La cabina 3 - cibo e seduzione
di
Baia63
genere
tradimenti
Seduti all'ombra della terrazza del Lido mi sentivo spudorata e felice al fianco di Angelo.
Bello, elegante in jeans e camicia, lo guardavo e me lo godevo per il piacere ricevuto e quello che verrà.
Antipasto di mare, una falanghina per riscaldare i sensi - ove mai ce ne fosse stato bisogno - i nostri sguardi di fuoco che si incrociavano, il piede si Angelo che sensualmente accarezzava la mia caviglia... tanto bastava per riscaldare il mio ventre e umidificare la fica.
- Ciao Angelo - disse il ragazzo di colore avvicinandosi al tavolo.
Bello, alto, capelli ricci... aveva un'eleganza nel muoversi e una classe anche se in camicia e bernoda di jeans.
- Sempre belle donne, eh? Non .i presenti la tua amica?
- Lina, lui è Joe, studente a tempo perso e affidatario di un piccolo yacht ormeggiato al porto.
- Piacere Joe, gli dissi sollevando gli occhiali da sole e sorrifendogli.
- Piacere Lina, rispose con un meraviglioso sorriso.
- Allora, hai già fatto il pieno di signore?
- No - rispose sorridendo - solo qualche ragazza o turista straniera che passa da queste parti.
- Non sanno quello che si perdono, disse Angelo scoppiando in una sonora risata.
- Ma no, non mi prendere in giro. Anzi, se volete, una giornata possiamo uscire insieme.
- Non resteremo molti giorni, ma ti chiameremo. Vero, Lina?
Annuii sorridendo.
- Cara, dovresti provare, disse Angelo mentre Joe si allontanava. Ha un cazzo di tutto rispetto a confronto del mio. Poi è molto dolce e romantico...
- Angelo, ma che dici? Sei pazzo? Sto con te e ti sto dando tutto perché ti amo...
- Ma anche dandoti a lui mi darai piacere, disse accarezzandosi il cazzo da sopra i jeans...
Arrossii, soprattutto pensando alle dimensioni del nostro nuovo amico.
- Ma adesso andiamo, casa non è lontana.
La casa di Angelo era immersa nel verde, piccola ma con una stanzetta matrimoniale al primo piano e un terrazzino che dall'alto guardava il mare.
Ci incamminammo mano nella mano, come due ragazzini innamorati.
Entrammo, chiuse la porta dietro di me e mi abbracciò con grande passione.
Le nostre lingue erano bagnate, avide.
- Ti amo, Lina. Mi fai impazzire.
- Angelo, con te sto provando sensazioni mai sentite prima. Mi stsu facendo abbattere ogni tabù.
Sorrise, prese un prosecco e due bicchieri. Tenendomi dolcemente per mano mi portò su.
Posò bottiglia e bicchieri, mi venne dietro, mi sbottono' la camicetta e lasciò cadere la gonna.
Mi girai, lo baciai accarezzandogli i capelli ricci, poi gli aprii la camicia e iniziai a slinguarlo sul petto muscoloso. Mi fermai sui capezzolo mordendoli.
Mi accarezzò la testa spingendola delicatamente più giù.
Accarezzai il suo cazzo da sopra i jeans, era un palo pulsante; alzai gli occhi per guardarlo, mi sorrise.
Gli sfilai la fibbia del jeans e abbassai la zip.
Si scostò per liberarsi dei pantaloni. Era una meraviglia in slip, con quel rigonfiamento...
Misi una mano dentro e lo tirai fuori, completamente scappellato. Lo odorai, mi piaceva il suo profumo.
Leccai quella enorme cappella passando la lingua alla base del glande. Dischiusi le labbra e lo presi in bocca, giù jn fondo, fino alla gola.
- Amore, fammi sentire quanto sei la mia troia...
Era la parola magica per ladciarmi andare ad un grande pompino. Succhiavo e mastirbavo ritmicamente con sempre più gusto accarezzandogli le palld gonfie.
Un pompino lungo e piacevole che lui interruppe, alzandomi e baciandomi.
- Sei meravigliosa Lina. Non mi stancherei mai di fare l'amore con te, disse sganciandomi il reggiseno.
Il sole già aveva prodotto i suoi effetti e l'abbronzatura marcava la differenza con il bianco del mio generoso seno.
Angelo lo strinse, iniziò a giocare con i capezzoli che si erano induriti.
Li prese in bicca ed iniziai ad ansimare, mentre accarezzavo i suoi capelli e gli mordevi l'orecchio.
- Sei il mio toro, voglio essere la tua vacca.. .
Queste parole lo eccitarono: mi prese in braccio e mi adagio' sul letto. Poi mi abbassò il tanga allargandomi le cosce. La sua lingua iniziò a leccarmi, mentrd io saluvavo copiosamente. Inserì due dita accarezzandomi il clitoride.
- Ti voglio, dissi con voce desiderosa.
Non se lo fece ripetere due volte, poggio' il cazzo sulla fessa e iniziò a penetrarmi dolcemente, ma con decisione. Mi aveva toccato in fondo, lo avvolgevo con i muscoli della vagina.
- Che troua chevsei, chiavi divinamente...
- Sondami Amore, fammi sentire sempre più tua.
Chiavamo selvaggiamente, ma Angelo si muoveva sapientemente dentro di me per darmi sempre più piacere.
Venni un paio di volte, con orgasmi che senbravano non finire mai...
Poi, sempre uniti, ci girammo e iniziai a muovermi sopra di lui, mentrd mu stringeva i seni.
- Che grande puttana che sei, Lina
Sentivo che stava per venire, mi staccai e puntai il suo cazzo verso il mio volto...
Una fontana di una decina dipotenti schizzi di sperma inondo' il mio viso e colo' sul seno. Gli leccai il cazzo fino all'ultima goccia.
Mi abbandonai sul letto al suo abbraccio.
- E allora, Joe?
Arrossii, mi alzai e andai sul terrazzino ad ascoltare la musica del mare.
Lui mi venne da dietro, strinse il seno, poi si abbassò suk mio culetto e iniziò a leccare il buchetto che andava allargandosi.
Si sputo' sul cazzo, nuovamente turgido, e delicatamente ma con molta decisione iniziò a penetrarmi.
Era una cosa che da anni non facevo più con mio marito.
- E allora, Joe? Sussurrò all'orecchio.
- Forse, risposi a sinante. Ma lui già conosceva la risposta.
Bello, elegante in jeans e camicia, lo guardavo e me lo godevo per il piacere ricevuto e quello che verrà.
Antipasto di mare, una falanghina per riscaldare i sensi - ove mai ce ne fosse stato bisogno - i nostri sguardi di fuoco che si incrociavano, il piede si Angelo che sensualmente accarezzava la mia caviglia... tanto bastava per riscaldare il mio ventre e umidificare la fica.
- Ciao Angelo - disse il ragazzo di colore avvicinandosi al tavolo.
Bello, alto, capelli ricci... aveva un'eleganza nel muoversi e una classe anche se in camicia e bernoda di jeans.
- Sempre belle donne, eh? Non .i presenti la tua amica?
- Lina, lui è Joe, studente a tempo perso e affidatario di un piccolo yacht ormeggiato al porto.
- Piacere Joe, gli dissi sollevando gli occhiali da sole e sorrifendogli.
- Piacere Lina, rispose con un meraviglioso sorriso.
- Allora, hai già fatto il pieno di signore?
- No - rispose sorridendo - solo qualche ragazza o turista straniera che passa da queste parti.
- Non sanno quello che si perdono, disse Angelo scoppiando in una sonora risata.
- Ma no, non mi prendere in giro. Anzi, se volete, una giornata possiamo uscire insieme.
- Non resteremo molti giorni, ma ti chiameremo. Vero, Lina?
Annuii sorridendo.
- Cara, dovresti provare, disse Angelo mentre Joe si allontanava. Ha un cazzo di tutto rispetto a confronto del mio. Poi è molto dolce e romantico...
- Angelo, ma che dici? Sei pazzo? Sto con te e ti sto dando tutto perché ti amo...
- Ma anche dandoti a lui mi darai piacere, disse accarezzandosi il cazzo da sopra i jeans...
Arrossii, soprattutto pensando alle dimensioni del nostro nuovo amico.
- Ma adesso andiamo, casa non è lontana.
La casa di Angelo era immersa nel verde, piccola ma con una stanzetta matrimoniale al primo piano e un terrazzino che dall'alto guardava il mare.
Ci incamminammo mano nella mano, come due ragazzini innamorati.
Entrammo, chiuse la porta dietro di me e mi abbracciò con grande passione.
Le nostre lingue erano bagnate, avide.
- Ti amo, Lina. Mi fai impazzire.
- Angelo, con te sto provando sensazioni mai sentite prima. Mi stsu facendo abbattere ogni tabù.
Sorrise, prese un prosecco e due bicchieri. Tenendomi dolcemente per mano mi portò su.
Posò bottiglia e bicchieri, mi venne dietro, mi sbottono' la camicetta e lasciò cadere la gonna.
Mi girai, lo baciai accarezzandogli i capelli ricci, poi gli aprii la camicia e iniziai a slinguarlo sul petto muscoloso. Mi fermai sui capezzolo mordendoli.
Mi accarezzò la testa spingendola delicatamente più giù.
Accarezzai il suo cazzo da sopra i jeans, era un palo pulsante; alzai gli occhi per guardarlo, mi sorrise.
Gli sfilai la fibbia del jeans e abbassai la zip.
Si scostò per liberarsi dei pantaloni. Era una meraviglia in slip, con quel rigonfiamento...
Misi una mano dentro e lo tirai fuori, completamente scappellato. Lo odorai, mi piaceva il suo profumo.
Leccai quella enorme cappella passando la lingua alla base del glande. Dischiusi le labbra e lo presi in bocca, giù jn fondo, fino alla gola.
- Amore, fammi sentire quanto sei la mia troia...
Era la parola magica per ladciarmi andare ad un grande pompino. Succhiavo e mastirbavo ritmicamente con sempre più gusto accarezzandogli le palld gonfie.
Un pompino lungo e piacevole che lui interruppe, alzandomi e baciandomi.
- Sei meravigliosa Lina. Non mi stancherei mai di fare l'amore con te, disse sganciandomi il reggiseno.
Il sole già aveva prodotto i suoi effetti e l'abbronzatura marcava la differenza con il bianco del mio generoso seno.
Angelo lo strinse, iniziò a giocare con i capezzoli che si erano induriti.
Li prese in bicca ed iniziai ad ansimare, mentre accarezzavo i suoi capelli e gli mordevi l'orecchio.
- Sei il mio toro, voglio essere la tua vacca.. .
Queste parole lo eccitarono: mi prese in braccio e mi adagio' sul letto. Poi mi abbassò il tanga allargandomi le cosce. La sua lingua iniziò a leccarmi, mentrd io saluvavo copiosamente. Inserì due dita accarezzandomi il clitoride.
- Ti voglio, dissi con voce desiderosa.
Non se lo fece ripetere due volte, poggio' il cazzo sulla fessa e iniziò a penetrarmi dolcemente, ma con decisione. Mi aveva toccato in fondo, lo avvolgevo con i muscoli della vagina.
- Che troua chevsei, chiavi divinamente...
- Sondami Amore, fammi sentire sempre più tua.
Chiavamo selvaggiamente, ma Angelo si muoveva sapientemente dentro di me per darmi sempre più piacere.
Venni un paio di volte, con orgasmi che senbravano non finire mai...
Poi, sempre uniti, ci girammo e iniziai a muovermi sopra di lui, mentrd mu stringeva i seni.
- Che grande puttana che sei, Lina
Sentivo che stava per venire, mi staccai e puntai il suo cazzo verso il mio volto...
Una fontana di una decina dipotenti schizzi di sperma inondo' il mio viso e colo' sul seno. Gli leccai il cazzo fino all'ultima goccia.
Mi abbandonai sul letto al suo abbraccio.
- E allora, Joe?
Arrossii, mi alzai e andai sul terrazzino ad ascoltare la musica del mare.
Lui mi venne da dietro, strinse il seno, poi si abbassò suk mio culetto e iniziò a leccare il buchetto che andava allargandosi.
Si sputo' sul cazzo, nuovamente turgido, e delicatamente ma con molta decisione iniziò a penetrarmi.
Era una cosa che da anni non facevo più con mio marito.
- E allora, Joe? Sussurrò all'orecchio.
- Forse, risposi a sinante. Ma lui già conosceva la risposta.
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