A casa di Daniela è più eccitante.

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genere
corna

Dopo la nostra prima volta in ufficio di cui vi ho parlato, seguirono numerosi incontri di sesso dovunque potessimo appartarci trovare un po’ di segreta intimità e dove dare sfogo alla voglia irrefrenabile della bella moretta collega di lavoro. Una mattina, mentre eravamo al lavoro mi dice: oggi mio marito è fuori per lavoro e dopo le 14.00 ho casa libera. Mi piacerebbe mi scopassi da me, staremmo più comodi e tranquilli e c’è la godremmo di più. Sulle prime ero titubante. Va bene l’adrenalina di farlo in ufficio oppure nei luoghi più disparati della città o all’aperto durante le pause pranzo oppure al termine della giornata di lavoro, prima di rincasare. Ma farlo a casa sua con il rischio che il marito rientrasse prima del previsto e ci scoprisse magari mentre avevo il cazzo nel culo della moglie mi sembrava troppo rischioso e le manifestai le mie titubanze. Lei mi tranquillizzò rassicurandoli sul fatto che quel cornuto del coniuge intanto era di un metodico maniacale e poi, quando rientrava da una trasferta, chiamava sempre la moglie quando aveva parcheggiato la macchina aziendale nel garage del suo ufficio e dunque da quel momento c’era tutto il tempo per me per uscire indisturbato e dileguarmi. Mi convinse e ci mettemmo d’accordo, alle 15.00 sarei stato da lei per trascorrere un bel pomeriggio di sesso. Volevo che quella volta fosse particolare e passai dal fruttivendolo dove acquistai un bel centriolo di circa trenta centimetri, lo nascosi nel cappotto ed andai da Daniela con un’eccitazione superiore alla norma. Suonai il campanello e vidi lei che mi osservava dalla finestra facendomi cenno che il cancello automatico era disattivato, bastava scostarlo è così feci. Superai il piccolo cortile e lei mi apri. Era stupenda, molto meglio della pur sexy segretaria a cui ero abituato. Indossava calze auto reggenti, intimo di pizzo nero, tacchi a spillo che la facevano sembrare una modella e sopra una vestaglietta trasparente che mostrava tutto il suo corpo voluttuoso ed irresistibile. Il cazzo a momenti mi scoppiava per quanto era duro e lei se ne era accorta ed era compiaciuta. Dopo alcuni convenevoli per rompere il ghiaccio di una distrazione comunque nuova, mi invitò a salire in camera matrimoniale, sì proprio dove espletava i suoi doveri di moglie e dove probabilmente il cornuto del marito non sapeva godersela come avrebbe dovuto. Voglio farlo qui, mi disse, davanti alle foto matrimoniali di me e quel cornuto di Davide. Sarà eccitante farlo come se ci stesse guardando. In effetti la cosa intrigava parecchio anche me . L’idea di violare il loro talamo nuziale aumentava la mia voglia di possedere quell’esemplare spettacolare di figa che avevo davanti. Iniziamo a palparci e a baciarci con intensità e passione superiore alle altre volte e io velocemente mi tolsi i vestiti senza però farmi accorgere che avevo con me il grosso cetriolo. Misi il cappotto dov’era nascosto su una poltrona a portata di mano e continuammo nei nostri preliminari sul letto nuziale. Inutile dirvi quanto a lungo e con reciproco gusto trombammo assumendo ogni tipo di posizione. Daniela era veramente infoiata quel giorno, pareva non le bastasse mai eppure la stavo fornendo una dose più che soddisfacente di cazzo, visti i miei 20 centimetri di dotazione. Lo prendeva nella figa, poi mi implorava di incularla come si deve, poi mi chiedeva di sborrarle in bocca perché aveva voglia di bere il mio latte in un susseguirsi di richieste erotiche sempre più esigenti da parte sua. Io stavo uscendo di testa perché un tale piacere non lo avevo mai provato. Mi fece godere due volte in rapida successione, prima nel culo e poi nella bocca. Anche lei aveva raggiunto già un paio di orgasmi durante i quali non aveva perso l’occasione di umiliare suo marito con espressi riferimenti al suo cazzetto insignificante. Ad un certo punto le chiesi di fare un 69 perché avevo bisogno di essere rimesso in azione. Lei si mise sopra di me con la sua meravigliosa orchidea rasata ed il suo culo davvero privo di imperfezioni a portata della mia lingua ed avidamente e con grande gusto iniziai a lavorarla come le piaceva di più, passando ora alla figa, ora al buco del culo senza fermarmi mai. Lei prese il mio cazzo semi ammosciato e prese sapientemente a sbocchinarmelo come se fosse stata la prima volta che si gustava quella meraviglia. Mi stava facendo impazzire ma anch’io avevo una sorpresa per compiacerla. Allungai la mano senza che si accorgesse di nulla e presi il cetriolo di trenta centimetri e glielo appoggiai nella figa bagnata dalla mia saliva e piena di umori. Senza che lei potesse rendersi conto, mentre continuavo a stimolarle il clitoride con la lingua, iniziai con decisione a penetrarla con quello smisurato ortaggio e mi accorsi che la sua eccitazione, capito cosa le stavo facendo, aumentò almeno quanto la mia. La vista della sua figa violata dall’improvvisato dildo, dilatarsi in quella maniera ed accogliere quasi tutti i trenta centimetri, mi fece sborrare praticamente quasi all’istante. Daniela, contentissima dell’ennesima bevuta del mio sperma, dopo alcuni gemiti e a seguito di non più di quattro o cinque pompate ven assetate nella sua figa vogliosa, emettendo un grido di estasi, venne sfinita e sopraffatta dal piacere che avevo saputo darle.
Che femmina da monta è la bella Daniela, proprio sprecata per il cornuto che ha sposato ed allora tocca a me provvedere ai suoi appetiti.
scritto il
2024-04-28
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