Vincenzo
di
Taylor
genere
bisex
Seguo Sofia, per i corridoi dell'azienda, incapace di metabolizzare: al mio secondo giorno di lavoro mi trovo in intimità con una collega e lei di colpo si ferma e mi dice che devo incontrare il capo.
Il sangue pulsa forte nelle tempie: non capisco, passo dal sentire il fuoco del desiderio interrotto alla paura di essere licenziato.
Arriviamo davanti a una porta, Sofia si ferma, la fisso: lei sembra essersi ripresa, quasi fosse abituata a questo cambio di situazioni, apre e mi dice di entrare.
Vincenzo è seduto su un divano 3 posti rosso in stile art nuveau, completo grigio sartoriale, senza cravatta, brizzolato, sulla cinquantina. Intuisco un fisico asciutto e muscoloso. Continua ad armeggiare con il cellulare mentre avanzo.
Il resto della sala è per lo più spoglio: grosse riproduzioni di Kandisky alle pareti, tra gli altri, il Bacio. Un tavolino di cristallo con una bottiglia in vetro che penso contenga del whiskey, un solo bicchiere. Due poltrone ai lati del divano.
Sento i passi di Sofia dietro di me, quando io mi fermo per guardarmi intorno, lei si ferma.. una processione.
Tendo la mano, Vincenzo fa segno di sedermi sulla poltrona di destra senza distogliere l'attenzione dallo smartphone. Sento Sofia fare un respiro particolarmente profondo.
"Taylor.. bravo ti sei subito ambientato". Io trasalisco e il mio viso tradisce un rossore imbarazzato.
Vincenzo si alza, alto come me, ho la sua cintura a pochi centimetri dalla mia faccia.
"Questa è un'azienda verticale", mi passa una mano tra i capelli "Ognuno deve stare al suo posto, fare il proprio dovere"
Ho la respirazione aumentata, il sudore scivola lungo la schiena. "Alzati giovanotto!" mi prende per le spalle: siamo faccia a faccia, i suo occhi azzurri mi trafiggono, quasi potesse leggermi nel pensiero.
"Sofia ti ha accolto bene?" Si volta, la guarda, digita ancora sullo smartphone e sento il rumore dell'ovetto vaginale aumentare di colpo.
Sofia si piega in avanti e si tiene alla poltrona, io mi muovo in avanti per sostenerla.
Vincenzo mi afferra sotto il cavallo, la sua è una stretta ferrea, ma non dolorosa
Il mio membro è eretto, la situazione non mi spaventa, quasi come se la stretta di Vincenzo significasse che va, assurdamente, tutto bene.
Mi posa il naso sul collo, mi annusa, mi lecca il lobo di un orecchio. Io continuo a fissare Sofia che mi fissa con sguardo implorante.
"Vuoi che mi fermi?" chiede Vincenzo con un tono molto affabile
"Sì per favore" Lui ferma l'ovetto e lancia il cellulare sul divano.
Io gli metto na mano sui pantaloni: avverto l'erezione che io provo
Lo accarezzo, come se non ci fosse la barriera dei vestiti.
Vincenzo mi accarezza la testa, mi bacia le labbra, apro la bocca e il nostro diventa un bacio intenso.
I miei sensi si amplificano: sento la sua saliva, ricordo il saporte di Sofia, sento la mia erezione crescere.
Vincenzo mi bacia sulla guancia e fa un passo indietro: sorride "Bravo Taylor! Ma ricorda: la figa di Sofia è solo mia.. tu puoi avere il resto".
Il sangue pulsa forte nelle tempie: non capisco, passo dal sentire il fuoco del desiderio interrotto alla paura di essere licenziato.
Arriviamo davanti a una porta, Sofia si ferma, la fisso: lei sembra essersi ripresa, quasi fosse abituata a questo cambio di situazioni, apre e mi dice di entrare.
Vincenzo è seduto su un divano 3 posti rosso in stile art nuveau, completo grigio sartoriale, senza cravatta, brizzolato, sulla cinquantina. Intuisco un fisico asciutto e muscoloso. Continua ad armeggiare con il cellulare mentre avanzo.
Il resto della sala è per lo più spoglio: grosse riproduzioni di Kandisky alle pareti, tra gli altri, il Bacio. Un tavolino di cristallo con una bottiglia in vetro che penso contenga del whiskey, un solo bicchiere. Due poltrone ai lati del divano.
Sento i passi di Sofia dietro di me, quando io mi fermo per guardarmi intorno, lei si ferma.. una processione.
Tendo la mano, Vincenzo fa segno di sedermi sulla poltrona di destra senza distogliere l'attenzione dallo smartphone. Sento Sofia fare un respiro particolarmente profondo.
"Taylor.. bravo ti sei subito ambientato". Io trasalisco e il mio viso tradisce un rossore imbarazzato.
Vincenzo si alza, alto come me, ho la sua cintura a pochi centimetri dalla mia faccia.
"Questa è un'azienda verticale", mi passa una mano tra i capelli "Ognuno deve stare al suo posto, fare il proprio dovere"
Ho la respirazione aumentata, il sudore scivola lungo la schiena. "Alzati giovanotto!" mi prende per le spalle: siamo faccia a faccia, i suo occhi azzurri mi trafiggono, quasi potesse leggermi nel pensiero.
"Sofia ti ha accolto bene?" Si volta, la guarda, digita ancora sullo smartphone e sento il rumore dell'ovetto vaginale aumentare di colpo.
Sofia si piega in avanti e si tiene alla poltrona, io mi muovo in avanti per sostenerla.
Vincenzo mi afferra sotto il cavallo, la sua è una stretta ferrea, ma non dolorosa
Il mio membro è eretto, la situazione non mi spaventa, quasi come se la stretta di Vincenzo significasse che va, assurdamente, tutto bene.
Mi posa il naso sul collo, mi annusa, mi lecca il lobo di un orecchio. Io continuo a fissare Sofia che mi fissa con sguardo implorante.
"Vuoi che mi fermi?" chiede Vincenzo con un tono molto affabile
"Sì per favore" Lui ferma l'ovetto e lancia il cellulare sul divano.
Io gli metto na mano sui pantaloni: avverto l'erezione che io provo
Lo accarezzo, come se non ci fosse la barriera dei vestiti.
Vincenzo mi accarezza la testa, mi bacia le labbra, apro la bocca e il nostro diventa un bacio intenso.
I miei sensi si amplificano: sento la sua saliva, ricordo il saporte di Sofia, sento la mia erezione crescere.
Vincenzo mi bacia sulla guancia e fa un passo indietro: sorride "Bravo Taylor! Ma ricorda: la figa di Sofia è solo mia.. tu puoi avere il resto".
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