Piedi e cuckold
di
Littorale
genere
feticismo
"Ancora tu!" esclama ridendo la mia ragazza mentre guarda il cellulare, "c'è questo mio vecchio compagno di classe che, nonostante siano passati ormai anni da quando abbiamo finito scuola, continua a nascondersi dietro profili falsi per chiedermi foto dei piedi o se gli vendo i miei calzini" mi spiega subito dopo.
"Ora gli dico che ho capito che è lui che si nasconde dietro a questi fake!" e si appresta a rispondere ai messaggi, fin che lui confessa di esser stato scoperto.
La questione sembra apparentemente chiusa ma non posso fare a meno di notare che durante la giornata lei continua a rispondere ad alcuni messaggi.
Quella sera mentre siamo accoccolati sul divano a guardare la televisione, sul suo telefono continuano ad arrivare notifiche, dunque dopo un po' , quasi indispettito le chiedo chi fosse a continuare a scriverle a quell'ora ormai tarda; lei mi sorride, mi dice che a scriverle fosse ancora il suo ex compagno di classe che le aveva proposto di incontrarsi e sfidarsi ad un gioco, se lei avessi vinto lui non l'avrebbe più disturbata ma se avesse vinto lui lei avrebbe dovuto regalargli i calzini e farsi leccare i piedi.
"Che cosa!!??" esclamo io sobbalzando, "non avrai intenzione di farlo!?" le chiedo con un nodo alla gola conoscendo già dentro di me la risposta. "Certo che lo farò, non ci trovo nulla di male se non del sano divertimento" mi dice guardandomi con aria di sfida. Poi notando la mia erezione ormai importante mi appoggia la mano nella coscia e mi dice "vedo che il tuo spirito cuckold è ancora bollente, dunque la cosa non ti dispiace proprio cosi tanto...ti dirò di più, ora alzo la posta in gioco, se perderò più volte potrà spogliarmi lasciandomi addosso solo le mutandine..." lei prende il telefono ed inizia a scrivere , la mia eccitazione mista ad un senso di gelosia ed imbarazzo si fa sempre più forte e non riesco a spiaccicare parola.
Arriva il giorno dell' appuntamento, lei scende le scale vestita con una stretta maglietta bianca, una gonna in jeans e delle sneakers bianche, mi saluta ed esce frettolosamente. Passano un paio di ore poi la sento rincasare, noto subito che non porta più i calzini quindi intuisco abbia perso al gioco, le chiedo come sia andato l'appuntamento lei sorride ma non risponde, poi mi invita a sedermi sul divano assieme a lei. "non noti nulla?" mi dice guardandomi negli occhi, il mio sguardo cade sul seno, riesco a vedere molto bene i suoi capezzoli attraverso la maglietta, ciò significa che non porta più neanche il reggiseno. "Ora stenditi che ne avrai bisogno" mi dice mentre mi spoglia completamente nudo, "ti racconto tutto":
"Appena arrivata da lui, mi ha proposto di sfidarci ad un gioco con i dadi che non conoscevo, richiede molta fortuna ma anche un pizzico di abilità. Fin da subito è stato molto leale con me, visto che giocavo per la prima volta a questo gioco, la sua proposta è stata che avremmo giocato dieci partite, ogni partita che avrei perso mi avrebbe tolto un indumento partendo dalla maglia, poi la gonna, poi il reggiseno, le scarpe e solo infine i calzini, e solo a questo punto avrebbe potuto leccarmi i piedi. Ogni partita che avrei vinto io avrei potuto rindossare un'indumento, rallentando così la sua corsa verso la gloria e se alla fine delle dieci partite se io avessi avuto anche solo uno di questi indumenti addosso, avrei potuto rivestirmi completamente ed andarmene.
La prima partita che abbiamo fatto, forse complice la fortuna della principiante, l'ho vinta io, dunque per due turni son rimasta vestita. Poi ho iniziato a perdere, mi ha tolto la maglia e sentivo già addosso l'umiliazione delle sconfitta, subito dopo fu il turno delle gonne, e poi... poi alla quarta partita mi fece alzare, venne dietro di me e mi sganciò il reggiseno che dovetti, su sua ordinazione, far cadere a terra."
Mentre raccontava, mi accarezzava delicatamente i testicoli, il mio membro ormai era durissimo, bastava un niente per farmi venire, ed il racconto non era ancora finiti.
"poi venne il turno delle scarpe, ma me le lasciò momentaneamente tenere, voleva godersi tutto alla fine e cosi giocai quell'ultima partita senza molto impegno, rassegnata che ormai avrebbe finalmente ottenuto quello che da anni desiderava. Inutile dirti che persi praticamente subito, ed imbarazzata ma eccitata mi sottoposi al suo divertimento.
Mi fece stendere su una brandina, e mi chiese esplicitamente di stendere le braccia lungo il corpo e non nascondere più i seni nudi, con un po' di titubanza ed imbarazzo decisi di obbedire, diventai tutta rossa, ma era solo l'inizio.
Non pensavo di provare quella sensazione di sconfitta, imbarazzo ed eccitazione quando , dopo anni di negazione era finalmente riuscito ad ottenere i miei piedi, mi sfilò le scarpe si godette per un attimo il momento, e poi si prese i tanto ambiti calzini, il mio cuore iniziò a battere forte, mentre sentivo che li sfilava e con le dita sfiorava le mie piante molto sudate, e poi le iniziò a leccare delicatamente con la punta della lingua e poi tra le dita facendomi sospirare più volte.
Poi vedendo la mia eccitazione mi chiese di sfilarmi le mutandine ma rifiutai, o meglio rinviai per un alta volta, in cambio di questo temporeggiamento gli ho lasciato tenere, oltre i calzini, il mio reggiseno."
Non fece in tempo a finire di raccontare che mi sfiorò il glande facendomi venire copiosamente addosso a lei.
"Ora gli dico che ho capito che è lui che si nasconde dietro a questi fake!" e si appresta a rispondere ai messaggi, fin che lui confessa di esser stato scoperto.
La questione sembra apparentemente chiusa ma non posso fare a meno di notare che durante la giornata lei continua a rispondere ad alcuni messaggi.
Quella sera mentre siamo accoccolati sul divano a guardare la televisione, sul suo telefono continuano ad arrivare notifiche, dunque dopo un po' , quasi indispettito le chiedo chi fosse a continuare a scriverle a quell'ora ormai tarda; lei mi sorride, mi dice che a scriverle fosse ancora il suo ex compagno di classe che le aveva proposto di incontrarsi e sfidarsi ad un gioco, se lei avessi vinto lui non l'avrebbe più disturbata ma se avesse vinto lui lei avrebbe dovuto regalargli i calzini e farsi leccare i piedi.
"Che cosa!!??" esclamo io sobbalzando, "non avrai intenzione di farlo!?" le chiedo con un nodo alla gola conoscendo già dentro di me la risposta. "Certo che lo farò, non ci trovo nulla di male se non del sano divertimento" mi dice guardandomi con aria di sfida. Poi notando la mia erezione ormai importante mi appoggia la mano nella coscia e mi dice "vedo che il tuo spirito cuckold è ancora bollente, dunque la cosa non ti dispiace proprio cosi tanto...ti dirò di più, ora alzo la posta in gioco, se perderò più volte potrà spogliarmi lasciandomi addosso solo le mutandine..." lei prende il telefono ed inizia a scrivere , la mia eccitazione mista ad un senso di gelosia ed imbarazzo si fa sempre più forte e non riesco a spiaccicare parola.
Arriva il giorno dell' appuntamento, lei scende le scale vestita con una stretta maglietta bianca, una gonna in jeans e delle sneakers bianche, mi saluta ed esce frettolosamente. Passano un paio di ore poi la sento rincasare, noto subito che non porta più i calzini quindi intuisco abbia perso al gioco, le chiedo come sia andato l'appuntamento lei sorride ma non risponde, poi mi invita a sedermi sul divano assieme a lei. "non noti nulla?" mi dice guardandomi negli occhi, il mio sguardo cade sul seno, riesco a vedere molto bene i suoi capezzoli attraverso la maglietta, ciò significa che non porta più neanche il reggiseno. "Ora stenditi che ne avrai bisogno" mi dice mentre mi spoglia completamente nudo, "ti racconto tutto":
"Appena arrivata da lui, mi ha proposto di sfidarci ad un gioco con i dadi che non conoscevo, richiede molta fortuna ma anche un pizzico di abilità. Fin da subito è stato molto leale con me, visto che giocavo per la prima volta a questo gioco, la sua proposta è stata che avremmo giocato dieci partite, ogni partita che avrei perso mi avrebbe tolto un indumento partendo dalla maglia, poi la gonna, poi il reggiseno, le scarpe e solo infine i calzini, e solo a questo punto avrebbe potuto leccarmi i piedi. Ogni partita che avrei vinto io avrei potuto rindossare un'indumento, rallentando così la sua corsa verso la gloria e se alla fine delle dieci partite se io avessi avuto anche solo uno di questi indumenti addosso, avrei potuto rivestirmi completamente ed andarmene.
La prima partita che abbiamo fatto, forse complice la fortuna della principiante, l'ho vinta io, dunque per due turni son rimasta vestita. Poi ho iniziato a perdere, mi ha tolto la maglia e sentivo già addosso l'umiliazione delle sconfitta, subito dopo fu il turno delle gonne, e poi... poi alla quarta partita mi fece alzare, venne dietro di me e mi sganciò il reggiseno che dovetti, su sua ordinazione, far cadere a terra."
Mentre raccontava, mi accarezzava delicatamente i testicoli, il mio membro ormai era durissimo, bastava un niente per farmi venire, ed il racconto non era ancora finiti.
"poi venne il turno delle scarpe, ma me le lasciò momentaneamente tenere, voleva godersi tutto alla fine e cosi giocai quell'ultima partita senza molto impegno, rassegnata che ormai avrebbe finalmente ottenuto quello che da anni desiderava. Inutile dirti che persi praticamente subito, ed imbarazzata ma eccitata mi sottoposi al suo divertimento.
Mi fece stendere su una brandina, e mi chiese esplicitamente di stendere le braccia lungo il corpo e non nascondere più i seni nudi, con un po' di titubanza ed imbarazzo decisi di obbedire, diventai tutta rossa, ma era solo l'inizio.
Non pensavo di provare quella sensazione di sconfitta, imbarazzo ed eccitazione quando , dopo anni di negazione era finalmente riuscito ad ottenere i miei piedi, mi sfilò le scarpe si godette per un attimo il momento, e poi si prese i tanto ambiti calzini, il mio cuore iniziò a battere forte, mentre sentivo che li sfilava e con le dita sfiorava le mie piante molto sudate, e poi le iniziò a leccare delicatamente con la punta della lingua e poi tra le dita facendomi sospirare più volte.
Poi vedendo la mia eccitazione mi chiese di sfilarmi le mutandine ma rifiutai, o meglio rinviai per un alta volta, in cambio di questo temporeggiamento gli ho lasciato tenere, oltre i calzini, il mio reggiseno."
Non fece in tempo a finire di raccontare che mi sfiorò il glande facendomi venire copiosamente addosso a lei.
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