All'ombra delle canne

di
genere
gay

Avevo diciassette anni. L’estate scorreva pigra in giorni tutti simili fra loro tanto da farmi rimpiangere la scuola.
La spiaggia si era svuotata per l’ora di pranzo e così le strade prospicienti, faceva un caldo atroce e la luce era abbacinante. Seduto sul piccolo molo del porticciolo con le gambe a penzoloni, stordito dalla vampa estiva mi sentii chiamare. Era Mimmo, l’aiutante del bagnino.
- Ciao Edoardo, ma che razza di mortorio oggi!
- Eh già, tutti a sonnecchiare al fresco, nelle rispettive case.
- Che ne dici di costeggiare un po’ il litorale. Ho qualche ora libera e ne vorrei approfittare per esplorare un po’ la costa col pattino. Mi accompagni?
- Certo, non ne posso più di stare qui ad annoiarmi.
Afferrato un telo da mare e un cappellino salii sul piccolo natante e ci allontanammo dalla spiaggia bianca.
Mimmo remava instancabile. Il suo corpo era lucido di sudore, teso nello sforzo. Muscoloso, con la pelle cotta dal sole aveva cinque anni più di me ma il suo aspetto appariva ancora più maturo. In contrasto col suo il mio fisico era magro e flessuoso e la mia pelle delicata..
Salpammo. Mi piaceva lo sciabordio prodotto dal ritmo regolare dei remi e veder scorrere, fra le stecche di legno che costituivano il fondo del pattino su cui ero sdraiato, la superficie dell’acqua che sembrava acquistare un fascino speciale da quella particolare prospettiva. Più volte mi sentii toccare il mio piede da quello di Mimmo ma non ci feci caso.
La costa non era ancora antropizzata a quei tempi e sfoggiava una selvaggia bellezza.
- Guarda che meraviglia!
Giungemmo alla foce di un piccolo fiume. Approdammo in una deserta lingua di terra circondata da canne, cespugli e qualche albero.
- Forza Edo, rinfreschiamoci con una bella nuotata.
Le acque del fiume prima di diluirsi nel mare, erano deliziose e la pelle sembrava apprezzarne la dolcezza in contrasto con quella salmastra del mare. Ci asciugammo al sole su un fazzoletto di sabbia.
Pensavo fosse il momento di ripartire, quando Mimmo con un sorriso malizioso mi disse:
- Voglio mostrarti una rivista straniera molto interessante.
Era una pubblicazione pescata chissà dove - che trasse dalla sua borsa da mare - di foto di ragazze discinte o nude, che oggi apparirebbe da educande, ma che ebbe in noi un effetto travolgente, eccitandoci fortemente.
- Togliamoci gli slip e giochiamo l’uno col cazzo dell’altro, sarà più divertente della solita masturbazione solitaria.
Pur turbato da quelle parole, ma eccitato dalla piccante novità propostami accolsi l’invito a denudarmi completamente; mi emozionò sentirmi afferrare da quelle grandi mani ruvide il cazzo, strapazzarlo ma fui soprattutto ammirato da quello di Mimmo, molto più grosso del mio. Lui se ne accorse e ridendo mi incitò.
- Non ammirarmelo solo, ma datti da fare, lavoralo per bene.
Invidiai quel membro orgoglioso e mi sollazzai a far scorrere la mia mano su di esso, accarezzarlo, a scoprirne il grosso glande segandolo con dolcezza, mentre lui a sua volta mi masturbava ma molto più velocemente fino all’acme, così da far schizzare un violento getto del mio sperma.
Il suo cazzo invece non aveva ancora raggiunto l’orgasmo ed era uno spettacolo nella sua erezione. maestosa.
- Che ne dici Edoardo di prenderti la mia mazza in bocca?
Capii che la rivista, la gita erano una scusa preparata per approfittarne di me e che il “piedino” che Mimmo mi faceva in barca non era casuale e rappresentava una sua prima avance. Riconoscevo però che sembrava andare incontro a mie inespresse pulsioni che tenevo segrete dentro me.Decisi, pertanto di cedere alla mia morbosa curiosità e provare quell’osceno gioco.
Mimmo mi sorrideva carico di voglia.
- Devo ammettere che hai un corpicino niente male, sei carino, potresti essere la mia femminella almeno per oggi.
Gli sorrisi a mia volta arrendevole, disponibile.
Non mi pentii affatto di aver acconsentito e avvertii che quella che capivo finalmente essere la mia reale inclinazione potesse svelarsi liberamente. Mimmo l’aveva intuita e desiderava passare all’incasso. Gustai leccare quello scettro dalla consistenza lapidea, forse goffamente, ma con crescente entusiasmo, lo insalivai fino a renderlo lucido e me lo succhiai assaporandolo leccando i testicoli pelosi e risalendo fino alla cappella turgida, su cui indugiai e che sembrava in procinto di esplodere, poi ancora su e giù freneticamente.
- Brava, continua così, ci sai veramente fare. Succamelo!
Mi riempivo la bocca di quella massa di carne pulsante cercando di introdurla più profondamente che potevo, la stringevo fra le mie labbra, la stuzzicavo con la mia lingua.
- Cazzo, nessuna ragazza mi ha mai fatto nu bucchin accussì!
Volevo soddisfare pienamente Mimmo e protrarre il più a lungo il suo piacere. Mi sentivo sempre più convinto di poter interpretare, di ricoprire il ruolo di appassionata femmina. Lui si agitava, muggiva come un toro per quel piacere così sublime.
- Vengoooo -, urlando il mio amante riversò la sua sborra calda nella mia gola. Dopo un’iniziale reazione di disgusto, apprezzai quel liquido vischioso e lo ingoiai con manifesto piacere. Gli ripulii la cappella fino all’ultima goccia del suo seme, servilmente.
Indugiammo distesi l’uno accanto all’altro. Tremavo ancora per l’emozione di quel gioco erotico. Mimmo mi baciò ed io mi abbandonai arrendevole alla sua lingua che si intrecciava con la mia.
- Brava la mia femminella, mi hai dato un piacere straordinario, ma c’è ancora tanto da scoprire: il tuo bel culetto che aspetta solo di essere sfondato dal mio cazzone. Voglio udirti gridare dal piacere, implorarmi, supplicarmi di spingere sempre più forte, di rompertelo.
Per l’emozione e il desiderio che le sue parole avevano suscitato in me, avvampai. L’idea mi faceva fremere. Sorridendo languidamente sussurrai:
- Non vedo l’ora, son ansioso, o se preferisci son ansiosa.
- Mi stai facendo attizzare ma non c’è tempo. Purtroppo devo tornare al lavoro e si è fatto tardi. Se vuoi ci organizziamo per domani.
Ero troppo impaziente.
- Potremmo vederci stasera, dopocena. Perché attendere oltre?
- Benissimo, allora stasera ci troviamo in paese davanti al Bar Massa, puntuali alle dieci. Ti mangerò tutta!

scritto il
2024-05-03
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