Orgia anale 9
di
amintore
genere
bisex
Finalmente giunse l'estate e dopo un inverno ricco di inculate e grosse penetrazioni, convinsi mia moglie a dedicarci qualche giorno di ferie e di relax.
Era fine giugno e ci recammo in Sardegna dove a San Teodoro ho una villetta per passare le ferie.
Appena arrivati, ci recammo in spiaggia a godere del sole e del mare.
Eravamo l'ì gia da qualche giorno e le giornate passavano in pieno relax; nessuno di noi aveva mai accennato a ciò che era successo in inverno e così ci godevamo le giornate di mare.
Ma era una pace fittizia e sapevamo entrambi che non poteva continuare così ancora per molto.
Una mattina in spiaggia, notai che mia moglie guardava con cupidigia un venditore nero che cercava di vendere costumi e cappelli; sotto i calzoni mostrava un gonfiore importante che faceva intuire le notevoli dimensioni del suo arnese.
Gli chiesi se era interessata a quel nero e se lo avrebbe scopato volentieri.
Mi aspettavo una risposta incazzata ma invece ottenni un consenso, a condizione che anche io mi fossi prestato al gioco e avessi fatto sesso con il nero.
Devo dire che la risposta di mia moglie mi spiazzò ma al tempo stesso mi intrigava.
Abbordammo in negro e gli spiegammo i nostri piani; lui si rese disponibile solo dopo aver concordato un compenso e così la sera lo invitammo in villa.
Subito mia moglie lo accolse e lo invitò a farsi una doccia in giardino.
Mentre lui si lavava mia moglie si spogliò completamente e si mise difronte alla doccia per osservare quella sua conquista; se lo mangiava con gli occhi e il nero insaponato e lucido come ebano, iniziò ad eccitarsi, mostrando una verga di tutto rispetto che in piena erezione arrivava certamente sui 30 centimetri.
Fu allora che mia moglie lo fece usire dalla doccia e lo asciugò con una delicatezza tale che sembrava maneggiare la cosa più cara che avesse mai posseduto.
Lo portò in camera da letto e mi invitò a raggiungerli; presto anche io ero completamente nudo e insieme iniziammo a leccare e baciare quell'asta infinita.
Era duro come il marmo e più le nostre mani lo accarezzavano, più si induriva. Mia moglie prese stabilmente la grossa cappella in bocca, mentre io gli leccavo e succhiavo i testicoli, trattenendo uno per volta in bocca.
Dopo qualche minuto mia moglie si mise a pecorina sul letto e mi chiese di assumere la stessa posizione accanto a lei; poi chiese al nero di incominciare a fotterla ma si raccomandò che lo stesso tempo che dedicava a lei , lo avrebbe dedicato anche a me, anche su ovviamente in buchi diversi.
Fu così che vidi l'enorme cappella del nero che si appoggiava alle labbra della fica spalancata e bagnata di mia moglie; bastò un solo affondo deciso per penetrarla fino alle palle. Lei urlò come come una pazza; non si aspettava tanta carne dura a riempirle la fica, quasi non avesse valutato le dimensioni di quel paletto che iniziò subito a satntuffare energicamente.
Si vedeva che il nero era da tempo che non scopava e l'opportunità di scoparsi una bianca e bionda come mia moglie, lo eccitava da morire.
Mia moglie venne quasi subito e così si divincolò dal paletto e chiese al nero di dedicarsi a me.
Devo dire che il ragazzone non fece una piega e cose se nulla fosse, si mise alle mie spalle e iniziò a sputarmi sul forellino; evidentemente era avvezzo a quella pratica.
Appoggiò la cappella rossa e gonfia sul mio sfintere e senza neanche chiedermi se ero pronto, iniziò a spingere come aveva fatto per la fica di mia moglie.
All'inizio ci fu qualche resistenza ma poi, abituato all'idea di quello che stavamo facendo, mi rilassai e fu così che quel paletto scivolò fra le mie chiappe.
Ero lì che mi godevo quell'arnese che mi sfondava e mi spaccava come una mela, che mia moglie, che prima era rimasta a vedere la scena, si alzò e andò ad aprire la porta di casa.
Io mi girai, per quello che potevo fare in quella posizione e la sentii parlottare con altri uomini e senti andare ancora la doccia.
Poco dopo, arrivarono in camera da letto altri 3 tipi amici del primo nero con i quali mia moglie si era messa d'accordo a mia insaputa.
Tutti intorno al letto a vedere la scena della mia tremenda inculata e lei che li ecitava leccandoli uno per volta.
Anche loro erano dotati come quello che io mi godevo nel culo.
Mentre osservavo la scena, il mio amico mi venne nel culo e sentii distintamente la sua sborra bollente che mi inondava.
Ma ero distratto e non me l'ero goduta del tutto; il culo era rimasto aperto oscenamente ma la preoccupazione di quei nuovi arrivi mi aveva distratto e al tempo stesso ero rimasto eccitato. Fu così che mi avvicinai amia moglie e le rubai uno di quei bei fisici color ebano. Mi scelsi il più arrapato e mi sdraia sul bordo del letto in posizione prona a gambe larghe in aria, offrendo il mio buco del culo aperto.
Il tizio del quale non conoscevo neanche il nome, si avvicinò e infilò la cappella nel foro aperto. Rimase l'ì cosi per qualche istante fino a quando arrivò mia moglie e con la mano spalmò della vasellina intorno all'asta rimasta fuori.
Finita questa operazione, si mise alle spalle dell'uomo e con le mani sul sedere, lo spinse in maniera da farlo penetrare nelle mie viscere in un sol colpo. Mi sentivo infilato come un tordo ma mi godevo quella mazza che iniziò subito a stantuffare come un ossesso; spengeva con tale violenza da sbattermi la punta in fondo, sull parete dell'intestino.
Il mio cazzo che fino allora era rimasto a riposo, come anche lui a godersi la situazione, si indurì a mia moglie ne approfittò subito per prenderselo e infilarselo fino in gola. Per far ciò si mise a pecorina dando la possibilità al terzo nero di fotterla. Sentivo dei rumori di un cazzo che rimestava in una pozzanghera; mia moglie era bagnata come una cavalle e anzi colava umori come una fontana e si stava bagnando perfino le cosce.
Il qurto nero, avendo trovato tutti i buchi già pieni, si avvicinò al mio viso e mi offrì il cazzo da leccare.
A me non dispiaceva e così mentre uno di loro mi spaccava, l'altro me lo godevo succiandolo e leccandolo come un cannolo.
Venimmo a ripetizione: io per primo, il nero che mi inculava per secondo mi rilasciò la seconda abbondante sborrata nel culo.
Il terzo che leccavo approfittò del suo amico che era uscito dal mio culo, per infilarci subito il suo randello e dopo pochi colpi svuotò le sue palle nel mio intestino.
Mia moglie invece si faceva sbrindellare la fica a colpi di mazza e avvertendo che il suo amico stava per venire, si sfilò il cazzo dal culo e si girò per prenderne in bocca la sborra.
Io ero sdraiato esausto sul letto; come al solito era accaduto che le peggiori inculate le avevo subito io.
Mia moglie salutò i 4 neri e li accompagnò alla porta.
Venne da me un con fare ancora da donna eccitata; mi chiese di mettermi a pecorina e si posizionò dietro di me con la bocca sul mio forellino slabbrato; mi chiese quindi di spingere e di espellere tutta la sborra dei tre neri che mi aveva inculato.
Io iniziai a spingere e con un sordo fragore le spruzzai le tre sborrate in bocca, mentre lei non fece cadere neanche una goccia. Poi si avvicinò alla mia bocca e mi riversò il contentuo, baciandomi e leccandomi le labbra. Ci passammo varie volte il contenuto di quelle abbondanti sborrate , fino a quando entrambi non ne ingoiammo una certa quantità.
Ci ardommentammo esausti con la convinzione che dal quel giorno le nostre vacanze al mare si sarebbero trasformate in una orgia continua; e in effetti così fù.
saluti
Era fine giugno e ci recammo in Sardegna dove a San Teodoro ho una villetta per passare le ferie.
Appena arrivati, ci recammo in spiaggia a godere del sole e del mare.
Eravamo l'ì gia da qualche giorno e le giornate passavano in pieno relax; nessuno di noi aveva mai accennato a ciò che era successo in inverno e così ci godevamo le giornate di mare.
Ma era una pace fittizia e sapevamo entrambi che non poteva continuare così ancora per molto.
Una mattina in spiaggia, notai che mia moglie guardava con cupidigia un venditore nero che cercava di vendere costumi e cappelli; sotto i calzoni mostrava un gonfiore importante che faceva intuire le notevoli dimensioni del suo arnese.
Gli chiesi se era interessata a quel nero e se lo avrebbe scopato volentieri.
Mi aspettavo una risposta incazzata ma invece ottenni un consenso, a condizione che anche io mi fossi prestato al gioco e avessi fatto sesso con il nero.
Devo dire che la risposta di mia moglie mi spiazzò ma al tempo stesso mi intrigava.
Abbordammo in negro e gli spiegammo i nostri piani; lui si rese disponibile solo dopo aver concordato un compenso e così la sera lo invitammo in villa.
Subito mia moglie lo accolse e lo invitò a farsi una doccia in giardino.
Mentre lui si lavava mia moglie si spogliò completamente e si mise difronte alla doccia per osservare quella sua conquista; se lo mangiava con gli occhi e il nero insaponato e lucido come ebano, iniziò ad eccitarsi, mostrando una verga di tutto rispetto che in piena erezione arrivava certamente sui 30 centimetri.
Fu allora che mia moglie lo fece usire dalla doccia e lo asciugò con una delicatezza tale che sembrava maneggiare la cosa più cara che avesse mai posseduto.
Lo portò in camera da letto e mi invitò a raggiungerli; presto anche io ero completamente nudo e insieme iniziammo a leccare e baciare quell'asta infinita.
Era duro come il marmo e più le nostre mani lo accarezzavano, più si induriva. Mia moglie prese stabilmente la grossa cappella in bocca, mentre io gli leccavo e succhiavo i testicoli, trattenendo uno per volta in bocca.
Dopo qualche minuto mia moglie si mise a pecorina sul letto e mi chiese di assumere la stessa posizione accanto a lei; poi chiese al nero di incominciare a fotterla ma si raccomandò che lo stesso tempo che dedicava a lei , lo avrebbe dedicato anche a me, anche su ovviamente in buchi diversi.
Fu così che vidi l'enorme cappella del nero che si appoggiava alle labbra della fica spalancata e bagnata di mia moglie; bastò un solo affondo deciso per penetrarla fino alle palle. Lei urlò come come una pazza; non si aspettava tanta carne dura a riempirle la fica, quasi non avesse valutato le dimensioni di quel paletto che iniziò subito a satntuffare energicamente.
Si vedeva che il nero era da tempo che non scopava e l'opportunità di scoparsi una bianca e bionda come mia moglie, lo eccitava da morire.
Mia moglie venne quasi subito e così si divincolò dal paletto e chiese al nero di dedicarsi a me.
Devo dire che il ragazzone non fece una piega e cose se nulla fosse, si mise alle mie spalle e iniziò a sputarmi sul forellino; evidentemente era avvezzo a quella pratica.
Appoggiò la cappella rossa e gonfia sul mio sfintere e senza neanche chiedermi se ero pronto, iniziò a spingere come aveva fatto per la fica di mia moglie.
All'inizio ci fu qualche resistenza ma poi, abituato all'idea di quello che stavamo facendo, mi rilassai e fu così che quel paletto scivolò fra le mie chiappe.
Ero lì che mi godevo quell'arnese che mi sfondava e mi spaccava come una mela, che mia moglie, che prima era rimasta a vedere la scena, si alzò e andò ad aprire la porta di casa.
Io mi girai, per quello che potevo fare in quella posizione e la sentii parlottare con altri uomini e senti andare ancora la doccia.
Poco dopo, arrivarono in camera da letto altri 3 tipi amici del primo nero con i quali mia moglie si era messa d'accordo a mia insaputa.
Tutti intorno al letto a vedere la scena della mia tremenda inculata e lei che li ecitava leccandoli uno per volta.
Anche loro erano dotati come quello che io mi godevo nel culo.
Mentre osservavo la scena, il mio amico mi venne nel culo e sentii distintamente la sua sborra bollente che mi inondava.
Ma ero distratto e non me l'ero goduta del tutto; il culo era rimasto aperto oscenamente ma la preoccupazione di quei nuovi arrivi mi aveva distratto e al tempo stesso ero rimasto eccitato. Fu così che mi avvicinai amia moglie e le rubai uno di quei bei fisici color ebano. Mi scelsi il più arrapato e mi sdraia sul bordo del letto in posizione prona a gambe larghe in aria, offrendo il mio buco del culo aperto.
Il tizio del quale non conoscevo neanche il nome, si avvicinò e infilò la cappella nel foro aperto. Rimase l'ì cosi per qualche istante fino a quando arrivò mia moglie e con la mano spalmò della vasellina intorno all'asta rimasta fuori.
Finita questa operazione, si mise alle spalle dell'uomo e con le mani sul sedere, lo spinse in maniera da farlo penetrare nelle mie viscere in un sol colpo. Mi sentivo infilato come un tordo ma mi godevo quella mazza che iniziò subito a stantuffare come un ossesso; spengeva con tale violenza da sbattermi la punta in fondo, sull parete dell'intestino.
Il mio cazzo che fino allora era rimasto a riposo, come anche lui a godersi la situazione, si indurì a mia moglie ne approfittò subito per prenderselo e infilarselo fino in gola. Per far ciò si mise a pecorina dando la possibilità al terzo nero di fotterla. Sentivo dei rumori di un cazzo che rimestava in una pozzanghera; mia moglie era bagnata come una cavalle e anzi colava umori come una fontana e si stava bagnando perfino le cosce.
Il qurto nero, avendo trovato tutti i buchi già pieni, si avvicinò al mio viso e mi offrì il cazzo da leccare.
A me non dispiaceva e così mentre uno di loro mi spaccava, l'altro me lo godevo succiandolo e leccandolo come un cannolo.
Venimmo a ripetizione: io per primo, il nero che mi inculava per secondo mi rilasciò la seconda abbondante sborrata nel culo.
Il terzo che leccavo approfittò del suo amico che era uscito dal mio culo, per infilarci subito il suo randello e dopo pochi colpi svuotò le sue palle nel mio intestino.
Mia moglie invece si faceva sbrindellare la fica a colpi di mazza e avvertendo che il suo amico stava per venire, si sfilò il cazzo dal culo e si girò per prenderne in bocca la sborra.
Io ero sdraiato esausto sul letto; come al solito era accaduto che le peggiori inculate le avevo subito io.
Mia moglie salutò i 4 neri e li accompagnò alla porta.
Venne da me un con fare ancora da donna eccitata; mi chiese di mettermi a pecorina e si posizionò dietro di me con la bocca sul mio forellino slabbrato; mi chiese quindi di spingere e di espellere tutta la sborra dei tre neri che mi aveva inculato.
Io iniziai a spingere e con un sordo fragore le spruzzai le tre sborrate in bocca, mentre lei non fece cadere neanche una goccia. Poi si avvicinò alla mia bocca e mi riversò il contentuo, baciandomi e leccandomi le labbra. Ci passammo varie volte il contenuto di quelle abbondanti sborrate , fino a quando entrambi non ne ingoiammo una certa quantità.
Ci ardommentammo esausti con la convinzione che dal quel giorno le nostre vacanze al mare si sarebbero trasformate in una orgia continua; e in effetti così fù.
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