Sferza e benefici

di
genere
sadomaso

Tre familiari si raccontano

**Federico**
"Intelligente e grazioso, mi chiamo Federico, un giovane rispettoso e remissivo. Ho perso mia madre molti anni fa. La mia vita ora è costellata di restrizioni: uscire con i miei amici è un privilegio raro. Il motivo? Mio padre, Brando, un uomo di 44 anni dall'aspetto affascinante. La sua natura socievole è solo una facciata; dietro di essa si nasconde una mente sadica che crede fermamente nella disciplina attraverso la privazione della libertà e le punizioni corporali.

Fin da quando posso ricordare, Brando esercita su di me un controllo assoluto. La sua aberrazione dei sensi lo spinge a soggiogarmi con una crudeltà fredda e calcolata. Ogni richiesta, ogni comando, vengono imposti con tale autorità che mi risulta impossibile oppormi. Anni di indottrinamento hanno trasformato il mio pensiero, rendendo naturale il mio stato di schiavo.

Ogni giorno, vivo sotto l'ombra delle sue minacce implicite, le sue punizioni diventano una costante nella mia vita. La mia mente, corrotta e plasmata dalle sue mani, non riesce più a concepire un’esistenza diversa. Sono diventato uno schiavo non consensuale, incapace di ribellarmi o di pensare in modo diverso.

Questo però non mi fa soffrire, perché la mia identità masochista è stata modellata da lui, fino a diventare la mia unica realtà. In fondo, il terrore e la sottomissione sono diventati il mio conforto oscuro."

**Martina**
“Conobbi Brando alcuni anni dopo la morte della sua prima moglie. Dopo pochi mesi ci fidanzammo e due anni dopo ci sposammo. Ho 4 anni in meno di lui, il mio nome è Martina e faccio l’insegnante.

Io e Brando ci conquistammo vicendevolmente per la nostra bellezza e per un intuito che ci comunicava una dapprima misteriosa chimica.
Scoprii presto la natura che ci legava.
Fondamentalmente io e Brando non avevamo standard sessuali convergenti ai classici contesti.

Quando andai ad abitare nella sua casa, mi accorsi che le mie fantasie erotiche morbose non potevano più limitarsi ad albergare negli spazi più reconditi della mia mente. Nacque il desiderio di attuarli, nonostante le mie perplessità morali, fu irresistibile.

Provavo immenso piacere nel vedere mio marito umiliare Federico. Quando lo prendeva a schiaffoni per un semplice libro cascato dalla mano, fustigarlo per un voto appena sulla sufficienza, restringergli la libertà per prestarci faticosi servizi, e questo ogni sabato sera, l’unico giorno in cui poteva stare con gli amici. Il tutto ai fini di procacciare il nostro benessere quale massaggiarci i piedi con tre creme diverse, una libidine sensoriale. Noi nel divano, lui inginocchiato sul pavimento, io col frustino in mano e quando sbagliava gli levavo via la pelle a frustate d quella bella schiena nuda. Terminato il lungo omaggio, gli dissi che poteva fare di più e che l’avrei obbligato a seguire un corso di riflessologia plantare. La riflessologia non ha nulla di erotico è solo medicina alternativa. Nulla di male quindi quando iniziai ad organizzare party dove Fede pressava le zone d’interesse delle piante delle mie amiche. Godevo a vederlo umiliarsi così: lavorare su parti intime senza guanti e senza percepire nessuno stipendio.

Pensavo di avere un figliastro e mi ritrovai con uno schiavo e questo mi piaceva.”

** Brando **
“Sono convinto che la punizione sia benefica per Federico. Io sono suo padre, Brando. Credo fermamente che attraverso una disciplina rigorosa Federico sia ora docile e incondizionatamente ubbidiente.

Lui ha ottenuto fermezza ed io ho un servitore per tutta la vita, così siamo pari. Per lui il destino ha avuto altri programmi. Ha il divieto di frequentare ragazze e pensare al sesso o masturbarsi.

Certi pomeriggi, io e Martina cerchiamo stimoli per farci una trombata elettrizzante. Allora escogitiamo varie cose con o senza Federico. Quando lo tiriamo in ballo, per esempio, entriamo di soppiatto nella sua cameretta mentre studia, chiedendogli se per caso si stesse masturbando, visti i rumori percepiti. Lui nega, dice che legge a voce alta. Ma noi lo incalziamo come se fosse l’inquisizione spagnola e gli diciamo che se non confessa glielo tagliamo. Lui non può che ammettere, anche se non era vero. La punizione per la masturbazione è durissima. Così gli fissiamo i polsi ammanettati a una catena fissata al soffitto. Spalle e sedere nudi.

Facciamo il gioco del sommelier che a Martina, grande appassionata di fruste, piace un sacco. Noi lo frustiamo a sangue con una dozzina di flagelli diversi e lui deve, con dovizia di particolari, descrivere il sapore di ogni singola sferza.
Dopo il supplizio e la scopata, torniamo da Fede ma gli facciamo after-care, con massaggi lenitivi, creme emollienti, carezze sui capelli e baci. Infine un regalino a sua scelta attraverso un marketplace.
48 ore di tenerezze poi si ritorna alla disciplina”.
scritto il
2024-06-09
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