Prova di Fede - Prologo

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dominazione

Prologo

Le prime luci dell’alba fendevano le ampie vetrate del lungo corridoio, gettando vermiglie luci sui drappi e dipinti che adornavano l’ampia parete ad ovest. I passi della donna riecheggiavano ritmici e decisi, squarciando il silenzio mattutino della cattedrale-tempio.

Adornata dalle vesti del suo ordine, un elegante abito nero e bianco finemente intarsiato, Madre Victoria procedeva così con decisione verso i quartieri dell’Alto Padre.
Il volto, dall’espressione seria ed austera, nascondeva bene i suoi quarant’anni dietro tratti di rara bellezza e un trucco leggero ma deciso.

Arrestò il suo incedere con un sonoro rintocco del tacco, innanzi alla porta in legno intarsiato. Due Sorelle di guardia volsero attenzione alla Madre, ben guardandosi dall’ incrociare il di lei sguardo, muovendo un leggero inchino.

"Madre" salutarono con voce tenue ma decisa. Victoria annuì, lo sguardo fisso sulla porta "l’Alto Padre mi attende" esordì poi, posando il proprio sguardo prima su una e poi sull’altra Sorella, entrambe ben consce dell’assoluto divieto di guardarla in viso.

In cuor suo Victoria desiderava che una delle due guardie commettesse il grave errore di incrociare il suo sguardo. Di fatto erano passati molti giorni dall’ultima punizione esemplare.

Assorta così nel suo piacevole pensiero, Madre Victoria sistemò con gesti eleganti e composti le falde del proprio abito il quale, nonostante copra interamente il suo corpo, non ne nasconde le prosperose forme, ma anzi pare esser disegnato per accentuare la sua giunonica presenza.

Le sorelle annunciarono la visita e lentamente aprirono i battenti della pesante porta. Victoria sistemò il velo monacale che ne adornava il capo, lasciando scoperto solo il viso.

"La Fede sia con voi…" enunciò per poi entrare a passo deciso.
La porta si chiuse dietro di lei mentre gli aromi di incenso e rare spezie invadevano i sensi della donna che ora, lentamente, si portava al centro dell’ampio studio.

La stanza era adornata di ogni sorta di decorazione: da rossi drappi recanti i simboli dell’Ordine, a dipinti di rara bellezza. Pilastri agli angoli finemente lavorati e mobilio in legni rari e preziosi.

Al centro della sala un’imponente scrivania in marmo nero torreggiava su di una parte rialzata del pavimento ed un alto scranno a completare quel che poteva sembrare piu un altare che non uno studio.

Da un angolo della stanza una porta si aprì e l’Alto Padre fece il suo ingresso. Madre Victoria portò le mani giunte un grembo e si prostrò in un lungo inchino.

"Siete puntuale" enunciò il Padre. Un uomo imponente, avvolto in vesti bianche intarsiate di oro e argento, il volto contratto in un’austera espressione. Barba ben curata e occhi color nocciola che quasi attraversarono Madre Victoria da parte a parte con uno sguardo inquietante ma indecifrabile.

Mostrava i segni della mezza età ma in tutta la Cattedrale-Tempio non vi era uomo più affascinante e carismatico.
Lentamente prese posto al suo scranno.

"Per servirvi, Padre" esordì Madre Victoria, ricomponendosi.

"So che avete novità per quanto riguarda le Adepte", l’Alto Padre raccolse un acino d’uva da una ciotola in argento posta sulla scrivania e lo portò alle labbra, attendendo con fare ozioso la sua risposta.

"Si vostra grazia, Adepta Marie ha raggiunto l’età necessaria e completato il proprio percorso e…"

"Ed è duque pronta per la Prova" la interruppe il Padre. Un leggero sorriso si dipinse sul suo volto "sono sicuro che questa volta non ci saranno spiacevoli sorprese…" butto giù un altro acino d’uva "…vero, Madre Victoria?"

La donna sussultò, le mani giunte in grembo e lo sguardo fisso a terra. Cercava di mantenere il suo granitico aplomb mentre lo sguardo indugiava ai piedi della scrivania: prima dei tre gradini che la separavano dal Padre vi erano infatti due anelli di acciaio ben saldi al marmo bianco del pavimento. Madre Victoria deglutì nella perfetta consapevolezza di quel era la loro utilità.

"No, Alto Padre" enunciò decisa. Raccolse ogni grammo della sua stoica ed austera personalità, mostrandosi ben decisa e ferma nelle sue parole "nessuna spiacevole sorpresa, Padre".

"Ebbene dunque, che sia la dimostrazione che ancora siete degna del vostro ruolo", l’uomo si alzò e si mosse con passo calmo innanzi ai tre gradini, per poi scenderli. "Venite Madre Victoria, venite a ricevere la vostra benedizione".

Un lampo di gioia e lussuria saettò negli occhi della donna, mentre un angolo della bocca si piegò in un leggero sorrisetto malizioso.

Ella avanzò e lentamente, si inginocchiò innanzi all’uomo. Le mani giunte in preghiera all’altezza del seno generoso. Chiuse gli occhi e sollevò il viso, le labbra si schiusero lentamente e la lingua bagnata scivolò fuori, in attesa.

Il Sommo padre posò una mano sul capo della donna mentre l’altra smuoveva le falde della candida tunica, all’altezza della vita. "Sia tu benedetta in questo nuovo giorno…" voce solenne dal tono pacato ma deciso mentre lentamente una mano portava alla bocca della donna il membro eretto e turgido.

"Accogli il dono della fede e rifuggi ai desideri terreni" continuò il padre.

La donna dischiuse le carnose labbra fino ad accogliere nella propria bocca il membro dell’uomo di importante dimensione.
Un gemito compiaciuto dell’Alto Padre nel sentire il caldo abbraccio della bocca esperta di Madre Victoria che ora, con lento movimento soddisfaceva il Padre fino a sentirlo contro alla propria gola.

La donna emetteva gemiti soffocati, soffusi e ritmici mentre la sua lingua cullava con sapienti movenze i membro del Padre. Gli occhi serrati e le mani ancora giunte in preghiera mentre lasciava ch’egli invadesse la sua gola con la propria ingombrante virilità.

La donna era esperta e ben avvezza alla benedizione mattutina e continuava il suo ritmico movimento. Aiutata anche dalla mano del Padre, posta sul suo capo che la guidava in lunghe e profonde movenze.

"Accogli ora il frutto della vita…" enunciò il padre con voce appena rotta dal piacere, dopo lunghi minuti di gemiti sommessi"…osserva la tua obbedienza" continuò, aumentando il ritmo con il quale forzava la donna ad una profonda devozione.

Qualche attimo più tardi la donna apri gli occhi, ben conscia che quello era l’unico momento in cui poteva e doveva fissarlo in viso.
Gemette sorella Victoria, sentendo il membro del Padre pulsare di piacere e con ultimi lunghi e sapienti movimenti lo portò ad un profondo orgasmo.

L’uomo emise un gemito controllato riversando nella bocca della Madre il suo abbondante e caldo seme.

Victoria lo fissava con occhi lucidi e il viso arrossato dal piacere mentre deglutiva copiosamente e rumorosamente il seme del Padre.
Non le era concesso di sprecarne neppure una goccia. La pena sarebbe stata esemplare.

Con cautela ella lasciò che l’uomo riversasse giù per la sua gola tutto il suo seme per poi pulire con perizia e devozione il suo membro, per tutta la lunghezza, con sapienti movimenti della calda lingua mentre ansimava sommessamente.

"Vi ringrazio, Alto Padre, per il vostro dono. Siate benedetto" sussurrò mentre si sollevava nuovamente. La sensazione di pienezza e il sapore del maschio la pervasero e percepì di esser fradicia tra le proprie cosce, al di sotto della cintura di castità impostale.

"Va ora, prepara la fanciulla alla Prova e che sia tutto pronto, gli Dei non accetteranno un altro fallimento" esordì l’uomo, per poi ricomporsi e congedare la donna.

La porta si apri nuovamente e Madre Victoria mosse nuovamente passi decisi lungo l’ampio corridoio. La mente ancora annebbiata dal piacere provato e ancora il sapore del padre a pervaderla ma ben conosceva il suo ruolo e i suoi doveri e la sua devozione all’Ordine era seconda soltanto alla sua solerzia nell’ applicarne le leggi.

Si diresse quindi ai quartieri delle Adepte, ben intenta a far sì che l’ incombente cerimonia incontri il plauso degli Dei. O ne avrebbe pagato le amare conseguenze.


Grazie per la lettura, spero abbiate apprezzato questo mio primo racconto.
Per qualsiasi confronto, suggerimento, o anche semplice scambio di opinioni, siete benvenuti a scrivermi alla mia mail liveonlust@gmail.com
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2023-11-03
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