E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai
di
Guglielmo Da Baskerville
genere
confessioni
Ti vedo sei bello, ti guardo quando lavori, la tua interminabile pazienza con i bambini, piccoli poi, è difficile per un uomo lavorare alle elementari, lo so. A quelle età i bambini non percepisco il tuo sapere e le relazioni con gli adulti sono: o questioni 'di pelle' o legate a piccoli interessi e piccole libertà che gli concedi. Ma tu perseveri, con quegli occhi azzurri, che sembrano sempre un po' indifesi, continui a gestire, genuinamente e con gentilezza, i possibili pensieri o le piccole paure di quei cuccioli d'uomo. Così li hai chiamati tu, l'unica volta che abbiamo bevuto un caffè in un bar, fuori dalla scuola
.
So che sei un ragazzo discreto, che tende a non esternare troppo facilmente qualcosa di se, ma io ti ascolterei per ore, facendomi rapire dai tuoi sguardi. Sentire dalle tue labbra i tuoi turbamenti, le tue paure ed aiutarti a gestire le tue insicurezze, tutto ciò che offusca ogni tanto i tuoi occhi.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Da quando sei arrivato mi sveglio al mattino e vedo i colori più vivi, più brillanti anche del grigio, dilagante nella nostra città, ne apprezzo le differenti sfumature, le piccole tonalità. Sei una nuova luce per me.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Sei speciale e averti tutte le ore lavorative al mio fianco mi rende serena, quasi beata. Sto bene solo al sapere che ci sei, la tua presenza mi calma, tonifica il mio cervello, lo rilassa.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Oggi mi hai parlato, a lungo, mi hai raccontato di tua madre, e io sono felice, voglio entrare nel tuo mondo, qualsiasi sia il posto che vuoi concedermi. Vorrei essere tua amica, ma se vorrai potrei essere... insomma dimmi cosa vuoi da me e io lo farò.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Io ti penso sempre, ti porto dovunque io vada, sempre con me. Ti immagino a casa tua, con la tua giovane moglie Carla, ho Paola non ricordo, mentre fate colazione, mentre pranzate o guardate un film abbracciati sul divano. Ti penso anche maliziosamente e con voglie, che mi colpiscono forti sotto l'ombelico, tra le gambe; ti penso, anche, quando vi baciate, quando la tocchi, e soprattutto quando lei ti tocca. Quanto vorrei essere la sua calda mano che si posa sulla tue erezione.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
I giorni passano e tu stai entrando, ho sei già dentro me. Devo cercare di non pensarti, ma non ci riesco. La settimana che non sei venuto a scuola per la febbre è stata una strazio, avevo una sensazione di solitudine, di abbandono, il grigio era tornato solo la brutta tinta dell'asfalto e dei palazzi sporcati dallo smog. Mi sei mancato. Io mi sto innamorando di te. Non andrei più a lavorare se tu non tornassi, ogni banco, ogni gessetto mi parla di te.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Mi sono innamorata di te come un topino scava la sua tana nella terra, a poco a poco, le zampette che si sono fatte strada fino a crearsi un posto caldo per l'inverno. Non sarò mai capace di fare un passo verso di te, sarebbe la mia perdizione. Ti donerei tutta me stessa, dimenticandomi degli impegni improrogabili che la vita e la mie scelte mi hanno imposto. Mio marito Marco, i miei figli. Non potrei tradire quello che sono stata fino adesso. Mi sentirei persa, nomade in una notte nel deserto.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Ti sogno di notte, è estenuante il momento prima di vederti varcare la porta della scuola. Quando stiamo parlando e arriva una bambina da te e tu le accarezzi dolcemente i capelli, io ribollo di gelosia che vorrei cacciarla. Io ti voglio come un figlio, come una donna che non ne può avere, ti voglio coccolare, riscaldare, nutrire, vederti sorridere. Ma ora siamo amici, almeno.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Poi ti vedo triste, provo a chiederti cosa ti succede ma tu schivi, svicoli le mie domande, a mi lasci smarrita. Vorrei aiutarti darti tutto il mio appoggio, nelle ultime settimane mi hai parlato spesso, pensavo ti fossi accorto di me, della mia presenza, ma mi illudevo, mi sbagliavo. Quelle zampette richiudono il buchetto che serviva per arrivare alla tana, torno ad essere una delle tante, una collega, una sconosciuta. Ma io non demordo, ancora di più ti sento dentro di me, prendendomi la colpa del perché nel tuo turbamento non ti posso aiutare, nel tuo star male non posso soccorrerti.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Come la primavera ritorni a vivere di nuova linfa, sorridi, mi parli, ti racconti e io ti amo, ti adoro. Dimentico che ho 50 anni, e tu 30, e torno ad amare come da fanciulla, quando una sola piccola telefonata voleva dire l'immenso, il futuro, l'amore.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
E faccio pensieri impuri, come mai nella mia vita, abituata ad un solo uomo da sempre, uomo privo di qualsiasi attitudine ad una visione più azzardata del sesso. Quando mi sta sopra, fingo, come ho sempre fatto, che mi piaccia, ma chiudo gli occhi e vedo te, e mi piace leggermente di più, leggermente perché non sei tu. Con te vorrei giocare e mettermi alla prova, farei tutto quello che mi chiedi, tutto quello che vuoi. Sarei spregiudicata, azzarderei cose che solo nei miei sogni più morbosi, che per te, ne sono certa, rappresenterebbero molto meno della quotidianità. Ti voglio. Un giorno, un mercoledì (pensa mi ricordo che era un mercoledì) mi hai toccato la schiena perché, gentilmente mi cedevi il passo per farmi entrare prima in segreteria ,ed il mio corpo ha avuto un piccolo sobbalzo, il mio cuore ha accelerato i suoi battiti e lì sotto, sì, proprio lì, sentivo una delicata e dolce pulsazione.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai..
Ma certe volte penso che potrei per una volta soltanto, per una misera volta prendermi qualcosa per me, senza donarmi sempre totalmente agli altri. La vita con mio marito e tranquilla, noiosa, negli ultimi anni, nulla ci unisce e se prima il collante erano i figli, ora che son grandi tutto si è inevitabilmente sgretolato.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Sto iniziando ad ammalarmi di te, stai diventando un'ossessione. Ieri mi hai stupita e sbalordita, quando mi hai chiesto se andavamo insieme in pausa pranzo e che avevi comprato dei panini e una bibita anche per me. Giuro che sono corsa in bagno a sciacquarmi la faccia per riprendermi da tanta inaspettata felicità. Poi ci siamo seduti sulle panchine del parco e mi hai raccontato che la tua storia d'amore con Carla è finita, e io volevo abbracciarti, farti sentire che ero lì con te, con il tuo dolore. Prima di andare via, quando ci siamo alzati, mi hai abbracciata forte e mi hai fatto eccitare, sentire le tue braccia intorno a me mi ha fatto ribollire un mondo sommerso dentro. Io ti amo Giulio. Ne sono certa.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Da aprile vedo i tuoi occhi che mi cercano, le tue mani che, magari per sbaglio mi sfiorano, ti vedo diverso ed io non sto nella pelle. A casa, Marco non mi parla più da 15 giorni, non mi saluta neppure, per colpa mia, forse per il mio amore incontrollabile che provo per te, o anche, un po' per colpa tua che nell'ultima settimana mi stai sempre più vicino, e andiamo a mangiare sempre insieme, io e te, nella nostra panchina. Mi illudi e io mi perdo in quel miraggio, in quel sogno o in quel delirio che vorrei tanto vivere. Marco non mi parla perché l'ultima volta che abbiamo fatto l'amore, io pensavo di averti dentro, sì, pensavo fossi tu, mio amore, tu, Giulio... Ed ho detto il tuo nome ad alta voce. Mio marito mi ha fatto una scenata, dandomi della puttana, della troia traditrice. A me, che ho avuto solo lui. Io ti voglio Giulio.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Una notte Marco era ad un meeting di tre giorni a Bologna, e io ti pensavo, volevo telefonarti e dirti di venire da me, per stare un po' insieme, per...non lo so per che cosa. Poi mi sono stappata una bottiglia di vino bianco, e ti volevo, mi figuravo il tuo cazzo, avrei voluto vederlo, toccarlo... baciarlo. Mi sento una porca. Poi mi sono spogliata nuda, ho guardato il mio corpo, mi sono vista bella, i miei seni sono sodi e alti, i miei capezzolini piccoli e rosa, ho ancora delle belle gambe e anche il mio culetto, beh non quello di quando avevo vent'anni, ma è rotondo, senza cellulite, tonico. Ora mi dirai che sono pazza, ma mi sono seduta davanti allo specchio e mi sono toccata sotto il miei corti e curati peletti. Ho bevuto un altro bicchiere. Sentivo la mia clitoride gonfia e le mie labbra vogliose, umide di me e sono venuta, ho goduto pensandoti, pensando fosse tua quella mano molesta che mi ha reso felice. E' stato straordinario. Indescrivibile.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
E' arrivata la cena di fine scuola, mi sono preparata un po' sexy per te, un tailleur nero a tubino, una magliettina in raso un po' scollata, le scarpe col tacco. Ho indossato anche il perizoma, pensavo di aspettarmi cosa? Come una visione sei arrivato, giacca leggera nera, maglietta girocollo bianca, jeans chiari e scarpe a punta. 'Un modello di Dolce e Gabbana' ho pensato, eri tutto ciò che avrei voluto alla tua età. Dopo la cena mi hai invitata da te per il bicchiere della 'staffa'. Ho accettato tra mille pensieri, sentendomi già in colpa, ma con dentro una voglia che ad ogni scalino, verso il tuo ingresso, si espandeva, si dilatava come un gas nell'aria. Abbiamo bevuto un Cuba libre, seduti sul divano, ti sei avvicinato e mi hai appoggiato le labbra alle mie. Un soffio di vento caldo mi ha scossa, e ci siamo baciati a lungo, dolcemente. Le tue mani cercavano il mio corpo e mi sono spogliata per te, e mentre tu mi osservavi, con solo il perizoma su, io mi eccitavo ad ogni tua occhiata, in mezzo alle mie cosce ero tutta bagnata. Mi hai accarezzato le tette delicato come tu sai, sempre, essere e i miei capezzoli impazzivano duri come noccioline per te, per il desiderio, perché ti amo. Poi ti ho abbassato i boxer un po' titubante, era il secondo che vedevo nella mia vita, e sono rimasta deliziata, era perfetto. Lungo, non grosso, senza peli, glabro e duro, in tensione per me per il mio corpo. Mi sono inginocchiata e l'ho leccato, prima fuori sulla punta, lentamente, scendendo in tutta la sua lunghezza. Sentivo il tuo sapore, il tuo gusto e mi piaceva, lo modicchiato fino a farti un po' male e poi ho fatto pace con lui mettendomelo tutto in bocca, ma era troppo lungo, allora con la mano ti toccavo menandolo la parte che ti rimaneva fuori. Avrei continuato all'infinito. Mi hai fatto stendere sul divano ed hai iniziato tu a giocare con 'lei' che ti aspettava impaziente, mi hai fatto distendere sulla schiena e mi hai divaricato le gambe, senza sosta la tua lingua correva sulle mie labbra madide di frenesia, quando hai iniziato a farmi roteare le tue labbra sulla clitoride sono esplosa in aria, come i fuochi d'artificio nel buio della notte, sono schizzata in cielo illuminando la mia mente di mille colori chiari, vividi mi è mancato il respiro e sono ricaduta a terra rantolando, cercando l'aria, ansimano. Ogni volta che mi toccavi la 'patatina' fremevo e i brividi mi correvano lungo tutto il corpo. Mi hai sollevato le gambe e i tuoi 22 cm sono entrati facilmente dentro di me, lubrificata come ero, ero in estasi. Ti sentivo riempirmi in tutto il suo spazio, le mie membrane si dilatavano e diventavano una cosa sola con te. Sei andato avanti e indietro per un bel po', con le mie gambe alte sulle tue spalle hai iniziato a spingere più forte e io godevo, godevo, godevo.. Poi un tuo rantolo e il tuo sperma caldo è entrata forte dentro me, ti ho guardato ed i tuoi occhi erano velati dall'orgasmo, volevo morire, così sì che avrei potuto dire addio alla vita. Senza più forze ci siamo distesi ed abbracciati, ti ho baciato le labbra e tu mi hai accarezzato il viso. e io ti amo, ti amo sempre di più.
E adesso lo sai.
Un sottile senso di colpa, ma quello che ho provato non può una donna non concederselo, anche solo una volta nella vita. L'abbiamo fatto altre volte e mi è piaciuto sempre di più. Ti adoro.
E adesso lo sai.
Mi hai detto che mi facevi provare una serata eccitante e alquanto strana. Lo sai che con te sono pronta a tutto. Sono venuta a casa tua e ti ho trovato vestito come un uomo di corte del settecento, e mi hai dato un bellissimo abito da cortigiana da indossare. Era Carnevale quindi l'ho indossato senza far domande, ma avevo voglia di te, e mi sono sfilata le mutandine, ma tu hai detto che eravamo tardi, e dovevamo andare. Siamo arrivati ad una villa bellissima, mi hai spiegato che tutto quello che succedeva lì dentro non sarebbe mai uscito da quelle porte. Mi hai, anche, accennato che non c'erano regole e che se volevamo fare l'amore, non c'era nessun problema. Ho pensato che tanto con il vestito e la maschera nessuno avrebbe potuto riconoscermi, e questo mi ha fatto eccitare a quella trasgressione di farlo davanti ad altri che ci guardavano. ―Io voglio solo te, ma qui tanti ci proveranno con te ―, hai aggiunto. ―Io voglio solo te, e non sai da quanto.― ho risposto. Quando siamo entrati in pratica era un'orgia, i divanetti erano pieni di uomini e donne che scopavano, tutti mascherati. L'impatto è stato insolito, ma pian piano mi divertiva e stimolava il mio desiderio di farmi scopare da Giulio davanti a tutti. Pensiero che se l'avessi fatto un mese fa sarei andata da uno psicologo e da un sessuologo. Giulio si siede su un divanetto e vado a prendere da bere al bar. Sento una voce, un uomo di spalle stringe una donna vestita da damigella settecentesca, riconosco la voce e capisco che conosce tutti lì dentro: è Marco. Le sue mani toccano il culo della donna, sono appoggiati al bancone, iniziano a baciarsi e lei allunga la mano sul suo pacco. Gli batto la spalla, si gira, mi guarda, sollevo la mascherina, lo prendo per mano, la ragazza ci segue. Arrivo nel nostro divanetto, metto la mano nel cazzo di Giorgio che è già duro, gli abbasso l'abito, mi metto ha quattro zampe, alzo la gonna, sotto non ho le mutandine, me le ero tolte prima a casa, e mi faccio penetrare da Giorgio, in piedi dietro di me alla pecorina. E mi faccio scopare in una posizione che Marco solo qualche volta ha voluto fare con me, prima che se ne vada, mi giro e prendo il cazzo di Giorgio in bocca e lo succhio, con gli occhi puntati su quelli di mio marito. Anche quello non gli piaceva ― sono cosa da puttane ― mi diceva. Marco prende per mano la sua amica e se ne va.. con lei farà di tutto ma questo non mi importa. Io da anni scopata come una santa e con le altre faceva tutto quello che non faceva con me. ' Povero illuso mi sono detta, le cose cambiano, anche se tardi, ma cambiano'.
E adesso lo sai. E lo sa anche Marco.
.
So che sei un ragazzo discreto, che tende a non esternare troppo facilmente qualcosa di se, ma io ti ascolterei per ore, facendomi rapire dai tuoi sguardi. Sentire dalle tue labbra i tuoi turbamenti, le tue paure ed aiutarti a gestire le tue insicurezze, tutto ciò che offusca ogni tanto i tuoi occhi.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Da quando sei arrivato mi sveglio al mattino e vedo i colori più vivi, più brillanti anche del grigio, dilagante nella nostra città, ne apprezzo le differenti sfumature, le piccole tonalità. Sei una nuova luce per me.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Sei speciale e averti tutte le ore lavorative al mio fianco mi rende serena, quasi beata. Sto bene solo al sapere che ci sei, la tua presenza mi calma, tonifica il mio cervello, lo rilassa.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Oggi mi hai parlato, a lungo, mi hai raccontato di tua madre, e io sono felice, voglio entrare nel tuo mondo, qualsiasi sia il posto che vuoi concedermi. Vorrei essere tua amica, ma se vorrai potrei essere... insomma dimmi cosa vuoi da me e io lo farò.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Io ti penso sempre, ti porto dovunque io vada, sempre con me. Ti immagino a casa tua, con la tua giovane moglie Carla, ho Paola non ricordo, mentre fate colazione, mentre pranzate o guardate un film abbracciati sul divano. Ti penso anche maliziosamente e con voglie, che mi colpiscono forti sotto l'ombelico, tra le gambe; ti penso, anche, quando vi baciate, quando la tocchi, e soprattutto quando lei ti tocca. Quanto vorrei essere la sua calda mano che si posa sulla tue erezione.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
I giorni passano e tu stai entrando, ho sei già dentro me. Devo cercare di non pensarti, ma non ci riesco. La settimana che non sei venuto a scuola per la febbre è stata una strazio, avevo una sensazione di solitudine, di abbandono, il grigio era tornato solo la brutta tinta dell'asfalto e dei palazzi sporcati dallo smog. Mi sei mancato. Io mi sto innamorando di te. Non andrei più a lavorare se tu non tornassi, ogni banco, ogni gessetto mi parla di te.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Mi sono innamorata di te come un topino scava la sua tana nella terra, a poco a poco, le zampette che si sono fatte strada fino a crearsi un posto caldo per l'inverno. Non sarò mai capace di fare un passo verso di te, sarebbe la mia perdizione. Ti donerei tutta me stessa, dimenticandomi degli impegni improrogabili che la vita e la mie scelte mi hanno imposto. Mio marito Marco, i miei figli. Non potrei tradire quello che sono stata fino adesso. Mi sentirei persa, nomade in una notte nel deserto.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Ti sogno di notte, è estenuante il momento prima di vederti varcare la porta della scuola. Quando stiamo parlando e arriva una bambina da te e tu le accarezzi dolcemente i capelli, io ribollo di gelosia che vorrei cacciarla. Io ti voglio come un figlio, come una donna che non ne può avere, ti voglio coccolare, riscaldare, nutrire, vederti sorridere. Ma ora siamo amici, almeno.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Poi ti vedo triste, provo a chiederti cosa ti succede ma tu schivi, svicoli le mie domande, a mi lasci smarrita. Vorrei aiutarti darti tutto il mio appoggio, nelle ultime settimane mi hai parlato spesso, pensavo ti fossi accorto di me, della mia presenza, ma mi illudevo, mi sbagliavo. Quelle zampette richiudono il buchetto che serviva per arrivare alla tana, torno ad essere una delle tante, una collega, una sconosciuta. Ma io non demordo, ancora di più ti sento dentro di me, prendendomi la colpa del perché nel tuo turbamento non ti posso aiutare, nel tuo star male non posso soccorrerti.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Come la primavera ritorni a vivere di nuova linfa, sorridi, mi parli, ti racconti e io ti amo, ti adoro. Dimentico che ho 50 anni, e tu 30, e torno ad amare come da fanciulla, quando una sola piccola telefonata voleva dire l'immenso, il futuro, l'amore.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
E faccio pensieri impuri, come mai nella mia vita, abituata ad un solo uomo da sempre, uomo privo di qualsiasi attitudine ad una visione più azzardata del sesso. Quando mi sta sopra, fingo, come ho sempre fatto, che mi piaccia, ma chiudo gli occhi e vedo te, e mi piace leggermente di più, leggermente perché non sei tu. Con te vorrei giocare e mettermi alla prova, farei tutto quello che mi chiedi, tutto quello che vuoi. Sarei spregiudicata, azzarderei cose che solo nei miei sogni più morbosi, che per te, ne sono certa, rappresenterebbero molto meno della quotidianità. Ti voglio. Un giorno, un mercoledì (pensa mi ricordo che era un mercoledì) mi hai toccato la schiena perché, gentilmente mi cedevi il passo per farmi entrare prima in segreteria ,ed il mio corpo ha avuto un piccolo sobbalzo, il mio cuore ha accelerato i suoi battiti e lì sotto, sì, proprio lì, sentivo una delicata e dolce pulsazione.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai..
Ma certe volte penso che potrei per una volta soltanto, per una misera volta prendermi qualcosa per me, senza donarmi sempre totalmente agli altri. La vita con mio marito e tranquilla, noiosa, negli ultimi anni, nulla ci unisce e se prima il collante erano i figli, ora che son grandi tutto si è inevitabilmente sgretolato.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Sto iniziando ad ammalarmi di te, stai diventando un'ossessione. Ieri mi hai stupita e sbalordita, quando mi hai chiesto se andavamo insieme in pausa pranzo e che avevi comprato dei panini e una bibita anche per me. Giuro che sono corsa in bagno a sciacquarmi la faccia per riprendermi da tanta inaspettata felicità. Poi ci siamo seduti sulle panchine del parco e mi hai raccontato che la tua storia d'amore con Carla è finita, e io volevo abbracciarti, farti sentire che ero lì con te, con il tuo dolore. Prima di andare via, quando ci siamo alzati, mi hai abbracciata forte e mi hai fatto eccitare, sentire le tue braccia intorno a me mi ha fatto ribollire un mondo sommerso dentro. Io ti amo Giulio. Ne sono certa.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Da aprile vedo i tuoi occhi che mi cercano, le tue mani che, magari per sbaglio mi sfiorano, ti vedo diverso ed io non sto nella pelle. A casa, Marco non mi parla più da 15 giorni, non mi saluta neppure, per colpa mia, forse per il mio amore incontrollabile che provo per te, o anche, un po' per colpa tua che nell'ultima settimana mi stai sempre più vicino, e andiamo a mangiare sempre insieme, io e te, nella nostra panchina. Mi illudi e io mi perdo in quel miraggio, in quel sogno o in quel delirio che vorrei tanto vivere. Marco non mi parla perché l'ultima volta che abbiamo fatto l'amore, io pensavo di averti dentro, sì, pensavo fossi tu, mio amore, tu, Giulio... Ed ho detto il tuo nome ad alta voce. Mio marito mi ha fatto una scenata, dandomi della puttana, della troia traditrice. A me, che ho avuto solo lui. Io ti voglio Giulio.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
Una notte Marco era ad un meeting di tre giorni a Bologna, e io ti pensavo, volevo telefonarti e dirti di venire da me, per stare un po' insieme, per...non lo so per che cosa. Poi mi sono stappata una bottiglia di vino bianco, e ti volevo, mi figuravo il tuo cazzo, avrei voluto vederlo, toccarlo... baciarlo. Mi sento una porca. Poi mi sono spogliata nuda, ho guardato il mio corpo, mi sono vista bella, i miei seni sono sodi e alti, i miei capezzolini piccoli e rosa, ho ancora delle belle gambe e anche il mio culetto, beh non quello di quando avevo vent'anni, ma è rotondo, senza cellulite, tonico. Ora mi dirai che sono pazza, ma mi sono seduta davanti allo specchio e mi sono toccata sotto il miei corti e curati peletti. Ho bevuto un altro bicchiere. Sentivo la mia clitoride gonfia e le mie labbra vogliose, umide di me e sono venuta, ho goduto pensandoti, pensando fosse tua quella mano molesta che mi ha reso felice. E' stato straordinario. Indescrivibile.
E tu non lo sai, e forse non lo saprai mai.
E' arrivata la cena di fine scuola, mi sono preparata un po' sexy per te, un tailleur nero a tubino, una magliettina in raso un po' scollata, le scarpe col tacco. Ho indossato anche il perizoma, pensavo di aspettarmi cosa? Come una visione sei arrivato, giacca leggera nera, maglietta girocollo bianca, jeans chiari e scarpe a punta. 'Un modello di Dolce e Gabbana' ho pensato, eri tutto ciò che avrei voluto alla tua età. Dopo la cena mi hai invitata da te per il bicchiere della 'staffa'. Ho accettato tra mille pensieri, sentendomi già in colpa, ma con dentro una voglia che ad ogni scalino, verso il tuo ingresso, si espandeva, si dilatava come un gas nell'aria. Abbiamo bevuto un Cuba libre, seduti sul divano, ti sei avvicinato e mi hai appoggiato le labbra alle mie. Un soffio di vento caldo mi ha scossa, e ci siamo baciati a lungo, dolcemente. Le tue mani cercavano il mio corpo e mi sono spogliata per te, e mentre tu mi osservavi, con solo il perizoma su, io mi eccitavo ad ogni tua occhiata, in mezzo alle mie cosce ero tutta bagnata. Mi hai accarezzato le tette delicato come tu sai, sempre, essere e i miei capezzoli impazzivano duri come noccioline per te, per il desiderio, perché ti amo. Poi ti ho abbassato i boxer un po' titubante, era il secondo che vedevo nella mia vita, e sono rimasta deliziata, era perfetto. Lungo, non grosso, senza peli, glabro e duro, in tensione per me per il mio corpo. Mi sono inginocchiata e l'ho leccato, prima fuori sulla punta, lentamente, scendendo in tutta la sua lunghezza. Sentivo il tuo sapore, il tuo gusto e mi piaceva, lo modicchiato fino a farti un po' male e poi ho fatto pace con lui mettendomelo tutto in bocca, ma era troppo lungo, allora con la mano ti toccavo menandolo la parte che ti rimaneva fuori. Avrei continuato all'infinito. Mi hai fatto stendere sul divano ed hai iniziato tu a giocare con 'lei' che ti aspettava impaziente, mi hai fatto distendere sulla schiena e mi hai divaricato le gambe, senza sosta la tua lingua correva sulle mie labbra madide di frenesia, quando hai iniziato a farmi roteare le tue labbra sulla clitoride sono esplosa in aria, come i fuochi d'artificio nel buio della notte, sono schizzata in cielo illuminando la mia mente di mille colori chiari, vividi mi è mancato il respiro e sono ricaduta a terra rantolando, cercando l'aria, ansimano. Ogni volta che mi toccavi la 'patatina' fremevo e i brividi mi correvano lungo tutto il corpo. Mi hai sollevato le gambe e i tuoi 22 cm sono entrati facilmente dentro di me, lubrificata come ero, ero in estasi. Ti sentivo riempirmi in tutto il suo spazio, le mie membrane si dilatavano e diventavano una cosa sola con te. Sei andato avanti e indietro per un bel po', con le mie gambe alte sulle tue spalle hai iniziato a spingere più forte e io godevo, godevo, godevo.. Poi un tuo rantolo e il tuo sperma caldo è entrata forte dentro me, ti ho guardato ed i tuoi occhi erano velati dall'orgasmo, volevo morire, così sì che avrei potuto dire addio alla vita. Senza più forze ci siamo distesi ed abbracciati, ti ho baciato le labbra e tu mi hai accarezzato il viso. e io ti amo, ti amo sempre di più.
E adesso lo sai.
Un sottile senso di colpa, ma quello che ho provato non può una donna non concederselo, anche solo una volta nella vita. L'abbiamo fatto altre volte e mi è piaciuto sempre di più. Ti adoro.
E adesso lo sai.
Mi hai detto che mi facevi provare una serata eccitante e alquanto strana. Lo sai che con te sono pronta a tutto. Sono venuta a casa tua e ti ho trovato vestito come un uomo di corte del settecento, e mi hai dato un bellissimo abito da cortigiana da indossare. Era Carnevale quindi l'ho indossato senza far domande, ma avevo voglia di te, e mi sono sfilata le mutandine, ma tu hai detto che eravamo tardi, e dovevamo andare. Siamo arrivati ad una villa bellissima, mi hai spiegato che tutto quello che succedeva lì dentro non sarebbe mai uscito da quelle porte. Mi hai, anche, accennato che non c'erano regole e che se volevamo fare l'amore, non c'era nessun problema. Ho pensato che tanto con il vestito e la maschera nessuno avrebbe potuto riconoscermi, e questo mi ha fatto eccitare a quella trasgressione di farlo davanti ad altri che ci guardavano. ―Io voglio solo te, ma qui tanti ci proveranno con te ―, hai aggiunto. ―Io voglio solo te, e non sai da quanto.― ho risposto. Quando siamo entrati in pratica era un'orgia, i divanetti erano pieni di uomini e donne che scopavano, tutti mascherati. L'impatto è stato insolito, ma pian piano mi divertiva e stimolava il mio desiderio di farmi scopare da Giulio davanti a tutti. Pensiero che se l'avessi fatto un mese fa sarei andata da uno psicologo e da un sessuologo. Giulio si siede su un divanetto e vado a prendere da bere al bar. Sento una voce, un uomo di spalle stringe una donna vestita da damigella settecentesca, riconosco la voce e capisco che conosce tutti lì dentro: è Marco. Le sue mani toccano il culo della donna, sono appoggiati al bancone, iniziano a baciarsi e lei allunga la mano sul suo pacco. Gli batto la spalla, si gira, mi guarda, sollevo la mascherina, lo prendo per mano, la ragazza ci segue. Arrivo nel nostro divanetto, metto la mano nel cazzo di Giorgio che è già duro, gli abbasso l'abito, mi metto ha quattro zampe, alzo la gonna, sotto non ho le mutandine, me le ero tolte prima a casa, e mi faccio penetrare da Giorgio, in piedi dietro di me alla pecorina. E mi faccio scopare in una posizione che Marco solo qualche volta ha voluto fare con me, prima che se ne vada, mi giro e prendo il cazzo di Giorgio in bocca e lo succhio, con gli occhi puntati su quelli di mio marito. Anche quello non gli piaceva ― sono cosa da puttane ― mi diceva. Marco prende per mano la sua amica e se ne va.. con lei farà di tutto ma questo non mi importa. Io da anni scopata come una santa e con le altre faceva tutto quello che non faceva con me. ' Povero illuso mi sono detta, le cose cambiano, anche se tardi, ma cambiano'.
E adesso lo sai. E lo sa anche Marco.
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