Un pompino da mamma.1
di
mettimano
genere
incesti
Papà lavorava su una piattaforma in alto adriatico, i suoi turni erano tre settimane di
servizio ed una a casa. Parte dei giorni di riposo erano impiegati per il viaggio dalla
nostra città a Trieste dove un motoscafo dell'azienda lo prelevava per portarlo in sede.
Quella settimana mamma e papà non riuscivano a staccarsi, solo il tempo di mangiare poi
a letto. Non mi scandalizzavo, sapevo perfettamente come funzionavano le cose. Per quel
viaggio di ritorno hanno deciso di andare in macchina, dovevamo accompagnarlo io e mamma.
Non abbiamo posseduto mai una berlina, a papà piacevano i furgoni perché quando era a casa lo usava per i rifornimenti di ogni tipo. A quel tempo avevamo un doblò ad uso
promiscuo, con motore diesel, vale a dire trasporto di persone e cose. Siamo partiti
domenica pomeriggio alle quattro, avevamo tutti la patente, a guidare sono stato prescelto per vari motivi, loro seduti dietro. Fino a quando c'è stata la luce solare, erano vicini, non facevano nulla, con le prime ombre della sera sono iniziati alcuni
movimenti sospetti. Evitavo di guardare lo specchietto retrovisore per non intralciare
la loro intimità, ma il mio cazzo non era dello stesso parere, quando è calata la notte,
si sono messi proprio a scopare, in occasione di qualche svincolo illuminato si vedeva
chiaramente cosa facevano, poi gemiti e sospiri davano segnali inoppugnabili, la mia era
semplicemente una tortura. Alle tre eravamo al porto di Trieste, il motoscafo era già pronto, papà si è unito ad altri compagni di lavoro e sono partiti. Io e mamma siamo
entrati nel bar del porto per prendere un caffè, gli avventori guardavano mamma con
insistenza, parte della gonna non era scesa, aveva mezzo culo in evidenza, il perizoma
sembrava non l'avesse. L'ho sistemata, lei si è messa a ridere, siamo ripartiti. Io alla guida, non le avrei permesso di guidare, si è posizionata con la testa sulla mia spalla,
alle quattro e mezza gli occhi non volevano stare aperti, ci siamo fermati alla stazione
di rifornimento, abbiamo fatto il pieno, abbiamo parcheggiato in un posto buio, abbiamo messo le sicure ed abbiamo provato a dormire, si solo provato perché mamma si è messa
quasi addosso a me, la sua mano posata sul mio cazzo -So del tuo disagio mentre io e papà ci davamo da fare, ora lasciami fare voglio sdebitarmi, me lo imposto papà- -Quasi
dormivo per la stanchezza, mi sono rilassato, ho sentito la sua mano che cercava il mio cazzo, l'ha trovato subito, lo ha tirato fuori dai pantaloncini, la sua bocca calda ha
fatto il resto. Non ho visto era buio pesto, non so se ha ingoiato o sputato. Sono caduto
in un sonno profondo, ci hanno svegliato i carabinieri, credevano stessimo male, erano
le 10,30. Siamo andati in bagno a rinfrescarci, abbiamo fatto colazione e siamo ripartiti. Nessuno dei due ha detto una parola nel viaggio di ritorno, forse presi dal
pentimento abbiamo preferito tacere. Le riflessioni sono avvenute dopo da parte mia, ripensavo a papà che aveva imposto a mamma di farmi un pompino? neanche nella più sfrenata fantasia poteva apparire credibile. Ho paragonato il comportamento di mamma a quella goccia che nel tempo riesce ad erodere la pietra. Sempre più enigmatica, sempre
più sfuggente, era evidente, voleva che l'affrontassi. Una sera dopo la solita telefonata
di papà: -Non riesco a tacere mamma, papà si è espresso veramente in quei termini?-
-Che importanza può avere, ormai l'esperienza si è conclusa, mi aspettavo una reazione diversa- Fredda, glaciale -Non capisco mamma- -Forse è meglio- Stavo per andare nella mia camera -Aspetta, credi sia bello per una quarantenne avere il marito pochi giorni
al mese?- Ora capivo la sua rabbia. -Mamma....- -Mamma il cazzo, credi sia bello farsi
immettere litri di sborra nella figa senza che io raggiunga un solo orgasmo?- -Papà...?-
-Papà !!! Lascialo perdere il suo egoismo non ha eguali- Mi sono avvicinato delicatamente, l'ho abbracciata, mi ha stretto con tutta la forza -Scusami mamma, immaginavo tutt'altra cosa, i gemiti, i lamenti, i sospiri?- -Tutte finzioni per soddisfarlo- Da quella sera la nostra vita è cambiata.
servizio ed una a casa. Parte dei giorni di riposo erano impiegati per il viaggio dalla
nostra città a Trieste dove un motoscafo dell'azienda lo prelevava per portarlo in sede.
Quella settimana mamma e papà non riuscivano a staccarsi, solo il tempo di mangiare poi
a letto. Non mi scandalizzavo, sapevo perfettamente come funzionavano le cose. Per quel
viaggio di ritorno hanno deciso di andare in macchina, dovevamo accompagnarlo io e mamma.
Non abbiamo posseduto mai una berlina, a papà piacevano i furgoni perché quando era a casa lo usava per i rifornimenti di ogni tipo. A quel tempo avevamo un doblò ad uso
promiscuo, con motore diesel, vale a dire trasporto di persone e cose. Siamo partiti
domenica pomeriggio alle quattro, avevamo tutti la patente, a guidare sono stato prescelto per vari motivi, loro seduti dietro. Fino a quando c'è stata la luce solare, erano vicini, non facevano nulla, con le prime ombre della sera sono iniziati alcuni
movimenti sospetti. Evitavo di guardare lo specchietto retrovisore per non intralciare
la loro intimità, ma il mio cazzo non era dello stesso parere, quando è calata la notte,
si sono messi proprio a scopare, in occasione di qualche svincolo illuminato si vedeva
chiaramente cosa facevano, poi gemiti e sospiri davano segnali inoppugnabili, la mia era
semplicemente una tortura. Alle tre eravamo al porto di Trieste, il motoscafo era già pronto, papà si è unito ad altri compagni di lavoro e sono partiti. Io e mamma siamo
entrati nel bar del porto per prendere un caffè, gli avventori guardavano mamma con
insistenza, parte della gonna non era scesa, aveva mezzo culo in evidenza, il perizoma
sembrava non l'avesse. L'ho sistemata, lei si è messa a ridere, siamo ripartiti. Io alla guida, non le avrei permesso di guidare, si è posizionata con la testa sulla mia spalla,
alle quattro e mezza gli occhi non volevano stare aperti, ci siamo fermati alla stazione
di rifornimento, abbiamo fatto il pieno, abbiamo parcheggiato in un posto buio, abbiamo messo le sicure ed abbiamo provato a dormire, si solo provato perché mamma si è messa
quasi addosso a me, la sua mano posata sul mio cazzo -So del tuo disagio mentre io e papà ci davamo da fare, ora lasciami fare voglio sdebitarmi, me lo imposto papà- -Quasi
dormivo per la stanchezza, mi sono rilassato, ho sentito la sua mano che cercava il mio cazzo, l'ha trovato subito, lo ha tirato fuori dai pantaloncini, la sua bocca calda ha
fatto il resto. Non ho visto era buio pesto, non so se ha ingoiato o sputato. Sono caduto
in un sonno profondo, ci hanno svegliato i carabinieri, credevano stessimo male, erano
le 10,30. Siamo andati in bagno a rinfrescarci, abbiamo fatto colazione e siamo ripartiti. Nessuno dei due ha detto una parola nel viaggio di ritorno, forse presi dal
pentimento abbiamo preferito tacere. Le riflessioni sono avvenute dopo da parte mia, ripensavo a papà che aveva imposto a mamma di farmi un pompino? neanche nella più sfrenata fantasia poteva apparire credibile. Ho paragonato il comportamento di mamma a quella goccia che nel tempo riesce ad erodere la pietra. Sempre più enigmatica, sempre
più sfuggente, era evidente, voleva che l'affrontassi. Una sera dopo la solita telefonata
di papà: -Non riesco a tacere mamma, papà si è espresso veramente in quei termini?-
-Che importanza può avere, ormai l'esperienza si è conclusa, mi aspettavo una reazione diversa- Fredda, glaciale -Non capisco mamma- -Forse è meglio- Stavo per andare nella mia camera -Aspetta, credi sia bello per una quarantenne avere il marito pochi giorni
al mese?- Ora capivo la sua rabbia. -Mamma....- -Mamma il cazzo, credi sia bello farsi
immettere litri di sborra nella figa senza che io raggiunga un solo orgasmo?- -Papà...?-
-Papà !!! Lascialo perdere il suo egoismo non ha eguali- Mi sono avvicinato delicatamente, l'ho abbracciata, mi ha stretto con tutta la forza -Scusami mamma, immaginavo tutt'altra cosa, i gemiti, i lamenti, i sospiri?- -Tutte finzioni per soddisfarlo- Da quella sera la nostra vita è cambiata.
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