Amorevoli penitenze
di
DolceStaffile
genere
sadomaso
Mi chiamo Romina e volevo parlarvi dell’educazione ferrea ricevuta da mia madre, il cui nome è Martina e dell’ultimo suo fidanzato, Michele.
Desidero iniziare la mia storia dal momento esatto in cui compii 18 anni, in pieno gennaio.
Premetto che mia madre mi vuole bene e io a lei. Me lo dimostra con le tenerezze e i fatti ed è una una mamma sempre presente.
Però le menti delle persone vivono di doppiezze, riescono ad avere buon cuore da una parte e una aspetto violento dall’altro. Come già accennatovi, un giorno di autunno la mamma mi presentò, e lo accolse a casa nostra, Michele per convivere con noi. Lui era un tipo in gamba, piacente e col suo lavoro. Sono timida e remissiva, anche se lui mi fece un’ottima impressione è questo mi aiutó. Lui loquace e amichevole, 38 anni, 2 anni in meno di mia mamma la quale
era bella e sensuale.
Scoprirono che tra loro era nata una passione travolgente.
Michele scoprì la severità e le dolci un po’ perverse fantasie di Martina e prese un la palla al balzo, perché lui concordava con lei.
Mamma Martina non perdeva mai tempo, davanti alle 2 amichette venute a trovarmi a confidarli davanti umiliazioni.
“Lo sai che se non raggiungi il buono sulla scheda del primo quadrimestre” in tutte le materie le prendi?”,
Un’amica intervenne: “la punisci anche con la maggiore età?
Martina: “fino alla laurea e oltre”.
L’amichetta rispose con un sorriso. Martina riuscii nel suo intento. Piacque anche a Michele. Mi venne un senso di vergogna e arrossii il viso, tutti lo notarono , potenziando l’umiliazione. Il mio carattere è anche molto accomodante e non mi oppongo mai. Alle decisioni di mamma e Michele, il quale per il suo buon carattere e fiducia in quello che fa lo vedevo come tutore. Ci tenevano
entrambi a me nonostante le loro fantasie sadiche che che attuavano sia perché erano come delle offerte che non si possono rifiutare, erano più forti di loro, sia perché ritenevano comunque educative.
Passò la cena e il film di una piattaforma streaming e andammo tutti e tre a letto. Noi usavamo tenere la porta sempre un po’ aperta, delle camere da letto, era un modo per tenersi più in compagnia e per tenermi sotto controllo, per esempio, se nelle ore di studio non udiva la mia voce alta, partiva subito uno sberlone, talmente forte dal lasciarmi il segno delle 5 dita. Michele e Martina, coricati nel lettone bisbigliarono sotto voce e sentivo che dicevano che erano entrambi favorevoli alle punizioni corporali perché nel nostro Paese sono ammesse anche per i figli maggiori, evento raro in Europa occidentale.
6:30 del mattino, dovevo alzarmi senza ritardi per prepararmi e recarmi a scuola. Rimasi a dormire fino alle 7:00 per il troppo sonno, accadeva non raramente.
Una volta che mi fece alzare Martina con una potente tirata d’orecchio, mi portò, trascinandomi per il padiglione in soggiorno. So cosa mi aspettava. Dovetti ricevere una dose di schiaffi e una doccia fredda, il tutto per svegliarmi. Da allora mi resi conto della progressiva determinazione intransigenze e constatai che Michele la sollecitava ad essere più dura. Benché lo scopo della mia educazione non si basava solo esclusivamente nel mettermi in riga ed educarmi, ma percepivo soddisfazione sadistica da parte di loro due. Per contro c’era la mia componente masochistica e la loro componente, affettuosa e severa. Io la in questo modo e non avevo problemi. Dopo una pena inflitta, sovente mi lasciavano legata per 2-3 ore. Mia madre, lo stesso giorno di una punizione, mi faceva una richiesta in modo gentile ed io per soggezione ma anche perché era piacevole e rilassante e con aspetti erotici, quindi accettavo. Reclamava ma col
mio consenso di massaggiarle i piedi con tre creme diverse sul divano, durava tanto, con la compagnia della TV e di Michele. Era il modo per far pace e, terminato il massaggio, ci scambiavamo i baci della buonanotte. Si era creato uno strano ma saldo equilibrio nella famiglia.
Arrivarono gli esiti del primo quadrimestre, quasi tutti i voti erano compresi tra il 7 e il 9. Tranne una materia con voto 4!
Fra poco sarò castigata brutalmente, pochi minuti e avrei subito ciò che già sapevo. Legata polsi e caviglie nel mio letto completamente nuda.
Mamma prese un bastone e mi percosse i glutei. Il sedere era sedere in fiamme. Mi lasciò legata così per un’ora e poi riprese a colpirmi.
Le punizioni continuarono. Nel frattempo quattro mesi passarono e mi ritrovai come ogni giorno a pranzo con loro due, Michele si complimentò che ero stata promossa negli esami di maturità e per il conseguimento del diploma sostenne che: “Sei una ragazza meritevole negli studi quindi sei ora matura per la frusta - per cui per l’università avrebbero usato entrambi la frusta su di me. Diedi autorizzazione a Michele in quanto ero così remissiva che non volevo contrariare le persone. La sferza come merito per avere ottenuto ottimi risultati con lo studio e per educarmi più efficacemente, vista la difficoltà maggiore di studiare in ateneo.
Mi sentii pervasa dalla preoccupazione e da un senso di forte coercizione che mi eccitava.
Iniziata l’università, Miky e Marty, come sempre controllavano i voti su Internet.
La più grossa flagellazione a frustate la ricevetti non rifiutando un voto di 22/30, lo accettai, non potevo rifiutarlo, vista la difficoltà di questa materia. Michele e Martina si alternavano nella somministrazione delle sferzate su schiena e glutei. Mantenni i segni della frusta per ben un mese. Il dolore mi pervase per giorni. Ogni volta che questa terribile punizione veniva messa in atto, dopo 2-3 giorni facevamo la pace il solito massaggio e poi ci scambiavamo tenerezze, carezze baci. Se capitava di sabato io non potevo uscire con amiche e amici e niente tanto agognato momento di aggregazione settimanale. La ragione? La sera dovevo massaggiare, per ritornare in concordia, le materne estremità, rituale ormai consolidato. Mamma e curavano dalle ferite amorevolmente e spesso. Nel giorno in cui si tornava in pace, dormivo nel lettone tra di loro, scambiandoci esclusivamente innocenti tenerezze. Sapevo che, dopo la laurea e i dottorati, mi sarei dovuta staccare dalla famiglia (ahimé) e mettermi con un ragazzo, certamente dominante. Spero di ricevere lo stesso amore, autorità e disciplina avute prima, ma questa volta con il mio lui.
Treant.
Desidero iniziare la mia storia dal momento esatto in cui compii 18 anni, in pieno gennaio.
Premetto che mia madre mi vuole bene e io a lei. Me lo dimostra con le tenerezze e i fatti ed è una una mamma sempre presente.
Però le menti delle persone vivono di doppiezze, riescono ad avere buon cuore da una parte e una aspetto violento dall’altro. Come già accennatovi, un giorno di autunno la mamma mi presentò, e lo accolse a casa nostra, Michele per convivere con noi. Lui era un tipo in gamba, piacente e col suo lavoro. Sono timida e remissiva, anche se lui mi fece un’ottima impressione è questo mi aiutó. Lui loquace e amichevole, 38 anni, 2 anni in meno di mia mamma la quale
era bella e sensuale.
Scoprirono che tra loro era nata una passione travolgente.
Michele scoprì la severità e le dolci un po’ perverse fantasie di Martina e prese un la palla al balzo, perché lui concordava con lei.
Mamma Martina non perdeva mai tempo, davanti alle 2 amichette venute a trovarmi a confidarli davanti umiliazioni.
“Lo sai che se non raggiungi il buono sulla scheda del primo quadrimestre” in tutte le materie le prendi?”,
Un’amica intervenne: “la punisci anche con la maggiore età?
Martina: “fino alla laurea e oltre”.
L’amichetta rispose con un sorriso. Martina riuscii nel suo intento. Piacque anche a Michele. Mi venne un senso di vergogna e arrossii il viso, tutti lo notarono , potenziando l’umiliazione. Il mio carattere è anche molto accomodante e non mi oppongo mai. Alle decisioni di mamma e Michele, il quale per il suo buon carattere e fiducia in quello che fa lo vedevo come tutore. Ci tenevano
entrambi a me nonostante le loro fantasie sadiche che che attuavano sia perché erano come delle offerte che non si possono rifiutare, erano più forti di loro, sia perché ritenevano comunque educative.
Passò la cena e il film di una piattaforma streaming e andammo tutti e tre a letto. Noi usavamo tenere la porta sempre un po’ aperta, delle camere da letto, era un modo per tenersi più in compagnia e per tenermi sotto controllo, per esempio, se nelle ore di studio non udiva la mia voce alta, partiva subito uno sberlone, talmente forte dal lasciarmi il segno delle 5 dita. Michele e Martina, coricati nel lettone bisbigliarono sotto voce e sentivo che dicevano che erano entrambi favorevoli alle punizioni corporali perché nel nostro Paese sono ammesse anche per i figli maggiori, evento raro in Europa occidentale.
6:30 del mattino, dovevo alzarmi senza ritardi per prepararmi e recarmi a scuola. Rimasi a dormire fino alle 7:00 per il troppo sonno, accadeva non raramente.
Una volta che mi fece alzare Martina con una potente tirata d’orecchio, mi portò, trascinandomi per il padiglione in soggiorno. So cosa mi aspettava. Dovetti ricevere una dose di schiaffi e una doccia fredda, il tutto per svegliarmi. Da allora mi resi conto della progressiva determinazione intransigenze e constatai che Michele la sollecitava ad essere più dura. Benché lo scopo della mia educazione non si basava solo esclusivamente nel mettermi in riga ed educarmi, ma percepivo soddisfazione sadistica da parte di loro due. Per contro c’era la mia componente masochistica e la loro componente, affettuosa e severa. Io la in questo modo e non avevo problemi. Dopo una pena inflitta, sovente mi lasciavano legata per 2-3 ore. Mia madre, lo stesso giorno di una punizione, mi faceva una richiesta in modo gentile ed io per soggezione ma anche perché era piacevole e rilassante e con aspetti erotici, quindi accettavo. Reclamava ma col
mio consenso di massaggiarle i piedi con tre creme diverse sul divano, durava tanto, con la compagnia della TV e di Michele. Era il modo per far pace e, terminato il massaggio, ci scambiavamo i baci della buonanotte. Si era creato uno strano ma saldo equilibrio nella famiglia.
Arrivarono gli esiti del primo quadrimestre, quasi tutti i voti erano compresi tra il 7 e il 9. Tranne una materia con voto 4!
Fra poco sarò castigata brutalmente, pochi minuti e avrei subito ciò che già sapevo. Legata polsi e caviglie nel mio letto completamente nuda.
Mamma prese un bastone e mi percosse i glutei. Il sedere era sedere in fiamme. Mi lasciò legata così per un’ora e poi riprese a colpirmi.
Le punizioni continuarono. Nel frattempo quattro mesi passarono e mi ritrovai come ogni giorno a pranzo con loro due, Michele si complimentò che ero stata promossa negli esami di maturità e per il conseguimento del diploma sostenne che: “Sei una ragazza meritevole negli studi quindi sei ora matura per la frusta - per cui per l’università avrebbero usato entrambi la frusta su di me. Diedi autorizzazione a Michele in quanto ero così remissiva che non volevo contrariare le persone. La sferza come merito per avere ottenuto ottimi risultati con lo studio e per educarmi più efficacemente, vista la difficoltà maggiore di studiare in ateneo.
Mi sentii pervasa dalla preoccupazione e da un senso di forte coercizione che mi eccitava.
Iniziata l’università, Miky e Marty, come sempre controllavano i voti su Internet.
La più grossa flagellazione a frustate la ricevetti non rifiutando un voto di 22/30, lo accettai, non potevo rifiutarlo, vista la difficoltà di questa materia. Michele e Martina si alternavano nella somministrazione delle sferzate su schiena e glutei. Mantenni i segni della frusta per ben un mese. Il dolore mi pervase per giorni. Ogni volta che questa terribile punizione veniva messa in atto, dopo 2-3 giorni facevamo la pace il solito massaggio e poi ci scambiavamo tenerezze, carezze baci. Se capitava di sabato io non potevo uscire con amiche e amici e niente tanto agognato momento di aggregazione settimanale. La ragione? La sera dovevo massaggiare, per ritornare in concordia, le materne estremità, rituale ormai consolidato. Mamma e curavano dalle ferite amorevolmente e spesso. Nel giorno in cui si tornava in pace, dormivo nel lettone tra di loro, scambiandoci esclusivamente innocenti tenerezze. Sapevo che, dopo la laurea e i dottorati, mi sarei dovuta staccare dalla famiglia (ahimé) e mettermi con un ragazzo, certamente dominante. Spero di ricevere lo stesso amore, autorità e disciplina avute prima, ma questa volta con il mio lui.
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