Patrigno e padrone di un ragazzo

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Da quando Diego era rimasto vedovo, la casa sembrava più grande, più fredda.
Ogni sera tornava dal lavoro e si sedeva sul divano, con una birra in mano e la TV accesa solo per coprire il silenzio. Il letto era troppo vuoto, il corpo troppo affamato. Non era il tipo da cercare compagnia occasionale;
era un uomo diretto, abituato ad avere il controllo.
Condivideva la casa col giovane Mirko, il figlio della sua appena defunta moglie, uno studente, era stata una scelta pratica e logica. Mirko già abitava lì insieme a sua madre e Diego da ormai tanto tempo, un po' di vita in casa. Il patrigno ormai solo è bisognoso di una vita sessuale vide per la prima volta in Mirko un ragazzo provocante. Occhi scuri, labbra piene, jeans sempre troppo aderenti. E quella sicurezza spavalda, quasi una sfida.
Così senza tanti convenevoli una notte entro nella sua cameretta e si infilò, mentre Mirko dormiva, nel suo letto a piazza e mezza. Cominciò a strofinarsi, Mirko rimane poco stranito non seppe cosa fare, l’inquietudine lo rese immobile poi Mirko, per istinto, si inarcó leggermente contro di lui, il fiato caldo sulla sua pelle.
Diego senti un brivido di eccitazione scorrergli lungo la schiena. Non c'era esitazione, solo desiderio.
E allora prese ciò che voleva, abbass ó mutande e pigiama del ragazzo e cominciò a trombarlo.
Diego fu violento, possessivo, le sue mani stringevano, esploravano, reclamavano. Mirko gemette, le dita aggrappate al suo pigiama mentre si lasciava guidare, spingere, dominare. Il metallo della testiera del letto era gelido sulla sua pelle mentre il calore tra loro saliva senza controllo.

La maglietta di Mirko fini sul pavimento in un attimo, seguita dai boxer. I denti che sfioravano la pelle nuda, lasciando segni di appartenenza.
"Da ora in poi, sei mio," ringhiò Diego contro il suo orecchio, mordendogli il lobo.
Mirko ansimò, le unghie affondate nelle spalle dell'uomo. "Allora
dimostralo."
Diego porto Mirko in soggiorno, afferrò i polsi del giovane e li spinse sopra la sua testa, tenendoli fermi contro il ripiano della cucina. Il ragazzo si inarcò sotto di lui, le pupille dilatate, il petto che si sollevava in cerca di respiro. Il potere di quel momento scorreva tra loro come una scarica elettrica, pura tensione animale. Riprese a trombarlo forte.

"Guarda come tremi," sussurrò Diego, con un ghigno soddisfatto. "Ti piace essere alla mia mercé, vero?"
Mirko si morse il labbro, cercando di non cedere subito, ma il suo corpo lo tradiva. "Sì," ammise infine, con un filo di voce carico di desiderio. Diego gli venne dentro.
L’uomo lasciò andare uno dei suoi polsi solo per poter scorrere le dita lungo il suo petto, i polpastrelli che sfioravano la pelle calda, tracciando percorsi invisibili. Poi strinse il suo mento, obbligandolo a guardarlo dritto negli occhi.
"Da adesso in poi, devi ricordarti che sei mio," ringhiò Diego contro le sue labbra. "Che io posso prenderti quando voglio, come voglio."

Diego sorrise. "Allora dovrò punirti."
Con una rapidità che fece girare la testa a Mirko, Diego lo prese tra le braccia e lo portò in camera, senza lasciargli neanche il tempo di reagire.
Lo porto nella sua stanza e lo gettò sul suo lettone con una forza controllata, osservandolo mentre si sistemava su quei lenzuoli bianchi, il corpo giovane e sfrontato che sembrava fatto per essere reclamato. Preso una cintura e gliela fece assaggiare sulla schiena.
Mirko lo fissò, il respiro spezzato.
A parte il fatto che Mirko ha bisogno di una casa, di un sostentamento per poter continuare i suoi studi, questa nuova esperienza fu troppo passionale per poterla tenere sotto controllo e rifiutarla. Quindi sottordine di Diego dovete lasciare la sua fidanzatina, essere frustato prima di ogni rapporto, perché Diego aveva i suoi anni nonostante fosse un bell’uomo e aveva bisogno della frusta per ottenere un erezione e poi scoparsi Mirko. Gli impedì di uscire con i suoi amici piuttosto la domenica quando la giornata lo permetteva facevano trekking in campagna e solitarie e dopo averlo preso a schiaffi per ottenere eccitazione, sotto stupendi scenari naturali sfilava la cintura permette la intorno al collo e farlo scendere fino a che la la faccia di Mirko si abbassasse fino al suo dotato cazzo. È come se la natura si sdoppiasse tra il paesaggio della campagna la potenza fisica di Diego, il vigore del getto dello sperma caldo sul viso del ragazzo, l’anatomia del suo roso buco del culo che Durante le camminate si faceva leccare e i colpi decisi del suo bacino mentre si scopava il giovane.
Tornati a casa Mirko si inginocchiò a lui come segno di devota sottomissione, consapevole che la loro storia non era finita, ma solo all’inizio di un percorso che li avrebbe trasformati entrambi, in modi che non avrebbero mai immaginato.

I silenzi e i vuoti di Mirko, a causa di quello che gli era stato tolto, venivano colmati da morboso piacere. Era un nuovo spazio, dove entrambi avevano trovato qualcosa che li legava, senza parole.
scritto il
2025-02-05
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