E brava Giulia
di
Guglielmo Da Baskerville
genere
tradimenti
Voglio vivere come te
Voglio vivere come se
come se tutto il mondo... fosse... fosse fuori... fuori... fuori
E voglio ridere come se
come se ridere di per sé
bastasse già a risolvere gli errori
Giulia era a cavalcioni su di me, io seduto sul divano, lei a gambe aperte con il bacino appoggiato al mio basso ventre, si è sollevata un po', e con la mano è passata dietro i suoi glutei, ha preso in mano il mio cazzo, che era dritto e duro, e direzionandolo se l'è infilato nella sua fica. E' entrato tutto sotto il suo peso, e come una calda coperta lo ha avvolto. Abbracciati stretti, le labbra fuse lasciavano spazio al dolce gioco delle nostre lingue che si intrecciavano cercandosi. La pelle della sua schiena, che carezzavo lentamente, era vellutata come la seta. Le sue mani mi stringevano dietro la nuca e mi schiacciavano contro il suo viso. Lei andava su e giù, le nostre membrane sembrano fondersi in un'unica sola, e il suono dolce e soave del suo ansimare mi faceva smaniare di desiderio. Poi ha iniziato ad aumentare il ritmo e la forza con cui lasciava cadersi, e il rumore dei suoi glutei che sbattevano sulle mie cosce, ritmava come un 'tam tam' il suo movimento. Ad un tratto mi ha detto: «Sono più brava di sua moglie? Noi ci divertiremo tanto insieme.» Io quasi non l'ho sentita, non ho quasi percepito le sue parole, perso in quel corpo e nella nostra insana e peccaminosa passione. Ogni volta, quando con frenesia si abbassava su di me, prendeva tutto il mio cazzo dentro, e si strusciava schiacciando il suo clitoride sul mio corpo, ed il suo respiro si faceva sempre più veloce e smanioso. Rapida come una gattina, è sgusciata da me, e si è messa a 90 sul divano, con lo sguardo mi ha fatto capire quello che voleva. Mi sono alzato, l'ho presa con le mani da dietro per i fianchi, e spingendo l'ho infilato nella sua fica, bagnatissima dal desiderio. Pompavo forte, sempre con più foga, fino a che lei è crollata lasciando solo il culetto in alto, ed io preso da un frenetico capriccio, le ho messo due dita nel buchetto dietro e sentendolo dilatato e lubrificato dai suoi liquidi vaginali, mi sono sfilato da davanti e l'ho penetrata nel culo, con ardore, con l'impazienza di farla godere, di saziare la sua fame di sesso.
Giulia si è voltata con una smorfia di dolore, vedevo le lacrime scorrergli lente, ed io ho diminuito le mie spinte muovendomi più delicatamente e facendo adattare i suoi muscoli a quella forzata intrusione.
Dopo un po' di quel gioco dissennato, ho sentito dalla sua bocca: «Si prof, è bellissimo. Tutto nel mio culetto... sì... sì... Go... do... Ancora, non si fermi... lei è fantastico, mi scopi tutta. Ahh... Eccomi », ha quelle parole, dette con tanta enfasi passionale, ho perso il controllo di mio corpo, e mi sono lasciato andare in un paradisiaco orgasmo, venendo dentro di lei. Il cuore mi batteva rapido, il fiato corto, le gambe che non mi sostenevano scosse da piccoli crampi, che sfumavano lungo la mia schiena diventando brividi caldi. Mi sono accasciato in avanti sul suo corpo, con il viso appoggiato alla sua schiena.
Quando il mio organismo ha ripreso le sue funzioni, il cervello ha rimesso a fuoco le parole di quella ragazzina, 'Sono più brava di SUA MOGLIE, PROF, LEI è, non SI FERMI', e come appena desto da un meraviglioso sogno, sono piombato in un incubo insano e sconsiderato. Ho preso il suo braccio e l'ho girata, i suoi occhi ancora velati dall'orgasmo; e quasi a cercare una folle conferma l'ho guardata bene: era davvero Giulia, una mia studentessa di 18 anni. Come cazzo sono arrivato a quel punto?
Lei mi ha buttato le braccia al collo e mi ha baciato il viso e le labbra, io ho abbassato la testa, l'ho scostata, cercando i miei vestiti sparsi, qua e là, sul pavimento. Guardando l'orologio, mi sono accorto che segnava le due di notte, 'merda, Alice... Cosa mi invento adesso?'. Il panico mi ha assalito prepotente, e mentre stavo rivestendo ho cercato di dire qualcosa, cercando forse, con quelle frasi, di cancellare l'accaduto: «Devi perdonarmi Giulia, è stato un grave errore, è stato meraviglioso, davvero, ma non dovevo, scusami, ti prego di non... beh hai già capito» Lei mi ha fissato con occhi tristi, ancora nuda con quel corpo splendido: quei seni grossi e tondi, i suoi capezzolini rosa, che prima, mentre li leccavo avidamente, erano turgidi come palline ferree. Il suo triagolino di peli scuri e soffici, che ho aspirato, apprezzandone un delicato profumo di borotalco, la sua giovane fica e la perfezione delle sue piccole e grandi labbra, adesso richiuse a sembrare un delicato bocciolo rosa. Ad osservarla così, tra milioni di pensieri che mi terrorizzano per quello che avevo fatto, quasi involontariamente mi sono passato la lingua sulle labbra a sentire di nuovo il gusto dei suoi liquidi, dei suoi succhi aromatici. Mi sono girato di scatto, ho indossato la giacca e mentre scappavo via ho sentito: «Prof, non può abbandonarmi così, è stato bellissimo farlo con lei, dobbiamo rifarlo, tante e tante volte, mi ha fatto godere come nessuno mai. Non la lascerò scappare da me» quando ha finito di parlare che ero già sulle scale, e ad ogni scalino che scendevo, i sensi di colpa crescendo vorticosi mi ammantavano come una fitta e fumosa nebbia. Ho sentito un senso di colpa talmente forte che mi veniva da piangere.
Ora sono a casa, apro la porta, metto giù la giacca, cerco di non fare rumore, ma la luce del corridoio si accende, Alice, in una vestaglietta corta di raso nero, mi guarda stranita, io non parlo, non ci riesco. Si avvicina con il naso al mio collo, annusa, poi si gira e torna in camera.
La mattina dopo, sono vigliaccamente pronto a negare tutto, anzi, a contrattaccare per tutte le sue strane uscite dell'ultimo periodo, vestita tirata e sexy come per una sfilata, o per un potenziale amante.
Ma lei non dice niente, beve il caffè, mi sorride e va a lavorare.
La vita non è facile
ma a volte basta un Complice
e tutto è già più Semplice!
L'ho fissata, eravamo rimaste sole in palestra, e con lo sguardo le ho fatto capire di andare a cambiarsi.
Quando arriva sono nuda sotto l'acqua tiepida della doccia. Sposto in miei capelli bagnati e le chiedo: «Allora come è andata ieri? Tutto ok?» e rapida le vado incontro e la bacio sulle labbra.
E' come un magnete per me, il suo corpo mi chiama a se, sempre... dovunque.
Sono 10 mesi che ho scoperto che il suo meraviglioso corpo mi regala emozioni, a me sconosciute e inenarrabili.
Come quando da bambina il temporale ed il freddo infuriavano fuori casa, ed io al caldo del tepore del mio letto, mi sentivo protetta. E' questa la sensazione che mi da, oltre alla smaniosa voglia di baciarla e leccarla in ogni dove, cercando di guidare il suo godimento, facendolo diventare mio.
Lei chiude la porta del bagno, si inginocchia, mi mette le mani dietro il sedere e mi attira a se, e aprendomi le gambe inizia a leccarmi la fica. L'acqua della doccia la bagna tutta, e i vestiti si inzuppano. Poi si toglie la maglietta, i leggins e le mutandine, e nuda mi abbraccia e ci baciamo delicatamente, mentre la sua mano scivola in mezzo le mie cosce, sono già satura di miei liquidi e lei mi penetra con due dita e spinge in su, poi le abbassa, e poi di nuovo su, facendomi ansimare e tremare tutta. «E' stato divertente, ha proprio un bel gingillo lì sotto tuo marito, comunque sì tutto ok. Sai che io voglio solo te, Alice, e per questo che l'ho fatto, e lo rifarò solo se tu lo vorrai» Gira intorno me, mi si mette dietro e mi bacia il collo, mi lecca dietro le orecchie, con la mano mi accarezza il pancino, scende fino ai peli e rotea le dita sul mio clitoride, schiacciandolo e lasciandolo, imprigionandolo tra l'indice e il medio, sempre più forte, sempre più veloce e vengo, giro la testa cercando le sua labbra, la sua lingua che sa di me ,e lecco il suo viso delicato. Dobbiamo fare in fretta, o qualcuno verrà a chiamarci, la palestra sta per chiudere, così io non riesco a toccarla, a farla godere. Ma stasera mi rifarò, questa è la notte che ho progettato e atteso da 10 mesi.
E Brava Giulia e Brava Giulia!
prenditi la vita che Vuoi!
Brava Giulia e Brava Giulia!
sceglitela! certo che Puoi!
Brava Giulia e Brava Giulia!
certo che, certo che Puoi!
Stasera per cena preparerò un filetto al pepe verde con delle verdurine appena saltate sul wok, all'orientale. Sono in cucina che affetto le verdure alla julienne. Sono ancora scioccato dalla serata di ieri, tutto il giorno non sono riuscito a pensare ad altro. Oltre al fatto che ho scopato una ragazzina di cui potrei esserne il padre; per la prima volta ho tradito Alice, e Giulia è una nostra studentessa, del mio corso di Letteratura moderna, e di mia moglie di Storia della Filosofia.
Se venisse alla luce qualcosa del mio rapporto sessuale con lei sarei rovinato. Io amo mia moglie, non potrei vivere senza, ma quello che è successo è stata una cosa: passionale, meravigliosa, inaspettata e non sono riuscito a dire di no. Anzi se, tra me mi domandassi :"Lo rifaresti", tristemente, odiandomi direi di "Sì".
Arriva Alice, appoggia il suo PC sul divano e viene in cucina, aspetto una sua reazione, studio i suoi occhi, i suoi movimenti. Cerco di capire cosa mi aspetta, ma lei sembra rilassata, mi sorride e con nonchalance mi chiede: «Hai preparato abbondante come sempre,spero? Stasera viene a cena un'ospite.» e mentre aggiunge un piatto, un bicchiere e le posate in tavola, che era già perfettamente apparecchiata, io rispondo inebetito: «Sì, come sempre per un'altra persona non c'è problema, ma chi stai aspettando?», mi scruta dal blu intenso dei suoi occhi e aggiunge: «Tu non ti sarai accorto, ma sono 10 giorni che gli operai lavorano qui sotto, nell'appartamento di mia nonna. Ora è pronto e ho deciso di affittarlo, o meglio di prestarlo, stasera ti faccio conoscere chi ci verrà a vivere. Mi sono stufata di vederlo vuoto, tanto a noi non serve.»
Alice si è appena cambiata, indossando un vestitino nero corto, che nella sua trasparenza fa notare il perizoma bianco sotto. «Se è un uomo l'ospite vatti subito a cambiare, non mi fare incazzare, ok? Non ti puoi presentare così, come una...» le parole mi escono con una rabbia che non riesco a controllare, la mia gelosia esplode fino a farmi dimenticare quello che stavo facendo 24 ore fa.
Ma lei si alza il vestito, si sfila gli slip con aria di sfida e me li lancia. Inebetito li prendo al volo e d'istinto, colto da una voglia pazzesca, me li porto al naso odorandoli. «Sei proprio uno stupidino, sai che penso sempre a te, e soprattutto a noi..».
In quell'istante suona il campanello, Alice va ad aprire, il cuore mi batte rapido in petto, ma non riesco a non fissare il taglio dei suo culetto, che senza le mutandine è una visione celestiale. Sento avvampare il desiderio di possederla, l'erezione inizia a farsi sentire. Poi di colpo, una voce familiare, udita da poco, i passi di tacchi, Alice è davanti e nasconde l'ospite. Si sposta e rimango impietrito, paralizzato: è Giulia. Vedo dissolversi tutto il mio mondo, balbetto qualcosa senza senso, mia moglie capisce l'imbarazzo, si avvicina alla ragazza, la bacia sulle labbra, me la porta vicina, e con la mano mi entra dentro i boxer. «Possiamo mangiare dopo, vero Luca? Tanto devi ancora cucinare i filetti e le verdure, prima rilassiamoci un po', ok?» Iniziano a baciarsi e vedo le loro lingue contorcersi e le mani accarezzarsi, poi mi abbassano tuta e boxer e cominciano a leccarmi il cazzo che è statuario, non capisco più nulla, ma non è il momento di pensare, di farsi domande. Sperimentiamo tutte le geometrie che si possono fare in tre e io mi perdo, mi smarrisco in un paradiso mai neppure immaginato.
Dopo due ore al tavolo con la cena pronta, Alice mi dice: «E' per lei l'appartamento qui sotto, ok? Ricordati una cosa però, che deve essere chiara, lei è tutta mia, e quando lo desideriamo sarai invitato a giocare con noi, ti sta bene? Le cose tra me e te rimarranno uguali, sai che mi piace il tuo... bon dai, hai capito...» La mia testa vola alta come una mongolfiera, se guardo sotto, vedo che il vento ha spazzato via tutti i sensi di colpa, trasformandoli in nuove intriganti e seducenti perversioni.
Io Non Mi Siedo lì
Io Voglio vivere sopra
Io Voglio vivere Una Volta Sola!
Alle 23:00 esco dalla casa di Luca e Alice, consumata da tutte le emozioni bruciate, arse in passione e godimento, è bellissimo fare sesso con loro. Due problemi risolti: appartamento a Milano trovato e gratis, due esami già praticamente passati, quelli dei loro corsi. Per essere da undici mesi in città, devo dire che questa Milano: tentacolare, claustrofobia, piena di grigiore e smog mi ha accolta con tinte forti di rosso e arancione. Alice poi, io l'adoro, sono ossessionata dal suo corpo, dalla sua fica, che spesso mi sogno nelle mie notti.
Se tutto dovesse rotolare verso il basso ed andare male, ho sempre un po' di video fatti con il mio amore, dei nostri incontri saffici nel suo ufficio, ma spero non servano. Ora posso cancellare dal mio PC, tutti i siti di incontri e tutte le app di quelle odiose Agenzie Immobiliari.
Finalmente non vedrò più quei bambocci imbrillantinati, nei loro abiti da festa, che si sentono Brad Pitt o Johnny Depp per spiegarti: le metrature di una casa, la zona A o B, l'uso della caldaia, e tutte quelle altre stronzate che li fanno sentire come semidei in terra.
Scendo due rampe di scale, e con le chiavi che mi ha appena consegnato Alice, apro la porta della mia nuova casa, della mia nuova vita. Fanculo al resto.
Voglio vivere come se
come se tutto il mondo... fosse... fosse fuori... fuori... fuori
E voglio ridere come se
come se ridere di per sé
bastasse già a risolvere gli errori
Giulia era a cavalcioni su di me, io seduto sul divano, lei a gambe aperte con il bacino appoggiato al mio basso ventre, si è sollevata un po', e con la mano è passata dietro i suoi glutei, ha preso in mano il mio cazzo, che era dritto e duro, e direzionandolo se l'è infilato nella sua fica. E' entrato tutto sotto il suo peso, e come una calda coperta lo ha avvolto. Abbracciati stretti, le labbra fuse lasciavano spazio al dolce gioco delle nostre lingue che si intrecciavano cercandosi. La pelle della sua schiena, che carezzavo lentamente, era vellutata come la seta. Le sue mani mi stringevano dietro la nuca e mi schiacciavano contro il suo viso. Lei andava su e giù, le nostre membrane sembrano fondersi in un'unica sola, e il suono dolce e soave del suo ansimare mi faceva smaniare di desiderio. Poi ha iniziato ad aumentare il ritmo e la forza con cui lasciava cadersi, e il rumore dei suoi glutei che sbattevano sulle mie cosce, ritmava come un 'tam tam' il suo movimento. Ad un tratto mi ha detto: «Sono più brava di sua moglie? Noi ci divertiremo tanto insieme.» Io quasi non l'ho sentita, non ho quasi percepito le sue parole, perso in quel corpo e nella nostra insana e peccaminosa passione. Ogni volta, quando con frenesia si abbassava su di me, prendeva tutto il mio cazzo dentro, e si strusciava schiacciando il suo clitoride sul mio corpo, ed il suo respiro si faceva sempre più veloce e smanioso. Rapida come una gattina, è sgusciata da me, e si è messa a 90 sul divano, con lo sguardo mi ha fatto capire quello che voleva. Mi sono alzato, l'ho presa con le mani da dietro per i fianchi, e spingendo l'ho infilato nella sua fica, bagnatissima dal desiderio. Pompavo forte, sempre con più foga, fino a che lei è crollata lasciando solo il culetto in alto, ed io preso da un frenetico capriccio, le ho messo due dita nel buchetto dietro e sentendolo dilatato e lubrificato dai suoi liquidi vaginali, mi sono sfilato da davanti e l'ho penetrata nel culo, con ardore, con l'impazienza di farla godere, di saziare la sua fame di sesso.
Giulia si è voltata con una smorfia di dolore, vedevo le lacrime scorrergli lente, ed io ho diminuito le mie spinte muovendomi più delicatamente e facendo adattare i suoi muscoli a quella forzata intrusione.
Dopo un po' di quel gioco dissennato, ho sentito dalla sua bocca: «Si prof, è bellissimo. Tutto nel mio culetto... sì... sì... Go... do... Ancora, non si fermi... lei è fantastico, mi scopi tutta. Ahh... Eccomi », ha quelle parole, dette con tanta enfasi passionale, ho perso il controllo di mio corpo, e mi sono lasciato andare in un paradisiaco orgasmo, venendo dentro di lei. Il cuore mi batteva rapido, il fiato corto, le gambe che non mi sostenevano scosse da piccoli crampi, che sfumavano lungo la mia schiena diventando brividi caldi. Mi sono accasciato in avanti sul suo corpo, con il viso appoggiato alla sua schiena.
Quando il mio organismo ha ripreso le sue funzioni, il cervello ha rimesso a fuoco le parole di quella ragazzina, 'Sono più brava di SUA MOGLIE, PROF, LEI è, non SI FERMI', e come appena desto da un meraviglioso sogno, sono piombato in un incubo insano e sconsiderato. Ho preso il suo braccio e l'ho girata, i suoi occhi ancora velati dall'orgasmo; e quasi a cercare una folle conferma l'ho guardata bene: era davvero Giulia, una mia studentessa di 18 anni. Come cazzo sono arrivato a quel punto?
Lei mi ha buttato le braccia al collo e mi ha baciato il viso e le labbra, io ho abbassato la testa, l'ho scostata, cercando i miei vestiti sparsi, qua e là, sul pavimento. Guardando l'orologio, mi sono accorto che segnava le due di notte, 'merda, Alice... Cosa mi invento adesso?'. Il panico mi ha assalito prepotente, e mentre stavo rivestendo ho cercato di dire qualcosa, cercando forse, con quelle frasi, di cancellare l'accaduto: «Devi perdonarmi Giulia, è stato un grave errore, è stato meraviglioso, davvero, ma non dovevo, scusami, ti prego di non... beh hai già capito» Lei mi ha fissato con occhi tristi, ancora nuda con quel corpo splendido: quei seni grossi e tondi, i suoi capezzolini rosa, che prima, mentre li leccavo avidamente, erano turgidi come palline ferree. Il suo triagolino di peli scuri e soffici, che ho aspirato, apprezzandone un delicato profumo di borotalco, la sua giovane fica e la perfezione delle sue piccole e grandi labbra, adesso richiuse a sembrare un delicato bocciolo rosa. Ad osservarla così, tra milioni di pensieri che mi terrorizzano per quello che avevo fatto, quasi involontariamente mi sono passato la lingua sulle labbra a sentire di nuovo il gusto dei suoi liquidi, dei suoi succhi aromatici. Mi sono girato di scatto, ho indossato la giacca e mentre scappavo via ho sentito: «Prof, non può abbandonarmi così, è stato bellissimo farlo con lei, dobbiamo rifarlo, tante e tante volte, mi ha fatto godere come nessuno mai. Non la lascerò scappare da me» quando ha finito di parlare che ero già sulle scale, e ad ogni scalino che scendevo, i sensi di colpa crescendo vorticosi mi ammantavano come una fitta e fumosa nebbia. Ho sentito un senso di colpa talmente forte che mi veniva da piangere.
Ora sono a casa, apro la porta, metto giù la giacca, cerco di non fare rumore, ma la luce del corridoio si accende, Alice, in una vestaglietta corta di raso nero, mi guarda stranita, io non parlo, non ci riesco. Si avvicina con il naso al mio collo, annusa, poi si gira e torna in camera.
La mattina dopo, sono vigliaccamente pronto a negare tutto, anzi, a contrattaccare per tutte le sue strane uscite dell'ultimo periodo, vestita tirata e sexy come per una sfilata, o per un potenziale amante.
Ma lei non dice niente, beve il caffè, mi sorride e va a lavorare.
La vita non è facile
ma a volte basta un Complice
e tutto è già più Semplice!
L'ho fissata, eravamo rimaste sole in palestra, e con lo sguardo le ho fatto capire di andare a cambiarsi.
Quando arriva sono nuda sotto l'acqua tiepida della doccia. Sposto in miei capelli bagnati e le chiedo: «Allora come è andata ieri? Tutto ok?» e rapida le vado incontro e la bacio sulle labbra.
E' come un magnete per me, il suo corpo mi chiama a se, sempre... dovunque.
Sono 10 mesi che ho scoperto che il suo meraviglioso corpo mi regala emozioni, a me sconosciute e inenarrabili.
Come quando da bambina il temporale ed il freddo infuriavano fuori casa, ed io al caldo del tepore del mio letto, mi sentivo protetta. E' questa la sensazione che mi da, oltre alla smaniosa voglia di baciarla e leccarla in ogni dove, cercando di guidare il suo godimento, facendolo diventare mio.
Lei chiude la porta del bagno, si inginocchia, mi mette le mani dietro il sedere e mi attira a se, e aprendomi le gambe inizia a leccarmi la fica. L'acqua della doccia la bagna tutta, e i vestiti si inzuppano. Poi si toglie la maglietta, i leggins e le mutandine, e nuda mi abbraccia e ci baciamo delicatamente, mentre la sua mano scivola in mezzo le mie cosce, sono già satura di miei liquidi e lei mi penetra con due dita e spinge in su, poi le abbassa, e poi di nuovo su, facendomi ansimare e tremare tutta. «E' stato divertente, ha proprio un bel gingillo lì sotto tuo marito, comunque sì tutto ok. Sai che io voglio solo te, Alice, e per questo che l'ho fatto, e lo rifarò solo se tu lo vorrai» Gira intorno me, mi si mette dietro e mi bacia il collo, mi lecca dietro le orecchie, con la mano mi accarezza il pancino, scende fino ai peli e rotea le dita sul mio clitoride, schiacciandolo e lasciandolo, imprigionandolo tra l'indice e il medio, sempre più forte, sempre più veloce e vengo, giro la testa cercando le sua labbra, la sua lingua che sa di me ,e lecco il suo viso delicato. Dobbiamo fare in fretta, o qualcuno verrà a chiamarci, la palestra sta per chiudere, così io non riesco a toccarla, a farla godere. Ma stasera mi rifarò, questa è la notte che ho progettato e atteso da 10 mesi.
E Brava Giulia e Brava Giulia!
prenditi la vita che Vuoi!
Brava Giulia e Brava Giulia!
sceglitela! certo che Puoi!
Brava Giulia e Brava Giulia!
certo che, certo che Puoi!
Stasera per cena preparerò un filetto al pepe verde con delle verdurine appena saltate sul wok, all'orientale. Sono in cucina che affetto le verdure alla julienne. Sono ancora scioccato dalla serata di ieri, tutto il giorno non sono riuscito a pensare ad altro. Oltre al fatto che ho scopato una ragazzina di cui potrei esserne il padre; per la prima volta ho tradito Alice, e Giulia è una nostra studentessa, del mio corso di Letteratura moderna, e di mia moglie di Storia della Filosofia.
Se venisse alla luce qualcosa del mio rapporto sessuale con lei sarei rovinato. Io amo mia moglie, non potrei vivere senza, ma quello che è successo è stata una cosa: passionale, meravigliosa, inaspettata e non sono riuscito a dire di no. Anzi se, tra me mi domandassi :"Lo rifaresti", tristemente, odiandomi direi di "Sì".
Arriva Alice, appoggia il suo PC sul divano e viene in cucina, aspetto una sua reazione, studio i suoi occhi, i suoi movimenti. Cerco di capire cosa mi aspetta, ma lei sembra rilassata, mi sorride e con nonchalance mi chiede: «Hai preparato abbondante come sempre,spero? Stasera viene a cena un'ospite.» e mentre aggiunge un piatto, un bicchiere e le posate in tavola, che era già perfettamente apparecchiata, io rispondo inebetito: «Sì, come sempre per un'altra persona non c'è problema, ma chi stai aspettando?», mi scruta dal blu intenso dei suoi occhi e aggiunge: «Tu non ti sarai accorto, ma sono 10 giorni che gli operai lavorano qui sotto, nell'appartamento di mia nonna. Ora è pronto e ho deciso di affittarlo, o meglio di prestarlo, stasera ti faccio conoscere chi ci verrà a vivere. Mi sono stufata di vederlo vuoto, tanto a noi non serve.»
Alice si è appena cambiata, indossando un vestitino nero corto, che nella sua trasparenza fa notare il perizoma bianco sotto. «Se è un uomo l'ospite vatti subito a cambiare, non mi fare incazzare, ok? Non ti puoi presentare così, come una...» le parole mi escono con una rabbia che non riesco a controllare, la mia gelosia esplode fino a farmi dimenticare quello che stavo facendo 24 ore fa.
Ma lei si alza il vestito, si sfila gli slip con aria di sfida e me li lancia. Inebetito li prendo al volo e d'istinto, colto da una voglia pazzesca, me li porto al naso odorandoli. «Sei proprio uno stupidino, sai che penso sempre a te, e soprattutto a noi..».
In quell'istante suona il campanello, Alice va ad aprire, il cuore mi batte rapido in petto, ma non riesco a non fissare il taglio dei suo culetto, che senza le mutandine è una visione celestiale. Sento avvampare il desiderio di possederla, l'erezione inizia a farsi sentire. Poi di colpo, una voce familiare, udita da poco, i passi di tacchi, Alice è davanti e nasconde l'ospite. Si sposta e rimango impietrito, paralizzato: è Giulia. Vedo dissolversi tutto il mio mondo, balbetto qualcosa senza senso, mia moglie capisce l'imbarazzo, si avvicina alla ragazza, la bacia sulle labbra, me la porta vicina, e con la mano mi entra dentro i boxer. «Possiamo mangiare dopo, vero Luca? Tanto devi ancora cucinare i filetti e le verdure, prima rilassiamoci un po', ok?» Iniziano a baciarsi e vedo le loro lingue contorcersi e le mani accarezzarsi, poi mi abbassano tuta e boxer e cominciano a leccarmi il cazzo che è statuario, non capisco più nulla, ma non è il momento di pensare, di farsi domande. Sperimentiamo tutte le geometrie che si possono fare in tre e io mi perdo, mi smarrisco in un paradiso mai neppure immaginato.
Dopo due ore al tavolo con la cena pronta, Alice mi dice: «E' per lei l'appartamento qui sotto, ok? Ricordati una cosa però, che deve essere chiara, lei è tutta mia, e quando lo desideriamo sarai invitato a giocare con noi, ti sta bene? Le cose tra me e te rimarranno uguali, sai che mi piace il tuo... bon dai, hai capito...» La mia testa vola alta come una mongolfiera, se guardo sotto, vedo che il vento ha spazzato via tutti i sensi di colpa, trasformandoli in nuove intriganti e seducenti perversioni.
Io Non Mi Siedo lì
Io Voglio vivere sopra
Io Voglio vivere Una Volta Sola!
Alle 23:00 esco dalla casa di Luca e Alice, consumata da tutte le emozioni bruciate, arse in passione e godimento, è bellissimo fare sesso con loro. Due problemi risolti: appartamento a Milano trovato e gratis, due esami già praticamente passati, quelli dei loro corsi. Per essere da undici mesi in città, devo dire che questa Milano: tentacolare, claustrofobia, piena di grigiore e smog mi ha accolta con tinte forti di rosso e arancione. Alice poi, io l'adoro, sono ossessionata dal suo corpo, dalla sua fica, che spesso mi sogno nelle mie notti.
Se tutto dovesse rotolare verso il basso ed andare male, ho sempre un po' di video fatti con il mio amore, dei nostri incontri saffici nel suo ufficio, ma spero non servano. Ora posso cancellare dal mio PC, tutti i siti di incontri e tutte le app di quelle odiose Agenzie Immobiliari.
Finalmente non vedrò più quei bambocci imbrillantinati, nei loro abiti da festa, che si sentono Brad Pitt o Johnny Depp per spiegarti: le metrature di una casa, la zona A o B, l'uso della caldaia, e tutte quelle altre stronzate che li fanno sentire come semidei in terra.
Scendo due rampe di scale, e con le chiavi che mi ha appena consegnato Alice, apro la porta della mia nuova casa, della mia nuova vita. Fanculo al resto.
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