Hotel Troiaio

di
genere
gay

Era un po' moscia la chat quella notte. Piena di segaioli che sognano il rapporto maschio-maschio. Alcuni bravi, fantasiosi, però se hai voglia davvero!

All'improvviso, quando stavo per abbandonare e andare a nanna, spunta quell'intrigante nick: "Solo in hotel".

"Ciao", "ciao", "in che città sei?"; cazzo, è la mia!

"Quanti anni hai? Maturo anche tu. Io qualcuno più di te. Cosa ti piace? Ah, versatile anche tu! Hai esperienze? Si, anch'io. Ti andrebbe di venire da me? Ah, e tardi e non ti orienti bene in città".

"Perché non vieni tu qui in albergo?". Questa non me l'aspettavo! Devo valutare i pro e i contro. Mi chiederanno un documento. Magari mi guarderanno con curiosità. Questi i contro. I pro: l'hotel non è lontano e la voglia è tanta.

"Ma sei sicuro che mi faranno salire? Informati. Ah, dicono che, identificato, visto che hai una matrimoniale non ci sono problemi? Mi preparo e arrivo. Io sono Rino. Tu? Andrea F. Ok, a fra poco".

"Buonasera. Cerco il sig. F.". Il portiere citofona e dice di me. "Può salire. Stanza 212, secondo piano". Il cuore mi galoppa mentre sono in ascensore, mentre percorro il lungo corridoio in penombra, mentre busso alla 212. La porta si apre ed ecco Andrea. È un 46enne bassino e con pochi capelli. Simpatico in viso. È in pigiama. "Hai fatto in fretta, sono contento". È molto cordiale. La stanza è accogliente. Un letto matrimoniale, una poltrona, una scrivania col notebook dal quale aveva prima chattato e alla parete un televisore dove scorrono le immagini di un porno. "Ecco perché eri eccitato!", dico sedendomi nella poltrona che mi ha indicato e guardando una tizia di mezza età con due alle prese con due bei cazzoni.

"E tu? Non sei eccitato?". Mi tocca la patta, me la sbottona e mi esce il cazzo di fuori. Me lo sega un po', poi si mette tutto in piedi. Il suo pigiama è gonfio li davanti. Se lo abbassa e mostra una minchia niente male. Me l'avvicina alla faccia e io me la risucchio in bocca. Muove i fianchi, entrandomi e uscendomi fra le labbra. Ogni tanto mi mette una mano dietro la nuca e affonda. Io succhio eccitato e deciso e intanto mi sparò una sega.

Ma ha voglia di fare il frocio il mio amico. Si toglie il pigiama, si mette a quattro zampe sul letto e con la mano si fa sporgere il cazzo duro all'indietro, fra le gambe. Mi siedo sul letto e gli afferro la minchia. Gliela insalivo e gli insalivo tutti i coglioni. Con la lingua passo anche alla spacca, gli inondo e slinguo il buco del culo. Poi mi alzò, mi metto nudo e gli spennello la cappella fra le natiche e gliela appoggio sul buco. "Il preservativo", rantola. Cerco nella tasca del giubbotto la scatola che avevo comprato venendo, ne prendo uno e me lo metto. "Lo vuoi in culo, puttana?" e glielo spingo dentro. "Porcone, lo pigli facile! Dicevi di averlo preso solo due volte in culo! Ah, ti fai di dildo; troia!". Gli chiavo il buco del culo e intanto gli cerco l'uccello e glielo sego. Non sa ancora venire di culo e io non voglio sborrare in fretta; non voglio rinunciare a prenderlo in culo anch'io. Glielo esco da dietro e mi butto sul letto, sfilandomi il profilattico. Anche lui si sdraia. Ha un'erezione pazzesca. "Sessantanove?", mi fa. Ci mettiamo di fianco, testa a piedi, e cominciamo a scambiarci una sega e poi a insalivarci e ciucciarci le minchie. Gli infilo il medio nell'anno, che ha ancora bello aperto e lui mi ricambia con due dita in culo, che mi ravanano il buco.

"Non vuoi chiavarmi?". Domanda retorica la mia. Prendo un preservativo e glielo infilo, poi mi stendo comodo e sollevo le gambe. Si piazza in ginocchio fra le mie cosce, mi mette un po' di saliva sul buco con le dita e mi infilza. "Fottimi come una troia, come una puttana che hai caricato su marciapiede!", lo incito. Mi svanga l'ano arrapato e dopo un poco lo sento sborrarti dentro, uno, due, tre fiotti, che mi godo menandomi l'uccello.

Mi esce dal culo e vedo il preservativo che gli pende, pieno di sperma. Glielo sfilo, mi verso il suo seme sul cazzo turgido e mi sego come un pazzo, impastando tutto e finendo con un'eiaculazione densa, che gli imbratta una gamba.

di
scritto il
2013-04-15
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