Quella volta con Mattia

di
genere
gay

Questa storia si ripete nei miei sogni da svariato tempo ormai.
Mattia - nome di fantasia - è il fidanzato della mia moglie amica; È un ragazzo semplice, ormai sui quaranta. Non ha un fisico scolpito ma non è nemmeno messo male. Ha i capelli castano chiaro, quasi biondi e gli occhi azzurri.
Quando lo conobbi, mi piacque all'istante! Sarà stato il fascino di essere quello "grande" (lui aveva 32 anni e io solo 20) e mi feci delle grandi cose pensando a lui.
Passarono gli anni e lui andò a convivere con la mia amica, mentre io repressi queste fantasie per non fare torti alla mia amica, facendomi qualche sega ogni tanto.
In tempi più recenti Mattia ha trovato lavoro in un grosso hotel di Como e passa molto tempo al lavoro. Quando lo vedo vestito da lavoro mi eccita un sacco! Porta un vestito elegante, blu scuro con le iniziali dell'hotel ricamate in oro. Gli guardo sempre il pacco, con occhi sognanti: ricordo quando andammo in piscina e lo vidi in costume... La sotto nascondeva qualcosa di grande.
Lo sognavo la notte. La mia voglia di farmi usare da lui cresceva di giorno in giorno incontrollabile.
Un bel giorno di maggio, mi arrivò un messaggio: era Mattia che mi chiedeva se poteva passare da me nel suo giorno di riposo perché aveva bisogno di un mio consiglio. Voleva chiedere la mano alla mia amica.
Entrò in casa. Quel giorno era vestito con abiti casual, portava dei jeans chiari con una polo bianca. Aveva la barbetta incolta, d'altronde era il suo giorno di riposo. Gli offrì un caffè e lui mi raccontò le sue idee per la proposta di matrimonio. Ero felice per loro e capii che, a tutti i costi, avrei dovuto togliermi dalla testa certe fantasie.
Nemmeno a farlo apposta, la nostra discussione si spostò su argomenti caldi. Eppure lui è sempre stato uno riservato e, come tutti quanti, non sapeva della mia bisessualità.
Parlavamo e parlavamo, mentre nei miei pantaloni qualcosa cresceva.
Tra una risata e l'altra ci raccontammo qualche "scopata memorabile" finché io gli dissi: «Scommetto che non hai il coraggio di tirarlo fuori davanti a me!».
Lui ridendo mi disse «Non lo tiro fuori per niente»
«e chi ti dice che lo tirerai fuori per niente?» risposi io ridendo.
Lui si alzo dalla sedia e venne di fronte a me. Da seduto avevo praticamente il suo bel pacco gonfio a pochi centimetri dal mio viso. «Tiramelo fuori tu se ci tieni. Cosa stai aspettando?» disse con un sorrisetto da furbo. Io cedetti. Con la mano sinistra gli accarezzai una coscia e con la destra tirai giù la zip dei suoi jeans. Lui mi guardava ancora con il sorrisetto da furbo, pensando che stessi scherzando e che mi sarei fermato li. Volevo fermarmi, non potevo andare oltre. Ma la tentazione era troppa.
Gli slacciai il bottone e in un solo colpo gli tirai giù i jeans e i boxer. Lui, un po' sorpreso, cambiò espressione ma capì le mie intenzioni ma non indietreggiò. Si mise a ridere leggermente sorpreso. Io avevo davanti quel cazzo stupendo. Iniziava ad indurirsi e a crescere. Era lungo almeno 20 centimetri ed era molto "liscio", non aveva vene a vista. Alla base aveva una peluria chiara e delle palle perfette. Lo presi in mano e subito lo misi in bocca. Era caldo, duro e aveva un buon sapore. Mattia smise di ridere e la sua espressione divenne di goduria. «Pensavo stessi scherzando ma ormai non puoi più tirarti indietro... oh si! succhiamelo». Iniziai con un movimento del capo fino a fare arrivare tutto quel ben di dio alla mia gola. Ad un certo punto, lui mi mise una mano sulla testa e inizio a muovermi lui. Io gli misi le mani sui fianchi. Gemeva, godeva dicendo «Oh si! Ti sfondo la gola!». Prese la mia testa anche con l'altra mano ed iniziò a scoparmi la bocca. Mi stava davvero sfondando e mi piaceva! Sfilo il cazzo dalla mia bocca ed iniziò a sbattermelo in faccia. Io tirai giù i miei pantaloni. Ero talmente eccitato da non stare più nei boxer e volevo segarmi. Lui, visto ciò mi disse «Bravo, te lo voglio mettere nel culo e sborrarti dentro!» con un movimento brusco mi girò e mi spinse a novanta sul tavolo. Senza esitazioni mi infilò il cazzo nel sedere. Wow, in passato avevo fatto un pompino ad un mio compagno di scuola ma non avevo mai preso un cazzo nel sedere. Faceva male ma allo stesso tempo era piacevole. Me lo spingeva dentro con foga, il mio corpo faceva avanti e indietro mentre le sue palle mi sbattevano contro. Riuscivo a vedere riflesso davanti me: aveva un'espressione di estasi, gemeva e ansimava. Per lui ero un oggetto e la cosa mi piaceva. Volevo essere dominato. «Sto per sborrarti dent...» non fece in tempo a finire la frase. Sentii una ondata calda nel mio sedere. Lui gridava godendo e spingendomelo più dentro che poteva. Mi diede ancora due botte «Non pensare che abbia già finito con te. Hai voluto il mio cazzo? ora ti fai scopare finché voglio io.» Sfilo il cazzo ed io sentii lo sperma che mi usciva dal sedere. Mi fece inginocchiare e mi ordinò di aprire la bocca. Mi mise di nuovo il cazzo in bocca. Si era rammollito un pochino e sapeva di sperma. Lo tirò fuori e me lo sbatté ripetutamente in faccia. Me lo rimise di nuovo in bocca. Io iniziai a segarlo tenendo la punta nella mia bocca. «Oh si, brava troietta ti voglio riempire la gola!» disse lui. Sentii che stava per venire e lui prese la mia testa e iniziò a scoparmi la bocca. Esplose di nuovo. La sentivo fino in gola, calda e che scendeva. Non volle togliermi il cazzo dalla bocca. Lo sentì ritornare molle nella mia bocca.
Lui era in silenzio, estasiato. Il suo telefono squillò. «Pronto Amore! sono a fare delle commissioni. Tra poco torno a casa... si, si arrivo. a tra poco.». Tempismo perfetto. Avevo ancora la bocca piena del suo sperma quando lui si rimise i boxer ed i jeans. Non mi guardò nemmeno. Prese le sue cose e senza dire nulla se ne andò.
Mi sentivo ancora lo sperma in gola. Le mie fantasie erotiche più profonde si erano avverate.
Lo rividi qualche giorno dopo. La mia amica portava un nuovo anello al dito ed era raggiante. Lui mi guardava sorridendo. Io ricambiai. Entrambi facevamo finta di nulla. Di nascosto lui si avvicinò a me e mi sussurrò «Non mi sono dimenticato. Quando ti svuoti le palle in quel modo non puoi dimenticare. D'ora in poi, quando avrò voglia di farlo violentemente saprò dove andare.» Mi prese la mano e la portò sul suo pacco.
Ci fu qualche altra volta veloce: qualche pompino nel suo bagno, in autogrill mentre uscivamo con amici e una volta perfino in un bosco durante un allenamento in compagnia. Ma quando si sposò decisi che dovevo smetterla. O forse potevo avere un'ultima sborrata in bocca! Al matrimonio, poco prima della torta, con la scusa che doveva parlare con me, il testimone, mi portò in bagno e mi sfondò la gola per l'ultima volta.
Ora a distanza di quasi due anni non ho più sensi di colpa. Ogni tanto mi sego pensando a lui ma abbiamo smesso. Lui è felice ma penso tornerà, chissà magari troverò qualcun altro per poter realizzare l'altro mio sogno: una cosa a tre con Mattia ed un altro mio amico.
scritto il
2023-12-30
3 . 1 K
visite
1
voti
valutazione
6
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.