Scopata dal cazzo finto grosso e lungo
di
Dark side
genere
masturbazione
Quella sera in disco era stata una delusione, un paio di ragazzi si erano sfrusciati sul mio culo ma nessuno di loro si era fatto avanti.
A parte per un ragazzo verso la fine della serata che si era strusciato anche lui mentre ballavamo, avevo sentito il suo cazzone duro e lungo appoggiato alle mie natiche.
Era un bel po ubriaco e non riuscì a concludere nulla.
Ci scambiammo un limone bello vigoroso, io gli palpai il cazzo da fuori i pantaloni e lui mise timidamente la mano sotto la gonna.
Indossavo un tubino nero attillatissimo, le scarpe col tacco rosse e un perizoma che era in realtà un filo sottile.
Avevo la fica rasata e profumata.
Tornai a casa in taxi, mandai un messaggio a Simona per avvisarla del mio rientro come era mia abitudine fare e infilai le chiavi nella porta di casa.
I miei genitori erano in vacanza e in casa eravamo solo io e mio fratello.
Non sentivo la sua tv andare in camera come era solito fare per addormentarsi e pensai di esser sola in casa.
La sera prima di uscire mi aveva detto che si sarebbe fermato da Michela la sua ragazza per non rientrare troppo tardi a casa.
Bene pensai, sono sola!
Continuavo a pensare a quel ragazzo fico e con quel cazzone da 20 centimetri in tiro nei pantaloni.
Mi spogliai del mio tubino, buttai il vestito sul divano e rimasi in mezzo alla stanza in perizoma.
Era un po’ brilla, l’alcol iniziava a salire e le immagini di quei cazzi che si strusciavano su di me iniziavano a eccitarmi.
Decisi di andare in camera mia, sopra all’armadio dove tenevo le valigie nascosto in un sacchetto avevo un cazzo di gomma finto lungo trenta centimetri che Simona mi aveva regalato due anni prima durante la nostra prima vacanza ad Amsterdam.
Alla base di questo fallo finto c’e una ventosa.
Lo tolgo dalla scatola e vedo che è davvero enorme, ma più lo guardo e più l’eccitazione sale.
Torno in sala sono mezza ubriaca ma eccitata allo stesso tempo.
Attacco la ventosa di quel fallo al muro della sala a un’altezza bassa giusta per potermi mettere a quattro zampe e ficcarmelo in fica.
Mi tolgo il perizoma, mi appoggio al cazzo finto e lo sento freddo ma durissimo.
Faccio fatica ha davvero un diametro enorme, appena respiro il cazzo mi entra.
Una vampata di calore mi sovrasta e rimango a bocca aperta senza fiato per qualche secondo.
Iniziò a far su e giù, rimango sempre a quattro zampe e iniziò a sentire la mia fica che gronda di umori.
Inizio a far su e giù in maniera sempre più forte, mi immagino di esser posseduta da quei cazzoni in discoteca.
Tutti! Tutti! Nella mia fica! Urlo
Non mi rendo conto forse per la foga da arrapata quale sono o forse per i fiumi di alcol in corpo ma riesco a dare un colpo così forte che vengo in un orgasmo fortissimo ma allo stesso tempo svengo e cado a terra con la faccia.
La mia fica giovane e calda esce di forza da quel cazzo appeso al muro.
Sono a terra con le gambe aperte un po’ di sangue e un po’ di umori tra le cosce.
Ci metto un po’ a riprendermi forse rimango a terra svenuta per qualche minuto.
Sono in un lago di sangue e umori.
Quel cazzo appeso al muro mi ha scopato come nessuno mai.
Riprendo le mie cose sparse per terra e mi dirigo verso la cameretta.
Non riesco a camminare ho la fica distrutta.
Non vedo l’ora di chiamare Simona e raccontarle che quel regalo è stato davvero gradito.
Mi metto a letto e rimango con le gambe aperte tutta notte, non riesco a chiuderle mi fanno male, ho la fica spanata!
A parte per un ragazzo verso la fine della serata che si era strusciato anche lui mentre ballavamo, avevo sentito il suo cazzone duro e lungo appoggiato alle mie natiche.
Era un bel po ubriaco e non riuscì a concludere nulla.
Ci scambiammo un limone bello vigoroso, io gli palpai il cazzo da fuori i pantaloni e lui mise timidamente la mano sotto la gonna.
Indossavo un tubino nero attillatissimo, le scarpe col tacco rosse e un perizoma che era in realtà un filo sottile.
Avevo la fica rasata e profumata.
Tornai a casa in taxi, mandai un messaggio a Simona per avvisarla del mio rientro come era mia abitudine fare e infilai le chiavi nella porta di casa.
I miei genitori erano in vacanza e in casa eravamo solo io e mio fratello.
Non sentivo la sua tv andare in camera come era solito fare per addormentarsi e pensai di esser sola in casa.
La sera prima di uscire mi aveva detto che si sarebbe fermato da Michela la sua ragazza per non rientrare troppo tardi a casa.
Bene pensai, sono sola!
Continuavo a pensare a quel ragazzo fico e con quel cazzone da 20 centimetri in tiro nei pantaloni.
Mi spogliai del mio tubino, buttai il vestito sul divano e rimasi in mezzo alla stanza in perizoma.
Era un po’ brilla, l’alcol iniziava a salire e le immagini di quei cazzi che si strusciavano su di me iniziavano a eccitarmi.
Decisi di andare in camera mia, sopra all’armadio dove tenevo le valigie nascosto in un sacchetto avevo un cazzo di gomma finto lungo trenta centimetri che Simona mi aveva regalato due anni prima durante la nostra prima vacanza ad Amsterdam.
Alla base di questo fallo finto c’e una ventosa.
Lo tolgo dalla scatola e vedo che è davvero enorme, ma più lo guardo e più l’eccitazione sale.
Torno in sala sono mezza ubriaca ma eccitata allo stesso tempo.
Attacco la ventosa di quel fallo al muro della sala a un’altezza bassa giusta per potermi mettere a quattro zampe e ficcarmelo in fica.
Mi tolgo il perizoma, mi appoggio al cazzo finto e lo sento freddo ma durissimo.
Faccio fatica ha davvero un diametro enorme, appena respiro il cazzo mi entra.
Una vampata di calore mi sovrasta e rimango a bocca aperta senza fiato per qualche secondo.
Iniziò a far su e giù, rimango sempre a quattro zampe e iniziò a sentire la mia fica che gronda di umori.
Inizio a far su e giù in maniera sempre più forte, mi immagino di esser posseduta da quei cazzoni in discoteca.
Tutti! Tutti! Nella mia fica! Urlo
Non mi rendo conto forse per la foga da arrapata quale sono o forse per i fiumi di alcol in corpo ma riesco a dare un colpo così forte che vengo in un orgasmo fortissimo ma allo stesso tempo svengo e cado a terra con la faccia.
La mia fica giovane e calda esce di forza da quel cazzo appeso al muro.
Sono a terra con le gambe aperte un po’ di sangue e un po’ di umori tra le cosce.
Ci metto un po’ a riprendermi forse rimango a terra svenuta per qualche minuto.
Sono in un lago di sangue e umori.
Quel cazzo appeso al muro mi ha scopato come nessuno mai.
Riprendo le mie cose sparse per terra e mi dirigo verso la cameretta.
Non riesco a camminare ho la fica distrutta.
Non vedo l’ora di chiamare Simona e raccontarle che quel regalo è stato davvero gradito.
Mi metto a letto e rimango con le gambe aperte tutta notte, non riesco a chiuderle mi fanno male, ho la fica spanata!
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