"Chi troppo vuole, un cazzo stringe"
di
Guglielmo Da Baskerville
genere
etero
Quella mattina c'era la verifica di italiano in classe, un tema per prepararci meglio per l'esame di maturità. Quando la professoressa Mia è entrata in classe, si è diretta alla lavagna, e con il gessetto ha scritto le tre tracce, e noi ne avremmo dovuto svolgere una. Ogni volta che vedevo quella prof, 40enne, il mio uccello scalpitava nei boxer. Era la pura essenza della trasgressione, sebbene vestiva classico, c'era una sorta di aurea erotica in lei che ispirava in me fantasie sessuali di smania e di bramosia che mi tormentavano il cervello. L'anno precedente era stata proprio colpa sua se ero stato bocciato, dandomi insufficiente anche in storia ho dovuto ripetere l'anno, portandomi sulle spalle le più infime offese di mio padre tutta l'estate. Ho scelto la traccia che avrei svolto:
"Descrivi il sogno che ti è rimasto più impresso e cercane possibili iterazioni e collegamenti con la tua realtà."
― Una notte mi sono svegliato tutto sudato, non ricordavo se qualcosa mi avesse turbato, mi sono fatto una doccia e ritrovata la calma sono tornato a dormire nudo. Appena preso sonno, ho fatto un sogno bellissimo.
"Una donna bionda, sulla quarantina mi faceva entrare a casa sua, era in accappatoio con sotto solo un perizoma bianco, di tessuto trasparente che faceva vedere il pelo castano tra le cosce. Io avevo delle carte in mano che dovevo consegnarle. Questa femminile figura aveva un viso bellissimo: occhi azzurri come il cielo, i lineamenti delicati, un nasino 'alla francese', e appena sotto, due labbra carnose rosa scuro. Dal suo accappatoio che teneva scollacciato intravedevo due grossi seni, credo un quarta misura, con delineati alla perfezione due tondi capezzoli rosa. Solo a guardarli erano come un invito per essere baciati. Le gambe lunghe e affusolate andavano a stringersi verso l'alto in un culo tondo e sodo, coperto solo dalla strisciolina posteriore della mutandina. Ricordo che mentre mi accompagnava verso il salotto, fissando il suo lato B, ho dovuto stendere e spostare il mio pisello verso sinistra, aggiustarmi i boxer, perché mi stringevano troppo. Lei se ne è accorta sedendosi sul divano e mi ha guardato con un sorriso malizioso e con occhi provocanti. Ha appoggiato i fogli sul tavolino davanti al divano e mi ha fatto sedere, è andata in cucina e quando è tornata in salotto era senza accappatoio con due bicchieri di coca in mano. Si è seduta davanti a me su un sgabellino, chiedendomi se potevo farle un massaggio alla schiena. Io ero dietro questa meravigliosa bionda con lei a cavalcioni, con solo il perizoma su, e con le mani ho iniziato a toccarle delicatamente dietro il collo. Lei inarcava la testa indietro, verso di me, sono sceso e ho iniziato a toccarle la base di quelle tettone che al tatto erano davvero sode. Lei ha messo la mano dietro cercando il mio cazzo che stava scoppiando dentro la tuta. Si è girata verso di me e le nostre labbra si sono incontrate, lasciando il gioco alle nostre lingue che delicatamente si sono intrecciate a lungo, in maniera così appassionata da togliere il fiato. Poi le ho leccato quelle dure palline dei suoi capezzoli, era eccitata anche lei. Mi ha sfilato i vestiti, sono rimasto nudo con i miei 23 cm pulsanti di passione che la desideravano. Dal suo sguardo ho capito che sarebbe stato per me, diciottenne, un pomeriggio alquanto impegnativo. Mi ha fatto distendere sul divano e con la lingua ha leccato la mia asta in tutta la sua lunghezza, e con la mano mi menava l'uccello, lentamente, facendomi perdere in un delirio sessuale mai provato. Poi ha aperto la bocca e se l'è messo dentro andando su e giù, ero sempre disteso a pancia in su e vedere i suoi biondi capelli che andavano a ritmo della sua bocca era un meravigliosa tortura, ogni tanto mi fissava dall'azzurro dei suoi occhi facendomi capire che le stava piacendo. D'un tratto si è alzata, si è sfilata il perizoma e mi ha messo la sue gambe aperte appena sotto le spalle, avevo la sua pelosa e odorosa fica in bocca. L'ho leccata, come se non ci fosse nulla di più buono al mondo, infatti era proprio così, i suoi liquidi di eccitazione avevano un sapore dolciastro, delizioso. Lei mi schiacciava la sua fica sulla faccia, sulle labbra, sul naso, poi le ho iniziato a mordicchiare la clitoride e ho sentito il suo corpo vibrare, irrigidirsi e rilassarsi. I suoi sospiri, i suoi piccoli lamenti: stava godendo e l'afflusso dei suoi succhi è aumentato e io aspiravo bramoso. Si è alzata, ha arretrato il corpo e si è infilata il mio cazzo tutto dentro che è scomparso dentro di lei e sentivo le nostre membrane fondersi in una sola, ed ha iniziato a gridare e a montarmi, si abbassava inglobandolo tutto con colpi verso il basso sempre più forti e vigorosi. I suoi occhi sembravano patinati, erano più acquosi e quando è venuta di nuovo mi ha fissato. poi si è stesa sopra di me baciandomi il viso. Mi sono alzato, l'ho fatta mettere 'a pecorina' e a vederla in quella posizione, ho pensato, in un secondo, che non ci poteva essere nessuna opera d'arte più bella di quella che stavo osservando, i due buchini, il suo pelo castano curato appena sotto, il 'giardino dell'Eden'. Ho preso con la mano un po' di suoi liquidi ed ho iniziato a giocare con il suo culetto, lei ha capito ed ha appoggiato la testa e le tette sul divano, lasciandomi fare. Con le mani le ho divaricato i glutei puntando con il mio cazzo il suo buco del culo e pian piano sono entrato. Quando era tutto dentro sentivo i suoi rantoli di dolore e qualche lacrima è scesa dalle sue guance, ma quando ritmicamente ho cominciato a pompare il dolore si è trasformato in godimento puro e le lacrime in sorrisi e urla di piacere. A quel punto non sono riuscito più a trattenermi e sono venuto, un'esplosione primordiale, dentro me, il Big Bang: un lampo accecante e milioni di sfavillanti colori mi sono fluttuati davanti ad occhi chiusi e ho sentito il calore del mio sperma entrarle dentro, mentre il suo ansimare aumentava il mio insaziabile orgasmo. Abbiamo fatto una doccia.!"
Ed il sogno è finito mi sono svegliato. Quando ho aperto gli occhi, da quel sogno, il mio uccello era completamente in tiro. Non ne ho mai fatto uno così in vita mia. Credo, per rispondere al secondo quesito, di essere innamorato e desiderare ardentemente una figura a me educativamente vicina. ma non riesco a capire chi possa essere. Spero che questo sogno possa davvero avverarsi. ―
Ho consegnato il tema convinto che nei prossimi giorni sarei stato sospeso, invece due giorni dopo la prof Mia, a fine lezione, mi ha dato dei fogli ed un bigliettino con scritto: "Martedì ore 21.00 Via Cesare Battisti, Palazzina Blu". Quando sono uscito da casa sua, con il primo sogno realizzato, dallo zaino ho tirato fuori un altro tema con un secondo sogno:bagno insieme. Ogni volta che tornavo, uscendo avevo un altro foglio in mano, terzo sogno: cucina, e così via per tutta la casa compresa la cantina ed il garage. Era il momento di fare il passaggio successivo, anche perché la mia ragazza, Sara, iniziava ad insospettirsi di queste ripetizioni di italiano un po' troppo frequenti. Però la mia vendetta per la bocciatura dell'anno precedente non era ancora stata risanata, così l'ultimo sogno si sviluppava nel giardino della palazzina. Mi ero messo d'accordo con Marco, figlio di un carabiniere , quando gli facevo uno squillo doveva con una scusa mandare giù suo padre in un posto che avevo già pensato, mentre io e Mia scopavamo all'aperto dietro una siepe. Una denuncia per atti osceni in luogo pubblico: io sarei passato come un grande a scoparmi a 18 anni una bella fica come la prof, per lei beccata con uno studente a 40 sarebbe stato un po' diverso. Quando il carabiniere ci ha visto, lei era in piedi piegata in avanti con me dietro che la scopavo, ha subito preso il telefono per chiamare il commissariato, ma dopo che si sono messi a discutere a bassa voce, lui e la prof si sono allontanati insieme verso casa di lei. Nessuna denuncia, anzi, per quel agente pubblico cominciava un tour de force, senza neppure scrivere una parola su un cazzo di foglio. La vita è così "chi troppo vuole, un cazzo stringe: il suo e da solo." Sara mi ha chiesto se ho fatto passi avanti con l'italiano e le ho risposto: "Adesso so tutte le vocali alla perfezione: aaahh, uuuhh, iiihh, e qualche anagramma di due o tre lettere: goo.. , doo, por.. , co.. , an.. , co.. , ra.." lei si è messa a ridere non capendo, io invece mi sono detto: 'str.. oo.. nzo'.
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