ovvia, scorro il messaggio fino alla cima ed ecco che trovo il mio messaggio diretto a Camilla. La spiegazione è semplice, Milena si fa chiamare Mila e così la tengo registrata in rubrica. Due + due fa quattro, goggle ci ha messo poco a confondere Camilla con Mila, inviando a quest’ultima il messaggio per errore.
Sono le tre di notte, non riesco a prendere sonno a causa dell’occorso, mentre cerco un modo per spiegare alla stronza come sia potuto accadere, mi giunge un WA da parte sua: “dormi?” le rispondo un “NO!” maiuscolo e deciso, lei: “…e come mai non riesci a dormire? ti ho maltrattato a dovere eh?! Te lo sei proprio meritato, ma dico io, pensavi veramente che avrei potuto accettare una simile proposta?” Hai capito la piccola, sta sondando il terreno per vedere se la penso ancora allo stesso modo, sta meditando eccome sulla proposta tanto che neanche lei riesce a dormire, e allora diamole corda, vediamo dove vuole arrivare, tanto neanche mi crederebbe se le dicessi che il messaggio non era diretto a lei. Le dico “scusami, sei così uguale a tua mamma quando era giovane che mi sono lasciato trasportare dai ricordi. E tu, come mai non riesci a dormire?”, mi risponde con un infantile “perché no!”, lasciando trasparire la natura delle sue vere intenzioni, non ha assolutamente scartato l’idea, anzi. Però, devo fare un attimo i conti con me stesso, di una cosa che neanche avevo preso in considerazione, io non lo so se mi voglio scopare mia nipote.
Trascorrono alcuni minuti senza che nessuno dei due dica niente, poi lei “forse sei stato un po’ troppo diretto, non che se me l’avessi chiesto in altro modo avrei accettato, ma le porcate le fanno le troie dei films porno e io non credo di essere una di quelle”, le rispondo senza allontanarmi molto dal mio gioco “ti rinnovo le scuse ma ho scritto quello che sentivo in quel momento, immaginavo di strapparti le mutandine con i denti”. Silenzio, dopo un po' lei scrive “non che la cosa mi interessi, ma dove avevi pensato di farmi la festa, a casa tua o in uno squallido albergo?” e io “le perle si portano in gioielleria non da un bottegaio, e comunque, se vuoi posso mutare l’invito ad un semplice the con i biscotti e la finiamo qui”, augurandole anche la buonanotte, pensando così di minimizzare e archiviare definitivamente l’accaduto. “Ok, buonanotte” mi risponde lei.
Il giorno del mio compleanno, verso le cinque del pomeriggio arriva lei portandosi seco prole e consorte, appena apro la porta mi balza al collo con un forte abbraccio e baciandomi a schiocco entrambe le guance mi augura buon compleanno e in modo dispettoso mi tira le orecchie e mi dice “ti sei fatto vecchio!”. Io non raccolgo, lascio correre, anelando a quando, prima o poi, si dovrà levare dalle palle. Al termine del rinfresco, raccolta la truppa, si avviano verso l’uscita, poi lei si gira e con un sorriso sgargiante dice “…a proposito di quel rapporto che mi avevi chiesto, se per te va bene, posso venirlo a battere domani mattina dopo aver accompagnato i bambini a scuola.” Poi si rigira e va via. Oh my god, penso io, questa fa sul serio.
L’indomani mattina alle 09,30 suonano alla porta, apro ed è lei, è radiosa, un viso illuminato, veste un gonnellino corto bianco con volant e una camicetta fucsia, i capelli raccolti in un codino che dondola ad ogni passo, e una borsetta tenuta con due mani sul davanti quasi a proteggere il pube, sembra una ragazzina il primo giorno di scuola, la faccio accomodare e le richiudo dietro la porta, lei si volta di sobbalzo ed emette un gridolino, poi come armatasi di coraggio si avvicina a me, posa la borsetta e mi chiede da dove avrei voluto cominciare. La guardo senza parlare, ha l’aspetto e il profumo di una bomboniera, le spalmo una carezza tra la fronte e la guancia sinistra, mi fa un po' tenerezza, poi tenendola per il mento le stampo un ingenuo bacio sulle labbra, lei ricambia, poi, lasciandomi in piedi, pietrificato come un Moai con lo sguardo all’orizzonte, si inginocchia e aperta la lampo me lo tira fuori già bello barzotto e imprecando sottovoce sussurra “hai capito il vecchio porco!” prima di portarselo alla bocca e farne sparire più della metà, dal canto mio non riuscivo neanche a guardarla ma la sentivo eccome, su e giù, era una delizia, quando alla fine stavo per venire l’ho avvisata ma è stato inutile, ha ingoiato tutto senza alcuno sforzo, poi si è rialzata e mi ha baciato sulla bocca dicendomi, “vuoi altro o posso andare?”, le ho risposto che avrei voluto ricambiare, così lei indicandomi il tavolo con un cenno della testa, ci si sdraia sopra e allarga le gambe, è senza mutandine, dice che non le ha messe per paura che gliele avrei strappate, la sento ansimare man mano che mi avvicino alla sua piccola fighetta, quasi del tutto depilata, gliela allargo con due dita e inizio a leccargliela, è bagnatissima e profuma di buono, dopo alcuni minuti la sento sussultare, si aggrappa al tavolo tremolante, poi mi allontana spingendomi per la fronte, unisce le ginocchia e mi schizza poche gocce in faccia. Rimane immobile per alcuni minuti, poi si ricompone e andando via mi saluta con un bacio e mi dice “ciao zietto, a quando la prossima festa?”
scritto il
2023-09-23
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