Il monte di venere di mia sorella e la sorpresa del mega clitoride

di
genere
incesti

Premetto che la storia che sto per raccontare è assolutamente vera. Che lo crediate o no…
Sono Giovanni, ho 41 anni e vivo in una grande città del nord Italia. Sono divorziato da due anni e vivo solo in una grande casa antica lasciatami in eredità dai miei genitori mancati alcuni anni fa in un incidente aereo. L’unica mia parente stretta è mia sorella Francesca di 28 anni che lavora in una multinazionale francese e che vive nella mia stessa città in una propria abitazione. Francesca è la tipica donna in carriera che pensa solo al lavoro e spesso è in viaggio per lavoro in varie parti del mondo.
Io e lei ci sentiamo spesso per telefono ma pochissimo ci vediamo di persona. Da adolescenti avevamo un bel rapporto anche se la differenza di età limitava la nostra conoscenza a puri rapporti di fratellanza. Vivevamo con i nostri genitori sino alla sua laurea e a quando lei partì per gli Stati Uniti per un master in economia. Poi la disgrazia dei nostri genitori la fece tornare in Italia e iniziare la sua collaborazione con l’azienda in cui tutt’ora lavora. Io seguo l’azienda di famiglia e dedico molto del mio tempo al lavoro.
Tutto molto normale sino a qualche mese fa, quando fui invitato ad una convention della sua società durante la quale lei doveva presentare un nuovo prodotto che interessava pure la mia attività.
Sul palco dei relatori la vidi dopo molti mesi di assenza e restai abbagliato per quanto era cambiata. Una splendida donna elegantemente vestita, capelli biondi lunghi con un abito nero attillatissimo che metteva in risalto le sue forme decisamente fuori dal comune.
Terminata la relazione, Francesca fu subito contornata da molti dei presenti che le facevano i complimenti e alcuni anche i “cascamorti”.
Lei però mi intercettò subito nell’affollamento e si diresse da me sussurrandomi che mi aspettava fuori per passare qualche ora insieme.
L’attesi quasi una mezz’ora all’ingresso della convention, si scusò per il ritardo abbracciandomi e stampandomi un bacio sulla guancia.
Decidemmo di passare la serata assieme e concordammo che previo passaggio a casa sua per una rapida doccia e per cambiarsi, saremmo andati a cena.
Accettai di buon grado, anche perché da un po’ di tempo cenavo solo ed anche perché non mi dispiaceva affatto avere vicino, anche se si trattava di mia sorella, la splendida donna che avevo perso di vista fino allora.
Quello che successe dopo, ancora oggi non me lo spiego.
Salimmo lo scalone di casa sua, abitava al primo piano di un palazzo patrizio nel cuore della città ed entrati in casa mi disse di aspettarla nel salotto dove potevo preparare un aperitivo anche per lei che nel frattempo si fiondò in camera sua per spogliarsi. Così spogliata, in reggiseno e mutandine, transitò davanti a me per andare in bagno. L’effetto che mi fece, ancora oggi, ripensandoci, mi provocò una erezione pazzesca. Infetti avevo notato che le mutandine bianche che la coprivano lasciavano intravvedere un pronunciatissimo monte di venere. Ma era mia sorella… accidenti… cosa stavo pensando..? Mi vergognai un poco ma poi, vedendola uscire in accappatoio che camminando verso di me si apriva leggermente facendo intravvedere le sue splendide gambe, ogni vergogna mi passò immediatamente. Non potei trattenermi dal farle i complimenti per come era cambiata e mi uscì anche un commento del tipo:” Se non fossi tuo fratello ti corteggerei”…
Lei ammiccò e un leggero sorriso le apparve sulla bocca. Ci sedemmo sulle poltrone uno di fronte all’altro e lei forse facendolo apposta, nell’accavallare le gambe nude lasciò per un attimo trasparire sul fondo delle stesse un rigoglioso ciuffo di pelo scuro. Bevemmo un paio di drink che forse volutamente feci un po’ più forti e iniziammo a conversare ed aggiornarci circa le nostre vite.
Le dissi che la trovavo in splendida forma e che avremmo dovuto frequentarci di più mentre non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso, diretti soprattutto sulle sue gambe che mi facevano letteralmente perdere il controllo. Le se ne accorse e si alzò di colpo e venne a stamparmi un bacio sulla bocca mentre il mio sguardo cadde sull’apertura dell’accappatoio che si aprì in modo vistoso all’altezza del suo boschetto.
Cingendola all’altezza del seno, ricambiai il bacio e la feci sdraiare su di me accarezzandole i capelli raccolti ed ancora umidi. Fu fatta: non eravamo più fratello e sorella ma due persone con una attrazione che direi fatale.
La allontanai da me, parve un po’ delusa ma le dissi di andare a prepararsi che saremmo usciti a cena, lei si alzò, si ricompose, e mi disse che andava a vestirsi.
Penserete che sono stato un fesso…. ma ho preferito così. Poi capirete il perché…
La cena fu perfetta, non parlammo di nulla di quanto era successo poco prima ma i nostri sguardi parlavano per noi e del nostro desiderio di averci.
Tornammo a casa sua a piedi in quanto il ristorante era vicino e la presi sottobraccio fiero di avere al mio fianco una splendida donna che mi stava sempre più eccitando. Nella mia mente, infatti, frullavano mille pensieri erotici e la vedevo già avvinghiata tra le mie braccia.
Arrivammo in casa e ci abbracciamo stringendoci e baciandoci come pazzi. I nostri corpi aderivano uno contro l’altro mentre spingevo il mio cazzo all’altezza della sua figa ed è lì che ebbi la prima sorpresa: il mio cazzo sbatteva contro una sua protuberanza che un occhio esperto già poteva individuarla sopra la gonna strettissima. Era il suo monte di venere che era pronunciatissimo, quasi oscenamente esposto agli sguardi di chi ama queste conformazioni femminili.
Ci incamminammo, sempre baciandoci, in camera da letto dove io letteralmente la buttai e cominciammo a spogliarci quasi con furia selvaggia: io lei, lei me. Rimase sdraiata a supina con il solo reggiseno e mutandine in un completo nero; la guardavo di profilo e vidi quella stupenda montagnola che si ergeva sotto le mutandine. Non resistetti più e gliele tolsi facendo così apparire alla mia vista il monte di venere ricoperto da un pelo folto, morbido e selvaggio. Il mio cazzo svettava dall’elastico dei boxer che immediatamente lei mi aiutò a togliere. Ci rotolammo sul letto avvinghiati ed eccitatissimi; io le misi una mano sul pelo e verso la sua fessura. Lei mi fermò. Mi disse che doveva confessarmi una cosa e che io non dovevo riderne: era ancora vergine. Bum! Questa non me l’aspettavo… rimasi interdetto per un attimo mentre lei mi spiegava che non aveva mai trovato la persona giusta, che si vergognava un po’ per una sua caratteristica fisica. e che quindi non si era ancora concessa a nessun uomo. Le chiesi se ero io la persona che pensava fosse giusta e lei mi disse che mi aveva sempre guardato con ammirazione e che avrebbe voluto trovare un uomo che mi somigliasse. Ora aveva davanti l’originale e anche se eravamo fratello e sorella le sentiva per me un’attrazione mai provata e mai sopita sin da quando era una ragazzina. La zittii baciandola e le nostre lingue si avvinghiarono in una danza erotica.
Le chiesi qual’ era la caratteristica fisica che la bloccava dall’avere rapporti con un uomo, mi rispose: la vedrai!
Il mio cazzo stava per esplodere dalla voglia e fui felice che sarei stato io a sverginarla; allungai le dita in mezzo al suo gioiello, era bagnatissima; mi accorsi allora del suo clitoride che scappucciato era veramente grande e durissimo. Nel sentirlo così turgido mi bagnai le dita all’inizio delle sue grandi labbra che erano già gocciolanti di desiderio e con il pollice e l’indice presi il clitoride e lo strofinai su e giù quasi fosse un piccolo cazzo. La cosa durò pochi secondi perché la sentii venire immediatamente mentre si dimenava gridando di piacere. Anch’io quasi venni al sentire il suo piacere. A quel punto Francesca mi pregò di infilarglielo; non me lo feci ripeter due volte, mi scappellai il cazzo e lo puntai all’ingresso della figa e spinsi leggermente, ma l’imene non cedeva ed avevo paura di farle male. Fu lei a venirmi incontro con il suo bacino e praticamente mi aiutò a sverginarla: il cazzo entrò con impeto nell’antro bagnatissimo e mentre il cazzo entrava sfiorava contemporaneamente il lungo clitoride; partì da Francesca un urlo di piacere e iniziò a tremare per un violento orgasmo. Non ce la feci più: le sborrai dentro la vagina profonda tutto quello che avevo accumulato e sentivo il mio cazzo toccare l’utero in fondo alla vagina bagnatissima. Lei continuava a venire a ripetizione e al sentire tutto quello che stavo riversandole dentro, gridava di piacere e di eccitazione. In pochissimo tempo, l’eccitazione fece si che il mio cazzo riprendesse quasi subito vigore e continuai a penetrarla con furore venendole ancora dentro un’altra volta.
Uscii da lei vidi che il mio cazzo era macchiato del suo sangue e lei, grata, mi guardò con occhi che emanavano amore e gratitudine.
Passammo la notte abbracciati e ad ogni risveglio ricominciavamo a fare l’amore; ogni volta mi chiedeva di restare dentro e di riempirla del mio liquido seminale che lei toccava con le dita e se lo portava alla bocca.
Io leccai e succhiai più volte la sua vagina e il clitoride e bevvi avidamente tutto il suo succo che vi garantisco era veramente tanto.
Fu la più bella notte della nostra vita. Ne seguirono tante altre, ma quella notte restò nelle nostra menti e nei nostri cuori.
Lei rimase incinta sin dalla prima volta ed ora che sono passati due anni da quella serata, abbiamo fatto due figli e viviamo come marito e moglie negli Stati Uniti e siamo felicissimi. Alla faccia dei moralisti!


scritto il
2023-12-12
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