Il Vecchio Vicino

di
genere
tradimenti

Buongiorno a tutti, mi chiamo Chiara, ho 34 anni e sono spostata con Andrea, di anni 40.
Stiamo insieme da 13 anni e sposati da 5.
Mi descrivo brevemente: sono alta 1,62, castana chiara, capelli lunghetti e ondulati, carnagione molto chiara, lineamenti molto leggeri, una terza di seno e un bel lato B tondo e sodo che, ammetto, non passa inosservato agli occhi dei maschietti e sopratutto a quelli di mio marito che non fa altro che elogiarlo.
Due anni dopo esserci sposati (perciò tre anni fa) ci siamo trasferiti in un comprensorio di case molto grande dove ci sono 40 appartamenti suddivisi in 4 scale con altrettanti portoni.
Due piani sopra vi abita, per l’appunto, come preannunciato dal titolo del racconto, un signore, di anni 57, di nome Walter, molto sfacciato che davvero non sopporto; al contrario, mio marito Andrea, non perde occasione per farci due chiacchiere e qualche risata non appena lo incontra per le scale o nell’atrio dell’ingresso del portone.
Io, invece, non appena lo incontro accelero il passo, evito in tutti i modi di parlarci perché lo reputo un vecchio porco pervertito; mi sono sempre sentita i suoi occhi addosso, mi ha sempre guardata nella scollatura e sono sicura mi abbia sempre guardata il sedere e non ha mai perso occasione per fare allusioni sessuali o battutine col doppio senso incassando, sempre, i miei sguardi fulminei come a volerlo lapidare.
Per carità, premetto che vista l’età non è un brutto uomo anzi, é sempre ben vestito, fisico asciutto ma ciò che lo rendeva odioso era il fatto che davanti a mio marito era sempre gentile e quando, invece, incontrava me, sola, non perdeva occasione per fare le sue battutine; lo avevo anche detto più volte a mio marito ma lui aveva sempre minimizzato la cosa dicendo che era vecchio e che lo faceva soltanto per attirare l’attenzione.
Nell’ultimo periodo, pero, 3 episodi fecero degenerare le cose: un giorno, mentre salivo la spesa mi si ruppe una busta e mentre ero intenta a raccogliere gli alimenti da terra me lo sono trovata dietro, mi ha poggiato una mano appena sopra la chiappa destra ed ha esclamato:”signora, ma lasci che le dia una mano” sfoggiando il suo sorriso sornione di chi la sa lunga.
Io, come sempre, risposi a tono perché davvero non lo sopportavo e gli dissi:”quale mano vuole darmi, quella con cui mi ha quasi palpata?!”
Lui, però, aveva sempre la risposta pronta:”se ti avessi palpata te ne saresti accorta, é impossibile non notare il mio tocco vellutato ah ah ah”.
Il secondo episodio successe poco tempo dopo: ero giù in cantina (sono tutte una affianco all’altra disposte in ordine di appartamento e la sua, essendo due piani sopra noi, era vicina alla nostra, separata, appunto, dalla cantina della coppia che vive tra noi e lui) a sistemare scatoloni; lui, forse avrà visto la luce accesa, si è avvicinato ed ha esclamato:”suo marito è davvero un uomo fortunato”; io, morii dalla paura perché non l’avevo sentito, non avevo idea da quanto tempo mi stesse spiando perciò gli risposi:”ah, é lei”, lui rispose:”perché aspettava qualcun altro?”, ed io:”come vede sono alle prese con la sistemazione di questi scatoloni, chi vuole che stia aspettando?”, lui, col suo solito sorriso da piacione:”tanto meglio così potremo stare un po’ soli e posso continuare ad ammirare questa splendida visione”.
Considerato che ero di spalle, la visione che stava ammirando era sicuramente il mio sedere e visto che, quel giorno, ero in leggins mi innervosii e replicai con tono seccato:”senta, deve smetterla, non mi piacciono le sue continue allusioni e doppi sensi, poi è anche codardo perché quando c’è mio marito Andrea si comporta da perfetto gentiluomo, quando, invece, mi vede sola non perde occasione per fare le sue battutine”, lui rispose:”guardi, voglio bene a suo marito, é un bravo ragazzo, non mi pare il caso di metterlo in difficolta”, io:”in difficoltà per cosa?”, (ero sempre di spalle) e avvicinandosi al mio orecchio sinistro con tono autoritario mi sussurra:”senti Chiara, non prendiamoci in giro, tuo marito è un bravo ragazzo ma non è minimamente in grado di domare una bella puledra come te, ci vuole ben altro per una come te, non so se mi sono spiegato”.
Rimasi di sasso, immobile, sentendo la sua presenza a pochi centimetri da me, ero scioccata dalla sua affermazione tant’é che un brivido mi percorse tutta la schiena; non volevo dargliela vinta perciò mi voltai e gli risposi:”per sua informazione, mio marito mi rende felice dentro e fuori dal letto e ad ogni modo questi non sono e non saranno mai affari suoi”, lui, mettendomi una ciocca dei miei capelli dietro l’orecchio rispose ridendo in maniera fragorosa:”ah ah ah, quando vorrai sapere cosa si prova ad essere presa da un vero uomo sali da me e ti assicuro che, dopo, non sarai più la stessa ah ah ah”, guardando l’orologio aggiunse:”ora vado, ciao Chiara, ci vediamo presto”.
Mi irritai terribilmente, ero rossa in viso per il forte imbarazzo ma non potevo negare che quel suo atteggiamento da dominatore mi aveva in qualche modo colpita; ad ogni modo, razionalmente, lo detestavo, era soltanto un porco ed avrei voluto dargli un ceffone in faccia.
Appena uscito dalla cantina ripensai alle sue parole e dovetti constatare, ahimè, che il mio basso ventre non provava l’odio che provava il mio cervello: mi sentivo eccitata e infilandomi una mano nelle mutandine constatai che ero bagnata.
Il terzo episodio fu qualche tempo dopo in occasione di una riunione condominiale, ci ritrovammo tutti nell’atrio e alla fine della riunione si fece un brindisi in quanto era il compleanno di Giuseppe, un signore del primo piano.
Dopo il brindisi ci si fece una foto di gruppo, io e mio marito ci posizionammo alla fine della prima fila, io all’estremità e mio marito verso l’Interno della fila ovvero verso gli altri inquilini e Walter si posizionò dietro di me e mio marito, proprio in mezzo a noi.
Durante la foto poggiò una mano su una spalla di mio marito e con l’altra mi cinse il fianco; facendo questo ci aveva quasi diviso e poteva “nascondere” ciò che da lì a poco avrebbe fatto.
Quando tutti si posizionarono, poco prima dello scatto, senti la sua mano che dal fianco scese sul sedere e subito dopo andò ad insinuarsi sulla mia fessura, con due dita mi stava toccando la passerina.
Rimasi immobile, non dissi nulla per non fare una sceneggiata che avrebbe avuto ripercussioni enormi, piegai il collo leggermente all’indietro come un gesto naturale di piacere provocato dal quel misto di paura ed eccitazione.
Per qualche secondo mi aveva letteralmente masturbata e appena finita la foto levò la mano, mio marito si allontanò per salutare alcuni dei presenti perciò si avvicinò al mio orecchio sinistro e sussurrò:”ti scoperei, qui, ora, e costringerei tuo marito a guardare per fargli vedere come domare una troietta come te”.
Non potevo guardarmi allo specchio ma ero sicura di essere rosso infuocato in viso; vampate di calore si propagavano dal mio basso ventre verso tutto il corpo, ero terribilmente eccitata e mi resi conto di essere fradicia.
Il mio orgoglio, però, prese il sopravvento, lo guardai negli occhi e gli dissi: “sei soltanto un porco, mi fai schifo“.
Lui, sorridendo, si riavvicinò al mio orecchio e rispose:”presto sarai mia”.
Mi voltai ed andai via.
Qualche giorno dopo lo incontrai nelle scale, si scusò per l’episodio della foto e mi disse che aveva visto mio marito prima che andasse a lavoro e che ci aveva invitati a cena; mio marito gli aveva risposto di parlare con me per avere una risposta; rifiutai ma lui insistette pregandomi di accettare per fare in modo che potesse farsi perdonare e sopratutto mi disse che voleva dimostrarmi che non era ciò che pensavo, in sintesi voleva un’occasione per redimersi.
Aggiunse che avrebbe invitato la signora Ester, anche lei divorziata, così che saremmo stati in quattro e la cena sarebbe stata più informale e meno impegnativa.
Accettai, tanto sarei andata con mio marito e mi sarei sentita al sicuro.
Il giorno prima della cena mio marito mi comunicò che per un impegno di lavoro imprevisto sarebbe dovuto partire per due giorni.
Il giorno dopo, ovvero il giorno della cena, mio marito partii, durante il mattino incontrai Walter nelle scale e gli comunicai che la cena sarebbe saltata in quanto mio marito non c’era; lui mi disse che ormai aveva fatto la spesa, che aveva avvisato Ester, che saremmo stati in tre e che sarebbe stata una serata piacevole.
Nel pomeriggio, al telefono, ne parlai con mio marito, il quale mi disse di andare tranquillamente perché non mi sarebbe successo nulla di particolare; ciò che mio marito ignorava é che il signor Walter aveva già superato il limite consentito, toccandomela durante la foto e sopratutto ignorava che alla parte irrazionale di me non era poi così tanto dispiaciuto.
Mi preparai indossando autoreggenti, una gonna nera, un top leggero bianco e una giacca nera, misi un po’ di trucco senza esagerare ed andai.
Suonai alla sua porta, lui mi aprii sorridendo e dopo esserci salutati mi invitò ad entrare; constatai da subito che eravamo soltanto io e lui perciò gli chiesi subito dove fosse la signora Ester, mi rispose dicendomi che non sarebbe venuta perché stava poco bene.
Mi innervosii e gli feci notare che mi aveva promesso che saremmo stati in 3 e non da soli, gli diedi del bugiardo e dell’impostore, al che prese il suo smartphone e mi fece leggere l’sms della signora Ester che, realmente, gli aveva scritto poco prima dicendogli che non sarebbe venuta in quanto stava poco bene aggiungendo di scusarsi sia con me che con mio marito.
A quel punto mi disse:”ora puoi scegliere se tornatene a casa, spogliarti, struccarti, metterti comoda e sopratutto cucinarti da sola oppure rimanere qui da me e mangiare un’ottima cena accompagnata da un ottimo vino”
Devo ammettere che il signor Walter era famoso all’interno del comprensorio per la sua cucina, in molti sostenevano fosse davvero bravo perciò tra me e me mi dissi:”ma si dai, proviamo questa cucina e appena finito andrò via”.
Gli dissi che sarei rimasta, prese due calici, versò un po’ di vino e volle brindare a questo nuovo inizio tra me e lui, ed io aggiunsi:”nel rispetto reciproco”, lui sorrise, urtammo i calici e mandammo tutto giù.
La cena si svolse davvero in grande tranquillità, era spiritoso, a volte anche simpatico e soprattutto era davvero un grande cuoco, era tutto buonissimo.
Mangiavamo e bevevamo, ridevamo e scherzavamo, non mi sembrava di trovarmi di fronte l’uomo che tanto avevo detestato; il calore del vino si fece sentire perciò levai la giacca e continuai la cena col top e la gonna.
Finita la cena, dopo un po’, portò un dolce, questo comprato ed aprii una ottima bottiglia di bollicine (che io adoro).
Mangiai un pezzo di dolce, mandai giù il secondo calice di bollicine e squillò il telefono, era mio marito, risposi ed iniziai a parlare con lui.
Mi chiese come stesse andando, se la cena era stata di mio gradimento, gli risposi di sì e che andava tutto bene, a quel punto si avvicinò Walter, alle mie spalle, mi mise una mano, o meglio, un braccio attorno alla vita ed appoggiò il mio corpo al suo; sentii subito qualcosa di duro sul mio sedere e, come nell’episodio della foto, rimasi bloccata, mio marito mi parlava ma io non riuscivo più a rispondere presa dalla situazione.
A quel punto Walter si accorse che ero in bambola, venne davanti a me, mi guardò intensamente negli occhi, infilò una mano sotto la mia gonna ed andò subito a toccare la mia passerina; chiusi gli occhi piegando leggermente la testa all’indietro, prese il telefono dalla mia mano, mise il vivavoce ed iniziò a parlare con mio marito mentre con l’altra mano scostò le mutandine e iniziò a masturbarmi.
Mio marito gli chiese come stesse andando la cena e lui rispose che stava andando tutto a meraviglia e che a breve mi avrebbe dato il dolce, lo salutò e mi invitò a fare altrettanto, avevo le sue mani che mi masturbavano il mio clitoride perciò riuscii soltanto a dire in modo molto stentato:a…a…….do…domani, a…a….amore”.
Chiuse il telefono, lo posò sul tavolo, sfilò le dita della mutandine, le portò alla bocca, le leccò e disse:”come immaginavo hai un sapore paradisiaco”; lo guardavo, come inebetita, mi prese da un braccio, si mise nuovamente dietro di me, mi fece poggiare sul tavolo e mi piegò in avanti.
Si abbassò, aprì la cerniera della mia gonna e la fece sfilare giù per terra, abbassò le mie mutandine e si buttò con la faccia tra le mie natiche e prese a leccarmela; risalì quasi subito e sentii prima la cintura e poi la cerniera di suoi pantaloni aprirsi.
Poco dopo sentii qualcosa di grande poggiarsi all’ingresso della mia vagina e poi sentii una spinta; appena entrò mi resi subito conto che ce l’aveva grande, mai in vita mia avevo sentito qualcosa di così grosso entrare dentro di me e farsi strada all’interno della mia vagina.
Ad un certo punto si fermò ed esclamò:”come sei stretta, devo lavorarci come si deve con te”.
Ero già in estasi, completamente fradicia, lo tirò fuori, me lo strusciò sulla passerina per inumidirlo ancora di più, lo puntò di nuovo all’ingresso e diede un colpo secco.
Lanciai un urlo che era un misto di stupore e voglia di godere; mi apri letteralmente in due, lo sentivo grosso, durissimo, potente e vigoroso, era una sensazione pazzesca, stava iniziando un godimento senza precedenti, mai nessuno era arrivato così in fondo dentro me e mai nessuno, prima di quel giorno, aveva “allargato” la mia vagina così tanto.
Lo tirava fuori, lentamente, quasi del tutto e poi mi dava colpi secchi veloci, ripeteva questa cosa diverse volte finché mi diede un colpo secco fortissimo, sentii i suoi testicoli urtarmi contro, lo lasciò fermo dentro per qualche secondo e sentii partire l’orgasmo.
Il più bello ed intenso mai provato fino a quel momento: sentivo la vagina pulsare come una ventosa attorno a quel grosso bastone, brividi di piacere intensi mi attraversarono tutto il corpo, fino alla testa, piedi, schiena, collo, era un godimento pazzesco ed urlai tutto il mio piacere mugolando come mai prima d’ora.
Lui mi disse:”che troietta, hai fatto tutta la difficile ed ora stai godendo come una cagna in calore”.
Era vero, stavo godendo come mai successo prima in vita mia e in un attimo ero diventata tutto ciò che aveva sempre pensato di me: una troia che non vedeva l’ora di essere domata e sbattuta come una cagna!!!
Lo tirò fuori e mi fece girare, ero tutta rossa in viso, mi diede una carezza, con le mani mi sfilò in un attimo il top ed abbasso le bretelle del reggiseno lasciandolo attorno alla vita.
Se lo prese in mano per rimettermelo dentro e per la prima volta lo vidi coi miei occhi: era lungo ma sopratutto grosso, quasi come una lattina.
Si accorse che glielo stavo ammirando e mi disse ridendo:”ti piace eh?”, lo guardai negli occhi e gli dissi con foga:”SCOPAMI, SBATTIMELO DENTRO E FAMMI GODERE ANCORA!”
Così fece, me lo infilò dentro ed io reclinai la testa all’indietro, stavo godendo in maniera pazzesca, colavo come una fontana, ormai quel grosso bastone scivolava dentro me senza problemi ed iniziò a sbattermi con foga, in maniera continuativa.
Mi prese le braccia e me le mise attorno al suo collo ed io, per sentirlo ancora più dentro di me, gli strinsi le gambe attorno e mi avvinghiai a lui.
Mi sbatteva sempre più forte e poco dopo mi baciò: le nostre lingue si intrecciarono, si leccavano a vicenda, mi mordicchiava il labbro inferiore; questo mi mandò ancora di più in estasi e sentii partire il secondo orgasmo, ancora più potente del primo, devastante, persi il controllo, mi staccai dalla sua bocca e gli urlai in faccia senza alcun ritegno:”VENGO, OH MIO DIO, SIIII, SIIIII, VENGOOOOOOOOOO”.
Una scarica di piacere scosse il mio corpo in tutta la sua lunghezza, un piacere talmente intenso da farmi perdere la cognizione del tempo e del luogo come se fossi in trance, sentii un fiume di umori fuoriuscire dalla mia vagina come se fossi, finalmente, esplosa (di piacere).
Una ventina di secondi dopo lo sentii irrigidirsi, lo tirò fuori e con la sua mano destra mi venne addosso: i primi 3/4 schizzi finirono sulle mie tette sporcandomi il reggiseno, gli altri sulla pancia; anche lui aveva avuto un orgasmo notevole vista la quantità di sperma presente sul mio corpo.
Si accasciò su di me e mi sussurrò all’orecchio:”ho sempre saputo che eri una scopata sensazionale”
, lo guardai e gli sorrisi, mi sentivo lusingata e non più offesa.
Poco dopo aggiunse:”d’ora in poi sarai la mia troia”, risposi:”tutte le volte che vorrai”.
Ci rivestimmo e poco dopo, essendosi fatta tarda ora, tornai a casa, mi stesi sul divano, pensai a ciò che era successo, a come mi aveva resa troia e sottomessa e con questi pensieri crollai distrutta dall’enorme piacere provato.
Al pomeriggio seguente mio marito tornò e mi chiese come si era conclusa la serata da Walter, mi chiese se anche il dolce era ottimo, gli dissi:”era fantastico amore, il “tronchetto” migliore mai provato” e poi aggiunsi:”avevi ragione, Walter é davvero un GROSSO simpaticone”, lui mi rispose:”te l’avevo detto, presto dobbiamo organizzare un’altra cena così ci divertiremo” ed io:”sicuro amore”.
scritto il
2023-12-30
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