Una sera d'inverno
di
curiosamente77
genere
etero
In queste sere d'inverno davanti ad un libro mentre il vento soffia tra le tegole del tetto e la brace del camino lenta si affievolisce l'ora è ormai tarda e la mente perde il filo della trama. Mille sinapsi si attivano spaziando a tutto campo su qualsiasi cosa, piccoli attimi di indisturbato piacere che si concludono quasi sempre nello stesso identico modo.
Il silenzio pervade la casa, la mia compagna dorme oramai da parecchie ore e dalla finestra si scorge un unghia di luna fievola splendere in cielo.
Sento uno strano formicolio tra le gambe incrociate sul divano mentre chiaro è nei pensieri il desiderio di nuove esperienze. No, non sono propenso all'omosessualità e no, non sono disposto a pagare per un'ora di finto amore.
Attendo nella mia anonima riservatezza una fantomatica donna dal fisico asciutto e dai seni appena accennati con biondi ricci che nascondono le piccole orecchie leggermente a sventola e occhioni scuri da cerbiatta che sembrano scrutarti fin dentro l'anima, anzi... dal fisico giunonico e con seni enormi, con grossi glutei sodi e lisci che possano inprigionarmi a lei senza possibilità di fuga ma... forse no... anzi, sicuramente no.
Attendo solo una donna donna normale, insospettabilmente normale, "qualunquemente" normale, che abbia voglia di dare e ricevere tutto senza preconcetti di ogni forma, per godere una, dieci, cento volte nei pochi sfuggenti attimi che gli impegni quotidiani della vita ti concedono.
Non sono un traditore, non ho mai tradito, ma sento la necessità di altro... e non parlo di pompini veloci nei bagni di un ristorante o di sveltine in auto fuori dalle discoteche, vorrei qualcosa di più profondo, qualcosa di sorprendente.
Parlo di passione e corpi che sudati che si strusciano tra loro incollati da un orgasmo fisico e mentale, parlo di calore e fuoco nelle mani che scendono lungo i fianchi fino ad accarezzarne i piedi, parlo di sospiri ansimanti e graffi sulla schiena mentre la lingua assapora a piccoli morsi i lobi delle orecchie come Eva quando scoprì la mela per la prima volta.
Mi schiaffeggio le guance e strizzo gli occhi sapendo che le utopie, a differenza dei sogni, non si possono realizzare e lancio un'occhiata veloce alle lancette dell'orologio in salotto, indicano l'una di notte.
Richiudo il libro piegando l'angolo in alto per ricordarmi l'ultima pagina letta e mi dirigo verso la camera da letto con passo leggero per non svegliare gli altri inquilini.
Passando davanti all'ingresso noto che la luce del corridoio sulle scale comuni è accesa e noto un'ombra di donna avvicinarsi al vetro decorato dell'uscio di casa.
Incuriosito abbasso lentamente la maniglia che cigola e vedo mia cognata in vestaglia che sorregge due calici di vino bianco.
Con un gesto chiaro mi allunga una mano e nel silenzio la invito ad entrare facendola accomodare sul divano.
Assaporiamo senza fiatare il gusto deciso del bicchiere con il profumo delle candele che pervade la stanza mentre con lo sguardo ammiriamo il cielo stellato che si mostra in tutto il suo splendore.
Chiedo con gli occhi il motivo della sua comparsa e nello stesso momento spingo le mani sotto la vestaglia sentendo la pelle d'oca pervaderle il corpo.
L'aroma di pesca dell'olio acquistato al mercato di Marrakech si sprigiona con delicate pressioni sulla sua schiena, ora lischia come una lastra di ghiaccio, ora ruvida e sensibile ad ogni carezza.
I riflessi sulla finestra davanti a noi mostrano il sorriso del suo viso mentre morde le labbra per assaporare tutto il piacere possibile. Ogni secondo lo vive come fosse l'ultimo e stringe la mia testa tra le cosce mentre la lingua solleva le sue grandi labbra umide di saliva ed un dito penetra roteandole nel culo facendola sussultare di scatto.
Vedo le ginocchia piegarsi su di me e sento i suoi piedi puntarsi sulla anche mentre sempre più forte spinge la sua vagina contro la mia lingua. Adoro leccarla. Adoro il succo del suo piacere. Adoro sentire il ciuffetto del monte di Venere accarezzarmi le narici mentre copioso il flusso scende nella mia bocca.
Adoro quando in preda all'orgasmo si piega davanti a me mostrandomi il suo piacere e con le gambe ritte e la testa quasi a terra accarezza i testicoli lasciandosi leccare da dietro il secondo canale dell'amore. Adoro come lentamente si appoggia sopra il mio membro che senza fatica è pervaso dal calore del suo corpo. Adoro come spinge con decisione le sue terga sul mio ventre per farmi sentire quanto appagata con il pene che rigonfia ad ogni suo colpo.
Adoro i seni leggermente cadenti che si irrigidiscono ad ogni sobbalzo mentre infila le unghie sulle mie cosce muscolose che usa per sorregersi quando uno dei molteplici orgasmi la pervade. Adoro quando trattiene a stento un urlo trasformandolo in sospiro per non farsi sentire dal resto della casa che incurante di tutto riposa beata.
Adoro quando abbassa il collo dopo esserti girata per vedermi godere e la sua chioma nasconde il viso sudato di soddisfazione, sento la voglia di non smettere mai. Sento la mano che ti accarezza mentre esci di soppiatto dalla porta di casa. Gli occhi a fatica cercano di resistere ma asssopiscono sotto l'effluvio di pesca sprigionato dall'olio rimasto sulle mie mani. Sento il desiderio di incontrarti ancora. Sento il battito del cuore arrivarmi in gola. Sento uno strano piacere che forse mai sentirò.
Fatemi sapere se vi piacciono i miei racconti...
curiosamente77@protonmail.com
Il silenzio pervade la casa, la mia compagna dorme oramai da parecchie ore e dalla finestra si scorge un unghia di luna fievola splendere in cielo.
Sento uno strano formicolio tra le gambe incrociate sul divano mentre chiaro è nei pensieri il desiderio di nuove esperienze. No, non sono propenso all'omosessualità e no, non sono disposto a pagare per un'ora di finto amore.
Attendo nella mia anonima riservatezza una fantomatica donna dal fisico asciutto e dai seni appena accennati con biondi ricci che nascondono le piccole orecchie leggermente a sventola e occhioni scuri da cerbiatta che sembrano scrutarti fin dentro l'anima, anzi... dal fisico giunonico e con seni enormi, con grossi glutei sodi e lisci che possano inprigionarmi a lei senza possibilità di fuga ma... forse no... anzi, sicuramente no.
Attendo solo una donna donna normale, insospettabilmente normale, "qualunquemente" normale, che abbia voglia di dare e ricevere tutto senza preconcetti di ogni forma, per godere una, dieci, cento volte nei pochi sfuggenti attimi che gli impegni quotidiani della vita ti concedono.
Non sono un traditore, non ho mai tradito, ma sento la necessità di altro... e non parlo di pompini veloci nei bagni di un ristorante o di sveltine in auto fuori dalle discoteche, vorrei qualcosa di più profondo, qualcosa di sorprendente.
Parlo di passione e corpi che sudati che si strusciano tra loro incollati da un orgasmo fisico e mentale, parlo di calore e fuoco nelle mani che scendono lungo i fianchi fino ad accarezzarne i piedi, parlo di sospiri ansimanti e graffi sulla schiena mentre la lingua assapora a piccoli morsi i lobi delle orecchie come Eva quando scoprì la mela per la prima volta.
Mi schiaffeggio le guance e strizzo gli occhi sapendo che le utopie, a differenza dei sogni, non si possono realizzare e lancio un'occhiata veloce alle lancette dell'orologio in salotto, indicano l'una di notte.
Richiudo il libro piegando l'angolo in alto per ricordarmi l'ultima pagina letta e mi dirigo verso la camera da letto con passo leggero per non svegliare gli altri inquilini.
Passando davanti all'ingresso noto che la luce del corridoio sulle scale comuni è accesa e noto un'ombra di donna avvicinarsi al vetro decorato dell'uscio di casa.
Incuriosito abbasso lentamente la maniglia che cigola e vedo mia cognata in vestaglia che sorregge due calici di vino bianco.
Con un gesto chiaro mi allunga una mano e nel silenzio la invito ad entrare facendola accomodare sul divano.
Assaporiamo senza fiatare il gusto deciso del bicchiere con il profumo delle candele che pervade la stanza mentre con lo sguardo ammiriamo il cielo stellato che si mostra in tutto il suo splendore.
Chiedo con gli occhi il motivo della sua comparsa e nello stesso momento spingo le mani sotto la vestaglia sentendo la pelle d'oca pervaderle il corpo.
L'aroma di pesca dell'olio acquistato al mercato di Marrakech si sprigiona con delicate pressioni sulla sua schiena, ora lischia come una lastra di ghiaccio, ora ruvida e sensibile ad ogni carezza.
I riflessi sulla finestra davanti a noi mostrano il sorriso del suo viso mentre morde le labbra per assaporare tutto il piacere possibile. Ogni secondo lo vive come fosse l'ultimo e stringe la mia testa tra le cosce mentre la lingua solleva le sue grandi labbra umide di saliva ed un dito penetra roteandole nel culo facendola sussultare di scatto.
Vedo le ginocchia piegarsi su di me e sento i suoi piedi puntarsi sulla anche mentre sempre più forte spinge la sua vagina contro la mia lingua. Adoro leccarla. Adoro il succo del suo piacere. Adoro sentire il ciuffetto del monte di Venere accarezzarmi le narici mentre copioso il flusso scende nella mia bocca.
Adoro quando in preda all'orgasmo si piega davanti a me mostrandomi il suo piacere e con le gambe ritte e la testa quasi a terra accarezza i testicoli lasciandosi leccare da dietro il secondo canale dell'amore. Adoro come lentamente si appoggia sopra il mio membro che senza fatica è pervaso dal calore del suo corpo. Adoro come spinge con decisione le sue terga sul mio ventre per farmi sentire quanto appagata con il pene che rigonfia ad ogni suo colpo.
Adoro i seni leggermente cadenti che si irrigidiscono ad ogni sobbalzo mentre infila le unghie sulle mie cosce muscolose che usa per sorregersi quando uno dei molteplici orgasmi la pervade. Adoro quando trattiene a stento un urlo trasformandolo in sospiro per non farsi sentire dal resto della casa che incurante di tutto riposa beata.
Adoro quando abbassa il collo dopo esserti girata per vedermi godere e la sua chioma nasconde il viso sudato di soddisfazione, sento la voglia di non smettere mai. Sento la mano che ti accarezza mentre esci di soppiatto dalla porta di casa. Gli occhi a fatica cercano di resistere ma asssopiscono sotto l'effluvio di pesca sprigionato dall'olio rimasto sulle mie mani. Sento il desiderio di incontrarti ancora. Sento il battito del cuore arrivarmi in gola. Sento uno strano piacere che forse mai sentirò.
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