Mia moglie nel volontariato.

di
genere
trio

L'altruismo di Ofelia ha dell'inverosimile, è stata capace di coinvolgermi in questa attività. Lavoriamo entrambi, non ancora mettiamo in cantiere figli quindi il tempo libero lo dedichiamo al volontariato. Non la penso come lei, è stata più che altro una costrizione, per starle vicina l'ho assecondata. Ora prestiamo servizio in una mensa dei poveri, chiamiamoli così, di fatto vengono in tanti di diversa estrazione sociale, alcuni
ne approfittano. Solitamente operiamo il sabato e la domenica gli altri giorni siamo impegnati col nostro lavoro. Ultimamente nella mensa è arrivato un ragazzo, proviene dal
Bangladlesh. Il primo giorno che è arrivato ci ha sorpresi la sua fame, povero ragazzo era a digiuno da qualche giorno. Ofelia ha provveduto a sfamarlo letteralmente, ha ringraziato con qualche parola stentata, con gesti ci ha chiesto se poteva tornare, abbiamo accennato si con la testa. Aveva infradito, un paio di pantaloni sdruciti ed una
maglia molto più larga della sua misura. Il giorno successivo è tornato, oltre al pranzo gli abbiamo dato una borsa di plastica con qualche vestito dismesso da me. E' stato molto
felice si vedeva dalla sua espressione, aveva trovato in noi un punto di riferimento. Ci ha colpiti la sua dentatura bianchissima, era un bel ragazzo formato anche bene fisicamente. Siamo entrati in amicizia, ha detto di chiamarsi Waki e di avere diciotto anni, a noi sembrava ne avesse meno, molti di meno, ma non potevamo contestarlo. E' venuto tutti i giorni per tre settimane. Io ed Ofelia a casa ne abbiamo parlato di Waki,
ci siamo immedesimati nella sua condizione, abbiamo deciso di aiutarlo, avevamo la cameretta riservata all'eventuale nostro bambino, gli abbiamo proposto se voleva stare con noi, l'avremmo aiutato in tutto, per noi poteva essere un aiuto nei giorni in cui
eravamo impegnati col lavoro. In due giorni abbiamo attrezzato la camera con un lettino,
un piccolo mobile ed una sedia. La prima cosa che abbiamo preteso che si facesse un bagno, sono entrato con lui per spiegargli come doveva fare, l'ho fatto spogliare, dovevo
buttare quei vestiti puzzolenti, gli ho indicato asciugamano ed accappatoio, mi sono girato era nudo. Sono rimasto senza parole, un fisico perfetto, una carnagione scura, quel viso dolce con la dentatura bianchissima. Sono uscito dal bagno, ho messo i vestiti che indossava nella spazzatura in cucina mi sono lavato le mani, Ofelia stava preparando qualcosa da mangiare, non ho resistito -Ho visto Waki nudo mamma mia se è fatto bene, ha
un fisico perfetto, è bello proprio, non parliamo del cazzo non è lunghissimo però è grosso forse non lo tengo neanche con la mia mano- Non ha commentato il mio resoconto sul fisico di Waki, sono tornato in bagno per vedere come si trovava, era ancora sotto la doccia, si stava gustando quello scroscio di acqua calda sul suo meraviglioso corpo, forse il calore dell'acqua gli aveva causato l'erezione, il glande tutto scoperto, i
testicoli tenuti su deliziosamente, peli non ce n'erano se non qualcuno sporadico.
Sentivo dei movimenti, il mio cazzo si stava agitando, sono rimasto, poi gli ho passato
l'accappatoio cercando il contatto col suo corpo, col dorso della mano sono riuscito a sfiorargli il cazzo sembrava di marmo. Gli ho messo l'accappatoio, l'ho asciugato in parte, l'ho accompagnato in cucina dove c'era Ofelia -Vado a pulire il bagno, acqua dappertutto, ho impiegato almeno dieci minuti, sono tornato silenziosamente in cucina,
lui seduto dove l'avevo lasciato ed Ofelia impegnata nella cucina. Farsi capire da Waki non era semplice, tantomeno noi capivamo lui, ci esprimevamo a gesti, l'ho preso per mano, l'ho portato in camera per farlo vestire, gli ho tolto l'accappatoio, fingendo che fosse ancora bagnato ho cercato di asciugarlo, era semplicemente la ricerca di un contatto col suo corpo, il cazzo non l'aveva più eretto era in una condizione di "barzottiana" memoria, c'è voluto poco a farlo indurire, ho provato ad asciugarlo tra le gambe, mi guardava col sorriso come a farmi capire "continua pure" è stato più forte di me, l'ho impugnato ed ho scoperto il glande sempre fingendo di asciugarlo. Per un momento ho immaginato quella divinità nella figa di Ofelia, un'erezione pazzesca, non cercavo di nasconderla agli occhi di Waki. Finalmente l'ho rivestito, avevo la bocca secca per l'emozione. Ho avuto difficoltà a smaltire l'erezione, ho pensato perfino alla guerra
del Vietnam per distrarmi. Abbiamo cenato, parlavamo solo io ed Ofelia, lui ascoltava
ma non capiva. Dopo cena ci siamo soffermati ad insegnargli qualche parola di italiano,
almeno quelle più in uso. Mentre Ofelia cercava con dimostrazioni di indicargli il nome io pulivo la cucina. Erano circa le dieci, l'abbiamo accompagnato in camera, ci siamo
preparati per la notte. Abbiamo fatto la doccia insieme, tra la figa di Ofelia il pensiero al cazzo di Waki il cazzo è diventato di ferro, siamo usciti nudi correndo sul letto, io per i trascorsi, Ofelia per sentire il cazzo in quelle condizioni, abbiamo
fatto una di quelle scopate da ricordare. Disfatti e soddisfatti entrambi, ho relazionato
Ofelia in ogni particolare sul corpo di Waki. Parlavo liberamente, lei ascoltava in silenzio -Chissà se lo avessimo tra noi nel letto come reagirebbe?- ed ancora -Ricordiamoci la nostra missione, aiutare gli altri, non portarceli a letto- -Dice di
avere diciotto anni, non credo anche se il cazzo ne dimostra di più- Domani andiamo a fare il permesso di soggiorno. Infatti sono rimasto a casa per accompagnarlo nei vari uffici dove ha riconfermato la sua età. Finalmente ora era tutto in regola, abbiamo dovuto assumerlo, siamo tornati a casa ed ho cercato di spiegargli cosa doveva fare in nostra assenza. Ascoltava, mi guardava negli occhi con quel sorriso micidiale, era quasi
irresistibile, non volevo espormi da solo, volevo condividerlo con Ofelia, mantenevo la calma. Il martedì siamo andati al lavoro insieme, Waki è rimasto a casa da solo. La sera al ritorno la casa pulita ed ordinata, aveva cucinato qualcosa del suo paese, non era un
granché ma abbiamo finto che fosse ottimo, dopo cena ci ha accompagnato in salotto, ci
ha portato il caffè, ha pulito tutto ed è rimasto in cucina, Siamo andati a chiamarlo, gli abbiamo detto che lui doveva partecipare alla nostra vita, si che ci dava una mano ma
doveva essere trattato come amico non come se fossimo datori di lavoro. Un gradino alla volta ci siamo aperti sempre di più, Ofelia si dimostrava più disinvolta nei suoi confronti, lei era curiosa di verificare le informazioni che aveva attinto dalla mia relazione, a volte lo stuzzicava pure, sembrava che stesse al gioco. Erano trascorsi circa due mesi Waki aveva appreso tutto era una delizia averlo in casa faceva tutto
lui, eravamo proprio contenti, ora ci capivamo perfino. Una sera a cena ho preso una
iniziativa sconvolgente che ha sorpreso anche Ofelia. -Waki ascolta devi capire che non
sei il nostro servitore, per noi sei un amico, vogliamo che ti comporti da amico, questa
sera dormi nel nostro letto- Ofelia è saltata sulla sedia. Da quel momento ci è presa la smania di andare subito nel letto, lui timidamente, Ofelia convinta ma titubante, io ormai mi ero palesato. Li ho presi per mano entrambi, siamo andati in camera ho spogliato Ofelia l'ho fatta distendere sul letto, Waki impalato si notava la protuberanza del suo cazzo, ho spogliato anche lui, aveva il cazzo eretto, Ofelia ha sgranato gli occhi, ed infine mi sono spogliato io, ho leccato subito la figa poi l'ho depositata sul corpo di Waki. ho bagnato il suo cazzo con la bocca (finalmente) e l'ho messo delicatamente nella figa. Data la circonferenza del cazzo, nonostante avessi lubrificato con la bocca cazzo e figa, c'è stata difficoltà a farlo entrare, dopo è stato un tripudio di gemiti da parte loro. Mi sono posizionato col cazzo sulla bocca di Ofelia e li abbiamo dato sfogo alla nostra forza. Siamo venuti tutti insieme, è stata una scopata fantastica Ofelia non ha rilasciato il mio di cazzo, ne ha concesso a Waki di sfilare il suo, era evidente, le era
piaciuto, voleva ripetere la prova. Il cazzo di Waki era possente, Ofelia ad occhi chiusi
lasciando il mio cazzo ha sussurrato -Lo sento enorme nella figa- La seconda scopata è stata molto più lunga della prima. Waki è diventato il nostro compagno, era sempre con
noi, faceva parte della nostra famiglia, i nostri genitori sapevano che l'avevamo assunto, che ci aiutava a casa, forse hanno immaginato che era nostro compagno di letto.
Per la bellezza di Waki fantasticavo di fargli metter incinta Ofelia fino a quando ho
avuto il coraggio di fare la proposta, entrambi hanno accettato con entusiasmo. Le nostre
notti erano fantastiche soprattutto per Ofelia, la scopavamo insieme, io con la scusa di
lubrificare con la bocca il cazzo di Waki, approfittavo per succhiarlo, mai un'obiezione
di Ofelia. Una volta l'ho portato alla sborrata sollecitato da lei. I pompini da ragazzo li facevo molto bene roteando la bocca attorno al glande con la punta della lingua nel buchino, cioè il meato urinario. Me lo aveva insegnato una mia compagna di classe, lei era praticissima li faceva a tutta la classe, figuriamoci il cazzo di Waki era sempre
più duro, anche dopo il pompino. I miei pompini gli piacevano tantissimo, Per Ofelia era diventata un'abitudine farmi sborrare in bocca, sputare la sborra nel fazzolettino e poi e baciarla. Nel tempo la situazione si è modificata perché con Ofelia incinta voleva Waki sempre vicino, ci siamo scambiati i ruoli, in casa facevo quasi tutto io,li coccolavo, ogni tanto Ofelia voleva sentire il cazzo di Waki nella figa, anche solo la punta, per evitare di far male al nascituro li aiutavo. Il bambino è nato straordinariamente bello, è stato subito evidente che Waki era il padre, è stato lui a scegliere il nome Adriel, però l'ho registrato col mio cognome lui era il padre biologico. I nostri genitori sapevano tutto non c'era nulla da nascondere. Eravamo d'accordo che il secondo bambino l'avremmo concepito con il mio sperma. A proposito il volontariato ha avuto fine subito dopo averci portato a casa Waki. E' nato anche il secondo bambino di nome Alex, altrettanto bello con i miei lineamenti. Io e Waki siamo più che fratelli, ho qualche anno più di lui, noi lavoriamo sempre mentre Waki provvede ai bambini che crescono magnificamente. E' stata una fortuna aver incontrato questo ragazzo che ci ha informato anche che l'età era fittizia, non sapeva la data della sua nascita, forse avevo ragione io. Tra me e Waki non c'è mai stata gelosia ne verso Ofelia tantomeno verso Adriel e Alex. Amavamo, è più esatto dire amiamo Waki perché stiamo ancora insieme, non abbiamo nessuna intenzione di separarci. I ragazzi crescono,
Waki lavora in una fabbrica dalle nostre parti, solo per acquistare una certa autonomia.
A volte ne parliamo ricordare come era vestito la prima volta e vederlo oggi con la sua
bellezza nonostante sono passati diversi anni, vestito in abiti moderni le donne lo
guardano in modo particolare. Waki ce lo ha detto chiaramente, sta con noi non per gratitudine ma perché è veramente innamorato della nostra famiglia, non riuscirebbe a starci lontano. In paese ci conoscono tutti e tutti sanno la nostra storia.
scritto il
2024-01-25
7 . 6 K
visite
6
voti
valutazione
7.5
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.