La donna delle pulizie
di
Conte Wronskij
genere
tradimenti
La signora delle pulizie
Va bene si sa! Noi uomini ci facciam andar bene tutto ma questo no! Questo assolutamente no!
Stavo dormendo e la signora delle pulizie entra in camera ed apre la finestra rumorosamente. Quante volte ho detto a mia moglie di avvisare la signora che se sto dormendo deve fare prima le altre cose.
Lei si volta e dopo essersi accorta della mia presenza dice” oddio mi scusi! Non sapevo!”.
Ed io un po’ scocciato “ pazienza!”. Allora mi alzo e mi accomodo il pigiama. Ho il pacco in semi erezione e mi copro con il lembo della camicia di sopra che lascio uscir fuori dai pantaloni.
Vado in bagno e mi lavo i denti. Torno in camera e lei la vedo indaffarata ad alzare i lembi delle lenzuola per spazzare sotto il letto. Mi disturba tanto questa invasione. Lei non è per niente imbarazzata della mia presenza. Le dico allora che faccio colazione e poi torno a vestirmi.
Prendo un bel caffè tranquillamente e poi torno in camera. Lei stava passando il mocio nel bagno.
“Devo vestirmi” dico io un po’ infastidito.
Lei chiude la porta del bagno e dice “ faccia pure io finisco qui!”.
Io mi tolgo la camicia e siccome devo prendere il deodorante, busso alla porta del bagno per prenderlo. Ma cosa faccio, prima di entrare mi tiro su i pantaloni per evidenziare il mio pacco che stranamente quella mattina era un po’ più su di giri del solito. Il pigiama è sottile e stretto, quindi “lui” si nota ed io lo esibisco come rappresaglia per la sua invasione.
Lei mi dice” che c’è?”.
“Devo prendere il deodorante” rispondo io.
Entro con calma. Lei fa finta di niente ma mi guarda il pacco che non può non notarsi. È la mia maniera di vendicarmi per l’intrusione mattutina. Esco dal bagno e mi vesto. La porta de bagno rimane semi aperta ma non mi preoccupo. Il problema è suo. Io mi tolgo i pantaloni del pigiama e rimango con il boxer. Ora il pisello è in bella mostra anche se non è denudato, ma non me ne preoccupo. Anzi, mi metto proprio a favore della porta semisocchiusa per farglielo notare. Vedo che tra una passata di pezza e l’altra lei sbircia. Ma io non mi sottraggo.
Mi vesto e la saluto cordialmente. Vado al lavoro come sempre ripensando alla situazione che, in un certo senso, mi disturbava un po’ ma nel contempo mi stuzzicava.
La signora delle pulizie era da qualche anno che veniva da noi. Era sulla cinquantina, di media statura con dei capelli neri e lunghi portati sempre legati con una pinza. Aveva il viso un po’ scavato dalle fatiche ma ho sempre pensato che da giovane doveva essere stata una bella donna. Aveva le labbra carnose ed un bel sorriso. Chissà forse con un rossetto sarebbe stata anche più carina. Ma forse lo era ancora solo che la tuta che indossava la invecchiava.
Fantasticando su di lei vado al lavoro. Alla sera dopo aver cenato con mia moglie, mi , metto a letto stanco e pensieroso. Mia moglie al mattino sarebbe dovuta andare fuori con una amica e mi
ha lasciato detto alcune indicazioni per il mattino tra cui che avrebbe lasciato le chiavi alla signora delle pulizie. Lei, intendo la signora delle pulizie, si chiama Cinzia.
Al mattino successivo quando mi sveglio mia moglie era già andata via. Ero in penombra in dormiveglia e fantasticavo ancora su Cinzia. Avevo il pacco in erezione e me lo stavo rigirando quando sento un rumore di qualcuno che entra nella stanza.
Allora mi scopro dalle coperte e facendo finta di dormire mi metto a pancia in su con il pisello che svettava per metà fuori dai boxer.
Cinzia si affretta per aprire la serranda della finestra per far entrare la luce e quando la apre per metà la stanza si illumina. Poi si gira e si accorge di me sul letto. Io con l’uccello fuori faccio finta di svegliarmi e mi stropiccio gli occhi. Facendo questo mi stiro inarcando il mio corpo. Il mio pisello esce quasi completamente fuori dal boxer. Lei sgrana gli occhi, si mette la mano davanti alla bocca e scoppia in un riso isterico e mi chiede immediatamente scusa.
Io faccio finta di non realizzare in quanto appena “ finto” sveglio e mi tocco il pisello. Poi la guardo e realizzo che lei è davanti a me.
A questo punto mi tiro su il boxer facendo finta di imbarazzarmi.
Lei esce trafelata dalla stanza dicendomi che non se n’era accorta della mia presenza.
“ Mi scusi, mi scusi tanto!”. La signora mi da ancora del lei dopo tutti questi anni. Ho sempre avvertito da parte sua una sorta di soggezione nei mie confronti.
“Niente, niente, non preoccuparti! “ rispondo io sbadigliando.
Io ovviamente non le credo, ma comunque sto al gioco. Mia moglie è fuori casa per tutta la mattinata quindi comincio a studiare come portare questa situazione al limite.
Vado nell’altra stanza ancora in pigiama per fare colazione. Mi faccio il caffè e sento dai rumori che è in salotto al lavoro.
Finisco il mio caffè e ritorno in camera passando per il salotto. Vedo lei che è cavalcioni su di un vaso a passarci una pezza. Porta la gonna oggi. È stretta al ginocchio e quindi le si tira un po’ su. Non l’avevo notato prima. In quella posizione intravedo le sue mutandine color carne o credo che lo fossero. Le sue calze sono scure velate quindi il colore più chiaro al centro intuisco essere il suo intimo. Ma l’ho guardata troppo velocemente per distinguerla bene.
Allora ripasso un attimo per guardarla meglio. Ma lei è girata dall’altra parte e adesso e non vedo nulla. Aspetto qualche secondo in cucina e poi ripasso per “vedere” il suo intimo. Stavolta è a mio favore e mi soffermo qualche secondo in più per guardarle le sue cosce ed i loro punti d’incontro dove risiede il sesso femminile.
Si è proprio color carne “nude” come lo si chiama adesso.
Torno in camera e mi faccio una doccia. Il mio pisello non si placa. Odio masturbarmi ed è l’ultima cosa che farei ma mi immagino che la donna delle pulizie me lo prenda e me lo lavori per bene. C’è l’ho in fiamme e l’acqua fredda della doccia nulla può. E allora giro la leva per farla diventare bollente e vengo impunemente sotto la doccia immaginando l’abbraccio caldo delle sue labbra sulla mia cappella. Il tepore dell’acqua in un certo senso mi ha aiutato.
Allora l’ormone “svegliato” che mi è partito mi spinge ad osare.
Mi metto l’accappatoio e torno in cucina. Passo in salotto e le chiedo “ scusa Cinzia, devi fare anche la camera mia? Io ho ancora qualche minuto e poi te la libero”.
“ Si, non si preoccupi, ho ancora da finire in sala quindi faccia con comodo”.
Io allora escogito un piano. Mi faccio un altro caffè e poi me lo rovescio in parte sul mio accappatoio all’altezza della gamba e per metà per terra.
La chiamo a voce alta “ SIGNORA, SIGNORA CINZIA, può venire un attimo per gentilezza?”.
Lei viene in cucina e mi guarda poi osserva il caffè per terra.
“Che guaio! Prendo subito per pulire” e corre subito nello stanzino per prendere uno straccio.
Io intanto mi chino (sono in accappatoio ricordate?!) per raccogliere con degli scottex il caffè dal pavimento. Abbassandomi un lembo dell’accappatoio mi si scopre lasciando intravedere il mio pisello che era già in semierezione.
Lei arriva e mi dice subito “si sposti che ci penso io con lo straccio”.
Lei si abbassa per pulire il pavimento e così le vedo chiaramente l’intimo e soprattutto una smagliatura della calza a metà della sua coscia. Il mio pisello a quella vista si tende come un arco.
Chissà perché nella mia mente le calze smagliate hanno sempre evocato una carica erotica enorme.
Mi tendo la cinghia dell’accappatoio per non farlo uscire fuori. Lei continua a pulire in terra fino a quando l’ultima goccia di caffè sparisce sotto le passate vigorose delle sue mani che stringevano lo straccio.
Poi strizza lo straccio sul lavandino e si china di nuovo per asciugare il pavimento.
A quel punto la smagliatura della calza si apre sempre di più fino al ginocchio e quindi le dico “ le si è strappata la calza ha visto?”.
E lei imbarazzata si guarda la coscia. Poi si tira su un po di più la gonna per vedere fino dove arriva la smagliatura e rimane per qualche istante con la coscia scoperta del tutto con l’intimo che si é evidenziato dalla calza. Ho intravisto benissimo, anche se per poco, un ciuffo di peli neri che fuoriuscivano dal lembo di stoffa. Caspita che vista!!!
Poi lei mi guarda e dice “ il suo accappatoio è tutto sporco! Ci deve mettere subito lo smacchiatore altrimenti il caffè non se ne va!”.
Ed io rispondo “ che cosa? Lo smacchiatore? Non so cos’è e nemmeno dov’è!”.
“Ci penso io” rispose lei prontamente.
Scompare dalla mia vista giusto il tempo di prendere dallo stanzino un flacone di sgrassatore e ritorna davanti a me.
“Deve spruzzarci questo subito altrimenti non se ne va!” ribadisce lei.
Io rimango immobile non sapendo cosa farci con lo sgrassatore.
Allora lei si avvicina mi prende il lembo dell’acccappatoio e comincia a spruzzarci su il liquido che profumava di sapone di Marsiglia.
Poi mette meglio la mano sotto l’accappatoio per spruzzarlo meglio e tira un po’ il tessuto a se ed ecco che il mio pisello si libera dalla presa della cinta e svetta in tutta la sua lunghezza davanti a lei.
Io comincio a balbettare e dico “ scusami tanto…….è che ancora non mi vesto e non porto l’intimo “.
Lei ride e aggiunge ”fa niente! Anche stamattina non volendo l’ho vista a letto. Anzi mi scusi lei!”.
Continua a spruzzare il liquido per un’altra manciata di secondi e poi strofina tessuto contro tessuto per cercare di smacchiare l’alone del caffè. Tutto questo con il mio pisellone in bella vista.
“Comunque”, fa lei, “non l’avevo mai visto un pisello così grande!”.
“Perché ?” faccio io, “suo marito come ce l’ha?”.
Lei “beh, penso che sia la metà del suo. Complimenti!”.
Io aggiungo “e se si indurisce del tutto poi diventa ancora più lungo!”.
“A me sembra già che è duro e lungo”.
“No” gli faccio io. “Se lo tocca si rende conto che è ancora un po’ molle”, e dicendogli questo le prendo la mano e glielo faccio toccare.
Lei esclama “ma è bollente!”.
Io rido e dico “come bollente?!”.
“Si, non l’avevo mai toccato con la mano”.
Rido sempre di più.
Lei ritrae la mano quasi offesa e dice “io sono una donna seria. Con mio marito non ho mai toccato il suo sesso. Quando facciamo l’amore fa tutto lui!”.
Io non credevo alle mie orecchie. Capisco la situazione e le dico ”ma a noi uomini piace che ce lo accarezzino. Anzi ci piace anche che ce lo prendano in bocca per esempio!”.
Lei fa una smorfia di disgusto “come in bocca? Io non credo di averlo mai fatto!”.
“È bello! Alle donne piace ma anche a noi uomini! Ed anche a noi ci piace leccarvela” rispondo io.
La signora delle pulizie era completamente imbarazzata e rossa in viso. Teneva ancora la mano sul mio pisello e le dissi “sente come si sta indurendo? E diventa anche un po’ più lungo!”.
Lei sospira e dice “si lo sento! Sento anche che è più caldo!”.
“Bene!” Dissi poi io. “Adesso se con la mano lo stringi un po’ di più e lo fai scivolare sotto e sopra questa cosa a noi ci piace”.
“Ah si “ esclamò lei. “ Questa cosa la vidi in un film quando ero ragazza, ma le ripeto con mio marito non l’ho mai fatto!”.
Lei cominciò a lavorare con la mano il mio pisellone che nel frattempo era diventato enorme e duro come la pietra. Poi si fermò e disse “ma questa cosa la fa anche sua moglie?”.
Io scoppiai a ridere e dissi “ma certo! Queste cose le fanno tutte le donne perché fanno parte dei giochi erotici dell’intimitá di una coppia. Possibile che lei non abbia mai fatto nulla di diverso con suo marito?”.
“ No! Mio marito è un uomo di chiesa e molto particolare!”.
“Beh!” aggiunsi io “si perde un po’ dei piaceri della vita!”.
Adesso mi avvicinai un pochino di più a lei tanto che la mia cappella era a pochi centimetri dal suo viso.
Presi il mio uccello alla base e lo avvicinai alle sue labbra.
“Adesso prendilo un po’ in bocca!”.
Lei si ritrasse un po’ e disse “ ma non l’ho mai fatto!”.
“Non preoccuparti! Ti insegno io”.
Lei mi guardò con aria sorpresa ed imbarazzata. Poi aggiunse “che devo fare?”.
“Allora, questa è la cappella” dissi io “è la parte più sensibile per noi uomini!”.
E con il dito gli indicai dove.
“Adesso appoggia le labbra sulla cappella! Così, piano piano e comincia a strusciarti sopra. Inumidiscile un po’ e continua così! Ti dico tutto io!”.
Lei prese il mio bastone con entrambe le mani e comincio a strusciarsi la mia cappella sulle labbra.
“Inumidiscile un po’! Vedi che sono asciutte le labbra?”. Lei tirò fuori un po’ la lingua e si inumidì la labbra.
“ Senti che adesso scivola meglio?”.
Lei “ Si, si. È bollente il tuo pisello! Caldissimo!”.
“ Continua così che stai andando bene!”.
“Adesso socchiudi un po’ le labbra e fallo entrare un po’ dentro ed appena tutta la cappella è dentro succhia come se stessi succhiando da una cannuccia”.
“Siiii, così brava! Allora visto che lo sai fare!”.
“Mmbbbciuck…..mmmbciuk….l’ho visto fare in un film!….mmmmmhhhh…… te l’ho detto!”.
“Bene, continua così. Ogni tanto tiralo fuori dalla bocca e con la lingua morbida leccalo dalla cappella fino alla base. Poi ritorna piano piano indietro e fallo risprofondare nella bocca……si….cosi…..piano….piano…….ecco si………dai ….dai ancora……..dai su….succhia adesso…siiiiii ……siiiiii”.
Le presi la testa con le mani dalla nuca e lo spinsi fino alla gola.
“ Adesso sto per venire! Sentirai un liquido caldo! Ingoialo tutto! Capito?”
Lei fece cenno di sì con la testa!
“Ahhhh…. Vengo….siiiiii….”. Una prima contrazione le riversò in gola un getto di sperma che la fece tossire. Allora glielo tirai fuori per non farla soffocare ma glielo appoggiai subito sulle labbra e le dissi “ continua con la lingua! Non ti fermare!”. Le scaricai una seconda e poi un terzo fiotto di seme che le imbrattò il viso.
“Adesso fai una cosa….. struscia la cappella sulla sborra calda e succhialo fino a quando non l’hai bevuto tutto……si così…brava…….Ma allora lo sapevi già fare? ….. come sei brava….si dai così ancora….mmmmm!”.
“Guardi che è la prima volta in vita mia”, rispose lei quasi a scusarsi.
“Ti è piaciuto?” domandai io oramai con il pisello leggermente afflosciato ed umido di umori e saliva.
Lei non rispose. Andò sul lavandino per sciacquarsi il viso. Sì asciugò con uno scottex e prese dalla sua borsa un rossetto color rosa porpora e lo passò tra le sue labbra.
“Allora, ti è piaciuto?”.
Lei sorrise e bofonchiò “Non lo so… mi sentivo così stupida!”.
Io che intanto mi ero rivestito e rimesso il mio uccello nei pantaloni replicai “Sei stata bravissima e molto sensuale. Mi hai fatto godere come non mai!…..Davvero dico!”.
“Però adesso ti devo ricambiare il favore” dissi io, lasciando intendere che non avevamo finito qui.
Aggiunsi “ Vieni qui, siediti sulla poltrona” e le indicai con la mano dove sedersi.
Lei “Cosa devo fare?”.
“Niente siediti qui!” Insistetti.
La feci sedere sulla poltrona. Lei era un po’ titubante ma si accomodò. Mi accovacciai in ginocchio davanti a lei e le aprii leggermente le gambe. Lei oppose resistenza. Allora la guardai negli occhi e le dissi “ tuo marito te l’ha mai leccata?”.
“Cosa?”, rispose lei facendo finta di non aver capito.
“La tua fica!” risposi secco io senza mezzi termini.
Lei imbarazzatissima non rispose subito. Dopo alcuni secondi fece cenno di no con la testa.
Allora forzai leggermente le gambe. La resistenza era debole e con un po’ di forza le si aprirono.
Davanti a me c’era un bello spettacolo. Chissà perché come già detto prima le gambe aperte di una donna per me sono molto eccitanti ma se le calze sono smagliate rischio davvero di impazzire.
Lei aveva la smagliatura della calza color moka fino alla mutandina color carne.
I peli fuoriuscivano da entrambi i lati segno di una fica pelosissima. Il centro della mutandina era imbrunita segno di umori che l’avevano inumidita.
Presi un lembo della calza e la strappai direttamente lasciando la gamba destra nuda mentre l’altra era ancora intatta con il collant.
Le cominciai a baciare con la lingua dal ginocchio l’interno della coscia. Centimetro dopo centimetro le esplorai tutta la sua coscia. Avvertivo il suo respiro farsi un po’ più affannoso.
Quando arrivai in prossimità della sua fica vidi che la macchia era imbrunita a tal punto che come la toccai con le labbra avvertii che era proprio bagnata. Lei ebbe una contrazione improvvisa al mio tocco delle labbra sul suo slip.
Le riaprii leggermente le gambe e continuai a baciare quel pezzo di tessuto oramai fradicio dei suoi umori e della mia saliva.
Lei ansimava. Mi aveva appoggiato le sue mani sulla mia testa. Non me ne ero accorto. L’ho realizzato in quel momento.
Adesso che era cotta a puntino morsi leggermente il tessuto per spostarlo di lato.
Quello che mi si mostrò davanti fu a dir poco da infarto. Delle grandi labbra ben disegnate e sode che svettavano dalla folta peluria. Esse racchiudevano il suo sesso che aveva il colore di un fico appena spezzato. Buono ed invitante. Ci sprofondai subito la mia lingua che si impregnò di una serie di umori e sfumature che sapevano di sesso, di fica, di eccitazione allo stato puro.
Lei ebbe di nuovo una contrazione tanto che le presi il bacino con le mani e la riposizionai davanti alla mia bocca che era avida di sesso e fica.
Succhiai così forte da richiamare a me tutto i suoi umori quasi la volessi mangiare. E lì in quel preciso momento mi strinse la testa al suo sesso e gemette ululando.
La mia bocca avverti un senso di calore immediato ed avvertii un languore umido e bagnaticcio. Stava avendo un’orgasmo in piena regola.
Allora succhiai più avidamente che potei ed ebbi una cascata di umori sulle mie labbra che leccavano e gustavano con foga tutta quella ambrosia.
Mi aiutai con le dita per spalancarla ancora di più e scovare nelle profondità della sua fica umori nascosti.
Era una fica gravida di umori e piaceri forse sopiti da anni nelle cantine buie dove si annidano i pensieri, i desideri e le fantasie più intime.
Preso da una febbre di eccitazione e bramosia la stesi al lato della poltrona e le cominciai a leccare anche il suo culo che quasi non vedevo ma sentivo in mezzo alla foresta di peli.
Le ficcai con dolcezza ma con determinazione il mio indice nell’orofizio inviolato e che adesso mi si presentava come una offerta irrinunciabile.
Contemporaneamente il mio pollice le rovistava la fica. Gemeva come una cagna in calore. Si contorceva e facevo fatica a tenere le dita dentro tanto che il mio indice uscì fuori dal buco del suo culo. Allora faccio per rificcarlo dentro e lei mi inarca le gambe per favorirmi di nuovo l’ingresso del mio dito.
Ho capito! Caspita! Le piace! Si le piace proprio!
Lei prende la mia mano e la spinge a sè per farmi capire che devo spingere di più. Allora penso che sia arrivato il momento di usare il mio pisello. Poi ci ripenso e dico che voglio gustarmi la situazione a step, gradatamente senza esagerare ed essere frenetico ed in preda alla foga come una belva affamata che poi divora tutto e fa indigestione. A fuoco lento la voglio cucinare.
Continuo a massaggiarle fica e culo e con la mia lingua le stimolo il clitoride per alcuni minuti fino allo spasmo dei suoi muscoli che presagiscono il suo orgasmo straripante.
Urla, ulula, si dimena e mi stringe la testa alla sua fica fino a farmi mancare il respiro. Il mio viso è fradicio. Scivolo con la mia lingua sulle sue gambe e le bacio la pelle morbida e femminile.
Poi mi stacco mi alzo e mi avvicino alla sua bocca. La bacio facendole sentire l’odore ed il sapore del suo sesso e dei suoi umori.
E lei mi prende la lingua con la sua bocca come se mi stesse succhiando il pisello e lo risucchia a se in un vortice di desiderio. I rumori della lingua e dei risucchi si mescolano ai respiri affannati. Lei mi mette la mano sul pisello e lentamente mi slaccia la cintura e me lo tira fuori.
Comincia a toccarmelo ed a stringermelo quasi a farmi male tant’è che emetto un suono gutturale per farle capire di non esagerare.
Poi si bagna le dita con un po’ di saliva e mi accarezza la cappella con le dita umide.
Che donna in calore! Ve lo sareste mai immaginato?
Allora le punto il mio pisello sulle sue labbra umide che lo accolgono in un abbraccio caldo e voluttuoso.
Glielo spingo in gola fino a sentire un conato che mi indica che la sto soffocando. Allento la mia spinta ma lei se lo ricaccia tutto dentro. Sono imprigionato in una bocca vogliosa e caldissima. Con la mia mano destra cerco di accarezzarle la sua fica che è rimasta al vento con le gambe oscenamente aperte. Continua a lavorarmi la cappella la sua lingua avvolgente e senza pause.
Ecco che le sto per venire in bocca per la seconda volta. Sente il mio respiro che si fa più affannoso fino a quando mugolo e vocalizzo un suono che non so da dove provenisse.
Lei continua a succhiare tutto il mio seme fino a quando non sente il mio pisello oramai svuotato.
Devo toglierglielo dalla bocca altrimenti sono sicuro che non l’avrebbe fatto.
“ Vatti a lavare su, che sta per tornare mia moglie!” le dico io con voce roca sfiancato dalle prestazioni appena ricevute.
Lei corre subito in bagno mentre io vado in camera a vestirmi dato che ero ancora in accappatoio.
Ecco che proprio mentre mi vestivo che mi chiama mia moglie dicendomi che sarebbe tornata più tardi per finire alcune faccende.
Bene! Il mio pisello già sussultava per l’occasione propizia.
Chiamai la signora delle pulizie in camera.
Lei arrivò dopo alcuni minuti tenendo in mano un contenitore con i panni da mettere a posto.
Mi disse” Che c’è? Devo sbrigarmi per finire le faccende prima che torni sua moglie!”.
Io ribattei “non preoccuparti……torna più tardi…. abbiamo tutto il tempo!”.
“Tutto il tempo per fare cosa?”, rispose lei mentre camminava per rimettere a posto i panni.
Io “vieni che ti faccio vedere!”.
Lei “Basta dai. Ne abbiamo fatte abbastanza!”.
“ Non ancora!”, risposi io con voce ironica. “ Vieni ,vieni vicino a me!”.
Lei si avvicinò curiosa. Io la strinsi a me e la baciai con desiderio. Il sapore della sua bocca sapeva di menta. Forse si era appena lavata i denti. Le morsi le labbra con eeccitazione e la strinsi per farle sentire il mio pisello sulla sua pancia. Ci baciammo per alcuni minuti con intensità in un mix di umori, saliva, rossetto e menta. Poi le sollevai la gonna e le accarezzai la fica. Lei ansimò profondamente.
Poi la girai di spalle le appoggiai le mani sul comò della camera e le sollevai la gonna . Il suo culo e la sua fica erano a mia disposizione. Tirai fuori il mio uccello e lo appoggiai su quelle natiche rotonde ed abbondanti. Le chiesi di muoversi un po’ per massaggiarmelo e così fece. Era molto eccitante ed il mio pisello oramai era così duro che quasi la potevo bastonare.
Scostai la mutandine quel tanto che basta per scoprirle i buchi e le puntai la cappella sulle grandi labbra senza penetrarla. Lei si muoveva ritraendo il bacino alternadosi con movimenti dall’alto verso il basso. Un vero e proprio massaggio sulla mia cappella che era oramai avvolta dalle sue grandi labbra.
Ero tentato di affondarle tutto il mio pisello nella sua caverna accogliente ma resistetti.
Lo tirai fuori per liberarlo e lei emise un “noooo…. ti prego che fai?”.
“ ssshhhhh ……… comando io qui”, risposi ansimando.
Gli strusciai di nuovo la cappella sul solco delle natiche. La calza strappata mi infastidiva così con le mani tirai quel lembo di collant e che cadde a terra.
Continuai per qualche istante a scivolare la cappella sulla piega del suo culo quando arrivai proprio in prossimità del suo orifizio.
Doveva essere sicuramente inviolato e sapere di esser il primo uomo a scoparla nel culo mi dava un senso di potenza che si scaricava tutto sulla durezza del mio uccello.
Rimasi fermo sull’imbocco per alcuni secondi mentre lei, scivolando col bacino, me lo spostava verso la sua fica. Ma io lo riportavo lì dove stavo per incularla.
Mi feci ardito e presi i suoi fianchi per tenerla ferma e spinsi leggermente per farmi largo in quel buchino stretto. Onestamente data la dimensione del mio pisello mi sembrava spropositatamente impossibile che entrasse il quel piccolo pertugio. Infatti dopo aver spinto e forzato un po’ sul buchetto trovai la resistenza naturale delle dimensioni ma anche una ritrosia della signora che mi si spostava per evitare che entrasse.
Allora alzo la voce e dico “Stai ferma! Stai ferma….. faccio piano ma stai ferma!”.
Lei “No ti prego li no, non l’ho mai fatto. Ti prego no!.
“ Faccio piano e se ti fa male mi fermo!”, le rispondo.
“Rilassati sennò non entra!”.
Lei si abbandona con il viso sul comò e sento le sue gambe ed il suo bacino che sono diventati cedevoli.
Allora punto la mia cappella sulla fica umida ed inondata di umori per bagnarmela. La inumidisco per bene e mi riposiziono li dove il mio pisello voleva a tutti i costi entrare.
Appoggio, forzo un po’! Faccio fatica, il buchetto fa resistenza. È entrato per un paio di centimetri ma non torno indietro. Intanto lei mugugna forse per il dolore o per il piacere. Allora le metto la mano sulla fica e la sditalino un po’ rimanendo immobile sulla posizione conquistata dal mio pisello.
Lei ansima, partecipa al movimento della mia mano. Aspetto il momento propizio. Lei comincia ad ansimare più forte, segno che le mie dita le procurano piacere. Quando avverto che sta godendo, sia dal calore che avvampa sulla mia mano che dall’intensità del suo gemere, affondo il mio pisello senza indugio.
È entrato come un coltello che affonda nel burro.
Un urlo soffocato le esce dalla sua bocca. Io le avevo infilato la metà del mio pisello nel suo culo. La cominciai a stantuffare dolcemente ed ad ogni spinta entravo un pochino in più.
Lei era con gli occhi chiusi e le labbra serrate. Credo avvertisse più dolore che piacere date le dimensioni del mio pisello.
“Rilassati, lasciati andare e goditi il mio pisello nel tuo culo Signora”, le dissi in maniera un po’ volgare per cercare di farla sciogliere un po’.
Mentre la scopavo mi allontanavo con la testa per osservare il mio cazzone che entrava e riusciva in una strettoia quasi inverosimile. La vista della scena mi procurava un piacere chimico e metafisico maggiore di quello fisico. Osceno vedere un cazzo che entra ed esce da un culo ed allo stesso tempo eccitante. Tutto ciò mi portò alle stelle.
Io stavo per venire ed allora l’avvisai “ vuoi che ti venga nel culo o lo vuoi in bocca?”.
Passarono alcuni secondi senza risposta mentre io ansimavo sempre più rumorosamente.
“No…. no…continua così…. dai…… fai piano ……ma continua così!”.
Hai capito? La signora. Aumentai gli affondi e la frequenza ed ebbi un orgasmo colossale in quel buco stretto che mi procurava sensazioni su tutto il mio pisello. Non so quante contrazioni e fiotti di seme le riversai ma dovettero essere tant’è perché corse in bagno.
Io mi apprestai a lavarmi il pisello perché nel frattempo era passata più di un’ora e rischiavamo che mia moglie tornasse.
Quando lei uscì dal bagno mi accorsi che aveva una gamba fasciata dal collant e l’altra no. Si toccava il sedere e mi guardava con uno sguardo misto a rabbia e piacere.
Che giornata ragazzi. E che donna si è rivelata questa signora che per mia fortuna mi ha fatto godere e per sfortuna del marito che non se l’é saputa godere.
“Vai vai, finisci pure le faccende di casa”, dissi io mentre mi rivestivo.
Lei mi si avvicinò, socchiuse gli occhi e disse “mi raccomando, non dirlo a nessuno. Mi vergogno! Non doveva succedere!”.
La baciai sulle labbra per rassicurarla e la spinsi dolcemente via per farla andare.
Adesso la mia mente vagava con la fantasia pensando alle occasioni future in casa mia con questa donna dalla sensualità sopita e nascosta e con gli arretrati della vita che le spettavano.
Conte Wronskij
Va bene si sa! Noi uomini ci facciam andar bene tutto ma questo no! Questo assolutamente no!
Stavo dormendo e la signora delle pulizie entra in camera ed apre la finestra rumorosamente. Quante volte ho detto a mia moglie di avvisare la signora che se sto dormendo deve fare prima le altre cose.
Lei si volta e dopo essersi accorta della mia presenza dice” oddio mi scusi! Non sapevo!”.
Ed io un po’ scocciato “ pazienza!”. Allora mi alzo e mi accomodo il pigiama. Ho il pacco in semi erezione e mi copro con il lembo della camicia di sopra che lascio uscir fuori dai pantaloni.
Vado in bagno e mi lavo i denti. Torno in camera e lei la vedo indaffarata ad alzare i lembi delle lenzuola per spazzare sotto il letto. Mi disturba tanto questa invasione. Lei non è per niente imbarazzata della mia presenza. Le dico allora che faccio colazione e poi torno a vestirmi.
Prendo un bel caffè tranquillamente e poi torno in camera. Lei stava passando il mocio nel bagno.
“Devo vestirmi” dico io un po’ infastidito.
Lei chiude la porta del bagno e dice “ faccia pure io finisco qui!”.
Io mi tolgo la camicia e siccome devo prendere il deodorante, busso alla porta del bagno per prenderlo. Ma cosa faccio, prima di entrare mi tiro su i pantaloni per evidenziare il mio pacco che stranamente quella mattina era un po’ più su di giri del solito. Il pigiama è sottile e stretto, quindi “lui” si nota ed io lo esibisco come rappresaglia per la sua invasione.
Lei mi dice” che c’è?”.
“Devo prendere il deodorante” rispondo io.
Entro con calma. Lei fa finta di niente ma mi guarda il pacco che non può non notarsi. È la mia maniera di vendicarmi per l’intrusione mattutina. Esco dal bagno e mi vesto. La porta de bagno rimane semi aperta ma non mi preoccupo. Il problema è suo. Io mi tolgo i pantaloni del pigiama e rimango con il boxer. Ora il pisello è in bella mostra anche se non è denudato, ma non me ne preoccupo. Anzi, mi metto proprio a favore della porta semisocchiusa per farglielo notare. Vedo che tra una passata di pezza e l’altra lei sbircia. Ma io non mi sottraggo.
Mi vesto e la saluto cordialmente. Vado al lavoro come sempre ripensando alla situazione che, in un certo senso, mi disturbava un po’ ma nel contempo mi stuzzicava.
La signora delle pulizie era da qualche anno che veniva da noi. Era sulla cinquantina, di media statura con dei capelli neri e lunghi portati sempre legati con una pinza. Aveva il viso un po’ scavato dalle fatiche ma ho sempre pensato che da giovane doveva essere stata una bella donna. Aveva le labbra carnose ed un bel sorriso. Chissà forse con un rossetto sarebbe stata anche più carina. Ma forse lo era ancora solo che la tuta che indossava la invecchiava.
Fantasticando su di lei vado al lavoro. Alla sera dopo aver cenato con mia moglie, mi , metto a letto stanco e pensieroso. Mia moglie al mattino sarebbe dovuta andare fuori con una amica e mi
ha lasciato detto alcune indicazioni per il mattino tra cui che avrebbe lasciato le chiavi alla signora delle pulizie. Lei, intendo la signora delle pulizie, si chiama Cinzia.
Al mattino successivo quando mi sveglio mia moglie era già andata via. Ero in penombra in dormiveglia e fantasticavo ancora su Cinzia. Avevo il pacco in erezione e me lo stavo rigirando quando sento un rumore di qualcuno che entra nella stanza.
Allora mi scopro dalle coperte e facendo finta di dormire mi metto a pancia in su con il pisello che svettava per metà fuori dai boxer.
Cinzia si affretta per aprire la serranda della finestra per far entrare la luce e quando la apre per metà la stanza si illumina. Poi si gira e si accorge di me sul letto. Io con l’uccello fuori faccio finta di svegliarmi e mi stropiccio gli occhi. Facendo questo mi stiro inarcando il mio corpo. Il mio pisello esce quasi completamente fuori dal boxer. Lei sgrana gli occhi, si mette la mano davanti alla bocca e scoppia in un riso isterico e mi chiede immediatamente scusa.
Io faccio finta di non realizzare in quanto appena “ finto” sveglio e mi tocco il pisello. Poi la guardo e realizzo che lei è davanti a me.
A questo punto mi tiro su il boxer facendo finta di imbarazzarmi.
Lei esce trafelata dalla stanza dicendomi che non se n’era accorta della mia presenza.
“ Mi scusi, mi scusi tanto!”. La signora mi da ancora del lei dopo tutti questi anni. Ho sempre avvertito da parte sua una sorta di soggezione nei mie confronti.
“Niente, niente, non preoccuparti! “ rispondo io sbadigliando.
Io ovviamente non le credo, ma comunque sto al gioco. Mia moglie è fuori casa per tutta la mattinata quindi comincio a studiare come portare questa situazione al limite.
Vado nell’altra stanza ancora in pigiama per fare colazione. Mi faccio il caffè e sento dai rumori che è in salotto al lavoro.
Finisco il mio caffè e ritorno in camera passando per il salotto. Vedo lei che è cavalcioni su di un vaso a passarci una pezza. Porta la gonna oggi. È stretta al ginocchio e quindi le si tira un po’ su. Non l’avevo notato prima. In quella posizione intravedo le sue mutandine color carne o credo che lo fossero. Le sue calze sono scure velate quindi il colore più chiaro al centro intuisco essere il suo intimo. Ma l’ho guardata troppo velocemente per distinguerla bene.
Allora ripasso un attimo per guardarla meglio. Ma lei è girata dall’altra parte e adesso e non vedo nulla. Aspetto qualche secondo in cucina e poi ripasso per “vedere” il suo intimo. Stavolta è a mio favore e mi soffermo qualche secondo in più per guardarle le sue cosce ed i loro punti d’incontro dove risiede il sesso femminile.
Si è proprio color carne “nude” come lo si chiama adesso.
Torno in camera e mi faccio una doccia. Il mio pisello non si placa. Odio masturbarmi ed è l’ultima cosa che farei ma mi immagino che la donna delle pulizie me lo prenda e me lo lavori per bene. C’è l’ho in fiamme e l’acqua fredda della doccia nulla può. E allora giro la leva per farla diventare bollente e vengo impunemente sotto la doccia immaginando l’abbraccio caldo delle sue labbra sulla mia cappella. Il tepore dell’acqua in un certo senso mi ha aiutato.
Allora l’ormone “svegliato” che mi è partito mi spinge ad osare.
Mi metto l’accappatoio e torno in cucina. Passo in salotto e le chiedo “ scusa Cinzia, devi fare anche la camera mia? Io ho ancora qualche minuto e poi te la libero”.
“ Si, non si preoccupi, ho ancora da finire in sala quindi faccia con comodo”.
Io allora escogito un piano. Mi faccio un altro caffè e poi me lo rovescio in parte sul mio accappatoio all’altezza della gamba e per metà per terra.
La chiamo a voce alta “ SIGNORA, SIGNORA CINZIA, può venire un attimo per gentilezza?”.
Lei viene in cucina e mi guarda poi osserva il caffè per terra.
“Che guaio! Prendo subito per pulire” e corre subito nello stanzino per prendere uno straccio.
Io intanto mi chino (sono in accappatoio ricordate?!) per raccogliere con degli scottex il caffè dal pavimento. Abbassandomi un lembo dell’accappatoio mi si scopre lasciando intravedere il mio pisello che era già in semierezione.
Lei arriva e mi dice subito “si sposti che ci penso io con lo straccio”.
Lei si abbassa per pulire il pavimento e così le vedo chiaramente l’intimo e soprattutto una smagliatura della calza a metà della sua coscia. Il mio pisello a quella vista si tende come un arco.
Chissà perché nella mia mente le calze smagliate hanno sempre evocato una carica erotica enorme.
Mi tendo la cinghia dell’accappatoio per non farlo uscire fuori. Lei continua a pulire in terra fino a quando l’ultima goccia di caffè sparisce sotto le passate vigorose delle sue mani che stringevano lo straccio.
Poi strizza lo straccio sul lavandino e si china di nuovo per asciugare il pavimento.
A quel punto la smagliatura della calza si apre sempre di più fino al ginocchio e quindi le dico “ le si è strappata la calza ha visto?”.
E lei imbarazzata si guarda la coscia. Poi si tira su un po di più la gonna per vedere fino dove arriva la smagliatura e rimane per qualche istante con la coscia scoperta del tutto con l’intimo che si é evidenziato dalla calza. Ho intravisto benissimo, anche se per poco, un ciuffo di peli neri che fuoriuscivano dal lembo di stoffa. Caspita che vista!!!
Poi lei mi guarda e dice “ il suo accappatoio è tutto sporco! Ci deve mettere subito lo smacchiatore altrimenti il caffè non se ne va!”.
Ed io rispondo “ che cosa? Lo smacchiatore? Non so cos’è e nemmeno dov’è!”.
“Ci penso io” rispose lei prontamente.
Scompare dalla mia vista giusto il tempo di prendere dallo stanzino un flacone di sgrassatore e ritorna davanti a me.
“Deve spruzzarci questo subito altrimenti non se ne va!” ribadisce lei.
Io rimango immobile non sapendo cosa farci con lo sgrassatore.
Allora lei si avvicina mi prende il lembo dell’acccappatoio e comincia a spruzzarci su il liquido che profumava di sapone di Marsiglia.
Poi mette meglio la mano sotto l’accappatoio per spruzzarlo meglio e tira un po’ il tessuto a se ed ecco che il mio pisello si libera dalla presa della cinta e svetta in tutta la sua lunghezza davanti a lei.
Io comincio a balbettare e dico “ scusami tanto…….è che ancora non mi vesto e non porto l’intimo “.
Lei ride e aggiunge ”fa niente! Anche stamattina non volendo l’ho vista a letto. Anzi mi scusi lei!”.
Continua a spruzzare il liquido per un’altra manciata di secondi e poi strofina tessuto contro tessuto per cercare di smacchiare l’alone del caffè. Tutto questo con il mio pisellone in bella vista.
“Comunque”, fa lei, “non l’avevo mai visto un pisello così grande!”.
“Perché ?” faccio io, “suo marito come ce l’ha?”.
Lei “beh, penso che sia la metà del suo. Complimenti!”.
Io aggiungo “e se si indurisce del tutto poi diventa ancora più lungo!”.
“A me sembra già che è duro e lungo”.
“No” gli faccio io. “Se lo tocca si rende conto che è ancora un po’ molle”, e dicendogli questo le prendo la mano e glielo faccio toccare.
Lei esclama “ma è bollente!”.
Io rido e dico “come bollente?!”.
“Si, non l’avevo mai toccato con la mano”.
Rido sempre di più.
Lei ritrae la mano quasi offesa e dice “io sono una donna seria. Con mio marito non ho mai toccato il suo sesso. Quando facciamo l’amore fa tutto lui!”.
Io non credevo alle mie orecchie. Capisco la situazione e le dico ”ma a noi uomini piace che ce lo accarezzino. Anzi ci piace anche che ce lo prendano in bocca per esempio!”.
Lei fa una smorfia di disgusto “come in bocca? Io non credo di averlo mai fatto!”.
“È bello! Alle donne piace ma anche a noi uomini! Ed anche a noi ci piace leccarvela” rispondo io.
La signora delle pulizie era completamente imbarazzata e rossa in viso. Teneva ancora la mano sul mio pisello e le dissi “sente come si sta indurendo? E diventa anche un po’ più lungo!”.
Lei sospira e dice “si lo sento! Sento anche che è più caldo!”.
“Bene!” Dissi poi io. “Adesso se con la mano lo stringi un po’ di più e lo fai scivolare sotto e sopra questa cosa a noi ci piace”.
“Ah si “ esclamò lei. “ Questa cosa la vidi in un film quando ero ragazza, ma le ripeto con mio marito non l’ho mai fatto!”.
Lei cominciò a lavorare con la mano il mio pisellone che nel frattempo era diventato enorme e duro come la pietra. Poi si fermò e disse “ma questa cosa la fa anche sua moglie?”.
Io scoppiai a ridere e dissi “ma certo! Queste cose le fanno tutte le donne perché fanno parte dei giochi erotici dell’intimitá di una coppia. Possibile che lei non abbia mai fatto nulla di diverso con suo marito?”.
“ No! Mio marito è un uomo di chiesa e molto particolare!”.
“Beh!” aggiunsi io “si perde un po’ dei piaceri della vita!”.
Adesso mi avvicinai un pochino di più a lei tanto che la mia cappella era a pochi centimetri dal suo viso.
Presi il mio uccello alla base e lo avvicinai alle sue labbra.
“Adesso prendilo un po’ in bocca!”.
Lei si ritrasse un po’ e disse “ ma non l’ho mai fatto!”.
“Non preoccuparti! Ti insegno io”.
Lei mi guardò con aria sorpresa ed imbarazzata. Poi aggiunse “che devo fare?”.
“Allora, questa è la cappella” dissi io “è la parte più sensibile per noi uomini!”.
E con il dito gli indicai dove.
“Adesso appoggia le labbra sulla cappella! Così, piano piano e comincia a strusciarti sopra. Inumidiscile un po’ e continua così! Ti dico tutto io!”.
Lei prese il mio bastone con entrambe le mani e comincio a strusciarsi la mia cappella sulle labbra.
“Inumidiscile un po’! Vedi che sono asciutte le labbra?”. Lei tirò fuori un po’ la lingua e si inumidì la labbra.
“ Senti che adesso scivola meglio?”.
Lei “ Si, si. È bollente il tuo pisello! Caldissimo!”.
“ Continua così che stai andando bene!”.
“Adesso socchiudi un po’ le labbra e fallo entrare un po’ dentro ed appena tutta la cappella è dentro succhia come se stessi succhiando da una cannuccia”.
“Siiii, così brava! Allora visto che lo sai fare!”.
“Mmbbbciuck…..mmmbciuk….l’ho visto fare in un film!….mmmmmhhhh…… te l’ho detto!”.
“Bene, continua così. Ogni tanto tiralo fuori dalla bocca e con la lingua morbida leccalo dalla cappella fino alla base. Poi ritorna piano piano indietro e fallo risprofondare nella bocca……si….cosi…..piano….piano…….ecco si………dai ….dai ancora……..dai su….succhia adesso…siiiiii ……siiiiii”.
Le presi la testa con le mani dalla nuca e lo spinsi fino alla gola.
“ Adesso sto per venire! Sentirai un liquido caldo! Ingoialo tutto! Capito?”
Lei fece cenno di sì con la testa!
“Ahhhh…. Vengo….siiiiii….”. Una prima contrazione le riversò in gola un getto di sperma che la fece tossire. Allora glielo tirai fuori per non farla soffocare ma glielo appoggiai subito sulle labbra e le dissi “ continua con la lingua! Non ti fermare!”. Le scaricai una seconda e poi un terzo fiotto di seme che le imbrattò il viso.
“Adesso fai una cosa….. struscia la cappella sulla sborra calda e succhialo fino a quando non l’hai bevuto tutto……si così…brava…….Ma allora lo sapevi già fare? ….. come sei brava….si dai così ancora….mmmmm!”.
“Guardi che è la prima volta in vita mia”, rispose lei quasi a scusarsi.
“Ti è piaciuto?” domandai io oramai con il pisello leggermente afflosciato ed umido di umori e saliva.
Lei non rispose. Andò sul lavandino per sciacquarsi il viso. Sì asciugò con uno scottex e prese dalla sua borsa un rossetto color rosa porpora e lo passò tra le sue labbra.
“Allora, ti è piaciuto?”.
Lei sorrise e bofonchiò “Non lo so… mi sentivo così stupida!”.
Io che intanto mi ero rivestito e rimesso il mio uccello nei pantaloni replicai “Sei stata bravissima e molto sensuale. Mi hai fatto godere come non mai!…..Davvero dico!”.
“Però adesso ti devo ricambiare il favore” dissi io, lasciando intendere che non avevamo finito qui.
Aggiunsi “ Vieni qui, siediti sulla poltrona” e le indicai con la mano dove sedersi.
Lei “Cosa devo fare?”.
“Niente siediti qui!” Insistetti.
La feci sedere sulla poltrona. Lei era un po’ titubante ma si accomodò. Mi accovacciai in ginocchio davanti a lei e le aprii leggermente le gambe. Lei oppose resistenza. Allora la guardai negli occhi e le dissi “ tuo marito te l’ha mai leccata?”.
“Cosa?”, rispose lei facendo finta di non aver capito.
“La tua fica!” risposi secco io senza mezzi termini.
Lei imbarazzatissima non rispose subito. Dopo alcuni secondi fece cenno di no con la testa.
Allora forzai leggermente le gambe. La resistenza era debole e con un po’ di forza le si aprirono.
Davanti a me c’era un bello spettacolo. Chissà perché come già detto prima le gambe aperte di una donna per me sono molto eccitanti ma se le calze sono smagliate rischio davvero di impazzire.
Lei aveva la smagliatura della calza color moka fino alla mutandina color carne.
I peli fuoriuscivano da entrambi i lati segno di una fica pelosissima. Il centro della mutandina era imbrunita segno di umori che l’avevano inumidita.
Presi un lembo della calza e la strappai direttamente lasciando la gamba destra nuda mentre l’altra era ancora intatta con il collant.
Le cominciai a baciare con la lingua dal ginocchio l’interno della coscia. Centimetro dopo centimetro le esplorai tutta la sua coscia. Avvertivo il suo respiro farsi un po’ più affannoso.
Quando arrivai in prossimità della sua fica vidi che la macchia era imbrunita a tal punto che come la toccai con le labbra avvertii che era proprio bagnata. Lei ebbe una contrazione improvvisa al mio tocco delle labbra sul suo slip.
Le riaprii leggermente le gambe e continuai a baciare quel pezzo di tessuto oramai fradicio dei suoi umori e della mia saliva.
Lei ansimava. Mi aveva appoggiato le sue mani sulla mia testa. Non me ne ero accorto. L’ho realizzato in quel momento.
Adesso che era cotta a puntino morsi leggermente il tessuto per spostarlo di lato.
Quello che mi si mostrò davanti fu a dir poco da infarto. Delle grandi labbra ben disegnate e sode che svettavano dalla folta peluria. Esse racchiudevano il suo sesso che aveva il colore di un fico appena spezzato. Buono ed invitante. Ci sprofondai subito la mia lingua che si impregnò di una serie di umori e sfumature che sapevano di sesso, di fica, di eccitazione allo stato puro.
Lei ebbe di nuovo una contrazione tanto che le presi il bacino con le mani e la riposizionai davanti alla mia bocca che era avida di sesso e fica.
Succhiai così forte da richiamare a me tutto i suoi umori quasi la volessi mangiare. E lì in quel preciso momento mi strinse la testa al suo sesso e gemette ululando.
La mia bocca avverti un senso di calore immediato ed avvertii un languore umido e bagnaticcio. Stava avendo un’orgasmo in piena regola.
Allora succhiai più avidamente che potei ed ebbi una cascata di umori sulle mie labbra che leccavano e gustavano con foga tutta quella ambrosia.
Mi aiutai con le dita per spalancarla ancora di più e scovare nelle profondità della sua fica umori nascosti.
Era una fica gravida di umori e piaceri forse sopiti da anni nelle cantine buie dove si annidano i pensieri, i desideri e le fantasie più intime.
Preso da una febbre di eccitazione e bramosia la stesi al lato della poltrona e le cominciai a leccare anche il suo culo che quasi non vedevo ma sentivo in mezzo alla foresta di peli.
Le ficcai con dolcezza ma con determinazione il mio indice nell’orofizio inviolato e che adesso mi si presentava come una offerta irrinunciabile.
Contemporaneamente il mio pollice le rovistava la fica. Gemeva come una cagna in calore. Si contorceva e facevo fatica a tenere le dita dentro tanto che il mio indice uscì fuori dal buco del suo culo. Allora faccio per rificcarlo dentro e lei mi inarca le gambe per favorirmi di nuovo l’ingresso del mio dito.
Ho capito! Caspita! Le piace! Si le piace proprio!
Lei prende la mia mano e la spinge a sè per farmi capire che devo spingere di più. Allora penso che sia arrivato il momento di usare il mio pisello. Poi ci ripenso e dico che voglio gustarmi la situazione a step, gradatamente senza esagerare ed essere frenetico ed in preda alla foga come una belva affamata che poi divora tutto e fa indigestione. A fuoco lento la voglio cucinare.
Continuo a massaggiarle fica e culo e con la mia lingua le stimolo il clitoride per alcuni minuti fino allo spasmo dei suoi muscoli che presagiscono il suo orgasmo straripante.
Urla, ulula, si dimena e mi stringe la testa alla sua fica fino a farmi mancare il respiro. Il mio viso è fradicio. Scivolo con la mia lingua sulle sue gambe e le bacio la pelle morbida e femminile.
Poi mi stacco mi alzo e mi avvicino alla sua bocca. La bacio facendole sentire l’odore ed il sapore del suo sesso e dei suoi umori.
E lei mi prende la lingua con la sua bocca come se mi stesse succhiando il pisello e lo risucchia a se in un vortice di desiderio. I rumori della lingua e dei risucchi si mescolano ai respiri affannati. Lei mi mette la mano sul pisello e lentamente mi slaccia la cintura e me lo tira fuori.
Comincia a toccarmelo ed a stringermelo quasi a farmi male tant’è che emetto un suono gutturale per farle capire di non esagerare.
Poi si bagna le dita con un po’ di saliva e mi accarezza la cappella con le dita umide.
Che donna in calore! Ve lo sareste mai immaginato?
Allora le punto il mio pisello sulle sue labbra umide che lo accolgono in un abbraccio caldo e voluttuoso.
Glielo spingo in gola fino a sentire un conato che mi indica che la sto soffocando. Allento la mia spinta ma lei se lo ricaccia tutto dentro. Sono imprigionato in una bocca vogliosa e caldissima. Con la mia mano destra cerco di accarezzarle la sua fica che è rimasta al vento con le gambe oscenamente aperte. Continua a lavorarmi la cappella la sua lingua avvolgente e senza pause.
Ecco che le sto per venire in bocca per la seconda volta. Sente il mio respiro che si fa più affannoso fino a quando mugolo e vocalizzo un suono che non so da dove provenisse.
Lei continua a succhiare tutto il mio seme fino a quando non sente il mio pisello oramai svuotato.
Devo toglierglielo dalla bocca altrimenti sono sicuro che non l’avrebbe fatto.
“ Vatti a lavare su, che sta per tornare mia moglie!” le dico io con voce roca sfiancato dalle prestazioni appena ricevute.
Lei corre subito in bagno mentre io vado in camera a vestirmi dato che ero ancora in accappatoio.
Ecco che proprio mentre mi vestivo che mi chiama mia moglie dicendomi che sarebbe tornata più tardi per finire alcune faccende.
Bene! Il mio pisello già sussultava per l’occasione propizia.
Chiamai la signora delle pulizie in camera.
Lei arrivò dopo alcuni minuti tenendo in mano un contenitore con i panni da mettere a posto.
Mi disse” Che c’è? Devo sbrigarmi per finire le faccende prima che torni sua moglie!”.
Io ribattei “non preoccuparti……torna più tardi…. abbiamo tutto il tempo!”.
“Tutto il tempo per fare cosa?”, rispose lei mentre camminava per rimettere a posto i panni.
Io “vieni che ti faccio vedere!”.
Lei “Basta dai. Ne abbiamo fatte abbastanza!”.
“ Non ancora!”, risposi io con voce ironica. “ Vieni ,vieni vicino a me!”.
Lei si avvicinò curiosa. Io la strinsi a me e la baciai con desiderio. Il sapore della sua bocca sapeva di menta. Forse si era appena lavata i denti. Le morsi le labbra con eeccitazione e la strinsi per farle sentire il mio pisello sulla sua pancia. Ci baciammo per alcuni minuti con intensità in un mix di umori, saliva, rossetto e menta. Poi le sollevai la gonna e le accarezzai la fica. Lei ansimò profondamente.
Poi la girai di spalle le appoggiai le mani sul comò della camera e le sollevai la gonna . Il suo culo e la sua fica erano a mia disposizione. Tirai fuori il mio uccello e lo appoggiai su quelle natiche rotonde ed abbondanti. Le chiesi di muoversi un po’ per massaggiarmelo e così fece. Era molto eccitante ed il mio pisello oramai era così duro che quasi la potevo bastonare.
Scostai la mutandine quel tanto che basta per scoprirle i buchi e le puntai la cappella sulle grandi labbra senza penetrarla. Lei si muoveva ritraendo il bacino alternadosi con movimenti dall’alto verso il basso. Un vero e proprio massaggio sulla mia cappella che era oramai avvolta dalle sue grandi labbra.
Ero tentato di affondarle tutto il mio pisello nella sua caverna accogliente ma resistetti.
Lo tirai fuori per liberarlo e lei emise un “noooo…. ti prego che fai?”.
“ ssshhhhh ……… comando io qui”, risposi ansimando.
Gli strusciai di nuovo la cappella sul solco delle natiche. La calza strappata mi infastidiva così con le mani tirai quel lembo di collant e che cadde a terra.
Continuai per qualche istante a scivolare la cappella sulla piega del suo culo quando arrivai proprio in prossimità del suo orifizio.
Doveva essere sicuramente inviolato e sapere di esser il primo uomo a scoparla nel culo mi dava un senso di potenza che si scaricava tutto sulla durezza del mio uccello.
Rimasi fermo sull’imbocco per alcuni secondi mentre lei, scivolando col bacino, me lo spostava verso la sua fica. Ma io lo riportavo lì dove stavo per incularla.
Mi feci ardito e presi i suoi fianchi per tenerla ferma e spinsi leggermente per farmi largo in quel buchino stretto. Onestamente data la dimensione del mio pisello mi sembrava spropositatamente impossibile che entrasse il quel piccolo pertugio. Infatti dopo aver spinto e forzato un po’ sul buchetto trovai la resistenza naturale delle dimensioni ma anche una ritrosia della signora che mi si spostava per evitare che entrasse.
Allora alzo la voce e dico “Stai ferma! Stai ferma….. faccio piano ma stai ferma!”.
Lei “No ti prego li no, non l’ho mai fatto. Ti prego no!.
“ Faccio piano e se ti fa male mi fermo!”, le rispondo.
“Rilassati sennò non entra!”.
Lei si abbandona con il viso sul comò e sento le sue gambe ed il suo bacino che sono diventati cedevoli.
Allora punto la mia cappella sulla fica umida ed inondata di umori per bagnarmela. La inumidisco per bene e mi riposiziono li dove il mio pisello voleva a tutti i costi entrare.
Appoggio, forzo un po’! Faccio fatica, il buchetto fa resistenza. È entrato per un paio di centimetri ma non torno indietro. Intanto lei mugugna forse per il dolore o per il piacere. Allora le metto la mano sulla fica e la sditalino un po’ rimanendo immobile sulla posizione conquistata dal mio pisello.
Lei ansima, partecipa al movimento della mia mano. Aspetto il momento propizio. Lei comincia ad ansimare più forte, segno che le mie dita le procurano piacere. Quando avverto che sta godendo, sia dal calore che avvampa sulla mia mano che dall’intensità del suo gemere, affondo il mio pisello senza indugio.
È entrato come un coltello che affonda nel burro.
Un urlo soffocato le esce dalla sua bocca. Io le avevo infilato la metà del mio pisello nel suo culo. La cominciai a stantuffare dolcemente ed ad ogni spinta entravo un pochino in più.
Lei era con gli occhi chiusi e le labbra serrate. Credo avvertisse più dolore che piacere date le dimensioni del mio pisello.
“Rilassati, lasciati andare e goditi il mio pisello nel tuo culo Signora”, le dissi in maniera un po’ volgare per cercare di farla sciogliere un po’.
Mentre la scopavo mi allontanavo con la testa per osservare il mio cazzone che entrava e riusciva in una strettoia quasi inverosimile. La vista della scena mi procurava un piacere chimico e metafisico maggiore di quello fisico. Osceno vedere un cazzo che entra ed esce da un culo ed allo stesso tempo eccitante. Tutto ciò mi portò alle stelle.
Io stavo per venire ed allora l’avvisai “ vuoi che ti venga nel culo o lo vuoi in bocca?”.
Passarono alcuni secondi senza risposta mentre io ansimavo sempre più rumorosamente.
“No…. no…continua così…. dai…… fai piano ……ma continua così!”.
Hai capito? La signora. Aumentai gli affondi e la frequenza ed ebbi un orgasmo colossale in quel buco stretto che mi procurava sensazioni su tutto il mio pisello. Non so quante contrazioni e fiotti di seme le riversai ma dovettero essere tant’è perché corse in bagno.
Io mi apprestai a lavarmi il pisello perché nel frattempo era passata più di un’ora e rischiavamo che mia moglie tornasse.
Quando lei uscì dal bagno mi accorsi che aveva una gamba fasciata dal collant e l’altra no. Si toccava il sedere e mi guardava con uno sguardo misto a rabbia e piacere.
Che giornata ragazzi. E che donna si è rivelata questa signora che per mia fortuna mi ha fatto godere e per sfortuna del marito che non se l’é saputa godere.
“Vai vai, finisci pure le faccende di casa”, dissi io mentre mi rivestivo.
Lei mi si avvicinò, socchiuse gli occhi e disse “mi raccomando, non dirlo a nessuno. Mi vergogno! Non doveva succedere!”.
La baciai sulle labbra per rassicurarla e la spinsi dolcemente via per farla andare.
Adesso la mia mente vagava con la fantasia pensando alle occasioni future in casa mia con questa donna dalla sensualità sopita e nascosta e con gli arretrati della vita che le spettavano.
Conte Wronskij
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