2. Mia moglie, non la riconosco più...

di
genere
dominazione

Dopo quanto successo in campeggio (racconto precedente: "Mia moglie, avventura in campeggio..") passarono diversi giorni senza che si parlasse, parlammo poco in generale, quanto accaduto riempiva la mia mente e sono sicuro anche la sua, portavo dentro un'enorme voglia di sapere, di sapere cosa aveva provato lei, cosa provava ora, l'avevo vista godere come non mai e prendere iniziative impensabili per come la conoscevo io fino a quel momento ma al tempo stesso temevo che qualcosa l'avesse colpita negativamente o l'avesse ferita. Così una sera le proposi di andare a cena in un piccolo ristorante della zona, volevo che ne parlassimo, volevo sbloccare questa situazione.
Andammo, durante la cena parlammo del più e del meno, lei non era la stessa, voce più bassa, si guardava spesso intorno, tra l'altro era uscita con un vestito da urlo, da considerare che nelle precedenti uscite dovevo essere io a spingerla a essere più sensuale, mi piaceva vedere altri uomini divorarla con gli occhi. Quella sera era coperta solo da un tubino rosso, tacco alto e un trucco più accentuato del solito. Tra i suoi seni alcune goccioline di sudore brillavano alla luce delle candele sul tavolo. Sotto era praticamente nuda.
Tentai più volte di intavolare il discorso ma lei lo deviava sempre, mangiammo, bevemmo, molto, finché ad un mio tentativo più determinato del solito lei mi liquidò con un secco:
"ne parliamo a casa".
Finimmo la cena e tornammo verso casa. Una volta entrati, musica, due calici e un buon vino, tutto questo era di solito il preambolo per poi fare l'amore ma quella sera sentivo che sarebbe stato diverso.
Ci sedemmo, lei era ancora bloccata, emotivamente indecisa su cosa fare e cosa dire, cercai di metterla più a suo agio iniziando a parlare io:.
"amore, noi ci amiamo da sempre ed è giusto che il dialogo tra di noi sia sempre vivo, se quanto successo ti ha fatto male, ti ha urtato, disgustato, dimmelo, cercherò di aiutarti e insieme supereremo sicuramente anche questo momento, io ti ho seguito dentro quella stanza con quei ragazzi e non sapevo sarebbe successo tutto quello, se ce l'hai con me perché non sono intervenuto, non ti ho difeso, dimmelo, dimmi se ho sbagliato qualcosa o cosa avrei dovuto fare!"
Seguì un lungo silenzio, fino a quel momento lei non mi aveva mai guardato negli occhi, appoggiò delicatamente il bicchiere, fece un leggero sospiro e posò finalmente gli occhi su di me:
"amore, è proprio questo il punto, io credevo di essere una donna normale, una brava donna di casa, una calda amante per il mio uomo ma quello che è successo quel giorno mi ha turbato, e tanto"
"ma tu sei una donna e una moglie stupenda" le dissi io,
"amore lasciami finire, non è facile fare uscire quello che ho dentro e devo cercare le parole giuste, voglio che tu capisca bene" Continuò: "io quel giorno fuori dalle docce pensavo di entrare insieme a te e fare l'amore, poi vedermi padrona del tuo piacere mi ha portato in una nuova dimensione, mi eccitava vederti e sentirti eccitato come non mai, e di essere io il tuo desiderio, quando poi siamo entrati e ho capito che potevo essere il centro del piacere di quattro ragazzi e soprattutto del mio uomo non ho più pensato, qualcosa è scattato dentro di me e mi sono lasciata andare, il mio piacere era il centro di tutto, ero colma solo di quello, cresceva continuamente dentro di me, nient'altro".
Rimasi in silenzio, tutte le mie paure stavano piano piano scomparendo, ma mi sentii destabilizzato a tal punto da non sapere più cosa dire, cercai con un filo di voce chiederle: "ma... ti è piaciuto?"


Il suo sguardo cambiò, la voce più decisa e calda, come se di colpo il suo visibile imbarazzo fosse scomparso, lo stesso sguardo che vidi al campeggio, le scatta qualcosa dentro pensai, qualcosa o qualche entità esce dentro di lei. Dopo un lungo silenzio durante il quale la guardai come si guarda chi non si conosce bene, disse:
"da morire, è questo il punto, lo rifarei domani, quando penso a quei ragazzi così eccitati da me e dal mio corpo, duri per me, dentro di me più di uno alla volta",
con uno scatto si alzò in piedi e alzando il tono di voce camminando per la stanza nervosamente continuò:
"li avrei morsicati, mangiati quei cazzi duri, li ho bevuti e lo volevo da morire, volevo che entrassero dentro di me, sentivo la necessità, volevo che mi riempissero tutta... poi sapevo che tu mi stavi guardando ed allora, mi sono eccitata ancora di più, avrei fatto di tutto in quel momento per farti scoppiare di piacere, perché tutto, ogni cosa aumentava il mio piacere in modo smisurato."
Un brivido di freddo mi attraversò la schiena, era tutto il contrario di quello che pensavo, quanto successo l'aveva portata ad un'altro livello, una sua nuova dimensione, era uscita una parte di lei che nemmeno lei conosceva.
"Amore..." mi disse con un atteggiamento leggermente più affettuoso:
"hai visto dove posso arrivare e temo sia solo l'inizio, mi hai chiesto tante volte di spingerci un pò oltre ma ora devo chiedere io a te se questo è troppo anche per te, dimmi che per te è troppo e ti giuro che frenerò i miei istinti, dimmi che ti eccita da morire e le nostre menti e i nostri corpi godranno con una intensità che nemmeno tu immagini".
Ero completamente bloccato, mi scorrevano nella mente le immagini di quanto accaduto in campeggio e mi accorsi che mi era cresciuto il cazzo dentro i pantaloni, cercai di dire qualcosa ma mi uscirono solo alcuni suoni dalla voce, niente di comprensibile, lei per risolvere il mio evidente imbarazzo venne di scatto verso di me, mi si inginocchiò davanti e posò le braccia sulle mie gambe accorgendosi della mia erezione. Non riuscivo a rispondere con una frase che esattamente rispecchiasse il mio pensiero ma ci pensò lei a sbloccare la situazione, posò le sue bellissime mani sul mio cazzo e iniziò ad accarezzarlo, mi sorrise e con voce calda disse:
"non ti piace la tua nuova mogliettina?" sorrise,
"s... si... si... mi piace!" risposi balbettando io.
Vidi le sue unghie rosse cercare la mia zip ed abbassarla, dopodiché aprì la cintura dei pantaloni e abbassando boxer e pantaloni violentemente con entrambe le mani liberò il mio cazzo che il momento e l'astinenza avevano indurito. Rimase a guardarlo con le mani ancora che tenevano abbassati i boxer. Iniziò ad annusarlo, a farmi sentire il suo respiro sulla cappella ma senza toccarlo mai, con le labbra lo sfiorava appena e questo mi faceva impazzire, eccola ancora li a gestire la mia voglia e a godere di questo, io cercavo di inarcare la schiena per farglielo prendere in bocca ma lei indietreggiava, continuammo cosi per diversi minuti fino a che non resistendo più mi presi in mano il cazzo, con l'altra mano le presi la nuca tirandola con forza verso di me per infilarglielo in gola ma lei appoggiò le mani sui braccioli e con uno scatto all'indietro si alzo in piedi e girandosi si allontanò dalla stanza facendo risaltare il rumore dei suoi tacchi. Tornò subito dopo con un grande rotolo di nastro telato, con fare deciso mi mise un braccio su di un bracciolo della poltroncina e mi nastrò stretto un polso, poi l'altro nell'altro bracciolo, poi si chinò in terra per legarmi anche le caviglie ai piedi della sedia, lo fece con tale forza che mi facevano male sia i polsi che le caviglie. Tentai di muovermi e lei approfittò per abbassarmi pantaloni e i boxer alle ginocchia, si rialzò in piedi si avvicinò al tavolo, si versò un'altro bicchiere di vino e si sedette sulla poltroncina di fronte a me accavallando le gambe. Da un discorso chiarificatore mi ritrovai ora legato mani e piedi ad una poltrona con il cazzo duro e quella che a fatica ancora una volta riconoscevo come mia moglie, di fronte a me, seduta, che sorseggiava un calice di vino e mi fissava. Non riuscivo a parlare, era bellissima, la mia condizione le aveva indurito i capezzoli e sicuramente bagnata tra le gambe, mi guardò e mi disse con voce calda:
"ti piace amore?"
si vedeva benissimo ma voleva sentirselo dire:
"si"
riprese "bene, ma si... mi sembra un pò poco non credi?"
parlava con un filo di voce ma molto autoritaria e anche quello contribuiva ad aumentare la mia voglia di lei"
"mi stai facendo morire e lo sai, lo stai vedendo no?" dissi io
"così va meglio" disse lei "ma è ancora poco"
mi guardò come chi ha già in mente cosa vuole e continuò:
"dimmi, tu mi ami vero?"
"certo!" risposi io convinto
"quindi sarai disposto a fare tutto ciò che voglio solo per il mio piacere?"
"dai amore non è il momento, slegami e andiamo a letto, voglio fare l'amore con te!"
posò il bicchiere scese dalla sedia inginocchiandosi e venendo verso di me, si fece seria:
"te lo chiedo di nuovo, quindi sei disposto a fare tutto ciò che voglio solo per il mio piacere?"
stavo per ripetere seccamente ciò che avevo detto prima ma lei mi afferrò il cazzo con la mano destra, prese in bocca la cappella e morsicò cosi forte che il dolore mi fece uscire alcune gocce di urina, contemporaneamente mi uscì un urlo profondo, lei si avvicinò al mio viso, sorrideva, li mi accorsi che uno dei suoi incisivi era sporco di sangue, il mio sangue!!
Il dolore era ancora forte, lei mi teneva ancora il cazzo in mano, tornò giù con la testa e questa volta lo prese in bocca, provavo una sensazione terribile, un piacere estremo e contemporaneamente il terrore che lo morsicasse ancora. Non lo fece, mosse velocemente la testa partendo dalla cappella e spingendolo fino in gola, poi usciva e tornava giù, la sentivo gemere, ad un tratto si staccò dal mio cazzo, venne verso il mio viso e mi mise la lingua in bocca, sentii il sapore del mio sangue, si allontanò appena e mi guardò con un'espressione eccitatissima, al lato della sua bocca una piccola macchia rossa, sembrava ancora più eccitata per il sapore che stava assaporando:
"farai tutto ciò che voglio solo per il mio piacere?"
disse ancora una volta con fare autorevole, rimasi un attimo fermo, cercavo di riordinare le idee ma non ne ebbi il tempo, lei tornò giù a succhiare il mio cazzo ma stavolta sentii l'altra mano entrarmi da sotto tra le mie natiche, trovò subito il mio buco ed entrò senza curarsi delle sue lunghe unghie che mi fecero sollevare quanto possibile mi permettevano le legature, lei approfittò per inserire tutto il dito. Aumentò i movimenti con la bocca e la mano sul mio cazzo, buttai la testa all'indietro, stavo per venire, lei se ne accorse e allontanò la sua bocca e tolse il dito, tornò per baciarmi, appoggiò le sue labbra sulle mie leccandole, chiusi gli occhi ed aprii la bocca, lei entrò un attimo con la lingua poi la tolse, subito dopo un dito mi entrò in bocca posandosi per la sua intera lunghezza sulla mia lingua, dolce, salato, con un forte odore:
"succhialo" mi disse
"o ti morsico ancora"
chiusi la bocca e iniziai a succhiare, lei lo estraeva appena e lo rimetteva fino in fondo guardandomi, l'eccitazione estrema che le procurava tutto ciò la faceva sorridere, quasi le scappava una risata. Iniziò a menarmi il cazzo sempre più forte continuando a guardarmi, poi scese, lo riprese in bocca, mi portò ancora una volta ad un attimo prima di venire, si fermò e stavolta, sussurrando al mio orecchio, mi richiese la stessa cosa:
"si... si..." risposi.
"voglio che tu mi dica: amore farò tutto ciò che voi senza alcun limite solo per il tuo piacere"
"si... si..." risposi ormai stremato.
lei scese mi riprese in bocca il cazzo e appoggiò i suoi denti appena sotto la mia cappella dove mi aveva morsicato prima, li sentii stringere piano piano, non sentivo ancora dolore ma già iniziai ad urlare per la paura,
"quindi?" sentii lei dire seccamente staccandosi dal mio cazzo...
"amore... farò tutto ciò che vuoi solo per il tuo piacere"
"bravo" disse lei.
iniziò a succhiare il mio cazzo entrando e uscendo con la bocca e masturbandomi con la mano, la mia mente era completamente spenta, provavo solo piacere, sentii che stavo venendo, sentii il mio liquido caldo salire fino alla sua bocca, immaginavo mi stesse bevendo, lei spremette tutto fino all'ultima goccia, poi venne verso il mio viso, con una mano mi prese i capelli e tirandomeli mi piegò la testa all'indietro, sentii le sue labbra sopra le mie, la sua lingua entrare e subito dopo una grande quantità di liquido caldo e vischioso riempirmi la bocca e scendere in gola, iniziai a deglutire per non soffocare, lei non si staccava, rimase nella mia bocca fino a quando la sua non fu completamente svuotata ed io ingoiato tutto.
Ero stremato, si staccò da me dopo un dolcissimo bacio sulle labbra, si sedette sulla sua poltrona e prese il calice sorseggiando un piccola quantità di vino, poi lo posò e armeggiò lentamente dentro la sua borsetta, prese il cellulare, lo sollevò verso di me e mi scattò una foto, poi sorridendo mi disse: "per la mia collezione".
Si allontanò tornando subito dopo con un piccolo coltello, per un attimo mi assalì una grande paura, con un unico colpo tagliò uno dei nastri che mi legavano un polso poi gettò il coltello tra le mie gambe, mi mise una mano sotto il mento per costringermi a guardarla e sorridendo mi disse: "buonanotte amore" e la vidi andare via.




scritto il
2024-03-06
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