Sono di mia sorella

di
genere
dominazione

uno dei miei primi ricordi della mia infanzia successivi alla morte improvvisa di mia nonna che viveva con noi e ci faceva da babysitter è quello di mia sorella che mi sta accanto sorvegliando che io sbrighi bene ed in fretta le incombenze domestiche: rifare i letti e le camere, apparecchiare per il pranzo e sparecchiare, lavare i piatti e rassettare la cucina, prima di fare i compiti, con un mestolo in mano, pronta ad usarlo al primo accenno di rallentamento da parte mia
i nostri genitori uscivano per lavoro alle sei e tornavano ben dopo le sette di sera, noi bambini eravamo lasciati a noi stessi molto più di oggi
mia sorella mi era maggiore di due anni, una enormità a dodici, quattordici anni
dopo qualche mese era riuscita ad addestrarmi e mi dirigeva nelle faccende domestiche stando comodamente seduta sul divano
mi ricordo anche di una volta dopo alcuni mesi ero già alle medie in cui riuscii a tenerle testa, chiudendomi a chiave in bagno, e lasciandola da sola a sfaccendare.
dal mattino dopo le chiavi delle porte interne sparivano tutte e riapparivano la sera poco prima che tornassero i nostri genitori…
il sabato successivo al nostro ritorno da scuola la camera di Anna era stata completamente devastata, lei usciva prima di me, al mattino giuro che era a posto, poi chissà come era tornata indietro, aveva strappato finanche il suo diario segreto, senza che i miei genitori che dormivano nella camera accanto la sentissero e malgrado le mie proteste di innocenza, fui punito pesantemente, con schiaffi e sculaccioni, da mia madre
intanto che mia madre mi stava sculacciando sdraiato a pancia sotto sulle sue gambe, incrociai lo sguardo di mia sorella che ridacchiando mi fece l’occhiolino!
il lunedì al ritorno da scuola, mia sorella mi chiamò in camera sua e con la scusa di vedere come stava indosso ad un altro mi ordinò di indossare un suo vestito, con sotto un paio di calzettoni rosa ed un paio di zoccoletti estivi suoi pure rosa con tacco basso, ma pur sempre con tacco da donna
non osai disubbidire!
mi fece fare tutte le faccende domestiche, così abbigliato
Finite le faccende mi chiamò in camera sua, era alla sua scrivania che studiava , in minigonna, a piedi nudi
mi ordinò di sdraiarmi supino sotto i suoi piedi , solo un attimo, per fare una prova, disse, lo feci, mi appoggiò i piedi saldamente sul petto e mi mostrò una foto polaroid, la prima che vedevo, chissà chi le aveva prestato la macchina, in cui mi si vedeva spicciare le faccende domestiche vestito da donna! Appena mi resi conto di cosa era cercai di afferrarla ma mi schiacciò ancora più forte con i piedi e mi rifilò un ceffone e un altro, e un altro!
Mi arresi, mi coprii la faccia con le mani e rimasi fermo
Mi mise un piede sopra la faccia
Puzzava, era appena tornata da scuola e era stata tutta la mattina con le scarpette di tela...
mi intimò di baciarlo, io goffamente lo feci e cominciai a coprirlo di baci, non sapevo bene cosa fare
mi disse
Cominciai a leccarle il piede e le dita
Mi porse anche l’altro piede, leccai anche quello
Facendo forza con i piedi spinse indietro la sedia e mi intimò
>
Mi misi in ginocchio, incastrato tra la scrivania e le sue cosce, con la testa tra le sue cosce
Mi tratteneva per i capelli

Mi tirava i capelli
Timidamente abbaiai

E spostò la mia testa verso una sua coscia, io cominciai a leccare, mi faceva salire, poi scendere, poi mi spostò sull’altra coscia, io mi sentivo tutto in subbuglio, l’uccello in erezione… mi tirava sempre più in alto, sentivo un odore sempre più forte, di piscio? anche ma più … diverso
Allargò di più le cosce e mi trovai davanti agli occhi la sua patata, ma non era quella imberbe che avevo visto molte volte negli anni, no! era gonfia, succosa, coperta di un pelo riccio e nero
Allargò più ancora le cosce e mi stampò la bocca sulla sua spacca

Prima sensazione i peli che mi si attaccavano alla lingua e mi graffiavano le labbra e poi la morbidezza, la delicatezza delle sue morbide carni, il sapore, l’odore, una cosa indescrivibile, una caverna da esplorare con la lingua, un pozzo stretto senza fondo, poi lei che tirandomi i capelli mi guidava sempre più violentemente, per fare strusciare le mie labbra, il mio naso sui suoi punti sensibili e ansimava sempre più forte, poi mugolò e si abbandonò, prima di respingermi

Obbedii
Mi si mise a sedere sopra la faccia, la sentii tirami su il vestito, e combattere con l’elastico delle mutande, poi arrivò con le mani al mio uccello e cominciò a stringerlo e a muovere le mani, mi divenne duro, durissimo
Io avevo la sua patata davanti alla bocca, tirai fuori la lingua e ricominciai a leccare
Lei si sedette del tutto su di me, togliendomi l’aria, poi sentii qualcosa esplodere dentro di me e un vulcano in eruzione uscire da me fremendo
Si buttò su un fianco io ritrovai l’aria e feci bau bau!
Anna si mise a ridere

Disse, mettendosela platealmente tra il seno ed il reggiseno
In tutto il pomeriggio andai a masturbarmi almeno tre volte!
La seconda volta Anna si fece vedere che mi guardava, mentre venivo sul lavandino, mi misurò il mio uccello con un metro da sarta e disse
In realtà non era vero, faceva per mortificarmi, ora lo so per certo, ma ero ancora troppo ingenuo…
Tutti i giorni appena tornavo da scuola mi spogliavo nudo, e mi rivestivo con le sue mutandine e reggiseni da lei indossati il giorno prima e i vestiti che le mi metteva a disposizione, gli zoccoletti e facevo tutte le faccende domestiche, poi fischiando mi chiamava in camera, mi mettevo sotto i suoi piedi e uggiolavo finche non si lasciava leccare i piedi poi mi sdraiava sul pavimento si sedeva sulla mia faccia,ed io le facevo un lunghissimo bidè con la lingua, leccando oltre la topa anche il suo culo, se era soddisfatta, mi masturbava per farmi venire, se no mi cacciava le unghie nelle cosce, mi mordeva la cappella a sangue soffocando i miei strepiti tra le chiappe del suo magnifico culo e poi lasciava che mi masturbassi da solo in bagno
Nel frattempo per sicurezza mi aveva fatto altre foto artistiche, le chiamava lei, una anche con me truccato pesantemente da donna .
quando passò alle superiori, complice orari diversi, mi lasciò più in pace
il giorno non trovavo i suoi vestiti da mettere, e raramente fischiava per chiamare il suo cucciolotto in camera
quando passai alle superiori, venni iscritto allo stesso liceo suo, seppi quasi subito dai compagni che aveva un ragazzo di quinta e mi rilassai un attimo, tanto che corteggiai una ragazzina coetanea e ci uscii un paio di volte
venerdi sera e sabato sera
la domenica ebbi mal di pancia e diarrea tutto il giorno e il lunedi rimasi a casa
alle nove mia sorella che io credevo a scuola entrò in camera mia
senza una parola mi girò prono sul letto mi bloccò i polsi con una corda, prima ancora che capissi cosa succedeva, mi mise uno straccio in bocca, legandolo con una altra corda, e cominciò a colpirmi a schiaffi e pugni
saltai giù da letto, , cascai per terra, seguitò a colpirmi inveendo contro di me, caddi in ginocchio in terra
stava piangendo, lei stava piangendo!!!
Io ero in ginocchio, in mezzo alla camera,dolorante, e lei piangeva,e ogni tanto mi allungava un calcio nel costato


Io avevo le sue mutandine in bocca, appoggiai la faccia sui suoi piedi e simulai di baciarla

Mi ripeteva senza smettere di colpirmi, poi disse

Andò in camera sua , tornò dopo un attimo , si stava agganciando una specie di cinturone, da cui pendeva un fallo !!

Ubbidii, mi sentii spalmare qualcosa di fresco tra le chiappe , poi mi mise due dita assieme nello sfintere, dolore! Bruciore!mi venne da stringere, mi arrivò un violento schiaffo su una natica ed un morso su una spalla mi spostai in avanti più che potei e le due dita cominciarono a roteare!
Uscirono e rientrarono in tre!
Dolore dolore, ma non potevo spostarmi ancora , le roteò e poi le estrasse e puntò allo sfintere un oggetto, il dildo entrò nel mio buchino , mi sentii spaccare, lo fece uscire dolore, dolore e bruciore, lo infilò tutto di nuovofino in fondo. urlai, ma l’urlo rimase nelle sue mutandine, poi cominciò ad andare avanti ed indietro
Dolore dolore fastidio, ma anche una strana sensazione
Sentii le sue mani sui miei fianchi, poi una andò a cercare i mio uccello e mi piaceva!
> mi tolse il bavaglio, non urlai anzi! accompagnavo il suo giù e su ansimando sempre più forte e più pompava e più mi piaceva caddi su un fianco e lei cadde con me
Lo tolse, mi girò supino e lo infilò di nuovo, tutto . era sopra me e mi godeva mi avvicinò un seno da leccare e baciare e leccare, poi l’altro e seguitava a spanarmi il culo, lentissimamente, dolcissima
Mi leccava la gola, il viso, le orecchie
Mi chiese >
> e mi sbrodolai addosso, senza erezione, venni senza picco orgasmico, venni come se pisciassi e seguitavo a venire
Mi impiastricciai la pancia con almeno mezzo bicchiere di sborra lei seguitava a muoversi con una dolcezza estrema, raccattò il mio sugo con una mano e me la pose davanti alla bocca per leccarla e poi di nuovo e di nuovo, si sgangiò il cinturone, lasciando il dildo in sede e scese a leccarmi la pancia, poi mi baciò sulla bocca, infilando la sua lingua dappertutto nella mia bocca. il dildo usci da se…
scritto il
2023-10-12
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