L'affittuaria -parte 1-
di
Bino91
genere
etero
DLIN DLON.
“Buongiorno Marco, grazie per essere passato” esordì, sorridendo timida sull’uscio del portoncino Francesca, giovane e solare studentessa al terzo anno di giurisprudenza mentre apre la porta dell’appartamento, in cui vive in affitto, a Marco, il padrone di casa. “Buongiorno Francesca, come va?” risponde con composta cortesia Marco varcando l’uscio entrando in casa, avvertendo immediatamente il buon tepore e profumo che pervade l’appartamentino ordinato e ben curato. “sto bene grazie… spero tutto bene anche te. Perdonami il disturbo ma non sapevo a chi poter chiedere…” risponde Francesca, in tono dimesso, restando un po' in disparte in cucina tenendosi le mani una nell’altra. “ Dio, com’è timida” pensò Marco mentre le sorrideva “ma figurati Francesca, nessun problema, te l’ho detto molte volte quando hai qualche necessità chiama senza alcun problema. Ora fammi vedere non ti preoccupare”. Detto ciò Francesca ancor più impacciata fece strada verso la sua cameretta, mostrando il problema ossia l’appendiabiti a muro che si era staccato.
“ahh ecco il problema, chissà che mi immaginavo…l’avevi messa così tragica” esclamò ridendo allegramente Marco, “oh meno male… sono contenta non sia grave… mi sentivo in colpa credo di averlo caricato con troppo peso” rispose lei, con tono tra il dispiaciuto ed il sollevato, rimanendo sempre in disparte lì in un angolo.
Marco si tolse la giacca, prese la sua cassettina degli attrezzi e si arrotolò le maniche della camicia fino al gomito, per lavorare più agevolmente.
Francesca, dal suo angolino, si fece avanti per prendere la giacca del padrone di casa, notando, la fisicità di Marco, un ragazzo di 36 anni, alto con una bella muscolatura, resa in evidenza dalla camicia attillata, folti capelli castani pettinati con cura all’indietro ed una barba molto corta ma curata. Lo sguardo di Francesca si soffermò abbastanza da lasciarsi scoprire da Marco, che sorvolò, tuttavia sulla cosa. Non attirava chissà quali sguardi ed attenzioni Francesca, che seppur fosse una ragazza dai bei lineamenti, con occhi verdi molto espressivi, lunghi capelli corvini piccolina di statura ma dalle giuste forme, si presentava agli occhi di Marco, avvolta in un tutone largo, ciabatte e calzini di spugna, capelli raccolti ed occhiali da lettura.
Armeggiando con l’appendiabiti, scambiandosi i soliti convenevoli di cortesia, fin quando per serrare le nuove viti per fissarlo al muro, Marco si alzò sulle punte dei piedi facendo leva per imprimere più forza sul cacciavite, finché non perse l’equilibrio, urtando un mobiletto vicino che nel traballare gli si aprì uno sportello facendo cadere a terra degli oggetti.
A Francesca mancò un respiro per imbarazzo, tale da renderla incapace di ogni azione, ai piedi di Marco, oltre ad una piccola pochette cadde un flacone di lubrificante ed un vibratore. Era uno di quei vibratori di un rosa acceso, dimensioni generose, con tanto di vene e glande in rilevo. Marco lo raccolse da terra e soppesando l’oggetto esclamò un “Ah però” con sincera sorpresa, ed allo stesso tempo sfoggiando, rivolto a Francesca, un divertito e bonario sorriso, la quale era nel frattempo diventata completamente paonazza in volto mentre balbettava scuse e frasi su quanto si vergognasse.
Marco, che non era certo tipo da farsi imbarazzare né tantomeno sconvolgere da una ragazza che facesse uso di un vibratore, rimase tuttavia colpito dalla reazione della ragazza che sembrava sconvolta dalla vergogna, tanto da pentirsi della sua esternazione.
Nel tentativo di recuperare la situazione, si fece avanti cautamente cingendole delicatamente una spalla con la mano, cercando di tranquillizzarla.
“ehi, guarda che non c’è nulla di male…cosa pensi che possa scandalizzarmi?” le disse in un tono rassicurante, quasi dolce. “credimi, possiedo anche io qualche giocattolino…sai alla fine bisogna esplorare, sia da soli che in compagnia” argomentò, agitando il vibratore, ridacchiando. Lei lo stava fissando negli occhi, rossa in viso “sto sempre a studiare…non ho molto tempo per uscire e sai…” balbettò continuando a fissare Marco negli occhi. “ehi… ma ti stai giustificando con me? Guarda che non è assolutamente necessario sai!!...è giusto coccolarsi un po' e tenersi in forma” disse in tono volutamente più lascivo mentre teneva il contatto visivo con Francesca che non aveva smesso di guardarlo. Nel mentre armeggiava con il giocattolo della ragazza lo accese, scatenando una poderosa vibrazione tanto da dover rafforzare la presa per non lasciarselo cadere di mano “ohh così forte no, però è” esclamò sbalordito “più dolcemente! è molto meglio…fidati”. Francesca, inaspettatamente prese il vibratore dalle mani di Marco, impugnandolo saldamente con tutta la mano tenendolo all’altezza del petto “mi consigli un approccio più dolce?” civettò con tono inaspettatamente languido. Marco si accorse che quella situazione stava divenendo ambigua e che gli stava accendendo degli istinti. Si domandò se non fosse lo stesso per la timida ragazza e se non stesse cercando di far scattare qualcosa.
“credo si sia fatto tardi…l’attaccapanni è a posto” esordì frettolosamente distaccandosi dalla ragazza, “ehmm, per qualsiasi cosa, senza problemi…ciao” accomiatandosi Marco raccolse le sue cose e si avviò verso l’uscita, nel mentre Francesca lo salutò lanciandogli uno sguardo divertito.
“che cazzo mi è preso, mannaggia a me…vabbè meglio restare col dubbio, rimane professionali forse è meglio. Che cazzo però…” rimuginava nella sua testa Marco mentre frettolosamente se ne tornava a casa sua.
Più tardi quella sera stessa il cellulare di Marco vibrò, era arrivato un messaggio, si alzò dal divano prese il cellulare e vide una notifica di messaggio da parte di Francesca. Era una foto. Sullo schermo del cellulare si aprì l’immagine di Francesca stesa sul letto, nuda con le gambe divaricate e piegate sulle ginocchia, lì in bella vista, appoggiato sulla sua figa liscia, come la seta c’era il suo vibratore rosa posizionato in modo da lasciar mezze scoperte le grandi labbra. La mano sinistra ripiegata, strizzando i seni tonici dalla forma leggermente a pera con i capezzoli rivolti lievemente in su, tenuti coperti dalle dita. Il braccio destro proteso in alto reggendo il cellulare per scattare la foto, gli occhiali li aveva tenuti ma la sua piccola bocca a forma di cuore erano di un rosso rubino.
Passarono svariati istanti in cui Marco fissò rapito ed incredulo quell’immagine del tutto inaspettata e soprattutto per essersi reso conto all’improvviso di quanto fosse sexy la sua affittuaria, dal corpo tonico, liscio come la seta e dalle forme sinuose.
-Francesca sta scrivendo- Marco si destò e sentì l’eccitazione e la curiosità crebbe per vedere cosa avrebbe scritto.
-Quindi dovrei dedicarmi a me stessa più liberamente, giusto? - fu il messaggio, seguito da un emoticon con una faccina lasciva. Sorrise Marco, ora intrigato dalla piega che aveva preso la situazione, le sue remore e costrizioni erano state totalmente spazzate via dalla mossa di quella che credeva essere una timida ragazza. – esattamente! e con più gentilezza, ricordati…vedrai che mi ringrazierai!!- fu la sua risposta. Arrivò di rimando l’emoticon con la faccina pensante, poi più nulla. Passarono una ventina di minuti, Marco aprì e osservò più volte la foto di Francesca, crescendo in lui l’eccitazione per la situazione creatasi e la speranza per un seguito.
Il telefono vibrò, senza indugio Marco aprì la chat. Un’altra foto. Ora c’era Francesca ritratta in una posa scomposta, con le gambe aperte e stavolta c’era la sua figa aperta, completamente bagnata, il vibratore si trovava sul letto ed era completamente ricoperto degli umori della sua figa. I capezzoli turgidi sul seno lucido di sudore, si mordicchiava il labbro inferiore con il rossetto sbavato. Seguì quasi immediatamente un messaggio. – guarda cosa hai combinato con la tua “gentilezza”, dovresti assumertene la responsabilità- Marco aveva il cazzo duro nei pantaloni, gli stava piacendo quel gioco inaspettato. – è no cara…non puoi darmi alcuna responsabilità, avrei dovuto vedere quanta gentilezza hai usato. Comunque signorinella hai delle responsabilità anche te- incalzò Marco nella speranza che Francesca abboccasse all’esca.
-e che responsabilità avrei io, scusami? - rispose accompagnata da una faccina stupita.
A quel punto Marco non poteva più tirarsi indietro, anzi non voleva proprio farlo. Si tirò giù i pantaloni e le inviò una foto del suo cazzo eccitato.
Quello che Francesca si aprì ai suoi occhi fu l’immagine di un bel cazzo dritto, con le vene belle in rilievo, a dimostrazione dell’eccitazione e della prestanza di Marco, la cappella umida e bella lucida in bella vista. Lo voleva.
-è chiaro che abbiamo entrambi delle responsabilità. Dovremmo discuterne di persona, non credi? –
– Bè non vedo altre soluzioni-.
DLIN DLON.
“Buongiorno” ad aprire la porta dell’appartamento questa volta non c’è una timida ragazza in tuta e ciabatte, ma una francesca avvolta in una corta vestaglietta rosa, gli immancabili occhiali, rossetto rosso a contornarle perfettamente le labbra a forma di cuore ed i capelli legati in una nera coda di cavallo.
Marco le sorride, entra in casa e portando una mano sulla nuca di Francesca la tira a sé e la bacia con forza e passione. Lei ricambia con altrettanta foga. Mentre si baciano intrecciando le loro lingue, la spinge verso il tavolo, slacciandole, con la mano libera, la vestaglietta, che aprendosi la lascia solo con un perizoma nero di pizzo.
Arrivati al bordo la fa sedere sul tavolo, mentre passa a baciare e leccare il collo, scendendo sempre più in basso fino ad arrivare a succhiarle e mordicchiarle i capezzoli turgidi. A Francesca scappa un gemito. Dai capezzoli scende continuando a baciare ritmicamente la calda pelle di seta della ragazza, fino a raggiungere il pube, a quel punto gli sfila il perizoma prendendolo dai lacci ai lati del bacino, contemporaneamente spingendola delicatamente per farla sdraiare supina. Comprendendo l’intenzione asseconda le mosse dell’uomo e si adagia sul tavolo, ora con indosso il solo rossetto e gli occhiali.
Marco le bacia lentamente le grandi labbra gustandosi ogni piccolo gemito e mossa della ragazza, passando poi a leccarle dolcemente dall’esterno verso l’interno della sua bagnatissima figa. La lingua si fa più insistente entrando più in profondità delle piccole labbra mentre dal basso sale deciso verso l’alto. I gemiti si fanno più decisi. La figa di Francesca gronda umori. “ahh.. sii sii” mugola nel momento esatto in cui la lingua arriva al clitoride, compiendo dei lenti ma marcati movimenti circolari su di esso, fino al momento in cui con l’intera bocca lo avvolge e lo succhia.
Francesca è scossa da spasmi e tremori viene mentre Marco si ritrae lentamente dalla sua figa zuppa.
“e delle tue responsabilità non vogliamo parlarne per niente?” le sussurra per poi baciarla. Lei sente il suo sapore in bocca, si eccita ancora di più, non riesce più nemmeno a pensare e dire niente.
Scende dal tavolo e rapidamente si avventa sui pantaloni di Marco, che sono tesi dal cazzo durissimo all’interno, li slaccia e li tira giù, con un balzello il cazzo marmoreo del ragazzo le si para dinanzi al volto. Lo osserva compiaciuta e vogliosa per una manciata di secondi per poi prenderlo tutto in bocca, iniziando a succhiarlo avidamente.
Completamente rapita dalla lussuria si dedica con passione ingoiando il cazzo per intero, Marco le poggia delicatamente una mano sulla testa chinata. Lei al tocco alza lo sguardo fissandolo negli occhi nel mentre continua imperterrita a succhiarlo. Marco si eccita da morire. lei sente il cazzo ingrossarglisi ancora in bocca, scende con una mano e comincia a toccarsi.
Marco non ce la fa più, vuole scoparla vuole quella fighetta fradicia, si china leggermente per prendere Francesca sotto le ascelle e farla alzare, lei non oppone resistenza, una volta in piedi ricambia il gesto di prima, e lo bacia in bocca.
Marco le mette le mani sul culo e la issa a sé lei incrociando le braccia intorno al suo collo si fa trasportare, continuando a baciarlo con passione, verso la sua cameretta dove la butta sul letto.
“scopami” geme Francesca, tornando a parlare, lui la prende, la gira mettendola carponi, contemplando brevemente lo spettacolo che ha davanti gli occhi. Si getta su quel ben di dio facendosi una scorpacciata della sua figa gocciolante, facendola ansimare come non mai, passando a leccarle delicatamente intorno all’ano, compiendo dei circoletti per poi dare dei colpetti decisi con la punta della lingua al buco del culo, infine infilando con decisione la lingua nel culo. i gemiti aumentano.
Staccatosi dal suo culo, Marco arretra leggermente, prende il suo cazzo e lo infila nella figa incandescente di Francesca, tanto è bagnata che scivola dentro fino in fondo, dove resta fermo un instante a godersi la scena.
Inizia a scoparla con dei colpi ritmici, decisi ma abbastanza lentamente apprezzando ad ogni colpo il suo cazzo che sprofondava nella figa di Francesca che lo avvolgeva completamente.
La ragazza con la faccia completamente sprofondata nel cuscino non faceva altro che ansimare e gemere, la sua mente era completamente annebbiata dall’eccitazione e dal cazzo di Marco, ma nonostante questo stato di trance avvertì dentro di sé che Marco era sul procinto di venire, sentendo il cazzo che pulsava e aumentava di dimensione, per quanto le sembrasse già enorme. Si sfilò e si girò incitandolo a venirle addosso, pronta a sentire tutto il suo caldo sperma sul volto e sulle tette.
Marco seppur al limite, le disse di aprire la bocca, le salì cavalcioni segandosi il cazzo, per poi appoggiargli la cappella umida degli umori dei lei sulla lingua nel momento esatto in cui sborrò.
Francesca che senti il primo potente getto sulla sua lingua per poi finirle in gola avvolse il cazzo con la sua bocca iniziando a succhiare mentre altri getti di caldo sperma fuoriuscivano. “sii brava così, piccola” le disse ansimando pesantemente.
Francesca si staccò solo quando fu sicura di aver prosciugato e risucchiato tutto lo sperma dal cazzo di Marco, spalancò la bocca per mostrargli di aver gradito. Marco si chinò su di lei e la baciò, dopodiché si alzò e carezzandole il viso, completamente sfatto, passandole le dita sulle labbra dal rossetto completamente sbavato, sorridendo le disse “la situazione non è di semplice soluzione, se ne dovrà discutere ulteriormente temo”.
Mentre usciva dalla stanza sentì Francesca ridacchiare salutandolo con un “ti scriverò io…forse”. Lasciandosi scappare una risata Marco si rivestì e uscì.
Chiuso il portoncino dell’appartamento, la porta dell’altra stanza dell’appartamento si aprì lentamente e silenziosamente….
“Buongiorno Marco, grazie per essere passato” esordì, sorridendo timida sull’uscio del portoncino Francesca, giovane e solare studentessa al terzo anno di giurisprudenza mentre apre la porta dell’appartamento, in cui vive in affitto, a Marco, il padrone di casa. “Buongiorno Francesca, come va?” risponde con composta cortesia Marco varcando l’uscio entrando in casa, avvertendo immediatamente il buon tepore e profumo che pervade l’appartamentino ordinato e ben curato. “sto bene grazie… spero tutto bene anche te. Perdonami il disturbo ma non sapevo a chi poter chiedere…” risponde Francesca, in tono dimesso, restando un po' in disparte in cucina tenendosi le mani una nell’altra. “ Dio, com’è timida” pensò Marco mentre le sorrideva “ma figurati Francesca, nessun problema, te l’ho detto molte volte quando hai qualche necessità chiama senza alcun problema. Ora fammi vedere non ti preoccupare”. Detto ciò Francesca ancor più impacciata fece strada verso la sua cameretta, mostrando il problema ossia l’appendiabiti a muro che si era staccato.
“ahh ecco il problema, chissà che mi immaginavo…l’avevi messa così tragica” esclamò ridendo allegramente Marco, “oh meno male… sono contenta non sia grave… mi sentivo in colpa credo di averlo caricato con troppo peso” rispose lei, con tono tra il dispiaciuto ed il sollevato, rimanendo sempre in disparte lì in un angolo.
Marco si tolse la giacca, prese la sua cassettina degli attrezzi e si arrotolò le maniche della camicia fino al gomito, per lavorare più agevolmente.
Francesca, dal suo angolino, si fece avanti per prendere la giacca del padrone di casa, notando, la fisicità di Marco, un ragazzo di 36 anni, alto con una bella muscolatura, resa in evidenza dalla camicia attillata, folti capelli castani pettinati con cura all’indietro ed una barba molto corta ma curata. Lo sguardo di Francesca si soffermò abbastanza da lasciarsi scoprire da Marco, che sorvolò, tuttavia sulla cosa. Non attirava chissà quali sguardi ed attenzioni Francesca, che seppur fosse una ragazza dai bei lineamenti, con occhi verdi molto espressivi, lunghi capelli corvini piccolina di statura ma dalle giuste forme, si presentava agli occhi di Marco, avvolta in un tutone largo, ciabatte e calzini di spugna, capelli raccolti ed occhiali da lettura.
Armeggiando con l’appendiabiti, scambiandosi i soliti convenevoli di cortesia, fin quando per serrare le nuove viti per fissarlo al muro, Marco si alzò sulle punte dei piedi facendo leva per imprimere più forza sul cacciavite, finché non perse l’equilibrio, urtando un mobiletto vicino che nel traballare gli si aprì uno sportello facendo cadere a terra degli oggetti.
A Francesca mancò un respiro per imbarazzo, tale da renderla incapace di ogni azione, ai piedi di Marco, oltre ad una piccola pochette cadde un flacone di lubrificante ed un vibratore. Era uno di quei vibratori di un rosa acceso, dimensioni generose, con tanto di vene e glande in rilevo. Marco lo raccolse da terra e soppesando l’oggetto esclamò un “Ah però” con sincera sorpresa, ed allo stesso tempo sfoggiando, rivolto a Francesca, un divertito e bonario sorriso, la quale era nel frattempo diventata completamente paonazza in volto mentre balbettava scuse e frasi su quanto si vergognasse.
Marco, che non era certo tipo da farsi imbarazzare né tantomeno sconvolgere da una ragazza che facesse uso di un vibratore, rimase tuttavia colpito dalla reazione della ragazza che sembrava sconvolta dalla vergogna, tanto da pentirsi della sua esternazione.
Nel tentativo di recuperare la situazione, si fece avanti cautamente cingendole delicatamente una spalla con la mano, cercando di tranquillizzarla.
“ehi, guarda che non c’è nulla di male…cosa pensi che possa scandalizzarmi?” le disse in un tono rassicurante, quasi dolce. “credimi, possiedo anche io qualche giocattolino…sai alla fine bisogna esplorare, sia da soli che in compagnia” argomentò, agitando il vibratore, ridacchiando. Lei lo stava fissando negli occhi, rossa in viso “sto sempre a studiare…non ho molto tempo per uscire e sai…” balbettò continuando a fissare Marco negli occhi. “ehi… ma ti stai giustificando con me? Guarda che non è assolutamente necessario sai!!...è giusto coccolarsi un po' e tenersi in forma” disse in tono volutamente più lascivo mentre teneva il contatto visivo con Francesca che non aveva smesso di guardarlo. Nel mentre armeggiava con il giocattolo della ragazza lo accese, scatenando una poderosa vibrazione tanto da dover rafforzare la presa per non lasciarselo cadere di mano “ohh così forte no, però è” esclamò sbalordito “più dolcemente! è molto meglio…fidati”. Francesca, inaspettatamente prese il vibratore dalle mani di Marco, impugnandolo saldamente con tutta la mano tenendolo all’altezza del petto “mi consigli un approccio più dolce?” civettò con tono inaspettatamente languido. Marco si accorse che quella situazione stava divenendo ambigua e che gli stava accendendo degli istinti. Si domandò se non fosse lo stesso per la timida ragazza e se non stesse cercando di far scattare qualcosa.
“credo si sia fatto tardi…l’attaccapanni è a posto” esordì frettolosamente distaccandosi dalla ragazza, “ehmm, per qualsiasi cosa, senza problemi…ciao” accomiatandosi Marco raccolse le sue cose e si avviò verso l’uscita, nel mentre Francesca lo salutò lanciandogli uno sguardo divertito.
“che cazzo mi è preso, mannaggia a me…vabbè meglio restare col dubbio, rimane professionali forse è meglio. Che cazzo però…” rimuginava nella sua testa Marco mentre frettolosamente se ne tornava a casa sua.
Più tardi quella sera stessa il cellulare di Marco vibrò, era arrivato un messaggio, si alzò dal divano prese il cellulare e vide una notifica di messaggio da parte di Francesca. Era una foto. Sullo schermo del cellulare si aprì l’immagine di Francesca stesa sul letto, nuda con le gambe divaricate e piegate sulle ginocchia, lì in bella vista, appoggiato sulla sua figa liscia, come la seta c’era il suo vibratore rosa posizionato in modo da lasciar mezze scoperte le grandi labbra. La mano sinistra ripiegata, strizzando i seni tonici dalla forma leggermente a pera con i capezzoli rivolti lievemente in su, tenuti coperti dalle dita. Il braccio destro proteso in alto reggendo il cellulare per scattare la foto, gli occhiali li aveva tenuti ma la sua piccola bocca a forma di cuore erano di un rosso rubino.
Passarono svariati istanti in cui Marco fissò rapito ed incredulo quell’immagine del tutto inaspettata e soprattutto per essersi reso conto all’improvviso di quanto fosse sexy la sua affittuaria, dal corpo tonico, liscio come la seta e dalle forme sinuose.
-Francesca sta scrivendo- Marco si destò e sentì l’eccitazione e la curiosità crebbe per vedere cosa avrebbe scritto.
-Quindi dovrei dedicarmi a me stessa più liberamente, giusto? - fu il messaggio, seguito da un emoticon con una faccina lasciva. Sorrise Marco, ora intrigato dalla piega che aveva preso la situazione, le sue remore e costrizioni erano state totalmente spazzate via dalla mossa di quella che credeva essere una timida ragazza. – esattamente! e con più gentilezza, ricordati…vedrai che mi ringrazierai!!- fu la sua risposta. Arrivò di rimando l’emoticon con la faccina pensante, poi più nulla. Passarono una ventina di minuti, Marco aprì e osservò più volte la foto di Francesca, crescendo in lui l’eccitazione per la situazione creatasi e la speranza per un seguito.
Il telefono vibrò, senza indugio Marco aprì la chat. Un’altra foto. Ora c’era Francesca ritratta in una posa scomposta, con le gambe aperte e stavolta c’era la sua figa aperta, completamente bagnata, il vibratore si trovava sul letto ed era completamente ricoperto degli umori della sua figa. I capezzoli turgidi sul seno lucido di sudore, si mordicchiava il labbro inferiore con il rossetto sbavato. Seguì quasi immediatamente un messaggio. – guarda cosa hai combinato con la tua “gentilezza”, dovresti assumertene la responsabilità- Marco aveva il cazzo duro nei pantaloni, gli stava piacendo quel gioco inaspettato. – è no cara…non puoi darmi alcuna responsabilità, avrei dovuto vedere quanta gentilezza hai usato. Comunque signorinella hai delle responsabilità anche te- incalzò Marco nella speranza che Francesca abboccasse all’esca.
-e che responsabilità avrei io, scusami? - rispose accompagnata da una faccina stupita.
A quel punto Marco non poteva più tirarsi indietro, anzi non voleva proprio farlo. Si tirò giù i pantaloni e le inviò una foto del suo cazzo eccitato.
Quello che Francesca si aprì ai suoi occhi fu l’immagine di un bel cazzo dritto, con le vene belle in rilievo, a dimostrazione dell’eccitazione e della prestanza di Marco, la cappella umida e bella lucida in bella vista. Lo voleva.
-è chiaro che abbiamo entrambi delle responsabilità. Dovremmo discuterne di persona, non credi? –
– Bè non vedo altre soluzioni-.
DLIN DLON.
“Buongiorno” ad aprire la porta dell’appartamento questa volta non c’è una timida ragazza in tuta e ciabatte, ma una francesca avvolta in una corta vestaglietta rosa, gli immancabili occhiali, rossetto rosso a contornarle perfettamente le labbra a forma di cuore ed i capelli legati in una nera coda di cavallo.
Marco le sorride, entra in casa e portando una mano sulla nuca di Francesca la tira a sé e la bacia con forza e passione. Lei ricambia con altrettanta foga. Mentre si baciano intrecciando le loro lingue, la spinge verso il tavolo, slacciandole, con la mano libera, la vestaglietta, che aprendosi la lascia solo con un perizoma nero di pizzo.
Arrivati al bordo la fa sedere sul tavolo, mentre passa a baciare e leccare il collo, scendendo sempre più in basso fino ad arrivare a succhiarle e mordicchiarle i capezzoli turgidi. A Francesca scappa un gemito. Dai capezzoli scende continuando a baciare ritmicamente la calda pelle di seta della ragazza, fino a raggiungere il pube, a quel punto gli sfila il perizoma prendendolo dai lacci ai lati del bacino, contemporaneamente spingendola delicatamente per farla sdraiare supina. Comprendendo l’intenzione asseconda le mosse dell’uomo e si adagia sul tavolo, ora con indosso il solo rossetto e gli occhiali.
Marco le bacia lentamente le grandi labbra gustandosi ogni piccolo gemito e mossa della ragazza, passando poi a leccarle dolcemente dall’esterno verso l’interno della sua bagnatissima figa. La lingua si fa più insistente entrando più in profondità delle piccole labbra mentre dal basso sale deciso verso l’alto. I gemiti si fanno più decisi. La figa di Francesca gronda umori. “ahh.. sii sii” mugola nel momento esatto in cui la lingua arriva al clitoride, compiendo dei lenti ma marcati movimenti circolari su di esso, fino al momento in cui con l’intera bocca lo avvolge e lo succhia.
Francesca è scossa da spasmi e tremori viene mentre Marco si ritrae lentamente dalla sua figa zuppa.
“e delle tue responsabilità non vogliamo parlarne per niente?” le sussurra per poi baciarla. Lei sente il suo sapore in bocca, si eccita ancora di più, non riesce più nemmeno a pensare e dire niente.
Scende dal tavolo e rapidamente si avventa sui pantaloni di Marco, che sono tesi dal cazzo durissimo all’interno, li slaccia e li tira giù, con un balzello il cazzo marmoreo del ragazzo le si para dinanzi al volto. Lo osserva compiaciuta e vogliosa per una manciata di secondi per poi prenderlo tutto in bocca, iniziando a succhiarlo avidamente.
Completamente rapita dalla lussuria si dedica con passione ingoiando il cazzo per intero, Marco le poggia delicatamente una mano sulla testa chinata. Lei al tocco alza lo sguardo fissandolo negli occhi nel mentre continua imperterrita a succhiarlo. Marco si eccita da morire. lei sente il cazzo ingrossarglisi ancora in bocca, scende con una mano e comincia a toccarsi.
Marco non ce la fa più, vuole scoparla vuole quella fighetta fradicia, si china leggermente per prendere Francesca sotto le ascelle e farla alzare, lei non oppone resistenza, una volta in piedi ricambia il gesto di prima, e lo bacia in bocca.
Marco le mette le mani sul culo e la issa a sé lei incrociando le braccia intorno al suo collo si fa trasportare, continuando a baciarlo con passione, verso la sua cameretta dove la butta sul letto.
“scopami” geme Francesca, tornando a parlare, lui la prende, la gira mettendola carponi, contemplando brevemente lo spettacolo che ha davanti gli occhi. Si getta su quel ben di dio facendosi una scorpacciata della sua figa gocciolante, facendola ansimare come non mai, passando a leccarle delicatamente intorno all’ano, compiendo dei circoletti per poi dare dei colpetti decisi con la punta della lingua al buco del culo, infine infilando con decisione la lingua nel culo. i gemiti aumentano.
Staccatosi dal suo culo, Marco arretra leggermente, prende il suo cazzo e lo infila nella figa incandescente di Francesca, tanto è bagnata che scivola dentro fino in fondo, dove resta fermo un instante a godersi la scena.
Inizia a scoparla con dei colpi ritmici, decisi ma abbastanza lentamente apprezzando ad ogni colpo il suo cazzo che sprofondava nella figa di Francesca che lo avvolgeva completamente.
La ragazza con la faccia completamente sprofondata nel cuscino non faceva altro che ansimare e gemere, la sua mente era completamente annebbiata dall’eccitazione e dal cazzo di Marco, ma nonostante questo stato di trance avvertì dentro di sé che Marco era sul procinto di venire, sentendo il cazzo che pulsava e aumentava di dimensione, per quanto le sembrasse già enorme. Si sfilò e si girò incitandolo a venirle addosso, pronta a sentire tutto il suo caldo sperma sul volto e sulle tette.
Marco seppur al limite, le disse di aprire la bocca, le salì cavalcioni segandosi il cazzo, per poi appoggiargli la cappella umida degli umori dei lei sulla lingua nel momento esatto in cui sborrò.
Francesca che senti il primo potente getto sulla sua lingua per poi finirle in gola avvolse il cazzo con la sua bocca iniziando a succhiare mentre altri getti di caldo sperma fuoriuscivano. “sii brava così, piccola” le disse ansimando pesantemente.
Francesca si staccò solo quando fu sicura di aver prosciugato e risucchiato tutto lo sperma dal cazzo di Marco, spalancò la bocca per mostrargli di aver gradito. Marco si chinò su di lei e la baciò, dopodiché si alzò e carezzandole il viso, completamente sfatto, passandole le dita sulle labbra dal rossetto completamente sbavato, sorridendo le disse “la situazione non è di semplice soluzione, se ne dovrà discutere ulteriormente temo”.
Mentre usciva dalla stanza sentì Francesca ridacchiare salutandolo con un “ti scriverò io…forse”. Lasciandosi scappare una risata Marco si rivestì e uscì.
Chiuso il portoncino dell’appartamento, la porta dell’altra stanza dell’appartamento si aprì lentamente e silenziosamente….
3
7
voti
voti
valutazione
6.9
6.9
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La cena è servitaracconto sucessivo
L'affittuaria -parte 2-
Commenti dei lettori al racconto erotico