Si può chiamare prima volta? -Parte 1
di
elenuccia
genere
prime esperienze
Mi chiamo Elena, e al periodo dell'accaduto avevo 18 anni.
Ero verginella e avevo un fisico ancora quasi adolescenziale, con un piccolo seno, ma con un sedere tondo e molto sodo, che spesso mio fratello aveva sognato di affondare.
Avevo due occhioni grigio perla contornati da una lunga chioma bionda scura.
Nonostante normalmente frequentassi gli ¨sfigati¨ della classe, quell'anno il mio fidanzato, Davide, era un vero figo, con degli scuri capelli e dei profondi occhi verdi.
Un sabato lui e i suoi amici (che non venivano a scuola con noi), organizzarono una festa, a cui fui invitata.
Inizialmente stetti sulle mie, ma quando vidi che Debora, una fagazza abbondantemente fornita, sbatteva il suo seno davandi al volto di Davide, mi avvicinai al mio fidanzato.
Lo cinsi con il mio braccio e lo limonai meglio che potei, facendo allontanare la puttana.
Giorgio, uno dei ragazzi, propose il gioco della bottiglia, e inizialmente mi divertii, fino a quando si propose come come penitenza a Debora di limonare con Davide.
Lei si alzò e sculettando si avvicinò al mio tipo, sul quale si sedette a gambe aperte.
Vedendo che lui non la respingeva mi ingelosii, ma evitai di parlare.
Le loro lingue erano a contatto e tutti applaudivano in segno di approvazione, mentre i due avvinghiati emettevano dei leggeri gemiti.
Esortai alla continuazione del gioco, e per fortuna mi ascoltò anche Davide.
Finalmente, usciti me e il mio fidanzato, mi preparai alla mia slinguata, quando sentii una voce acuta alla mia destra.
Lucia, così si chiamava, disse:
–Loro limonano già tutti i giorni, ci vuole qualcosa di piu...
Lanciò un'occhiata maliziosa agli altri del gruppo, che in coro urlarono:
-Sesso in bagno! Sesso in bagno!
Mi sentii svenire, ma pensai subito che chiusi là dentro il mio dolce ragazzo non l'avrebbe fatto mai, quando fui interrotta da un'esclamazione di Davide:
-Offro al mio posto Jacopo!Elena godrà di più!
Lo maledii in silenzio, quando vidi che Jacopo, eccitato, si avvicinò a me e, presa per mano, mi accompagnò in bagno, aiutato dalle frasi pronunciate da tutti.
Mi sedetti sul water con le mani sulle gambe, rigorosamente chiuse, mentre Jacopo chiudeva a chiave la porta.
Si voltò e in un secondo me lo ritrovai davanti.
Si abbassò un po' e mi baciò a stampo.
Tremavo tutta, ma diedi comunque accesso alla sua lingua nella mia bocca.
Inizialmente limonammo lentamente, per poi aumentare vorticosamente la velocità.
Sentii una mano posarsi sui miei collant e salire sempre più, passando sotto al leggero tessuto della mia gonna, ma ben presto lo fermai e mi alzai in piedi.
Sentii che di là i ragazzi stavano facendo altro, quindi gli dissi la verità:
-Non me la sento.
Lui sghignazzò un attimo, ma si fece subito serio.
-Va bene tesoro - marcò quell'ultima parola - faccio prima io.
Detto fatto si slacciò il bottone dei suoi jeans, che calò fino alle caviglie, rimanendo con addosso delle mutande che evidenziavano il loro grosso contenuto.
Mi si avvicinò fino a portarsi a contatto con me. Mi prese una mano e me la leccò facendomi tremare, poi se la portò sempre più verso il suo ventre, sfiorando i suoi possenti muscoli, nascosti solo dalla sua leggera maglietta.
A contatto con il bordo delle sue mutande ritrai la mano instintivamente, ma lui la strinse forte e se la infilò nelle mutande.
La prima cosa che sentii fu calore, tanto calore, poi sentii la quantità di peli che circondavano il suo sesso, e poi eccolo lì, il suo pene. Gemetti leggermente, ancora non del tutto eccitata, ma di certo molto terrorizzata.
Percorse tutta la lunghezza del pene, ora duro, fino ad arrivare alla cappella. Lo sentii gemere eccitato.
Mi tolse la mano e si abbassò le mutande.
Io sgranai gli occhi, sorpresa, e vidi Jacopo sghignazzare.
-Prima ti faccio vedere.
¨cosa?¨ chiesi a me stessa, prima di capire.
Portatosi la mano sul suo grosso cazzo, se lo masturbò ritmicamente, fino a farlo diventare ancora più lungo e duro di prima.
-Ora tocca a te.
Disse semplicemente.
Io provai a imitarlo, lentamente ma incitata da lui, aumentai la velocità, facendolo eccitare terribilmente, così come me in quel momento.
Ad un certo punto mi sentii abbassare la testa salle sue possenti mani, trovandomi a pochi centimetri dal suo durissimo cazzo.
-Su Elenuccia, mettitelo in bocca - sussurrava tra un gemito e l'altro.
FINE PRIMA PARTE
Ero verginella e avevo un fisico ancora quasi adolescenziale, con un piccolo seno, ma con un sedere tondo e molto sodo, che spesso mio fratello aveva sognato di affondare.
Avevo due occhioni grigio perla contornati da una lunga chioma bionda scura.
Nonostante normalmente frequentassi gli ¨sfigati¨ della classe, quell'anno il mio fidanzato, Davide, era un vero figo, con degli scuri capelli e dei profondi occhi verdi.
Un sabato lui e i suoi amici (che non venivano a scuola con noi), organizzarono una festa, a cui fui invitata.
Inizialmente stetti sulle mie, ma quando vidi che Debora, una fagazza abbondantemente fornita, sbatteva il suo seno davandi al volto di Davide, mi avvicinai al mio fidanzato.
Lo cinsi con il mio braccio e lo limonai meglio che potei, facendo allontanare la puttana.
Giorgio, uno dei ragazzi, propose il gioco della bottiglia, e inizialmente mi divertii, fino a quando si propose come come penitenza a Debora di limonare con Davide.
Lei si alzò e sculettando si avvicinò al mio tipo, sul quale si sedette a gambe aperte.
Vedendo che lui non la respingeva mi ingelosii, ma evitai di parlare.
Le loro lingue erano a contatto e tutti applaudivano in segno di approvazione, mentre i due avvinghiati emettevano dei leggeri gemiti.
Esortai alla continuazione del gioco, e per fortuna mi ascoltò anche Davide.
Finalmente, usciti me e il mio fidanzato, mi preparai alla mia slinguata, quando sentii una voce acuta alla mia destra.
Lucia, così si chiamava, disse:
–Loro limonano già tutti i giorni, ci vuole qualcosa di piu...
Lanciò un'occhiata maliziosa agli altri del gruppo, che in coro urlarono:
-Sesso in bagno! Sesso in bagno!
Mi sentii svenire, ma pensai subito che chiusi là dentro il mio dolce ragazzo non l'avrebbe fatto mai, quando fui interrotta da un'esclamazione di Davide:
-Offro al mio posto Jacopo!Elena godrà di più!
Lo maledii in silenzio, quando vidi che Jacopo, eccitato, si avvicinò a me e, presa per mano, mi accompagnò in bagno, aiutato dalle frasi pronunciate da tutti.
Mi sedetti sul water con le mani sulle gambe, rigorosamente chiuse, mentre Jacopo chiudeva a chiave la porta.
Si voltò e in un secondo me lo ritrovai davanti.
Si abbassò un po' e mi baciò a stampo.
Tremavo tutta, ma diedi comunque accesso alla sua lingua nella mia bocca.
Inizialmente limonammo lentamente, per poi aumentare vorticosamente la velocità.
Sentii una mano posarsi sui miei collant e salire sempre più, passando sotto al leggero tessuto della mia gonna, ma ben presto lo fermai e mi alzai in piedi.
Sentii che di là i ragazzi stavano facendo altro, quindi gli dissi la verità:
-Non me la sento.
Lui sghignazzò un attimo, ma si fece subito serio.
-Va bene tesoro - marcò quell'ultima parola - faccio prima io.
Detto fatto si slacciò il bottone dei suoi jeans, che calò fino alle caviglie, rimanendo con addosso delle mutande che evidenziavano il loro grosso contenuto.
Mi si avvicinò fino a portarsi a contatto con me. Mi prese una mano e me la leccò facendomi tremare, poi se la portò sempre più verso il suo ventre, sfiorando i suoi possenti muscoli, nascosti solo dalla sua leggera maglietta.
A contatto con il bordo delle sue mutande ritrai la mano instintivamente, ma lui la strinse forte e se la infilò nelle mutande.
La prima cosa che sentii fu calore, tanto calore, poi sentii la quantità di peli che circondavano il suo sesso, e poi eccolo lì, il suo pene. Gemetti leggermente, ancora non del tutto eccitata, ma di certo molto terrorizzata.
Percorse tutta la lunghezza del pene, ora duro, fino ad arrivare alla cappella. Lo sentii gemere eccitato.
Mi tolse la mano e si abbassò le mutande.
Io sgranai gli occhi, sorpresa, e vidi Jacopo sghignazzare.
-Prima ti faccio vedere.
¨cosa?¨ chiesi a me stessa, prima di capire.
Portatosi la mano sul suo grosso cazzo, se lo masturbò ritmicamente, fino a farlo diventare ancora più lungo e duro di prima.
-Ora tocca a te.
Disse semplicemente.
Io provai a imitarlo, lentamente ma incitata da lui, aumentai la velocità, facendolo eccitare terribilmente, così come me in quel momento.
Ad un certo punto mi sentii abbassare la testa salle sue possenti mani, trovandomi a pochi centimetri dal suo durissimo cazzo.
-Su Elenuccia, mettitelo in bocca - sussurrava tra un gemito e l'altro.
FINE PRIMA PARTE
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