La calda notte dell'immoralità

di
genere
incesti


Erano finalmente arrivate le vacanze natalizie, l'atmosfera in casa era un po' particolare, io e mia madre, Sara, aspettavamo con impazienza il ritorno, dopo sei mesi, di Gianni e Valentina, il mio patrigno e la mia sorellastra. Gianni, è un chirurgo, era partito per l'Inghilterra, per un progetto di lavoro che riguardava nuovi metodi di utilizzo della laparoscopia, che durava un anno; e Valentina, appena finito il liceo, l'aveva raggiunto per frequentare un corso di inglese avanzato, prima di iscriversi all'università. Così, io e Sara, mia madre, avevamo addobbato casa con luci e lucette, e aspettavamo la vigilia per festeggiare insieme a loro. Sara era una docente universitaria di Psicologia, 45enne, separata da mio padre da 12, e da 10 conviveva con Gianni. Gli si poteva dare 10 anni di meno, era una donna bellissima raffinata, elegante, di classe; con un viso da bambola ed un corpo praticamente perfetto. Aveva i capelli a caschetto, come 'Cleopatra', due occhi blu, che il cielo le invidiava, un nasino delicato ed una rosea bocca con le labbra leggermente carnose. Il suo corpo non era esile, ne smilzo, era rotondo, ma di una rotondità che aveva fatto perdere la testa a molti uomini. Il suo seno era grosso, sodo: una quarta credo; il suo culo 'burroso' come se ne vedono nelle spiagge brasiliane.

Io, 20enne, studiavo lettere ed il mio vivere di libri e arte, mi aveva fatto perdere la mia ultima ragazza, Paola, perché secondo lei le mancavo di attenzioni, sempre appresso a qualche presentazione di nuovi autori o feste del libro in tutta Italia. Lei lavorava in banca e la letteratura era una perdita di tempo, meglio una SPA, o una gita con i suoi amici, stronzi, in barca a vela. L'unica cosa che mi mancava era che scopava come una cagna.

In questi 10 anni mi ero legato molto a Gianni e Valentina, con lei avendo solo due anni di differenza, io 20 e lei 18, si poteva dire che eravamo cresciuti insieme.

La casa era grande e spaziosa, fatta su due piani: sotto, un grande salone open space, con salotto e cucina, dove troneggiava un grandissimo caminetto in pietra vulcanica; una zone notte con due camere, una matrimoniale, di Sara e Gianni, ed una per gli ospiti, ed un grande bagno. Al piano di sopra altre due camere, una mia e l'altra di Valentina ognuna con un bagnetto privato. Valentina era un bella ragazza, un fiore che stava per sbocciare, era magra: una seconda di seno, un culetto piccolo e tondo, come quello delle pubblicità di Intimissimi, le gambe lunghe. Bionda capelli lisci cortissimi, occhi azzurri da sembrare scandinava.

La vigilia di Natale era volata tra prosecchi, cibo, chiacchiere e qualche vecchio ricordo che in quelle serate ci sta sempre bene. Io e Veronica avremmo dovuto dormire insieme, nella camera di sotto, perché sopra c'era stato un problema con la tubature del gas e quindi erano freddissime. Nella cameretta degli ospiti c'era un letto a castello, che serviva quando i miei cuginetti venivano con zia Carla, sorella di mia madre, a passare qualche giorno qui. Io avrei dormito sopra e la Vale sotto. Tra il caminetto che andava senza sosta da ore ed il riscaldamento la cameretta era caldissima. Verso l'una del mattino siamo andati a dormire tutti un po', forse più di un po', brilli. Mi sorella (Valentina odio il termine sorellastra) si era spogliata ed visto il clima era rimasta solo con una conottierina bianca corta e il perizoma bianco. Io ero già steso in boxer a petto nudo, e vederla così mi ha fatto eccitare.
Dalla camera matrimoniale dopo pochi minuti. si sono alzate grida di godimento, Sara e Gianni, stavano certamente recuperando i mesi in cui non si erano visti. A quei sospiri, mi sono sposto per guardare mia sorella sotto, e ho visto il suo perizomino buttato sul pavimento, ho scrutato meglio e ho notato Valentina che con la testa in dietro, gli occhi chiusi ed una mano in bocca per non far rumore, si sgrillettava la clitoride con lentezza, dolcemente. Il mio cazzo, già in tensione a quella scena era diventato di marmo, mi sono tolto i boxer e li ho gettati del letto vicino alle sue mutandine. Lei mi ha chiamato e sono andato nudo nel suo letto, ci siamo baciati per la prima volta, e la situazione ci è sfuggita di mano. Ci siamo messi a 69 e mi succhiava prendendolo tutto in bocca ed io la leccavo voracemente quella piccola 'pallina' turgida. La mordicchiavo e poi ci passavo forte la lingua sopra e lei godeva, ansimava fregandosene dei rumori. Quando mi sono messo sopra di lei, gliel'ho messo dentro, tutti i miei 23 cm sono entrati e spingevo forte a tempo e lei è venuta, il suo corpo si irrigidiva e si rilassava in respiri rapidi di estasi.

Probabilmente i rumori erano stati troppi, la porta si è aperta, io ero ancora sopra di lei, e mia madre e Gianni, entrambi nudi, sono entrati in camera. Vedere Sara completamente nuda, i suoi peli vaginali scuri e quelle grosse tette mi ha eccitato ancora di più, il fatto poi che lei vedesse in piena trazione il mio cazzo, quasi, mi gratificava. Vedevo lo sguardo fisso di mia madre proprio lì, e mezza ubriaca ha, prima guardato Gianni, poi ha invitato me e la Vale ad andare nel loro letto matrimoniale alludendo, ubriaca probabilmente, ad un esercizio psicosociale sul 'possesso' di cui ho capito le prime due parole. In camera loro, le luci erano basse e quando ho visto che padre e figlia iniziavano a baciarsi ho iniziato a leccare le tette a mia madre, che mi ha preso in mano l'uccello menandomelo. Da lì è successo di tutto, ho scopato mia madre alla pecorina mentre lei leccava la fica alla Vale, e quest'ultima succhiava il cazzo di suo padre. Insomma tutte le geometrie possibili le abbiamo provate, poi le due donne hanno iniziato a lesbicare e Gianni ha preso in bocca il mio cazzo. All'inizio mi infastidiva, ma devo dire che era proprio bravo, e preso dalla lussuria più sfrenata l'ho inculato, dopo averlo lubrificato, mi madre ci guardava sorridendo mentre si faceva infilare le dita della Vale nel culo. Così ho girato Sara e tolte le dita ho infilato i miei 23 cm e lei gridava e scuoteva la testa schiacciandosi con le mani i suoi capezzoli duri come l'acciaio. Mi madre era in ginocchio protesa in avanti con le mani a sorreggersi nel letto mentre io dietro di lei spingevo facendola godere quando dietro di me Gianni mi ha infilato il suo cazzo, bagnato di vasellina, nel culetto. Un bruciore fortissimo, due lacrime mi sono scese dal viso, poi pian piano si è fatto spazio dentro di me, sentivo le membrane adattarsi al suo membro, ha iniziato a spingere ed il dolore è diventato piacere, le lacrime singhiozzi di estasi, e sono venuto, sia dietro, con una sensazione strana ma piacevolissima, che davanti con un'esplosione di sperma caldo dentro al culo di mia madre. Poi sfatti, meravigliati, più che altro stupefatti di quello che era accaduto, ci siamo addormentati tutti insieme nudi su quel letto pieno, saturo dei nostri odori.

Nella sua completa follia e degenerazione è stata una nottata che mi ricorderò per sempre, una notte di trasgressione totale dove ho perso la mia verginità, ma ho scopato la più bella, calda e sensuale donna al mondo: Sara, mia madre. Quando sono ripartiti, dopo capodanno, io e mia madre abbiamo dormito sempre assieme, nudi affinando le conoscenze dei nostri corpi ad una perfezione, penso, superiore di quando ero nel suo grembo.

scritto il
2024-11-15
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