La cugina... ingenua?
di
Giovanni della Campagna
genere
incesti
Marianna è una mia cugina mia coetanea, attualmente ha 28 anni ed ha sempre vissuto coi genitori in un paesino del sud Italia di un migliaio di abitanti. Non è proprio la persona più sveglia che abbia mai conosciuto, ed essendo cresciuta in un ambiente rurale e lontano dalla città è sempre stata molto ingenua, o almeno così credevo.
Lei è bassina, circa 1,60 con capelli castani e ricci, un po' rotondetta e con madre natura che è stata particolarmente generosa nel darle curve, sia sopra che sotto. Detto questo, non è particolarmente bella di viso, classica ragazza del sud come se ne vedono a migliaia. Ma sin dalla pubertà quelle sue forme hanno iniziato a straripare, rendendola la tettona del paese e della famiglia. Le ho sempre voluto bene, è una ragazza molto dolce ma spesso si lascia trascinare un po' troppo dalle persone.
I pranzi di famiglia non sono mai più stati gli stessi da quando la sua femminilità è venuta fuori. Un suo zio dalla parte della madre, un gran maiale, non faceva altro che rimarcare quanto fossero grosse le sue tette, la chiamava "vacca" e in altri modi che uno non si aspetterebbe da un parente e spesso e volentieri la palpava davanti a tutti. Lei lo faceva fare, se la rideva e quando lui la chiamava con vari epiteti ci giocava su. Spesso lo zio mi prendeva una mano e diceva "Guarda quanto so grosse e morbide" e mi forzava a palparla (non che mi dispiacesse, in fondo) con tanto di risata e sorrisini da parte di Marianna. La parte di famiglia che non viveva più in paese lo guardava sempre in malomodo, a differenza dell'altra metà che era abituata a questi suoi comportamenti. Spesso temevamo andasse oltre, a giudicare da quanto succube fosse lei nei suoi confronti. A parte questo, però, non si scadeva mai oltre e i rapporti tra me e Marianna erano cordiali.
Arrivò l'estate dei nostri 18 anni e la passai nel paesino per lavorare nell'azienda agricola di famiglia. Sua madre felicissima che lei avesse qualcuno della sua età con cui uscire, lei anche pareva lieta della mia compagnia e lo dimostrava preparandomi sempre stuzzichini e mettendo magliette abbastanza succinte che a stento contenevano le sue forme. In questo periodo siamo entrati molto in confidenza e mi sono accorto che non era un'idiota come all'inizio pensavo, ma soltanto una ragazza sola. Emerse tutto il suo carattere dolce e mi confessò che era lieta di avere qualcuno con cui parlare perché, tra amiche che si erano trasferite e popolazione del paese sempre più anziana, stava perdendo animo.
Un pomeriggio eravamo in giro per la nostra campagna a controllare che il sistema di irrigazione funzionasse. Sotto il sole rovente spesso aprivamo i rubinetti e ci schizzavamo a vicenda, ben presto la sua maglietta bianca fu zuppa e aderente sui suoi grandi seni e l'acqua fresca le fece irrigidire i capezzoli. Ci spostammo sotto degli alberi che delimitavano la fine dei nostri terreni per riposare e sederci sull'erba ma il mio sguardo era fisso su quei due meloni chiodati e la mia bocca era mezza aperta, sentivo il sangue fluire all'inguine quando lei esclamò:"E' maleducazione fissare così una signorina". Io, imbarazzatissimo, mi scusai e cercai di guardare altrove ma lei mi fece: "Ma dai, tanto le hai pure toccate!" dandomi un buffetto sul braccio. Eravamo così arrivati all'argomoento sempre evitato. Così le chiesi: "Ma non ti da fastidio che lo zio ti tocchi?", al che lei rise e rispose: "Guardami bene, non sono mica miss Italia, quelli della nostra età mi ignorano, almeno zio mi da un po' di attenzioni... però preferisco quando le fa toccare a te". Io ero sbalordito, le piaceva essere toccata da suo zio, decisi dunque di essere più deciso: "Dai, se ti fa piacere allora lo farò di più" e nel dire ciò iniziai a palpare le sue tette con entrambe le mani. Erano davvero grosse, tanto che non riuscivo con una mano ad afferrarne una per bene. Le strinsi un pò tra loro, le mossi su e giù e la guardai in faccia: stava sorridendo e guardava me giocare con le sue forme, mentre pian piano si avvicinava a me. Ero eccitatissimo ma ancora curioso di sapere di lei e dello zio, per cui mentre continuavo a maneggiare quelle meraviglie continuai a domandare: "Ma con lo zio... mai successo nulla? Perché sappiamo tutti che è un maiale, parla sempre di sesso, di quel che faceva da giovane, di quel che combinerebbe a destra e sinistra... ma con te?". Lei mi guardò con un'espressione curiosa, quasi combattuta e rispose "Mi tocca le tette e il culo e a me fa piacere. Spesso mi fa sentire che ce l'ha duro, appoggiandomi il pacco sulle chiappe oppure prendendomi la mano e mettendosela lì, però non è mai stato più esplicito... tranne una volta". Rimasi di sasso, che mi stesse per confessare qualche segreto? Rimasi così fermo che neanche maneggiavo più le sue tette. "Una volta, ad un pranzo di famiglia, sono entrata per sbaglio in bagno mentre c'era lui. Il porco si stava segando usando un mio reggiseno usato ma aveva dimenticato di chiudere a chiave. Una volta sorpreso non si è scomposto, ha semplicemente fatto come altre migliaia di volte e ha iniziato a palparmi le tette solo che stavolta con l'altra mano si segava".
Ero allibito. Il mio cazzo era duro sotto i pantaloncini (non so se per la prolungata palpata di tette o per quel che mi stava raccontando) e lei lo aveva notato, iniziò a stuzzicare il bozzo nei miei pantaloncini con l'indice mentre io chiedevo: "E tu?".
"Capirai, non mi andava di fare tutta sta scenata per averlo acchiappato a segarsi. Mi sono stata zitta e l'ho fatto continuare. Dopo un po' mi diceva 'Brava a zio, fammi vedere ste zizze' e l'ho accontentato. Le ho tirate fuori, così -disse mentre prendeva davanti a me una sua tetta e la portava fuori dalla maglietta, allargando il collo, per poi tirar fuori l'altra- e lui continuava a segarsi palpandomi e ogni tanto mi chiamava 'vacca'." Io ancora più a bocca aperta fissavo quelle tette enormi davanti ai miei occhi. Tonde, con capezzoli tondi e un' pò più scuri rispetto alla sua carnagione, e grandi, davvero grandi ma armoniose. "COSA?" esclamai, mentre i miei occhi e le mie mani si gustavano quelle meraviglie e lei rideva per la mia reazione. "Si, si è segato e dopo un po' ha sborrato macchiandomi la maglia. Dopo quella volta però non è successo più nulla". Finita la rivelazione si tolse la maglia, sussurrando "sennò ste bocce me la allargano troppo" e rimase davanti a me solo con i leggings grigi. La vedevo mezza nuda per la prima volta e rimasi piacevolmente sorpreso. Non mi dispiacciono le donne in carne e lei era bella carnosa ma senza eccessi: fianchi larghi, ventre con un po' di pancetta e quelle due meraviglie di seni. Si mise le mani alla vita, soddisfatta dal mio evidente apprezzamento nei suoi confronti e mi fece: "Ti va di giocare un pò? Sono completamente inesperta in tutto e figurati se a qualcuno interesso... però vedo che a te faccio effetto" disse puntando il mio cazzo eretto. Annuì e calandomi iniziai a baciare le sue tette, a palparle e leccarle, a succhiare i suoi capezzoli mentre lei accarezzava i miei capelli e sospirava. Dopo qualche minuto mi rialzai e le diedi un bacio sulle labbra, lei aprì immediatamente la bocca e fece uscire la lingua, che accolsi benvolentieri tra le mie labbra, le palpai il culo e la avvicinai al mio corpo, stringendo forte. Il suo seno era pressato contro il mio petto e faceva resistenza, spinsi un po' il bacino in avanti mentre con le mani sul suo sedere -grosso e pieno- la portavo verso me per farle sentire la mia erezione. La portai verso terra per farla stendere e le feci aprire le gambe: il leggings grigio chiaro aveva una macchia scura sul suo inguine, la cuginetta stava apprezzando la situazione. Le tolsi leggings e mutande, apprezzando la sua fighetta paffutella con una peluria incolta e le cosce ben tornite, la girai a pancia in giù e iniziai a massaggiare il suo culone e a baciarlo. Dopo un po' si rimise seduta e aprì le gambe, mostrandomi la figa. Mi misi seduto accanto a lei, alla sua destra, e mentre la baciavo iniziai a toccare la sua intimità. Se lei era inesperta, non è che io fossi un pornoattore nato, però qualche esperienza passata mi tornò utile e iniziai a stimolare il suo clitoride col pollice mentre col medio accarezzavo le labbra e stuzzicavo l'entrata. Sentivo la sua figa diventare sempre più bagnata e i nostri baci si interrompevano per via dei suoi sospriri e gemiti. Lei nemmeno era rimasta ferma: con la mano sinistra mi accarezzava il pacco ma era troppo coinvolta per fare altro, così le venni in aiuto e con la mano libera lo tirai fuori ma la situazione non cambiò molto perché continuava solo ad accarezzare la mia cappella. Il mio pollice continuava a roteare sul suo clitoride mentre il dito medio entrava delicatamente nella sua passerina, i suoi gemiti aumentavano e le sue gambe tremavano mentre mi baciava e mordeva le labbra non faceva che ripetere "Si... così si.." fin quando non infilò la testa nel mio collo, serrò le cosce attorno alla mia mano e iniziò ad avere delle piccole convulsioni dopo aver lanciato un gridolino e poi si stese sull'erba a braccia aperte, con un pò di affano. Sorrisi, soddisfatto del mio lavoro manuale, mi calai il pantaloncino e mi misi su di lei a cavalcionimantenendo il cazzo davanti al suo viso. Lei commentò dicendo "E' più carino di quello dello zio" e lo prese con la mano destra, iniziando a menarlo. La tecnica non era perfetta ma l'immagine di mia cugina nuda col mio cazzo in mano lo rese piacevole. Dopo un po' le tolsi il giocattolo e la picchiettai in viso con la cappella, lasciandole qualche goccia di liquido preseminale sparsa che si affrettò ad assaggiare. Allora mi feci più dietro e infilai il cazzo in mezzo a quelle mammelle deliziose, ordinandole di mantenerle con le mani e muoverle. Iniziò la prima spagnola di mia cugina, io muovevo il bacino e le scopavo bene le tette, godevo per il contatto di quelle montagnole di carne attorno alla mia asta e per lo sfregamento della base del mio pene con il suo solco intermammario. Lei mi guardava e sorrideva felice, ogni tanto mi chiedeva "Ti piace? Sono belle le mie tettone?" e io rispondevo di si, schiaffeggiandole leggermente, mentre aumentavo il ritmo dei colpi col mio bacino. Lei abbassò la testa per vedere la mia cappella uscire da quelle sue poppe e ogni tanto tirava fuori la lingua, cercando di leccarla. Io volevo venire in questo modo ma dopo 5-10 minuti lei era scomoda sul terreno, quindi mi alzai e lei si mise in ginocchio davanti a me. Mi guardava con occhi vogliosi e mi segava, avvicinando il mio cazzo al suo volto. Tirava fuori la lingua e mi leccava la cappella mentre continuava a segare, ogni tanto dava leccate anche all'asta. Mise la cappella sulla lingua a bocca aperta e mi leccò la parte inferiore, in quel momento preso dall'eccitamento le mantenni i capelli e spinsi il bacino in avanti, penetrando la sua bocca e infilandole metà del mio cazzo. Non si scompose e ridendo ceercò di rilassarsi e lasciò che le scopassi la boccuccia per qualche minuto prima di spingermi leggermente dietro e dire: "Voglio vederti sborrare e la voglio assaggiare" e ricomincò a segarmi mantenendo la cappella sulla lingua. Ero oramai al limite e non facevo altro che dirle "Continua vacca, continua che sborro" fin quando non raggiunsi l'apice e iniziai a schizzare tutto ciò che avevo nelle palle. Lei allontanò leggermente la testa indietro per vedere la mia sborra e il primo fiotto, molto abbondante, le arrivo sulla metà inferiore del viso e colò verso il basso, il secondo e il terzo provò a prenderli in bocca e il quarto, più debole, finì sul suo seno. Ingoiò quanto aveva ricevuto in bocca e si guardò soddisfatta le tette sporche dello sperma che colava mentre continuava a massaggiarmi il cazzo.
Ci ricomponemmo senza dire una parola, lei mi diede un bacio e tornammo a casa, dove le cose non furono più come prima.
Lei è bassina, circa 1,60 con capelli castani e ricci, un po' rotondetta e con madre natura che è stata particolarmente generosa nel darle curve, sia sopra che sotto. Detto questo, non è particolarmente bella di viso, classica ragazza del sud come se ne vedono a migliaia. Ma sin dalla pubertà quelle sue forme hanno iniziato a straripare, rendendola la tettona del paese e della famiglia. Le ho sempre voluto bene, è una ragazza molto dolce ma spesso si lascia trascinare un po' troppo dalle persone.
I pranzi di famiglia non sono mai più stati gli stessi da quando la sua femminilità è venuta fuori. Un suo zio dalla parte della madre, un gran maiale, non faceva altro che rimarcare quanto fossero grosse le sue tette, la chiamava "vacca" e in altri modi che uno non si aspetterebbe da un parente e spesso e volentieri la palpava davanti a tutti. Lei lo faceva fare, se la rideva e quando lui la chiamava con vari epiteti ci giocava su. Spesso lo zio mi prendeva una mano e diceva "Guarda quanto so grosse e morbide" e mi forzava a palparla (non che mi dispiacesse, in fondo) con tanto di risata e sorrisini da parte di Marianna. La parte di famiglia che non viveva più in paese lo guardava sempre in malomodo, a differenza dell'altra metà che era abituata a questi suoi comportamenti. Spesso temevamo andasse oltre, a giudicare da quanto succube fosse lei nei suoi confronti. A parte questo, però, non si scadeva mai oltre e i rapporti tra me e Marianna erano cordiali.
Arrivò l'estate dei nostri 18 anni e la passai nel paesino per lavorare nell'azienda agricola di famiglia. Sua madre felicissima che lei avesse qualcuno della sua età con cui uscire, lei anche pareva lieta della mia compagnia e lo dimostrava preparandomi sempre stuzzichini e mettendo magliette abbastanza succinte che a stento contenevano le sue forme. In questo periodo siamo entrati molto in confidenza e mi sono accorto che non era un'idiota come all'inizio pensavo, ma soltanto una ragazza sola. Emerse tutto il suo carattere dolce e mi confessò che era lieta di avere qualcuno con cui parlare perché, tra amiche che si erano trasferite e popolazione del paese sempre più anziana, stava perdendo animo.
Un pomeriggio eravamo in giro per la nostra campagna a controllare che il sistema di irrigazione funzionasse. Sotto il sole rovente spesso aprivamo i rubinetti e ci schizzavamo a vicenda, ben presto la sua maglietta bianca fu zuppa e aderente sui suoi grandi seni e l'acqua fresca le fece irrigidire i capezzoli. Ci spostammo sotto degli alberi che delimitavano la fine dei nostri terreni per riposare e sederci sull'erba ma il mio sguardo era fisso su quei due meloni chiodati e la mia bocca era mezza aperta, sentivo il sangue fluire all'inguine quando lei esclamò:"E' maleducazione fissare così una signorina". Io, imbarazzatissimo, mi scusai e cercai di guardare altrove ma lei mi fece: "Ma dai, tanto le hai pure toccate!" dandomi un buffetto sul braccio. Eravamo così arrivati all'argomoento sempre evitato. Così le chiesi: "Ma non ti da fastidio che lo zio ti tocchi?", al che lei rise e rispose: "Guardami bene, non sono mica miss Italia, quelli della nostra età mi ignorano, almeno zio mi da un po' di attenzioni... però preferisco quando le fa toccare a te". Io ero sbalordito, le piaceva essere toccata da suo zio, decisi dunque di essere più deciso: "Dai, se ti fa piacere allora lo farò di più" e nel dire ciò iniziai a palpare le sue tette con entrambe le mani. Erano davvero grosse, tanto che non riuscivo con una mano ad afferrarne una per bene. Le strinsi un pò tra loro, le mossi su e giù e la guardai in faccia: stava sorridendo e guardava me giocare con le sue forme, mentre pian piano si avvicinava a me. Ero eccitatissimo ma ancora curioso di sapere di lei e dello zio, per cui mentre continuavo a maneggiare quelle meraviglie continuai a domandare: "Ma con lo zio... mai successo nulla? Perché sappiamo tutti che è un maiale, parla sempre di sesso, di quel che faceva da giovane, di quel che combinerebbe a destra e sinistra... ma con te?". Lei mi guardò con un'espressione curiosa, quasi combattuta e rispose "Mi tocca le tette e il culo e a me fa piacere. Spesso mi fa sentire che ce l'ha duro, appoggiandomi il pacco sulle chiappe oppure prendendomi la mano e mettendosela lì, però non è mai stato più esplicito... tranne una volta". Rimasi di sasso, che mi stesse per confessare qualche segreto? Rimasi così fermo che neanche maneggiavo più le sue tette. "Una volta, ad un pranzo di famiglia, sono entrata per sbaglio in bagno mentre c'era lui. Il porco si stava segando usando un mio reggiseno usato ma aveva dimenticato di chiudere a chiave. Una volta sorpreso non si è scomposto, ha semplicemente fatto come altre migliaia di volte e ha iniziato a palparmi le tette solo che stavolta con l'altra mano si segava".
Ero allibito. Il mio cazzo era duro sotto i pantaloncini (non so se per la prolungata palpata di tette o per quel che mi stava raccontando) e lei lo aveva notato, iniziò a stuzzicare il bozzo nei miei pantaloncini con l'indice mentre io chiedevo: "E tu?".
"Capirai, non mi andava di fare tutta sta scenata per averlo acchiappato a segarsi. Mi sono stata zitta e l'ho fatto continuare. Dopo un po' mi diceva 'Brava a zio, fammi vedere ste zizze' e l'ho accontentato. Le ho tirate fuori, così -disse mentre prendeva davanti a me una sua tetta e la portava fuori dalla maglietta, allargando il collo, per poi tirar fuori l'altra- e lui continuava a segarsi palpandomi e ogni tanto mi chiamava 'vacca'." Io ancora più a bocca aperta fissavo quelle tette enormi davanti ai miei occhi. Tonde, con capezzoli tondi e un' pò più scuri rispetto alla sua carnagione, e grandi, davvero grandi ma armoniose. "COSA?" esclamai, mentre i miei occhi e le mie mani si gustavano quelle meraviglie e lei rideva per la mia reazione. "Si, si è segato e dopo un po' ha sborrato macchiandomi la maglia. Dopo quella volta però non è successo più nulla". Finita la rivelazione si tolse la maglia, sussurrando "sennò ste bocce me la allargano troppo" e rimase davanti a me solo con i leggings grigi. La vedevo mezza nuda per la prima volta e rimasi piacevolmente sorpreso. Non mi dispiacciono le donne in carne e lei era bella carnosa ma senza eccessi: fianchi larghi, ventre con un po' di pancetta e quelle due meraviglie di seni. Si mise le mani alla vita, soddisfatta dal mio evidente apprezzamento nei suoi confronti e mi fece: "Ti va di giocare un pò? Sono completamente inesperta in tutto e figurati se a qualcuno interesso... però vedo che a te faccio effetto" disse puntando il mio cazzo eretto. Annuì e calandomi iniziai a baciare le sue tette, a palparle e leccarle, a succhiare i suoi capezzoli mentre lei accarezzava i miei capelli e sospirava. Dopo qualche minuto mi rialzai e le diedi un bacio sulle labbra, lei aprì immediatamente la bocca e fece uscire la lingua, che accolsi benvolentieri tra le mie labbra, le palpai il culo e la avvicinai al mio corpo, stringendo forte. Il suo seno era pressato contro il mio petto e faceva resistenza, spinsi un po' il bacino in avanti mentre con le mani sul suo sedere -grosso e pieno- la portavo verso me per farle sentire la mia erezione. La portai verso terra per farla stendere e le feci aprire le gambe: il leggings grigio chiaro aveva una macchia scura sul suo inguine, la cuginetta stava apprezzando la situazione. Le tolsi leggings e mutande, apprezzando la sua fighetta paffutella con una peluria incolta e le cosce ben tornite, la girai a pancia in giù e iniziai a massaggiare il suo culone e a baciarlo. Dopo un po' si rimise seduta e aprì le gambe, mostrandomi la figa. Mi misi seduto accanto a lei, alla sua destra, e mentre la baciavo iniziai a toccare la sua intimità. Se lei era inesperta, non è che io fossi un pornoattore nato, però qualche esperienza passata mi tornò utile e iniziai a stimolare il suo clitoride col pollice mentre col medio accarezzavo le labbra e stuzzicavo l'entrata. Sentivo la sua figa diventare sempre più bagnata e i nostri baci si interrompevano per via dei suoi sospriri e gemiti. Lei nemmeno era rimasta ferma: con la mano sinistra mi accarezzava il pacco ma era troppo coinvolta per fare altro, così le venni in aiuto e con la mano libera lo tirai fuori ma la situazione non cambiò molto perché continuava solo ad accarezzare la mia cappella. Il mio pollice continuava a roteare sul suo clitoride mentre il dito medio entrava delicatamente nella sua passerina, i suoi gemiti aumentavano e le sue gambe tremavano mentre mi baciava e mordeva le labbra non faceva che ripetere "Si... così si.." fin quando non infilò la testa nel mio collo, serrò le cosce attorno alla mia mano e iniziò ad avere delle piccole convulsioni dopo aver lanciato un gridolino e poi si stese sull'erba a braccia aperte, con un pò di affano. Sorrisi, soddisfatto del mio lavoro manuale, mi calai il pantaloncino e mi misi su di lei a cavalcionimantenendo il cazzo davanti al suo viso. Lei commentò dicendo "E' più carino di quello dello zio" e lo prese con la mano destra, iniziando a menarlo. La tecnica non era perfetta ma l'immagine di mia cugina nuda col mio cazzo in mano lo rese piacevole. Dopo un po' le tolsi il giocattolo e la picchiettai in viso con la cappella, lasciandole qualche goccia di liquido preseminale sparsa che si affrettò ad assaggiare. Allora mi feci più dietro e infilai il cazzo in mezzo a quelle mammelle deliziose, ordinandole di mantenerle con le mani e muoverle. Iniziò la prima spagnola di mia cugina, io muovevo il bacino e le scopavo bene le tette, godevo per il contatto di quelle montagnole di carne attorno alla mia asta e per lo sfregamento della base del mio pene con il suo solco intermammario. Lei mi guardava e sorrideva felice, ogni tanto mi chiedeva "Ti piace? Sono belle le mie tettone?" e io rispondevo di si, schiaffeggiandole leggermente, mentre aumentavo il ritmo dei colpi col mio bacino. Lei abbassò la testa per vedere la mia cappella uscire da quelle sue poppe e ogni tanto tirava fuori la lingua, cercando di leccarla. Io volevo venire in questo modo ma dopo 5-10 minuti lei era scomoda sul terreno, quindi mi alzai e lei si mise in ginocchio davanti a me. Mi guardava con occhi vogliosi e mi segava, avvicinando il mio cazzo al suo volto. Tirava fuori la lingua e mi leccava la cappella mentre continuava a segare, ogni tanto dava leccate anche all'asta. Mise la cappella sulla lingua a bocca aperta e mi leccò la parte inferiore, in quel momento preso dall'eccitamento le mantenni i capelli e spinsi il bacino in avanti, penetrando la sua bocca e infilandole metà del mio cazzo. Non si scompose e ridendo ceercò di rilassarsi e lasciò che le scopassi la boccuccia per qualche minuto prima di spingermi leggermente dietro e dire: "Voglio vederti sborrare e la voglio assaggiare" e ricomincò a segarmi mantenendo la cappella sulla lingua. Ero oramai al limite e non facevo altro che dirle "Continua vacca, continua che sborro" fin quando non raggiunsi l'apice e iniziai a schizzare tutto ciò che avevo nelle palle. Lei allontanò leggermente la testa indietro per vedere la mia sborra e il primo fiotto, molto abbondante, le arrivo sulla metà inferiore del viso e colò verso il basso, il secondo e il terzo provò a prenderli in bocca e il quarto, più debole, finì sul suo seno. Ingoiò quanto aveva ricevuto in bocca e si guardò soddisfatta le tette sporche dello sperma che colava mentre continuava a massaggiarmi il cazzo.
Ci ricomponemmo senza dire una parola, lei mi diede un bacio e tornammo a casa, dove le cose non furono più come prima.
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