Leggendo al parco 1
di
Bino91
genere
trans
Ore 17:00, puntuale ogni giorno, Andrea sedeva su una panchina del parco leggendo un libro. La panchina era sempre la stessa, su cui Andrea sedeva all’ombra di un grosso albero rivolto verso il sentiero del parco frequentato da molta gente da chi passeggiava tranquillamente a chi faceva jogging. E, rigorosamente ogni giorno, Andrea uscito dal lavoro sedeva su quella panchina e leggeva qualche buon libro, osservando la variegata moltitudine di sportivi e non transitargli di fronte su quel sentiero erboso.
Andrea, un uomo di quasi 40 anni, dall’aspetto ancora molto giovanile, dava tuttavia l’impressione di essere un tipo fosco e tenebroso, essendo molto taciturno, apparendo sempre da solo. Era nuovo in città, trasferitosi da poco da fuori regione per lavoro, era solo e non aveva trovato ancora modo di integrarsi in città, perciò per combattere la solitudine un giorno mentre vagava a piedi per conoscere la città si imbatté in quel bellissimo ed esplorandolo si innamorò della tranquillità e del senso di pace che gli dava leggere su quella panchina ed osservare le persone mentre facevano sport o passeggiavano.
Tra tutti gli avventori del parco, Andrea si accorse che circa alla stessa ora, tutti i giorni una ragazza passeggiava lentamente e con composta eleganza con il suo cagnolino, attirando la sua attenzione, bionda, belle labbra carnose, zigomi pronunciati, sempre vestita in modo ricercato, ad occhio sembrava qualche di qualche anno più giovane. Un pomeriggio mentre la ragazza passava dinanzi alla sua panchina rivolse lo guardò verso Andrea, scorgendo che il ragazzo la stava osservando. Sorrise educatamente, proseguendo oltre silenziosamente. Andrea non fu sicuro che lei si accorse di averle contraccambiato il sorriso.
Passarono alcuni giorni e quell’incontro e quello scambio di sorrisi divenne un silenzioso rituale, finché la bionda ragazza un giorno passeggiando dall’altro lato del sentiero, passò vicino alla panchina, “Buonasera” le disse in tono educato e distaccato, “a lei” rispose garbatamente, piegando la testa verso Andrea sorridendogli, per poi proseguire la sua passeggiata con il solito andamento lento e composto.
La seguì con lo sguardo, osservando la chioma bionda della ragazza acconciata con dei morbidi boccoli che le ricadevano sulle ampie spalle e sulla schiena tonica e muscolosa che il vestito lasciava ampiamente scoperta, un fisico da nuotatrice pensò, mentre il suo sguardo scendeva più giù fino a soffermarsi al pronunciato fondoschiena a mandolino, avvolto da una lunga gonna con un lungo spacco dai cui si intravedevano delle lunghe gambe toniche.
Grazie quei sorrisi e brevi saluti dell’anonima ragazza le giornate di Andrea si fecero meno noiose e vuote, cominciò ad avere impazienza che finisse la sua giornata di lavoro per poter scappare al parco sperando di incontrare l’intrigante sconosciuta, non si preoccupò nemmeno di cambiare libro, giacché non leggeva che poche pagine distrattamente, in attesa del suo arrivo.
Tuttavia, quel giorno la misteriosa ragazza e il suo cagnolino non si presentarono, Andrea si scoprì amareggiato ed agitato da quell’assenza, di sentirne la mancanza e provò quella che forse era ansia, improvvisamente voleva sapere di più di quella ragazza…non sapeva nemmeno il suo nome. Si rese conto di essersi infatuato di una sconosciuta senza nome, senza che si fossero scambiati una parola. Si sentì ridicolo alla sua età ma da una parte non voleva reprimere quella sensazione, era la prima volta che aveva un interesse ed un’emozione in quella nuova città.
In lontananza tra gli alberi, alle spalle della panchina di Andrea c’era Silvia nascosta tra gli alberi del parco, che osservava silenziosa Andrea agitandosi su quella panchina, allungando il collo per vedere meglio in lontananza il suo arrivo e guardando nervosamente l’orologio.
Un ampio sorriso si allargò sul suo volto, si girò e se ne andò.
Il giorno dopo, Andrea, fu corroso dall’ansia non vedendo l’ora che terminasse la giornata per poter scappare al parco con la speranza di poter rivedere la ragazza.
Seduto alla solita postazione, prese il suo libro e cominciò nervosamente a sfogliare le pagine, quando d’un tratto ecco che arriva l’origine del suo malessere, apparve dalla direzione opposta a quella usuale e senza il fido cagnolino, notò invece che portava un libro sotto braccio. Il cuore accelerò -non vorrà sedersi qua per caso?- fu il pensiero di Andrea, che cercò di non farsi scoprire a fissarla, fingendo di essere assorto nella lettura tentando di sbirciare da oltre le pagine del libro. Silvia si avvicinava a passo deciso, facendo svolazzare l’orlo dei larghi pantaloni, i capelli erano raccolti in uno chignon, un leggero rossetto adornava le voluminose labbra.
Giunta alla panchina fece un cenno con la mano sinuosa dalle lunghe, ad indicare la panchina “posso?” domandò garbatamente ad Andrea, il quale facendo un eloquente gesto di invito le rispose “certamente”. La donna si sedette sulla piccola panchina, così vicina ad Andrea che fu inebriato dall’intenso profumo floreale che emanava.
Il cuore batteva forte, si sentiva stupidamente impacciato, voleva attaccare bottone ma nella sua mente vorticavano talmente tanti pensieri che non riusciva a metterne in fila nessuno e a pronunciare alcuna parola, riusciva solo ogni tanto a lanciare un’occhiata alla donna immersa nel suo libro. La camicetta che indossava lasciava capire le sue forme, mettendo in evidenza un prosperoso seno, il sinuoso collo messo in evidenza dall’acconciatura raccolta e dai delicati orecchini pendenti. “davvero un buon posto per leggere” le parole della ragazza ruppero il suo flusso di pensieri, lasciandolo attonito per un istante, “ho fatto caso che lei legge sempre su questa panchina, ho immaginato fosse un ottimo posto per farlo” proseguì “s-si qua si legge molto bene, è tranquillo e c’è una piacevole brezza” le rispose in imbarazzo, “lei deve essere un lettore insaziabile, la vedo qua ogni giorno” lo incalzò.
“amo leggere sì, ma sono sempre qua più che altro perché non ho altro da fare …sono nuovo in città mi sono trasferito da poco…ma possiamo darci del tu? Mi sento estremamente vecchio altrimenti, comunque piacere Andrea” rilanciò, ripreso finalmente padronanza di sé e dell’emozione, tendendole la mano.
“con molto piacere…Silvia” contraccambiando la stretta di mano. Posò il libro in grembo accavallò le gambe e si girò con il busto verso Andrea, “quindi sei solo qua in città? Non hai avuto modo di conoscere nessuno?” Silvia sembrava aver abbandonato l’interesse per la lettura.
“sì, mi sono trasferito per un nuovo lavoro, e per cercare di cambiare vita…la mia vecchia vita diciamo è riassumibile con una lunga relazione finita male, amicizie finite di conseguenza e quindi decisi di resettare tutto…ma nel nuovo lavoro non ho trovato colleghi per poter fare serate o fare gruppo…sono tutti più vecchi di me e quindi…leggo al parco”
“allora dovrei necessariamente farti da cicerone, ti faccio conoscere io la città” esclamò Silvia in un impeto di gioia, “cominciamo da stasera che ne dici? Ti faccio vedere uno dei miei locali preferiti, hanno dei vini buonissimi, bevi vino vero?” seguitò con sempre maggior slancio.
“sì, bevo vino tranquilla, qualcuno potrebbe pensare che tu mi stia invitando ad uscire” le rispose Andrea sorridendo allegro, “oh..bè quel qualcuno pensa che sia troppo esuberante e che faccia scappare gli uomini?”
“Bè, quel qualcuno sarebbe un idiota” risero di allegramente.
La mano sulla maniglia della porta immobile, il cuore batteva forte nel petto di Andrea -sembro un ragazzino con una cottarella, cazzo- fu il pensiero mentre rimaneva immobile fuori dal locale, si sentiva leggero e confuso, da tempo dopo tante delusioni si sentiva spensierato e con la voglia di buttarsi.
La vide subito, appena entrato nel locale, Silvia si trovava appoggiata al bancone, che dialogava con il barista, fasciata in una lunga gonna nera con un body aderente dalla profonda scollatura, capelli sciolti acconciati con morbidi boccoli, rossetto di fuoco ed un leggero trucco sugli espressivi occhi verdi. Andrea rimase folgorato.
“buonasera, ti ho fatto attendere? Che sciagurato” la salutò imbarazzato, “buonasera a te, tranquillo sono arrivata un minuto prima di te!, dai sediamoci” si avviò facendogli strada attraverso la sala puntando ad uno dei tavolinetti più in disparte.
Passarono due…quattro…sei calici di buon vino, mentre i due parlarono, flirtarono e si fecero sempre più intimi, poi accadde l’inaspettato.
Si guardarono negli occhi ed Andrea, complice il vino prese coraggio e tirando delicatamente il volto di Silvia a sé e la baciò con timidezza, quasi a chiederne il permesso, per poi proseguire con più passione nel momento in cui sentì che fu corrisposto dal momento che anch’essa prese il volto di Andrea tra le sue mani. Quel momento idilliaco tuttavia, si interruppe improvvisamente. Silvia si distaccò con forza distogliendo lo sguardo, allontanandosi con espressione di enorme sconforto e disagio. Andrea, esterrefatto rimase interdetto “perdonami…non, non volevo causarti disagio…perdonami non dovevo permettermi” balbettò con costernazione, agitandosi sul divanetto totalmente in preda alla vergogna. Silvia scoppiò a piangere, facendo precipitare la situazione, Andrea era disperato, in preda ai sensi di colpa ed al senso di vergogna e di angoscia per aver rovinato l’unica cosa bella che gli fosse capitata da molto tempo. “perdonami…perdonami” singhiozzò all’improvviso Silvia, “sono stata disonesta con te…non lo meriti, sei una brava persona” proseguì senza smettere di singhiozzare.
Le prese le mani nelle sue stringendole con delicatezza, colpito dal sincero sconforto della ragazza, “ehii…dai non piangere...non serve, dimmi che succede tranquilla” le disse con voce carica di tristezza e sconforto, “sei già impegnata? facciamo che non sia successo nulla e me ne vado, ma non fare così, le donne non dovrebbero mai piangere” quelle parole sembrarono suscitare un effetto peggiore, tanto da far convincere Andrea di aver centrato il problema. “non dovevo…non dovevo” disse tra un singhiozzo e l’altro, “ma mi sei piaciuto da subito da quanto ti ho visto su quella panchina la prima volta, poi parlando ancora di più, mi piaci davvero!!”
“mi piaci molto anche te, sei una donna meravigliosa” incalzò Andrea, tentando di riprendere in mano la situazione, “Io non sono una donna…sono una trans” confessò Silvia con la voce strozzata dal pianto. Andrea la fissò attonito, sembrava che il mondo intorno a lui si fosse fermato, non riusciva a sentire nemmeno i suoi pensieri dalla confusione e smarrimento che lo assalì, mentre continuava ad osservare Silvia, che si disperava tenendosi il volto tra le mani piangendo a dirotto con tutto il trucco che le colava dagli occhi, come fosse una scena sullo sfondo anche i singhiozzi sembravano ovattati come fossero un eco lontano.
All’improvvisò in quello stato di torpore si alzò di scatto e uscì dal locale, lasciandosi alle spalle una Silvia disperata. Fuori in strada percorse furiosamente un tratto di strada fermandosi solo quando gli venne il fiatone, mentre inalava l’aria gelida della notte cercò di mettere ordine nella sua mente.
Non riusciva a capire cosa pensare, era devastato dalla notizia, straziato dall’ennesima fregatura che gli aveva riservato la vita, si sentiva uno stupido per non aver capito nulla avrebbe preso a testate il muro dalla rabbia e frustrazione.
In quel vortice di emozioni, all’improvviso si fece largo un pensiero, che si fece strada finché non fu l’unica cosa a cui riuscì a pensare…Silvia le piaceva davvero, al netto della situazione, non aveva fatto altro che pensarla in questi giorni, deve pur significare qualcosa. Si voltò e corse indietro.
La trovò ancora nell’appartato tavolinetto del locale disperandosi, la raggiunse prendendole il volto tra le mani asciugandole le lacrime per poi baciarla dolcemente, “mi piaci per come sei…non importa altro…sei una donna meravigliosa” le sussurrò. Lei le si buttò addosso piangendo e baciandolo.
Abbandonato il locale si rifugiarono a casa di Andrea che scoprirono essere la più vicina al locale.
“potei usare il bagno? Ho il trucco totalmente distrutto” le disse, togliendosi il cappotto, “in fondo a destra” le rispose sorridendo.
Nel frattempo Andrea si mise comodo sul divano, seppur nervoso dalla strana situazione e assorto nei suoi pensieri, che vennero distolti da Silvia che entrò in salotto, il trucco completamente rimosso e senza gonna rimanendo con il solo body attillato. Andrea non riuscì a non guardare verso l’inguine con nervosismo, Silvia lo ignorò con impassibile educazione, avvicinandosi e sedendoglisi poi a cavalcioni, buttandogli le braccia al collo per poi baciarlo. Baci che furono corrisposti con medesima intensità e passione, il seno dei lei premeva contro il suo petto e ad Andrea crebbe l’eccitazione, con suo stupore, facendo rigonfiare i pantaloni, eccitazione che fu avvertita anche da Silvia seduta sopra di lui.
Nel vortice di lingue e passione le mani di Andrea si mossero lungo il corpo della donna per raggiugere le spalline del boy e calarle lasciando nudi i seni sodi dai capezzoli turgidi che palpò per poi chinarsi per baciarli e mordicchiandoli, facendola sussultare e gemere. Mentre Andrea continuava a succhiare e mordicchiarle i capezzoli Silvia cominciò a muovere le anche sfregandosi sul suo cazzo ancora chiuso nei pantaloni eccitandosi a sua volta, nel mentre gli slacciava la camicia.
Afferrò d’un tratto la cinghia dei pantaloni e la slacciò proseguendo poi con la zip dei pantaloni, lui la prese per i fianchi e la fece scendere adagiandola sul divano mentre si alzava in piedi togliendosi pantaloni e mutande restando nudo con il cazzo eretto all’altezza del volto di Silvia. Tuttavia, si fermò un instante a fissare il rigonfiamento della ragazza in piena eccitazione. “vuoi vedere come sono fatta?” gli chiese in un sussurro “si”, “allora spogliami”, Andrea si chinò su di lei afferrandole il body calato al di sotto del seno e lo sfilò lentamente fino a far saltellare fuori un cazzo completamente depilato ed eccitato.
Silvia si sistemò seduta sul divano a gambe divaricate, guardando Andrea con lussuria e desiderio, carezzandosi lentamente le sinuose cosce, in cui nel mezzo si ergeva il suo cazzo dritto, più piccolo del suo notò Andrea. Risalendo lentamente dalle cosce le mani di Silvia si carezzarono delicatamente i testicoli per poi afferrarsi il membro, iniziando a segarselo su e giù delicatamente e lentamente, “allora?” gli chiese.
Andrea sentì pulsare il suo cazzo, non sapeva come giustificare il suo stato di eccitazione, ma si avvicinò alla donna, questa volta mettendosi lui seduto sulle sue gambe sentendo il suo duro cazzo che gli premeva sotto le natiche, baciandola ed afferrandole un seno, nel mentre lei iniziò a segargli il cazzo con ritmo deciso.
Poi poggiandogli le mani sul petto lo spinse via in piedi, avendo il cazzo ad altezza bocca lo avvolse completamente succhiandoglielo compiendo ritmicamente dei movimenti con la lingua sul glande gonfissimo.
Andrea iniziò ad emettere dei mugugni ansimando leggermente, Silvia resasi conto che era prossimo a venire, decise di velocizzare l’operazione, afferrandogli le natiche stringendole e tirandolo a sé, infilandosi il suo cazzo completamente in gola continuando con i movimenti di lingua. Qualche istante dopo il cazzo di Andrea schizzò con forza rilasciando una notevole quantità di sperma in gola a Silvia, che non si staccò finché non senti terminare le contrazioni del cazzo all’interno della sua bocca.
Andra ansimante e completamente prosciugato osservò Silvia far uscire il cazzo dalla sua bocca per poi vederla deglutire, il suo cazzo dritto aveva la cappella umida che colava un filo appiccicoso fino a terra.
In preda alla lussuria Andrea si mise in ginocchio osservando da vicino quel cazzo per poi prenderlo timidamente in mano, senti sussultare Silvia, iniziò a segarlo bagnandosi la mano con il liquido che fuoriusciva, “vuoi assaggiarlo?” le chiese con voce lasciva, guardandola fissa negli occhi Andrea abbassò lentamente la testa fino a poggiare le sue labbra sulla cappella umida, aprì la bocca e lo fece sparire, serrando le labbra, Silvia sentì una pressione ed un calore accogliente intorno al suo cazzo, facendola gemere “muovi la lingua e succhia” suggerì.
Il pompino di Andrea proseguì dapprima goffamente per poi migliorare seguendo le sue indicazioni, Silvia gli prese una mano e si infilò un suo dito in bocca leccandoglielo per poi intimargli di infilarglielo in culo. Il dito di Andrea iniziò a massaggiargli la corona dell’anno facendo dei movimenti circolari imprimendo una leggera pressione per poi inserirlo delicatamente.
La resistenza fu molto poca lasciando penetrare il dito fino alla seconda falange, sentì un gemito ed il cazzo che si gonfiava ulteriormente all’interno della sua bocca. Infilò un altro dito, il suo culo le accolse avidamente, mentre masturbava l’ano di Silvia il cazzo di Andrea tornò a farsi duro nel mentre i gemiti aumentarono finché non sentì pulsare nervosamente il suo cazzo nella sua bocca, non facendo in tempo a realizzare che Silvia stava per venire e sentì un getto colpirgli il fondo della gola staccandosi immediatamente, ma venne trattenuto dalle mani di Silvia finendo di venirgli in bocca.
Andrea rimase a bocca aperta, ricolma del caldo e viscido sperma di Silvia, sentì un sapore indefinito leggermente acidulo, avvicinandosi dunque alla ragazza, rimanendo a bocca aperta e lo colò in quella della ragazza, che ingoiò deglutendo rumorosamente, passando poi a leccargli lo sperma residuo colatogli sul mento e baciandolo per assaporarlo interamente.
In preda all’euforia dell’eccitazione si buttò poi a pecorina sul divano a gambe divaricate ed il suo cazzo mezzo in tiro a penzoloni, si prese le natiche con le mani e si allargò il culo “scopami, dammi il cazzo”, Andrea con il cazzo durissimo si piazzò dietro di lei le afferrò il culo e vi immerse la faccia leccando ed infilando la lingua dentro al buco del culo di Silvia, sentendolo elastico e accomodante lasciando entrare con facilità la sua lingua calda. La sentiva gemere e percepì che le si stava tornando duro il cazzo, questo aumentò la sua eccitazione, “aprimi il culo…scopami!” lo implorò. Lubrificando per bene con la saliva il suo buco e vi appoggiò la punta del suo cazzo iniziando a spingerlo dentro tenendosi il cazzo con la mano per aiutarsi mentre la penetrava, entrò con facilità.
Il culo di Silvia divorò il suo cazzo avvolgendolo perfettamente, iniziò a spingere su e giù Andrea, completamente perso nella lussuria ed eccitazione, il suo cazzo era avvolto nella calda e stretta presa e dalla vista dell’ano che si dilatava e contraeva seguendo i movimenti.
Andrea ansimava dal piacere e Silvia gemeva fortissimo sotto ogni colpo, “girati” le disse poi sentendo di essere vicino alla fine. Silvia si girò su sé stessa mettendosi supina, senza far uscire il cazzo da dentro di sé, “sborrami in culo” ansimò mentre si segava il cazzo durissimo, Andrea galvanizzato da quella scena aumentò il ritmo delle spinte in sintonia con il ritmo con cui Silvia si segava. Lei perse la gara e venne per prima, schizzandosi copiosamente sul ventre e sul seno, fu scossa da uno spasmo che le fece contrarre e stringere il culo. Quell’improvvisa pressione fu troppo per Andrea che non poté resistere ulteriormente e scaricò, gemendo profondamente, con tre poderosi schizzi tutto il suo sperma all’interno del culo di Silvia che urlò di piacere.
Andrea, totalmente esausto e svuotato, filò lentamente il suo cazzo rimanendo in contemplazione del culo di silvia totalmente aperto che si contraeva mentre lei spingeva per far fuoriuscire lo sperma che le colò fuori verso i suoi testicoli, ma prima che colò del tutto lo raccolse con le dita, infilandosele anche dentro al suo culo ancora dilatato, per poi portarsele alla bocca per leccarle fissando Andrea negli occhi.
Andrea le si fece vicino, si chinò su di lei e leccò con una lenta e decisa passata lo sperma della ragazza che si era schizzata sul ventre, pulendola ed assaporando il succo della ragazza, che alla vista della scena emise un risolino, passando una mano sulla testa di Andrea accarezzandolo dolcemente.
“Buono tesoro?” chiese dolcemente.
“non so cosa tu mi abbia fatto, ma vorrei rifarlo subito” le rispose baciandola, “quante volte vuoi” rispose Silvia rispondendo al suo bacio abbracciandolo.
Andrea, un uomo di quasi 40 anni, dall’aspetto ancora molto giovanile, dava tuttavia l’impressione di essere un tipo fosco e tenebroso, essendo molto taciturno, apparendo sempre da solo. Era nuovo in città, trasferitosi da poco da fuori regione per lavoro, era solo e non aveva trovato ancora modo di integrarsi in città, perciò per combattere la solitudine un giorno mentre vagava a piedi per conoscere la città si imbatté in quel bellissimo ed esplorandolo si innamorò della tranquillità e del senso di pace che gli dava leggere su quella panchina ed osservare le persone mentre facevano sport o passeggiavano.
Tra tutti gli avventori del parco, Andrea si accorse che circa alla stessa ora, tutti i giorni una ragazza passeggiava lentamente e con composta eleganza con il suo cagnolino, attirando la sua attenzione, bionda, belle labbra carnose, zigomi pronunciati, sempre vestita in modo ricercato, ad occhio sembrava qualche di qualche anno più giovane. Un pomeriggio mentre la ragazza passava dinanzi alla sua panchina rivolse lo guardò verso Andrea, scorgendo che il ragazzo la stava osservando. Sorrise educatamente, proseguendo oltre silenziosamente. Andrea non fu sicuro che lei si accorse di averle contraccambiato il sorriso.
Passarono alcuni giorni e quell’incontro e quello scambio di sorrisi divenne un silenzioso rituale, finché la bionda ragazza un giorno passeggiando dall’altro lato del sentiero, passò vicino alla panchina, “Buonasera” le disse in tono educato e distaccato, “a lei” rispose garbatamente, piegando la testa verso Andrea sorridendogli, per poi proseguire la sua passeggiata con il solito andamento lento e composto.
La seguì con lo sguardo, osservando la chioma bionda della ragazza acconciata con dei morbidi boccoli che le ricadevano sulle ampie spalle e sulla schiena tonica e muscolosa che il vestito lasciava ampiamente scoperta, un fisico da nuotatrice pensò, mentre il suo sguardo scendeva più giù fino a soffermarsi al pronunciato fondoschiena a mandolino, avvolto da una lunga gonna con un lungo spacco dai cui si intravedevano delle lunghe gambe toniche.
Grazie quei sorrisi e brevi saluti dell’anonima ragazza le giornate di Andrea si fecero meno noiose e vuote, cominciò ad avere impazienza che finisse la sua giornata di lavoro per poter scappare al parco sperando di incontrare l’intrigante sconosciuta, non si preoccupò nemmeno di cambiare libro, giacché non leggeva che poche pagine distrattamente, in attesa del suo arrivo.
Tuttavia, quel giorno la misteriosa ragazza e il suo cagnolino non si presentarono, Andrea si scoprì amareggiato ed agitato da quell’assenza, di sentirne la mancanza e provò quella che forse era ansia, improvvisamente voleva sapere di più di quella ragazza…non sapeva nemmeno il suo nome. Si rese conto di essersi infatuato di una sconosciuta senza nome, senza che si fossero scambiati una parola. Si sentì ridicolo alla sua età ma da una parte non voleva reprimere quella sensazione, era la prima volta che aveva un interesse ed un’emozione in quella nuova città.
In lontananza tra gli alberi, alle spalle della panchina di Andrea c’era Silvia nascosta tra gli alberi del parco, che osservava silenziosa Andrea agitandosi su quella panchina, allungando il collo per vedere meglio in lontananza il suo arrivo e guardando nervosamente l’orologio.
Un ampio sorriso si allargò sul suo volto, si girò e se ne andò.
Il giorno dopo, Andrea, fu corroso dall’ansia non vedendo l’ora che terminasse la giornata per poter scappare al parco con la speranza di poter rivedere la ragazza.
Seduto alla solita postazione, prese il suo libro e cominciò nervosamente a sfogliare le pagine, quando d’un tratto ecco che arriva l’origine del suo malessere, apparve dalla direzione opposta a quella usuale e senza il fido cagnolino, notò invece che portava un libro sotto braccio. Il cuore accelerò -non vorrà sedersi qua per caso?- fu il pensiero di Andrea, che cercò di non farsi scoprire a fissarla, fingendo di essere assorto nella lettura tentando di sbirciare da oltre le pagine del libro. Silvia si avvicinava a passo deciso, facendo svolazzare l’orlo dei larghi pantaloni, i capelli erano raccolti in uno chignon, un leggero rossetto adornava le voluminose labbra.
Giunta alla panchina fece un cenno con la mano sinuosa dalle lunghe, ad indicare la panchina “posso?” domandò garbatamente ad Andrea, il quale facendo un eloquente gesto di invito le rispose “certamente”. La donna si sedette sulla piccola panchina, così vicina ad Andrea che fu inebriato dall’intenso profumo floreale che emanava.
Il cuore batteva forte, si sentiva stupidamente impacciato, voleva attaccare bottone ma nella sua mente vorticavano talmente tanti pensieri che non riusciva a metterne in fila nessuno e a pronunciare alcuna parola, riusciva solo ogni tanto a lanciare un’occhiata alla donna immersa nel suo libro. La camicetta che indossava lasciava capire le sue forme, mettendo in evidenza un prosperoso seno, il sinuoso collo messo in evidenza dall’acconciatura raccolta e dai delicati orecchini pendenti. “davvero un buon posto per leggere” le parole della ragazza ruppero il suo flusso di pensieri, lasciandolo attonito per un istante, “ho fatto caso che lei legge sempre su questa panchina, ho immaginato fosse un ottimo posto per farlo” proseguì “s-si qua si legge molto bene, è tranquillo e c’è una piacevole brezza” le rispose in imbarazzo, “lei deve essere un lettore insaziabile, la vedo qua ogni giorno” lo incalzò.
“amo leggere sì, ma sono sempre qua più che altro perché non ho altro da fare …sono nuovo in città mi sono trasferito da poco…ma possiamo darci del tu? Mi sento estremamente vecchio altrimenti, comunque piacere Andrea” rilanciò, ripreso finalmente padronanza di sé e dell’emozione, tendendole la mano.
“con molto piacere…Silvia” contraccambiando la stretta di mano. Posò il libro in grembo accavallò le gambe e si girò con il busto verso Andrea, “quindi sei solo qua in città? Non hai avuto modo di conoscere nessuno?” Silvia sembrava aver abbandonato l’interesse per la lettura.
“sì, mi sono trasferito per un nuovo lavoro, e per cercare di cambiare vita…la mia vecchia vita diciamo è riassumibile con una lunga relazione finita male, amicizie finite di conseguenza e quindi decisi di resettare tutto…ma nel nuovo lavoro non ho trovato colleghi per poter fare serate o fare gruppo…sono tutti più vecchi di me e quindi…leggo al parco”
“allora dovrei necessariamente farti da cicerone, ti faccio conoscere io la città” esclamò Silvia in un impeto di gioia, “cominciamo da stasera che ne dici? Ti faccio vedere uno dei miei locali preferiti, hanno dei vini buonissimi, bevi vino vero?” seguitò con sempre maggior slancio.
“sì, bevo vino tranquilla, qualcuno potrebbe pensare che tu mi stia invitando ad uscire” le rispose Andrea sorridendo allegro, “oh..bè quel qualcuno pensa che sia troppo esuberante e che faccia scappare gli uomini?”
“Bè, quel qualcuno sarebbe un idiota” risero di allegramente.
La mano sulla maniglia della porta immobile, il cuore batteva forte nel petto di Andrea -sembro un ragazzino con una cottarella, cazzo- fu il pensiero mentre rimaneva immobile fuori dal locale, si sentiva leggero e confuso, da tempo dopo tante delusioni si sentiva spensierato e con la voglia di buttarsi.
La vide subito, appena entrato nel locale, Silvia si trovava appoggiata al bancone, che dialogava con il barista, fasciata in una lunga gonna nera con un body aderente dalla profonda scollatura, capelli sciolti acconciati con morbidi boccoli, rossetto di fuoco ed un leggero trucco sugli espressivi occhi verdi. Andrea rimase folgorato.
“buonasera, ti ho fatto attendere? Che sciagurato” la salutò imbarazzato, “buonasera a te, tranquillo sono arrivata un minuto prima di te!, dai sediamoci” si avviò facendogli strada attraverso la sala puntando ad uno dei tavolinetti più in disparte.
Passarono due…quattro…sei calici di buon vino, mentre i due parlarono, flirtarono e si fecero sempre più intimi, poi accadde l’inaspettato.
Si guardarono negli occhi ed Andrea, complice il vino prese coraggio e tirando delicatamente il volto di Silvia a sé e la baciò con timidezza, quasi a chiederne il permesso, per poi proseguire con più passione nel momento in cui sentì che fu corrisposto dal momento che anch’essa prese il volto di Andrea tra le sue mani. Quel momento idilliaco tuttavia, si interruppe improvvisamente. Silvia si distaccò con forza distogliendo lo sguardo, allontanandosi con espressione di enorme sconforto e disagio. Andrea, esterrefatto rimase interdetto “perdonami…non, non volevo causarti disagio…perdonami non dovevo permettermi” balbettò con costernazione, agitandosi sul divanetto totalmente in preda alla vergogna. Silvia scoppiò a piangere, facendo precipitare la situazione, Andrea era disperato, in preda ai sensi di colpa ed al senso di vergogna e di angoscia per aver rovinato l’unica cosa bella che gli fosse capitata da molto tempo. “perdonami…perdonami” singhiozzò all’improvviso Silvia, “sono stata disonesta con te…non lo meriti, sei una brava persona” proseguì senza smettere di singhiozzare.
Le prese le mani nelle sue stringendole con delicatezza, colpito dal sincero sconforto della ragazza, “ehii…dai non piangere...non serve, dimmi che succede tranquilla” le disse con voce carica di tristezza e sconforto, “sei già impegnata? facciamo che non sia successo nulla e me ne vado, ma non fare così, le donne non dovrebbero mai piangere” quelle parole sembrarono suscitare un effetto peggiore, tanto da far convincere Andrea di aver centrato il problema. “non dovevo…non dovevo” disse tra un singhiozzo e l’altro, “ma mi sei piaciuto da subito da quanto ti ho visto su quella panchina la prima volta, poi parlando ancora di più, mi piaci davvero!!”
“mi piaci molto anche te, sei una donna meravigliosa” incalzò Andrea, tentando di riprendere in mano la situazione, “Io non sono una donna…sono una trans” confessò Silvia con la voce strozzata dal pianto. Andrea la fissò attonito, sembrava che il mondo intorno a lui si fosse fermato, non riusciva a sentire nemmeno i suoi pensieri dalla confusione e smarrimento che lo assalì, mentre continuava ad osservare Silvia, che si disperava tenendosi il volto tra le mani piangendo a dirotto con tutto il trucco che le colava dagli occhi, come fosse una scena sullo sfondo anche i singhiozzi sembravano ovattati come fossero un eco lontano.
All’improvvisò in quello stato di torpore si alzò di scatto e uscì dal locale, lasciandosi alle spalle una Silvia disperata. Fuori in strada percorse furiosamente un tratto di strada fermandosi solo quando gli venne il fiatone, mentre inalava l’aria gelida della notte cercò di mettere ordine nella sua mente.
Non riusciva a capire cosa pensare, era devastato dalla notizia, straziato dall’ennesima fregatura che gli aveva riservato la vita, si sentiva uno stupido per non aver capito nulla avrebbe preso a testate il muro dalla rabbia e frustrazione.
In quel vortice di emozioni, all’improvviso si fece largo un pensiero, che si fece strada finché non fu l’unica cosa a cui riuscì a pensare…Silvia le piaceva davvero, al netto della situazione, non aveva fatto altro che pensarla in questi giorni, deve pur significare qualcosa. Si voltò e corse indietro.
La trovò ancora nell’appartato tavolinetto del locale disperandosi, la raggiunse prendendole il volto tra le mani asciugandole le lacrime per poi baciarla dolcemente, “mi piaci per come sei…non importa altro…sei una donna meravigliosa” le sussurrò. Lei le si buttò addosso piangendo e baciandolo.
Abbandonato il locale si rifugiarono a casa di Andrea che scoprirono essere la più vicina al locale.
“potei usare il bagno? Ho il trucco totalmente distrutto” le disse, togliendosi il cappotto, “in fondo a destra” le rispose sorridendo.
Nel frattempo Andrea si mise comodo sul divano, seppur nervoso dalla strana situazione e assorto nei suoi pensieri, che vennero distolti da Silvia che entrò in salotto, il trucco completamente rimosso e senza gonna rimanendo con il solo body attillato. Andrea non riuscì a non guardare verso l’inguine con nervosismo, Silvia lo ignorò con impassibile educazione, avvicinandosi e sedendoglisi poi a cavalcioni, buttandogli le braccia al collo per poi baciarlo. Baci che furono corrisposti con medesima intensità e passione, il seno dei lei premeva contro il suo petto e ad Andrea crebbe l’eccitazione, con suo stupore, facendo rigonfiare i pantaloni, eccitazione che fu avvertita anche da Silvia seduta sopra di lui.
Nel vortice di lingue e passione le mani di Andrea si mossero lungo il corpo della donna per raggiugere le spalline del boy e calarle lasciando nudi i seni sodi dai capezzoli turgidi che palpò per poi chinarsi per baciarli e mordicchiandoli, facendola sussultare e gemere. Mentre Andrea continuava a succhiare e mordicchiarle i capezzoli Silvia cominciò a muovere le anche sfregandosi sul suo cazzo ancora chiuso nei pantaloni eccitandosi a sua volta, nel mentre gli slacciava la camicia.
Afferrò d’un tratto la cinghia dei pantaloni e la slacciò proseguendo poi con la zip dei pantaloni, lui la prese per i fianchi e la fece scendere adagiandola sul divano mentre si alzava in piedi togliendosi pantaloni e mutande restando nudo con il cazzo eretto all’altezza del volto di Silvia. Tuttavia, si fermò un instante a fissare il rigonfiamento della ragazza in piena eccitazione. “vuoi vedere come sono fatta?” gli chiese in un sussurro “si”, “allora spogliami”, Andrea si chinò su di lei afferrandole il body calato al di sotto del seno e lo sfilò lentamente fino a far saltellare fuori un cazzo completamente depilato ed eccitato.
Silvia si sistemò seduta sul divano a gambe divaricate, guardando Andrea con lussuria e desiderio, carezzandosi lentamente le sinuose cosce, in cui nel mezzo si ergeva il suo cazzo dritto, più piccolo del suo notò Andrea. Risalendo lentamente dalle cosce le mani di Silvia si carezzarono delicatamente i testicoli per poi afferrarsi il membro, iniziando a segarselo su e giù delicatamente e lentamente, “allora?” gli chiese.
Andrea sentì pulsare il suo cazzo, non sapeva come giustificare il suo stato di eccitazione, ma si avvicinò alla donna, questa volta mettendosi lui seduto sulle sue gambe sentendo il suo duro cazzo che gli premeva sotto le natiche, baciandola ed afferrandole un seno, nel mentre lei iniziò a segargli il cazzo con ritmo deciso.
Poi poggiandogli le mani sul petto lo spinse via in piedi, avendo il cazzo ad altezza bocca lo avvolse completamente succhiandoglielo compiendo ritmicamente dei movimenti con la lingua sul glande gonfissimo.
Andrea iniziò ad emettere dei mugugni ansimando leggermente, Silvia resasi conto che era prossimo a venire, decise di velocizzare l’operazione, afferrandogli le natiche stringendole e tirandolo a sé, infilandosi il suo cazzo completamente in gola continuando con i movimenti di lingua. Qualche istante dopo il cazzo di Andrea schizzò con forza rilasciando una notevole quantità di sperma in gola a Silvia, che non si staccò finché non senti terminare le contrazioni del cazzo all’interno della sua bocca.
Andra ansimante e completamente prosciugato osservò Silvia far uscire il cazzo dalla sua bocca per poi vederla deglutire, il suo cazzo dritto aveva la cappella umida che colava un filo appiccicoso fino a terra.
In preda alla lussuria Andrea si mise in ginocchio osservando da vicino quel cazzo per poi prenderlo timidamente in mano, senti sussultare Silvia, iniziò a segarlo bagnandosi la mano con il liquido che fuoriusciva, “vuoi assaggiarlo?” le chiese con voce lasciva, guardandola fissa negli occhi Andrea abbassò lentamente la testa fino a poggiare le sue labbra sulla cappella umida, aprì la bocca e lo fece sparire, serrando le labbra, Silvia sentì una pressione ed un calore accogliente intorno al suo cazzo, facendola gemere “muovi la lingua e succhia” suggerì.
Il pompino di Andrea proseguì dapprima goffamente per poi migliorare seguendo le sue indicazioni, Silvia gli prese una mano e si infilò un suo dito in bocca leccandoglielo per poi intimargli di infilarglielo in culo. Il dito di Andrea iniziò a massaggiargli la corona dell’anno facendo dei movimenti circolari imprimendo una leggera pressione per poi inserirlo delicatamente.
La resistenza fu molto poca lasciando penetrare il dito fino alla seconda falange, sentì un gemito ed il cazzo che si gonfiava ulteriormente all’interno della sua bocca. Infilò un altro dito, il suo culo le accolse avidamente, mentre masturbava l’ano di Silvia il cazzo di Andrea tornò a farsi duro nel mentre i gemiti aumentarono finché non sentì pulsare nervosamente il suo cazzo nella sua bocca, non facendo in tempo a realizzare che Silvia stava per venire e sentì un getto colpirgli il fondo della gola staccandosi immediatamente, ma venne trattenuto dalle mani di Silvia finendo di venirgli in bocca.
Andrea rimase a bocca aperta, ricolma del caldo e viscido sperma di Silvia, sentì un sapore indefinito leggermente acidulo, avvicinandosi dunque alla ragazza, rimanendo a bocca aperta e lo colò in quella della ragazza, che ingoiò deglutendo rumorosamente, passando poi a leccargli lo sperma residuo colatogli sul mento e baciandolo per assaporarlo interamente.
In preda all’euforia dell’eccitazione si buttò poi a pecorina sul divano a gambe divaricate ed il suo cazzo mezzo in tiro a penzoloni, si prese le natiche con le mani e si allargò il culo “scopami, dammi il cazzo”, Andrea con il cazzo durissimo si piazzò dietro di lei le afferrò il culo e vi immerse la faccia leccando ed infilando la lingua dentro al buco del culo di Silvia, sentendolo elastico e accomodante lasciando entrare con facilità la sua lingua calda. La sentiva gemere e percepì che le si stava tornando duro il cazzo, questo aumentò la sua eccitazione, “aprimi il culo…scopami!” lo implorò. Lubrificando per bene con la saliva il suo buco e vi appoggiò la punta del suo cazzo iniziando a spingerlo dentro tenendosi il cazzo con la mano per aiutarsi mentre la penetrava, entrò con facilità.
Il culo di Silvia divorò il suo cazzo avvolgendolo perfettamente, iniziò a spingere su e giù Andrea, completamente perso nella lussuria ed eccitazione, il suo cazzo era avvolto nella calda e stretta presa e dalla vista dell’ano che si dilatava e contraeva seguendo i movimenti.
Andrea ansimava dal piacere e Silvia gemeva fortissimo sotto ogni colpo, “girati” le disse poi sentendo di essere vicino alla fine. Silvia si girò su sé stessa mettendosi supina, senza far uscire il cazzo da dentro di sé, “sborrami in culo” ansimò mentre si segava il cazzo durissimo, Andrea galvanizzato da quella scena aumentò il ritmo delle spinte in sintonia con il ritmo con cui Silvia si segava. Lei perse la gara e venne per prima, schizzandosi copiosamente sul ventre e sul seno, fu scossa da uno spasmo che le fece contrarre e stringere il culo. Quell’improvvisa pressione fu troppo per Andrea che non poté resistere ulteriormente e scaricò, gemendo profondamente, con tre poderosi schizzi tutto il suo sperma all’interno del culo di Silvia che urlò di piacere.
Andrea, totalmente esausto e svuotato, filò lentamente il suo cazzo rimanendo in contemplazione del culo di silvia totalmente aperto che si contraeva mentre lei spingeva per far fuoriuscire lo sperma che le colò fuori verso i suoi testicoli, ma prima che colò del tutto lo raccolse con le dita, infilandosele anche dentro al suo culo ancora dilatato, per poi portarsele alla bocca per leccarle fissando Andrea negli occhi.
Andrea le si fece vicino, si chinò su di lei e leccò con una lenta e decisa passata lo sperma della ragazza che si era schizzata sul ventre, pulendola ed assaporando il succo della ragazza, che alla vista della scena emise un risolino, passando una mano sulla testa di Andrea accarezzandolo dolcemente.
“Buono tesoro?” chiese dolcemente.
“non so cosa tu mi abbia fatto, ma vorrei rifarlo subito” le rispose baciandola, “quante volte vuoi” rispose Silvia rispondendo al suo bacio abbracciandolo.
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