Confessioni di uno sfigato
di
Mondragone
genere
interviste
Sfigato? Sì, ma chiariamo subito, sono una persona normale, come ce ne sono tante, senza nessun carattere particolare che mi differenzia da migliaia/lioni di miei simili, perché se alla maggior parte degli italiani togliamo quella patina di latin lover che gli stranieri appiccicano loro, di non sfigati ne rimangono davvero pochi. Non ci credete? E allora chiediamolo ai medici, agli infermieri, agli psicologi, agli psichiatri… alle mogli? Meglio non farlo per pura solidarietà maschile, ne uscirebbero delle sorprese. Meglio conservare quell’illusione di grandeur e far finta di niente. Ma chi dopo i 35 scopa ancora mattino, mezzogiorno, sera; chi deve continuamente negarsi alle amanti; per troppe richieste chi sa gestire una doppia o tripla vita tra ufficialità a clandestinità? Non che non esistano delle eccezioni, beninteso, ma la realtà è diversa dalla fantasia, soprattutto quella erotica. Meglio allora essere sinceri, e ci si guadagna anche, perché è più facile risalire dal basso che scendere dal piedestallo. Può succedere di risultare anche migliori di come ci si descritti. E allora? Ebbene sì, sono uno sfigato.
Certo che volete sapere il perché! La curiosità non è appannaggio solo delle donne, quella erotica poi ha più lettori del Vangelo. E va bene, lo confesso. Ho conosciuto una donna, l’ho sedotta, l’ho sposata. Dovevo essere rincitrullito, affamato, o incosciente, perché dieci anni dopo avrei fatto una scelta più razionale e consapevole. Ma si sa, il padreterno di toglie per qualche anno il lume della ragione e tu ti innamori e ti sposi. Altrimenti l’umanità come farebbe a moltiplicarsi e a rinnovarsi? Ma anche qui meglio essere chiari: lasciatemi nella convinzione di averla scelta io, di aver sempre deciso io, fa tanto galletto no?, ma a dire il vero mi ha scelto lei. E’ stato così fin dall’inizio, figuriamoci dopo. Voleva un uomo che la rendesse madre ed è stata così abile da convincermi che ero io a decidere tutto e a portare i calzoni. Sfigato! Così me la sono scopata. E alla grande, direi, per qualche anno almeno, poi siamo diventati coppia e tutto è diventato normalità. Risparmiatemi i dettagli, guardatevi nello specchio e pensate ai vostri tentativi di compensazione, ai diversivi nascostamente e pazientemente elaborati per trovare una via di fuga a quella normalità. Li avete fatti vero? Anche voi? Del resto, simo sinceri, in giro c’erano donne più calorose della nostra, più affettuose, più attente alle nostre doti, più affascinate dal nostro aspetto. Mi sapevano apprezzare meglio e allora perché non farci un pensierino, del resto è mooolto importante rinnovare la propria esperienza sviluppando nuove opportunità, nuove attenzioni. Lo scopo dichiarato è quello di rinvigorire un rapporto che necessitava di sangue nuovo per tenersi in vita. Non é così dovrebbe fare un buon marito per soddisfare la sua fanciulla? Sì, ma con chi? con colleghe? con amiche? con vicine? Ma dai, poi le chiacchere delle gelose, i commenti dei finti moralisti, gli ammiccamenti di chi vuol dimostrare di essere un esperto, …naaa meglio fissare la zona di ricerca fuori, lontano dal pollaio, nell’anonimato. Erano gi anni 70-75. Allora si usava il l’inserzione su Men, la ricerca su giornali, il fermoposta. Come era erotico quel c’è posta per me? Ed esaltante l’attesa. Sarebbe certo stato meglio un approccio più diretto, forse un po’ rischioso ma più produttivo, però c’era una reputazione da mantenere, l’immagine del marito serio da onorare, e allora dai a descrivere quello che non sei e quello che cerchi nella speranza che qualcuna abboccasse. Incontri impossibili, carichi di fascino, da dimenticare. Non che la tua non te la desse più, no, ma cum iudicio, senza strafare. Un pompino che ti tirasse su il lenzuolo dal buco del culo era solo una fantasia lungamente accarezzata e mai realizzata con lei, lei che non capiva che quello era un modo per tenerti stretto impedendoti di cercare l’amato gaudio nella bocca di un’altra, magari a pagamento sui sedili abbassati della tua seicento infrattata in un vicolo buio. Improvvisazioni indecenti, immagini epiche, da non raccontare con orgoglio ma momenti di storia variopinta insufficienti a placare il fuoco divorante di una fame mai sazia e mai soddisfatta a dovere, soprattutto mai ammessa pubblicamente, da porci con le ali. Sfigato. Tentativi andati più o meno a vuoto che però compensavano nella fantasia un rapporto sempre più rinviato al sabato sera più per ammutolire un bisogno fisico tenuto al riparo dal soddisfacimento sentimentale. Intanto i figli crescevano. E nelle sale pubbliche i primi porno dai nomi accattivanti accorciavano drasticamente i tempi d’eccitazione del maschio italiano già di per sé affetto da eiaculazione precoce. L’Ultimo tango richiamava gli intellettuali ma Spermula riempiva le sale di anziani in cerca di emozioni forti e proibite, capaci di provocare effetti ormai sopiti e certo per un’incomprensibile vergogna da non rendere pubblici. Così la vita continuava tra desideri insoddisfatti, esternazioni mandrillesche, tentativi abortiti, insuccessi segreti, voglie represse, ambiguità tenacemente nascoste a chi avrebbe invece dovuto conoscerle meglio. Sì, d’accordo, non tutto era così un disastro, ma cazzo perché i mei colleghi e gli amici trovavano come sollazzarsi con tanta facilità e io invece dovevo fare una fatica boia a trovare figa anche in casa con risultati poi di ripiego? E non è che mi tirasse meno di come tirava a loro eeeh. Sfigato.
Poi avvenne l’irreparabile. Un tumore al pancreas si portò via nel volgere di un mese il mio amore. Troppo presto, troppo in fretta, avevamo ancora molto da dirci anche se era meglio non aprire il cassetto segreto dove avevo chiuso sotto chiave a doppia mandata i fantasmi del mio turbolento inconscio. Quando non c’è più ti rendi conto se è stato amore, perché il metro per misurarlo non è l’essere rimasto fedele. No, tutti chi più chi meno prima o poi abbiamo tradito in qualche modo. Il metro è l’aver veramente condiviso momenti, desideri, difficoltà, segreti, fallimenti, progetti. Il nostro, sì, è stato amore e per pudore non chiedetemi di più. Ma anche l’amore come tutte le cose belle viene manipolato dal tempo che tutto trasforma e rinnova. Così, rimasto a bocca asciutta, ben presto più che il dolor poté il digiuno e mi ritrovai a fare i conti con la mia componente erotica ben lontana dal voler andare in letargo. A quai 60 anni non ti fai più illusioni, hai messo da parte il romanticismo e libero da vincoli affettivi esclusivi abbandoni le forme classiche di relazione per volgerti verso qualcosa di nuovo, mai sperimentato prima, stuzzicante, non necessariamente perverso ma senza dubbio più riflessivo, introspettivo, maturo, oserei dire specialistico. Iniziava così un momento che definisco il sesso degli altri. Più che cercare la scopata occasionale, la mia ricerca stava diventando introspettiva. Come scopavo io lo sapevo già, indubbiamente non ero un artista, ma ora dovevo scoprire, vedere, capire, come scopavano gli altri. Il capitolo di apertura del nuovo libro portava un titolo: corrispondenza erotica. Un sito di incontri che avevo cominciato a frequentare me ne offrì inaspettatamente l’occasione. Cominciai con una signora matura, forse intenerita dalla mia recente esperienza di solitudine, aveva iniziato a confidarmi le sue necessità e la storia delle conseguenti evasioni. Unica condizione per continuare questo rapporto era che non cercassi un nessun incontro e non esprimessi un giudizio. Mi stava bene, per me era una novità. Quanto le sue spumeggianti esternazioni corrispondessero a verità non so dirlo, ma a me aprirono un mondo del quale conoscevo poco: voglia di penetrazioni multiple, bisogno di essere usata senza limitazioni, desiderio esibizionistico di essere guardata, volontà di andare sempre oltre senza ritegno, situazioni di obbediente sottomissione, ricerca di di situazioni potenzialmente pericolose, piacere di sentirsi troia. I segreti che mi venivano svelati, era inevitabile, mi portavano a tentare collateralmente qualche esperienza anch’io, fosse solo per dimostrarmi che queste cose succedevano davvero. Il medesimo sito mi veniva concretamente in aiuto. Incontriamoci, a lei piace, tu gioca io vi guardo. Il buio di un cinema, ultima fila di pomeriggio, si prestava a meraviglia. Lei lasciava fare, lui guardava e si eccitava, la camicetta sbottonata, l’impermeabile sulle ginocchia, lei china a gustare la mia mercanzia, per finire il lavoro in bagno dopo il primo assaggio. Ma anche quella coppia che per la loro ginnastica da camera volevano un assistente pronto a scattare foto da riportare subito dopo su computer per ascoltare i commenti di lei mentre lui si impiastricciava il muso tra le sue gambe. La mancanza di vincoli famigliari mi rendeva disponibile a esperienze diverse il cui tema si riconduceva sempre al leitmotiv iniziale: il sesso degli altri. Succedevano anche cose strane: la quarantenne che voleva solo farsi succhiare le tette rifiutandosi di concedere la fica; la cinquantenne tassativa che specificava no, la figa no, mio marito non lo tradisco, se vuoi puoi farmi il culo; quella che testimoniava sono una troia, dimmelo anche tu che sono una troia, una grande troia, anche se poi era semplicemente un po’ puttana; quella che accarezzandosi la maglietta diceva vero che si nota che sono mmmaggiorata, le vuoi vedere le mie tette? Capire per capire ho voluto vedere anche il mondo dei privé. Ero curioso. Ne ho visti pochi, ma tanto a Milano dove vivo sono tutti uguali. Più che altro ho scoperto che servono per accostare coppie che dopo una conoscenza minima continuano a casa loro la serata con te improvvisato spettatore di una dimostrazione di gestualità in cerca di apprezzamento e di conferma.. In questo caso sì che se ne vedono di tutte, perché la mancanza di interferenze e la complicità accettata favoriscono la libera e incontrollata esibizione delle proprie perversioni e istinti. La volta che ho capito che lui voleva succhiarmelo per poi farsi inculare ho interrotto anche questa tipologia di avventura. Farà moderno, sì, ma io vado all’antica. Amore? No questo non è amore, anche se in condizioni particolari fa parte della vita. Perversione? Non esageriamo, ho fatto solo ciò che molti adulti desidererebbero fare ma non ne hanno l’occasione o la possibilità salvo poi stigmatizzarlo come perversione. Io l’ho avuta ma, nonostante ciò, non facciamoci illusioni, sono rimasto uno sfigato. Il sesso degli altri fa conoscere tante cose, porta a sviluppare situazioni insolite, può anche coinvolgerti ma si ferma inesorabilmente lì. Tu rimani quello che sei, uno sfigato.
E si finisce che si diventa vecchi. Adesso sono a 80, non li dimostro, ma sono comunque 80. Va bene ve lo dico: mi tira poco quindi non posso più fare il galletto. Ma se l’uccello vola basso in compenso mi è venuto uno sguardo da aquila. Ho imparato a cogliere la sostanza delle cose. Dal sesso mio, al sesso degli altri, sono finalmente arrivato al sesso e basta. Sulla fisica mi sento a livello universitario, sulla meccanica non mi occorrono maestri, sulla chimica ho imparato a cogliere momenti e situazioni. Ora del sesso voglio sentirne il profumo, la presenza, l’importanza, la bellezza, l’eleganza, la profondità. Sesso va oltre cazzo figa tette culi. La diversità del corpo femminile da mio ora mi porta a scoprire non tanto la femmina quanto la donna. Un mondo complesso, confuso, volubile, articolato, inafferrabile, ricco di sfumature, mai uguale. Il rispetto é d’obbligo, come davanti a un capolavoro. Non ho più bisogno di possederlo quel corpo stupendo e tenero, ora riesco più semplicemente a “sentirlo”, in una visione quasi contemplativa capace di coglierne la realtà profonda e vera. Una donna smaterializzata é quella che percepisco accarezzando quelle dolci forme abbandonate sulle mie ginocchia. La dolcezza del suo contatto mi suscita emozioni nuove che non necessitano di parole per trasmettersi, ben più incisive di quelle forti degli anni ruggenti. Sono le emozioni che rinnovano il cervello non le scopate. Non é sesso, é la percezione di un complemento che mi dà valore e significato, la coscienza di essere qualcosa di più e di grandioso. Quella donna che avevo visto variegato strumento di piacere reciproco flessibile a ogni forma di godimento mi appare ora per quello che é, semplicemente una donna, un essere ricco nel quale mente cuore e corpo confluiscono in un tutto unico e irripetibile capace di donare sensazioni profonde e di sconvolgere una mente, un cuore, un corpo che accanto a lei le consente di diventare un bene prezioso da trattare coi guanti. Sfigato? No adesso non più, perché non c’é più bisogno di figa, adesso nella mia testa c’é la donna e questo mi fa sentire uomo. Un linguaggio muto che sa di autenticità. Il valore dei vecchi.
E sono alla fine. Tutto vero? Certo che è tutto vero. Da affascinato per primi amori, ad abituato agli amori, a stanco degli amori, sono approdato a qualcosa di profondamente intimo non più trasformabile in parole gesti o situazioni, ma vero.
Mi sono sputtanato abbastanza, direi, ora mi piacerebbe leggere qualche commento su questa mia confessione, so accettare anche gli insulti, per questo vi fornisco la mia mail: mandragone1000@tiscali.it
Certo che volete sapere il perché! La curiosità non è appannaggio solo delle donne, quella erotica poi ha più lettori del Vangelo. E va bene, lo confesso. Ho conosciuto una donna, l’ho sedotta, l’ho sposata. Dovevo essere rincitrullito, affamato, o incosciente, perché dieci anni dopo avrei fatto una scelta più razionale e consapevole. Ma si sa, il padreterno di toglie per qualche anno il lume della ragione e tu ti innamori e ti sposi. Altrimenti l’umanità come farebbe a moltiplicarsi e a rinnovarsi? Ma anche qui meglio essere chiari: lasciatemi nella convinzione di averla scelta io, di aver sempre deciso io, fa tanto galletto no?, ma a dire il vero mi ha scelto lei. E’ stato così fin dall’inizio, figuriamoci dopo. Voleva un uomo che la rendesse madre ed è stata così abile da convincermi che ero io a decidere tutto e a portare i calzoni. Sfigato! Così me la sono scopata. E alla grande, direi, per qualche anno almeno, poi siamo diventati coppia e tutto è diventato normalità. Risparmiatemi i dettagli, guardatevi nello specchio e pensate ai vostri tentativi di compensazione, ai diversivi nascostamente e pazientemente elaborati per trovare una via di fuga a quella normalità. Li avete fatti vero? Anche voi? Del resto, simo sinceri, in giro c’erano donne più calorose della nostra, più affettuose, più attente alle nostre doti, più affascinate dal nostro aspetto. Mi sapevano apprezzare meglio e allora perché non farci un pensierino, del resto è mooolto importante rinnovare la propria esperienza sviluppando nuove opportunità, nuove attenzioni. Lo scopo dichiarato è quello di rinvigorire un rapporto che necessitava di sangue nuovo per tenersi in vita. Non é così dovrebbe fare un buon marito per soddisfare la sua fanciulla? Sì, ma con chi? con colleghe? con amiche? con vicine? Ma dai, poi le chiacchere delle gelose, i commenti dei finti moralisti, gli ammiccamenti di chi vuol dimostrare di essere un esperto, …naaa meglio fissare la zona di ricerca fuori, lontano dal pollaio, nell’anonimato. Erano gi anni 70-75. Allora si usava il l’inserzione su Men, la ricerca su giornali, il fermoposta. Come era erotico quel c’è posta per me? Ed esaltante l’attesa. Sarebbe certo stato meglio un approccio più diretto, forse un po’ rischioso ma più produttivo, però c’era una reputazione da mantenere, l’immagine del marito serio da onorare, e allora dai a descrivere quello che non sei e quello che cerchi nella speranza che qualcuna abboccasse. Incontri impossibili, carichi di fascino, da dimenticare. Non che la tua non te la desse più, no, ma cum iudicio, senza strafare. Un pompino che ti tirasse su il lenzuolo dal buco del culo era solo una fantasia lungamente accarezzata e mai realizzata con lei, lei che non capiva che quello era un modo per tenerti stretto impedendoti di cercare l’amato gaudio nella bocca di un’altra, magari a pagamento sui sedili abbassati della tua seicento infrattata in un vicolo buio. Improvvisazioni indecenti, immagini epiche, da non raccontare con orgoglio ma momenti di storia variopinta insufficienti a placare il fuoco divorante di una fame mai sazia e mai soddisfatta a dovere, soprattutto mai ammessa pubblicamente, da porci con le ali. Sfigato. Tentativi andati più o meno a vuoto che però compensavano nella fantasia un rapporto sempre più rinviato al sabato sera più per ammutolire un bisogno fisico tenuto al riparo dal soddisfacimento sentimentale. Intanto i figli crescevano. E nelle sale pubbliche i primi porno dai nomi accattivanti accorciavano drasticamente i tempi d’eccitazione del maschio italiano già di per sé affetto da eiaculazione precoce. L’Ultimo tango richiamava gli intellettuali ma Spermula riempiva le sale di anziani in cerca di emozioni forti e proibite, capaci di provocare effetti ormai sopiti e certo per un’incomprensibile vergogna da non rendere pubblici. Così la vita continuava tra desideri insoddisfatti, esternazioni mandrillesche, tentativi abortiti, insuccessi segreti, voglie represse, ambiguità tenacemente nascoste a chi avrebbe invece dovuto conoscerle meglio. Sì, d’accordo, non tutto era così un disastro, ma cazzo perché i mei colleghi e gli amici trovavano come sollazzarsi con tanta facilità e io invece dovevo fare una fatica boia a trovare figa anche in casa con risultati poi di ripiego? E non è che mi tirasse meno di come tirava a loro eeeh. Sfigato.
Poi avvenne l’irreparabile. Un tumore al pancreas si portò via nel volgere di un mese il mio amore. Troppo presto, troppo in fretta, avevamo ancora molto da dirci anche se era meglio non aprire il cassetto segreto dove avevo chiuso sotto chiave a doppia mandata i fantasmi del mio turbolento inconscio. Quando non c’è più ti rendi conto se è stato amore, perché il metro per misurarlo non è l’essere rimasto fedele. No, tutti chi più chi meno prima o poi abbiamo tradito in qualche modo. Il metro è l’aver veramente condiviso momenti, desideri, difficoltà, segreti, fallimenti, progetti. Il nostro, sì, è stato amore e per pudore non chiedetemi di più. Ma anche l’amore come tutte le cose belle viene manipolato dal tempo che tutto trasforma e rinnova. Così, rimasto a bocca asciutta, ben presto più che il dolor poté il digiuno e mi ritrovai a fare i conti con la mia componente erotica ben lontana dal voler andare in letargo. A quai 60 anni non ti fai più illusioni, hai messo da parte il romanticismo e libero da vincoli affettivi esclusivi abbandoni le forme classiche di relazione per volgerti verso qualcosa di nuovo, mai sperimentato prima, stuzzicante, non necessariamente perverso ma senza dubbio più riflessivo, introspettivo, maturo, oserei dire specialistico. Iniziava così un momento che definisco il sesso degli altri. Più che cercare la scopata occasionale, la mia ricerca stava diventando introspettiva. Come scopavo io lo sapevo già, indubbiamente non ero un artista, ma ora dovevo scoprire, vedere, capire, come scopavano gli altri. Il capitolo di apertura del nuovo libro portava un titolo: corrispondenza erotica. Un sito di incontri che avevo cominciato a frequentare me ne offrì inaspettatamente l’occasione. Cominciai con una signora matura, forse intenerita dalla mia recente esperienza di solitudine, aveva iniziato a confidarmi le sue necessità e la storia delle conseguenti evasioni. Unica condizione per continuare questo rapporto era che non cercassi un nessun incontro e non esprimessi un giudizio. Mi stava bene, per me era una novità. Quanto le sue spumeggianti esternazioni corrispondessero a verità non so dirlo, ma a me aprirono un mondo del quale conoscevo poco: voglia di penetrazioni multiple, bisogno di essere usata senza limitazioni, desiderio esibizionistico di essere guardata, volontà di andare sempre oltre senza ritegno, situazioni di obbediente sottomissione, ricerca di di situazioni potenzialmente pericolose, piacere di sentirsi troia. I segreti che mi venivano svelati, era inevitabile, mi portavano a tentare collateralmente qualche esperienza anch’io, fosse solo per dimostrarmi che queste cose succedevano davvero. Il medesimo sito mi veniva concretamente in aiuto. Incontriamoci, a lei piace, tu gioca io vi guardo. Il buio di un cinema, ultima fila di pomeriggio, si prestava a meraviglia. Lei lasciava fare, lui guardava e si eccitava, la camicetta sbottonata, l’impermeabile sulle ginocchia, lei china a gustare la mia mercanzia, per finire il lavoro in bagno dopo il primo assaggio. Ma anche quella coppia che per la loro ginnastica da camera volevano un assistente pronto a scattare foto da riportare subito dopo su computer per ascoltare i commenti di lei mentre lui si impiastricciava il muso tra le sue gambe. La mancanza di vincoli famigliari mi rendeva disponibile a esperienze diverse il cui tema si riconduceva sempre al leitmotiv iniziale: il sesso degli altri. Succedevano anche cose strane: la quarantenne che voleva solo farsi succhiare le tette rifiutandosi di concedere la fica; la cinquantenne tassativa che specificava no, la figa no, mio marito non lo tradisco, se vuoi puoi farmi il culo; quella che testimoniava sono una troia, dimmelo anche tu che sono una troia, una grande troia, anche se poi era semplicemente un po’ puttana; quella che accarezzandosi la maglietta diceva vero che si nota che sono mmmaggiorata, le vuoi vedere le mie tette? Capire per capire ho voluto vedere anche il mondo dei privé. Ero curioso. Ne ho visti pochi, ma tanto a Milano dove vivo sono tutti uguali. Più che altro ho scoperto che servono per accostare coppie che dopo una conoscenza minima continuano a casa loro la serata con te improvvisato spettatore di una dimostrazione di gestualità in cerca di apprezzamento e di conferma.. In questo caso sì che se ne vedono di tutte, perché la mancanza di interferenze e la complicità accettata favoriscono la libera e incontrollata esibizione delle proprie perversioni e istinti. La volta che ho capito che lui voleva succhiarmelo per poi farsi inculare ho interrotto anche questa tipologia di avventura. Farà moderno, sì, ma io vado all’antica. Amore? No questo non è amore, anche se in condizioni particolari fa parte della vita. Perversione? Non esageriamo, ho fatto solo ciò che molti adulti desidererebbero fare ma non ne hanno l’occasione o la possibilità salvo poi stigmatizzarlo come perversione. Io l’ho avuta ma, nonostante ciò, non facciamoci illusioni, sono rimasto uno sfigato. Il sesso degli altri fa conoscere tante cose, porta a sviluppare situazioni insolite, può anche coinvolgerti ma si ferma inesorabilmente lì. Tu rimani quello che sei, uno sfigato.
E si finisce che si diventa vecchi. Adesso sono a 80, non li dimostro, ma sono comunque 80. Va bene ve lo dico: mi tira poco quindi non posso più fare il galletto. Ma se l’uccello vola basso in compenso mi è venuto uno sguardo da aquila. Ho imparato a cogliere la sostanza delle cose. Dal sesso mio, al sesso degli altri, sono finalmente arrivato al sesso e basta. Sulla fisica mi sento a livello universitario, sulla meccanica non mi occorrono maestri, sulla chimica ho imparato a cogliere momenti e situazioni. Ora del sesso voglio sentirne il profumo, la presenza, l’importanza, la bellezza, l’eleganza, la profondità. Sesso va oltre cazzo figa tette culi. La diversità del corpo femminile da mio ora mi porta a scoprire non tanto la femmina quanto la donna. Un mondo complesso, confuso, volubile, articolato, inafferrabile, ricco di sfumature, mai uguale. Il rispetto é d’obbligo, come davanti a un capolavoro. Non ho più bisogno di possederlo quel corpo stupendo e tenero, ora riesco più semplicemente a “sentirlo”, in una visione quasi contemplativa capace di coglierne la realtà profonda e vera. Una donna smaterializzata é quella che percepisco accarezzando quelle dolci forme abbandonate sulle mie ginocchia. La dolcezza del suo contatto mi suscita emozioni nuove che non necessitano di parole per trasmettersi, ben più incisive di quelle forti degli anni ruggenti. Sono le emozioni che rinnovano il cervello non le scopate. Non é sesso, é la percezione di un complemento che mi dà valore e significato, la coscienza di essere qualcosa di più e di grandioso. Quella donna che avevo visto variegato strumento di piacere reciproco flessibile a ogni forma di godimento mi appare ora per quello che é, semplicemente una donna, un essere ricco nel quale mente cuore e corpo confluiscono in un tutto unico e irripetibile capace di donare sensazioni profonde e di sconvolgere una mente, un cuore, un corpo che accanto a lei le consente di diventare un bene prezioso da trattare coi guanti. Sfigato? No adesso non più, perché non c’é più bisogno di figa, adesso nella mia testa c’é la donna e questo mi fa sentire uomo. Un linguaggio muto che sa di autenticità. Il valore dei vecchi.
E sono alla fine. Tutto vero? Certo che è tutto vero. Da affascinato per primi amori, ad abituato agli amori, a stanco degli amori, sono approdato a qualcosa di profondamente intimo non più trasformabile in parole gesti o situazioni, ma vero.
Mi sono sputtanato abbastanza, direi, ora mi piacerebbe leggere qualche commento su questa mia confessione, so accettare anche gli insulti, per questo vi fornisco la mia mail: mandragone1000@tiscali.it
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