Tempi duri
di
Fischio
genere
etero
Ho un fottuto cerchio alla testa, quel cazzo di vino di ieri sera era una schifezza, ho bisogno di un bicchier d'acqua. Vado in cucina, davanti alla macchinetta dell'espresso trovo un bel paio di gambe nude ed un culetto niente male, appena coperto da un oggettino effetto seta, color pesca. La proprietaria è intenta a riempire il filtro e io mi posiziono dietro di lei per darle il buongiorno come si deve. Le annuso il collo, profuma ancora di sonno. Lei avverte subito il mio buongiorno, ridacchia, le piace, forse vuole sentirlo meglio dato che ci si appoggia, inarcando la schiena e spingendo un po' in fuori quel bel culetto. L' agguanto, scivolo con i palmi sulle sue cosce, poi risalgo, voglio riempirmi le mani con le tette, adoro toccarle le tette, le raggiungo, le scopro, le stringo, cerco i capezzoli. Il mio impeto le fa perdere l'equilibro, la sostengo senza problemi, incastrata tra il mio "buongiorno" e le mani salde sul suo petto. Sorride, si appoggia al piano della cucina. Il cavernicolo che è in me urla "spingiglielo subito tutto dentro!", la mia neocorteccia sublima il concetto soffiandole un "ti voglio" all'orecchio destro.
Lei si volta, io la tocco ovunque, quanto mi piace accarezzarla, stringerla, palparla, strizzarla! Mi infila la lingua in bocca, la spinge con foga, in breve tempo il respiro si fa corto, dev'essere abbastanza arrapata anche lei. Le scosto lo slip e vado in cerca di conferma. Lei sorride e mi blocca il polso "Dai, potrebbero arrivare...!". Ha ragione, c'è il rischio di essere scoperti. Lascio ricadere la sottoveste, mi inginocchio. Con la fronte appoggiata al monte di venere e le mani sulle sue chiappe, inspiro profondamente - oh si! È innegabilmente eccitata - di riflesso mi aumenta la salivazione. Penso a quella storia del cane e del campanello, quel tizio russo deve aver avuto la mia stessa reazione, ma ha tirato in mezzo fido per darsi un tono. Ho gli occhi chiusi ma sento che la signora solleva una gamba e mi appoggia la coscia sulla spalla sinistra. Mi pare un chiaro invito! Le lancio un'occhiata, intercetto il suo sguardo malizioso e mi fiondo sotto la veste, scendo a cercare il paradiso in sottocoperta. La sento ridacchiare, mi piace, le do un morso sulla bernarda.
"Daiiii stai buono! Qui non si può!".
Già, quasi dimenticavo. Risalgo, mi bacia, le nostre lingue si intrecciano e in un attimo mi ritrovo la sua mano intorno al cazzo. È volubile la signora, non c'è che dire!
"Però vorrei tanto farlo qui, adesso". Me lo sussurra tra le labbra fissandomi negli occhi e mandandomi in confusione.
"Ok, come la mettiamo con i nani?".
Chiude gli occhi e si struscia come una gattina in calore, ma non risponde. Abbasso la testa e la bacio sotto l'orecchio.
"Non sono abbastanza grandi per buttarli fuori di casa..." senza allontanarmi troppo dalla sua pelle scendo sul collo
"...potremo chiamare i nonni..." mi sposto sul capezzolo, lo mordo attraverso la stoffa "...oppure potremo chiuderci a chiave in bagno!". Lei si ferma, mi guarda, decido di darle tre secondi prima di passare il comando al cavernicolo e caricarmela in spalla. Uno... due...
"Mammaaaaaaa! Mi scappa la caccaaaaa!"
Porca zozza, fare sesso è diventato impossibile! Lei mi abbandona, sparisce. Faccio appena in tempo a darle uno schiaffo sulla natica, ma il suono che sento non mi soddisfa del tutto.
Passa più di mezz'ora, il nano è tornato ma di lei neanche l'ombra. Eppure la casa è un buco, non sento rumori, ma non sarà che mi aspetta in bagno?
Vado a cercarla, il bagno è libero ma dalla porta semichiusa della camera intravedo qualcosa. Entro deciso. È distesa supina, bella, seducente, ma appena mi vede allontana lo smartphone. Come ogni cazzo di volta.
Salgo carponi sul letto, la raggiungo inizio a baciarle le gambe.
"Con chi stavi smessaggiando?"
Lei intreccia le dita tra i miei capelli e mi risponde impassibile:
"Con l'amante".
Dice che scherza, che sono cazzate, ma mai, mai una volta che mi dica a chi cazzo scrive. Mentre cerco la risposta giusta lei mugola qualcosa, le chiedo di ripetere, non ho capito.
"Hai intenzione di tenermi bagnata tutto il giorno?".
"Sei bagnata? Fammi sentire!".
Le scosto lo slip e in un attimo ho due dita dentro di lei. È un' immersione, il suo calore liquido mi batte in testa e mi fa tirare il cazzo. Mi dimentico di tutto.
"Cristo se sei bagnata Marti..." affondo, spingo la mano, lento, l'accarezzo dentro "... dimmi la verità cosa stavi facendo, ti stavi toccando?".
Geme, inarca la schiena e geme sotto i miei tocchi, la sottoveste è risalita, lo slip scostato, la mia mano dentro la sua fica. Se non sentissi l'urgenza di scoparla resterei a godermi lo spettacolo.
"Aspettavo te".
Il suono del suo respiro, ritmato e profondo, è come la risacca del mare, i movimenti del corpo sono onde, il mio è un dolce naufragio. Insinuo il braccio tra il letto e la sua schiena, mi giro supino e la trascino sopra di me. Con le mani sulle chiappe la stringo contro la mia erezione, lei ricomincia a muoversi. Cristo santo mi fa impazzire! Mi solleva la maglia, mi annusa, mi accarezza le cosce. Sento una cintura di fuoco avvolgermi, il cazzo mi scoppia, mi blocco, cerco di distrarmi, ma lei spinge, ondeggia, si struscia...
"Marti se continui così mi farai venire nei pantaloni..."
Sorride mi morde il labbro e accoglie la mia supplica, si solleva, stacca il suo corpo dal mio, resta sopra a un palmo di distanza. La schiena inarcata, mi bacia ma fatica a star ferma.
"Andiamo in bagno..." sospira, scivola ancora come una risacca, ma le mie dita l'hanno di nuovo raggiunta, non stacco gli occhi dal suo volto, mi eccita guardarla trasformata dal piacere, spingo, lei si muove contro la mia mano scegliendo il ritmo del dentrofuori. Con le dita dell'altra le accarezzo il buchetto, cazzo che voglia di infilzarla! Una scossa elettrica mi attraversa i lombi. Basta!
"Alzati, andiamo a fare una sveltina!". Sfilo le mani e mi porto via il suo slip. È zuppo, il suo odore mi picchia in testa, è un richiamo irresistibile. Sono un cazzo di animale, non c'è niente da fare, sento la necessità d'infilare il naso negli anfratti del suo corpo, tra i suoi seni, dietro le orecchie, sotto le ascelle, tra le sue gambe e sniffare il calore della sua pelle, quello della sua fica... è più forte di me.
Entriamo in bagno, giro la chiave intanto che lei mi libera dei vestiti, poi avvolge la mano intorno alla mia asta, stringe e tira...
"Che gran bel cazzo che hai!"
L'afferro per il polso e la faccio voltare, le do uno schiaffo sulla chiappa destra a mano aperta. Cazzo, ora si che suona bene! Si appoggia al lavabo, sollevo la sottoveste scopro la sua schiena lunga ed elegante, con un colpo deciso la penetro. Lei geme, io sono in un paradiso di fuoco, chi ha detto che le fiamme sono solo all'inferno non ha mai provato niente del genere. Il suo calore mi avvolge, il cazzo mi pulsa, riapro gli occhi, osservo lo specchio... mi basterebbe continuare a guardare l'espressione della sua faccia da troia per venire. Le raccolgo i capelli, li sposto da un lato del collo, voglio vederla bene. Spingo, lei fa una smorfia e geme, il cazzo mi pulsa. Ancora, di nuovo spinta, smorfia, gemito. Dio quanto mi piace!
Mancherebbe solo una cosa... in fondo provarci non mi costa nulla.
"Marti, posso mettertelo nel culo?" è il mio chiodo fisso, non posso farci niente.
Lei solleva gli occhi, li punta sui miei attraverso lo specchio. "No, oggi no. E poi non si chiede così."
"Che cazzo dici? Che c'è un protocollo?"
Improvvisamente un tonfo sordo ci fa sussultare e ci riporta alla realtà. Ci blocchiamo, segue il pianto sguaiato del treenne e il richiamo del maggiore. Un fuggi fuggi, lei scappa, accorre in soccorso, io mi rivesto e vado a vedere. Un po'di sangue, niente di grave per fortuna, ma ci siamo presi un bello spavento e lei è già preda del senso di colpa che sicuramente me la terrà lontana per l'intera giornata. Mentre culla l'infortunato le do un bacio sulla fronte e le restituisco gli slip. Stop, fine dello spettacolo.
Lei si volta, io la tocco ovunque, quanto mi piace accarezzarla, stringerla, palparla, strizzarla! Mi infila la lingua in bocca, la spinge con foga, in breve tempo il respiro si fa corto, dev'essere abbastanza arrapata anche lei. Le scosto lo slip e vado in cerca di conferma. Lei sorride e mi blocca il polso "Dai, potrebbero arrivare...!". Ha ragione, c'è il rischio di essere scoperti. Lascio ricadere la sottoveste, mi inginocchio. Con la fronte appoggiata al monte di venere e le mani sulle sue chiappe, inspiro profondamente - oh si! È innegabilmente eccitata - di riflesso mi aumenta la salivazione. Penso a quella storia del cane e del campanello, quel tizio russo deve aver avuto la mia stessa reazione, ma ha tirato in mezzo fido per darsi un tono. Ho gli occhi chiusi ma sento che la signora solleva una gamba e mi appoggia la coscia sulla spalla sinistra. Mi pare un chiaro invito! Le lancio un'occhiata, intercetto il suo sguardo malizioso e mi fiondo sotto la veste, scendo a cercare il paradiso in sottocoperta. La sento ridacchiare, mi piace, le do un morso sulla bernarda.
"Daiiii stai buono! Qui non si può!".
Già, quasi dimenticavo. Risalgo, mi bacia, le nostre lingue si intrecciano e in un attimo mi ritrovo la sua mano intorno al cazzo. È volubile la signora, non c'è che dire!
"Però vorrei tanto farlo qui, adesso". Me lo sussurra tra le labbra fissandomi negli occhi e mandandomi in confusione.
"Ok, come la mettiamo con i nani?".
Chiude gli occhi e si struscia come una gattina in calore, ma non risponde. Abbasso la testa e la bacio sotto l'orecchio.
"Non sono abbastanza grandi per buttarli fuori di casa..." senza allontanarmi troppo dalla sua pelle scendo sul collo
"...potremo chiamare i nonni..." mi sposto sul capezzolo, lo mordo attraverso la stoffa "...oppure potremo chiuderci a chiave in bagno!". Lei si ferma, mi guarda, decido di darle tre secondi prima di passare il comando al cavernicolo e caricarmela in spalla. Uno... due...
"Mammaaaaaaa! Mi scappa la caccaaaaa!"
Porca zozza, fare sesso è diventato impossibile! Lei mi abbandona, sparisce. Faccio appena in tempo a darle uno schiaffo sulla natica, ma il suono che sento non mi soddisfa del tutto.
Passa più di mezz'ora, il nano è tornato ma di lei neanche l'ombra. Eppure la casa è un buco, non sento rumori, ma non sarà che mi aspetta in bagno?
Vado a cercarla, il bagno è libero ma dalla porta semichiusa della camera intravedo qualcosa. Entro deciso. È distesa supina, bella, seducente, ma appena mi vede allontana lo smartphone. Come ogni cazzo di volta.
Salgo carponi sul letto, la raggiungo inizio a baciarle le gambe.
"Con chi stavi smessaggiando?"
Lei intreccia le dita tra i miei capelli e mi risponde impassibile:
"Con l'amante".
Dice che scherza, che sono cazzate, ma mai, mai una volta che mi dica a chi cazzo scrive. Mentre cerco la risposta giusta lei mugola qualcosa, le chiedo di ripetere, non ho capito.
"Hai intenzione di tenermi bagnata tutto il giorno?".
"Sei bagnata? Fammi sentire!".
Le scosto lo slip e in un attimo ho due dita dentro di lei. È un' immersione, il suo calore liquido mi batte in testa e mi fa tirare il cazzo. Mi dimentico di tutto.
"Cristo se sei bagnata Marti..." affondo, spingo la mano, lento, l'accarezzo dentro "... dimmi la verità cosa stavi facendo, ti stavi toccando?".
Geme, inarca la schiena e geme sotto i miei tocchi, la sottoveste è risalita, lo slip scostato, la mia mano dentro la sua fica. Se non sentissi l'urgenza di scoparla resterei a godermi lo spettacolo.
"Aspettavo te".
Il suono del suo respiro, ritmato e profondo, è come la risacca del mare, i movimenti del corpo sono onde, il mio è un dolce naufragio. Insinuo il braccio tra il letto e la sua schiena, mi giro supino e la trascino sopra di me. Con le mani sulle chiappe la stringo contro la mia erezione, lei ricomincia a muoversi. Cristo santo mi fa impazzire! Mi solleva la maglia, mi annusa, mi accarezza le cosce. Sento una cintura di fuoco avvolgermi, il cazzo mi scoppia, mi blocco, cerco di distrarmi, ma lei spinge, ondeggia, si struscia...
"Marti se continui così mi farai venire nei pantaloni..."
Sorride mi morde il labbro e accoglie la mia supplica, si solleva, stacca il suo corpo dal mio, resta sopra a un palmo di distanza. La schiena inarcata, mi bacia ma fatica a star ferma.
"Andiamo in bagno..." sospira, scivola ancora come una risacca, ma le mie dita l'hanno di nuovo raggiunta, non stacco gli occhi dal suo volto, mi eccita guardarla trasformata dal piacere, spingo, lei si muove contro la mia mano scegliendo il ritmo del dentrofuori. Con le dita dell'altra le accarezzo il buchetto, cazzo che voglia di infilzarla! Una scossa elettrica mi attraversa i lombi. Basta!
"Alzati, andiamo a fare una sveltina!". Sfilo le mani e mi porto via il suo slip. È zuppo, il suo odore mi picchia in testa, è un richiamo irresistibile. Sono un cazzo di animale, non c'è niente da fare, sento la necessità d'infilare il naso negli anfratti del suo corpo, tra i suoi seni, dietro le orecchie, sotto le ascelle, tra le sue gambe e sniffare il calore della sua pelle, quello della sua fica... è più forte di me.
Entriamo in bagno, giro la chiave intanto che lei mi libera dei vestiti, poi avvolge la mano intorno alla mia asta, stringe e tira...
"Che gran bel cazzo che hai!"
L'afferro per il polso e la faccio voltare, le do uno schiaffo sulla chiappa destra a mano aperta. Cazzo, ora si che suona bene! Si appoggia al lavabo, sollevo la sottoveste scopro la sua schiena lunga ed elegante, con un colpo deciso la penetro. Lei geme, io sono in un paradiso di fuoco, chi ha detto che le fiamme sono solo all'inferno non ha mai provato niente del genere. Il suo calore mi avvolge, il cazzo mi pulsa, riapro gli occhi, osservo lo specchio... mi basterebbe continuare a guardare l'espressione della sua faccia da troia per venire. Le raccolgo i capelli, li sposto da un lato del collo, voglio vederla bene. Spingo, lei fa una smorfia e geme, il cazzo mi pulsa. Ancora, di nuovo spinta, smorfia, gemito. Dio quanto mi piace!
Mancherebbe solo una cosa... in fondo provarci non mi costa nulla.
"Marti, posso mettertelo nel culo?" è il mio chiodo fisso, non posso farci niente.
Lei solleva gli occhi, li punta sui miei attraverso lo specchio. "No, oggi no. E poi non si chiede così."
"Che cazzo dici? Che c'è un protocollo?"
Improvvisamente un tonfo sordo ci fa sussultare e ci riporta alla realtà. Ci blocchiamo, segue il pianto sguaiato del treenne e il richiamo del maggiore. Un fuggi fuggi, lei scappa, accorre in soccorso, io mi rivesto e vado a vedere. Un po'di sangue, niente di grave per fortuna, ma ci siamo presi un bello spavento e lei è già preda del senso di colpa che sicuramente me la terrà lontana per l'intera giornata. Mentre culla l'infortunato le do un bacio sulla fronte e le restituisco gli slip. Stop, fine dello spettacolo.
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